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A partire dal 1979, anno della rivoluzione islamica e dell’invasione russa in Afghanistan, le relazioni tra questo e l’Iran hanno attraversato 4 fasi. Nella prima fase, che coincide con l’occupazione russa dal 1979 al 1989, l’Iran si schierò contro il ritiro sovietico e supportò gruppi sciiti afgani, mentre Stati Uniti,

and support of terrorist acts and supported a variety of groups that use terrorism to pursue their goals2,

Patterns of Global Terrorism, 2001, http://www.state.gov/j/ct/rls/crt/2001/html/10249.htm

214 “Quando più avanti ripresero i cori, Barbara Slavin scrive, alcuni iraniani, ironicamente, cambiarono il

coro in “Death to dear America”, Donette Murray, “U.S. Foreign Policy”, op.cit., p.202.

215 Così come riporta l’articolo sul New York Times di Amy Waldman, “In Louder Voices, Iranians Talk of Dialogue With U.S.”, http://www.nytimes.com/2001/12/10/world/in-louder-voices-iranians-talk-of- dialogue-with-us.html?ref=amywaldman

106 Pakistan e Arabia Saudita supportavano i sunniti Pashtun. Durante la seconda fase, quindi la rivoluzione civile afgana che seguì il ritiro russo, l’Iran continuò a supportare i gruppi sciiti anti-Pashtun. La terza fase coincide invece, con l’ascesa al potere dei talebani nel 1996; durante questo periodo Teheran, dopo aver rifiutato di riconoscere il nuovo governo, sentendosi minacciata ideologicamente da un altro Stato vicino governato da una maggioranza sunnita, appoggiò una coalizione anti-talebana composta da Tagiki, Uzbeki e Hazara che insieme dettero vita alla più nota Alleanza del Nord. La quarta fase è quella che comincia a partire dal 2001, con l’attentato alle torri gemelle. La volontà iraniana di rovesciare il regime talebano era accompagnata dallo stesso desiderio americano. Una collaborazione era quindi possibile216.

La volontà iraniana di aiutare gli Stati Uniti nella lotta al terrorismo si manifestò in occasione del forum, già esistente, dell’Afghanistan six-plus-two talks217.

Con Bush i meetings con queste nazioni ebbero luogo già a partire dalla primavera del 2001 e, in seguito all’attentato dell’11 settembre, l’argomento principale era un possibile attacco americano contro l’Afghanistan. Mentre Russia e Pakistan in particolare erano in disaccordo, l’Iran appoggiava questa opzione, dicendosi d’accordo con l’America.

Per superare l’opposizione degli Stati che non erano d’accordo e per permettere una più stretta collaborazione tra Iran e Stati Uniti , questi ultimi decisero di dare vita a un gruppo formato solo da loro due che avrebbero continuato a incontrarsi sempre sotto l’egida delle Nazioni Unite. Gli incontri iniziarono a Ginevra e anche se in seguito gli incontri si tennero anche in altre città europee, il nome rimase “Geneva Contact Group”, o “Geneva Talks”. I

meetings servirono per parlare della questione afgana218. A partire da

216

“Iran and Afghanistan”, Institute for the study of war, http://www.understandingwar.org/iran-and- afghanistan; Mohsen Milani, “Iran and Afghanistan”, The Iran Primer,

http://iranprimer.usip.org/resource/iran-and-afghanistan

217 Il gruppo “six-plus-two” per l’Afghanistan, era una coalizione informale dei sei Stati confinanti con l’Afghanistan (Cina, Iran, Pakistan, Tajikistan, Turkmenistan, Uzbeskistan), più gli Stati Uniti e la Russia, che lavorava sotto l’egida delle Nazioni Unite.

218

“Iran's Islamic government is debating re-establishing diplomatic relations with the United States for

107 settembre 2001 iniziarono questi incontri, i più significativi dai tempi della rivoluzione islamica.

Nonostante il profilo basso, i risultati furono tangibili, come per esempio la promessa iraniana di fornire aiuto per quanto riguardava informazioni, fissazione degli obiettivi, pianificazione e servizi di intelligence.

Inoltre, dopo essersi assicurata l’impegno da parte degli Stati Uniti di rispettare lo spazio aereo iraniano e di desistere dal supportare gruppi etnici ostili

all’interno del paese, Teheran decise di chiudere le frontiere a Talebani e ad Al Qaeda e di permettere agli aerei della coalizione di appoggiarsi ai campi d’aviazione a est219 dell’Iran durante l’ “Operation Enduring Fredoom”, in seguito

alla quale a partire dal 7 ottobre 2001, fu rovesciato il governo dei talebani in Afghanistan220.

A fine novembre del 2001 le Nazioni Unite organizzarono una conferenza a Bonn, la International Conference on Afghanistan, nella quale si doveva decidere il nuovo assetto per creare un governo ad interim. La Conferenza including the shape of a new government in Iraq, U.S. and Iranian diplomats say.

The Geneva discussions, due to resume next week, are headed on the U.S. side by Zalmay Khalilzad, President Bush special envoy to Iraq and Afghanistan. (…).The sessions, which grew out of earlier multilateral discussions on Afghanistan, are the sort of direct, high-level talks the United States has long sought with Iran, a regional power.”, Barbara Slavin, “Iran, U.S. Holding Talks in Geneva”, USA Today,

May 11, 2003; articolo disponibile alla pagina web http://www.airliners.net/aviation- forums/non_aviation/read.main/390852/

219

Donette Murray, “U.S. Foreign Policy”, op.cit, p.121. 220

Enduring Freedom ("libertà duratura" in lingua inglese, acronimo OEF) è il nome in codice

ufficialmente utilizzato dal governo degli Stati Uniti d'America per designare alcune operazioni militari lanciate in risposta agli attentati dell'11 settembre 2001. Il 7 ottobre 2001 ebbe inizio la prima fase dell'operazione Enduring Freedom : intensi bombardamenti aerei britannici ed americani a sostegno della resistenza anti-talebana dell'Alleanza del Nord. I talebani in rotta si rifugiarono sulle montagne, particolarmente nelle aree al confine col Pakistan. Il 5 ottobre 2006 il controllo dell'Afghanistan è ufficialmente passato da Enduring Freedom alla missione ISAF (International Security Assistance Force) a guida NATO, tuttavia Enduring Freedom continua ad operare parallelamente ad ISAF in territorio afghano. I Paesi partecipanti all’operazione sono: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Canada, Australia, Polonia.

108 scelse Karzai e il risultato positivo di questo convegno era stato raggiunto anche grazie alla collaborazione dell’Iran221.

Dopo il primo anno, a seguito dell’attentato dell’11 settembre che aveva visto l’Iran impegnarsi a fianco degli Stati Uniti, l’amministrazione Bush doveva decidere quale direzione prendere nei confronti di Teheran. Vi erano diversi filoni di pensiero. Il Dipartimento di Stato per esempio, stava pensando di approcciarsi positivamente all’Iran, con l’idea di concedere qualcosa a Teheran in cambio di una seria collaborazione. Un altro filone invece, che comprendeva personaggi come Cheney, Rumsfeld, era contro la linea del segretario di Stato Powell e del Dipartimento di Stato. L’Iran, secondo loro, era sempre uno Stato pericoloso, in possesso di una capacità militare minacciosa, ma soprattutto, era un paese che non aveva mai smesso di perseguire l’arma atomica.

Le cose peggiorarono però, quando il 3 gennaio del 2002, Israele intercettò una nave, la Karine A, nel Mar Rosso222. La nave trasportava armi ed era diretta all’Autorità Palestinese. Le armi erano state prodotte in Iran e la nave era stata caricata a Kish Island, sempre in Iran223.

221 “On Iran, setting aside pipeline, I am open to explore opportunities. We have been in discussions with

the Iranians on a variety of levels and in some new ways since September 11. Jim Dobbins spoke with Iranians in Bonn as we put together the new interim administration in Afghanistan, and I had a brief handshake and discussion with the Iranian Prime Minister in the UN. So there are a number of things going on and we recognize the nature of that regime and we recognize that the Iranian people are starting to try to find a new way forward and we are open to exploring opportunities without having any vaseline in our eyes with respect to the nature of the government or the history of the past 22 years”,

Colin Powell, Press Briefing on Board Plane en Route Moscow, December 9, 2001, http://2001- 2009.state.gov/secretary/former/powell/remarks/2001/dec/6759.htm

222

“A ship carrying weapons intended for the Palestinian Authority was captured in the Red Sea by

Israel's Navy and Air Force. The boat's cargo included 50 tons of advanced weaponry including Katyusha rockets, rifles, mortar shells, mines and a variety of anti-tank missiles. Senior figures in the Palestinian Authority were involved in the smuggling.”, Israel Ministry of Foreign Affairs,

http://www.mfa.gov.il/mfa/pressroom/2002/pages/seizing%20of%20the%20palestinian%20weapons% 20ship%20karine%20a%20-.aspx

223 “Israeli officials say they see signs of a new relationship between the Palestinian Authority and Iran, in

which Teheran is supplying arms and the Iranian-backed Hizbullah militia is hoping to set up its own terror network in Israel and the Palestinian territories.

109 Non solo. Oltre a questo, alcuni importanti leaders di Al Qaeda erano fuggiti dall’Afghanistan in Iran e gli iraniani permisero loro una notevole libertà d’azione224.

Tre settimane dopo l’episodio della nave Karine A, il Presidente Bush, in occasione del suo discorso sullo stato dell’Unione del 29 gennaio 2002, definì Iran, Corea del Nord e Iraq come “Asse del Male”225. Nonostante l’Iran fosse

stato incluso in questo “Asse del Male”, non era il vero obiettivo del discorso. L’attenzione americana si stava indirizzando verso l’Iraq, e l’inclusione dell’Iran serviva per creare una copertura per il piano di attacco nei confronti di Baghdad226.

La reazione iraniana al discorso di Bush fu variegata, con alcuni decisamente irritati e altri che videro il discorso di Bush come una descrizione neanche troppo amplificata dell’Iran227.

The Israeli military has been saying for days that the Karine A ship, seized by commandoes in the Red Sea on January 3, was loaded mostly with Iranian-made weapons and bound for the PA”, Steve Weizman,

“Israel: Palestinians forming alliance with Iran”, http://www.freerepublic.com/focus/fr/608082/post 224

Seth G. Jones, “Al Qaeda in Iran; Why Tehran is Accommodating the Terrorist Group”, Foreign Affairs, January 29, 2012, http://www.foreignaffairs.com/articles/137061/seth-g-jones/al-qaeda-in-iran

225

Il nostro obiettivo è quello di impedire ai regimi che sponsorizzano il terrorismo di minacciare con armi di distruzione di massa l’America e i nostri amici e alleati. Alcuni di questi regimi sono rimasti piuttosto inerti a partire dall’11 settembre. Ma noi conosciamo la loro vera natura. La Corea del Nord è un regime che si sta dotando di missili e armi di distruzione di massa, mentre fa morire di fame i suoi cittadini. L’Iran è alla ricerca frenetica di queste armi e esporta terrore, mentre una minoranza non eletta reprime le speranze di liberta’ del popolo iraniano,(…), Stati come questi, e i terroristi loro alleati, rappresentano un asse del male, che si arma per minacciare la pace nel mondo. Nel ricercare armi di distruzione di massa, questi regimi rappresentano una crescente e grave minaccia. Potrebbero fornire quelle armi ai terroristi, dando loro i mezzi per soddisfare il loro odio. Potrebbero attaccare i nostri alleati o tentare di ricattare gli Stati Uniti. In ogni caso, il prezzo dell’indifferenza sarebbe catastrofico.”

President Bush “Axis of Evil” Speech, it.video.search.yahoo.com/video/play?p=axis+of+evil+bush&vid 226 “…include Iran to provide some cover for the war plan for Iraq”, Donette Murray, “ US Foreign Policy”,

op.cit, p. 123.

227 “What is interesting is the reaction on the Iranian street. One might have thought the Iranian street

would have been up in arms about this. Now a certain segment of the Iranian street was, but there was a poll that was done in which they asked Iranians what they felt about this `axis of evil' remark, and

110 Tuttavia la leadership iraniana non accolse favorevolmente il discorso di Bush; Khamenei rispose che gli Stati Uniti erano il male e che gli iraniani non avevano mai cercato l’elogio degli Stati Uniti228. Gli iraniani infatti, smisero di partecipare ai “Geneva Talks” e liberarono Gulbuddin Hekmatyar, un fondamentalista sunnita afgano, uno tra i più antiamericani, che fino a quel momento era tenuto in prigione dagli iraniani.

Ben presto però gli iraniani si resero conto che il vero obiettivo americano era il vicino Iraq. Già a partire dal marzo 2002 ripresero gli incontri “Geneva Talks”. Ma ormai la sfiducia reciproca era lampante. L’Iran, attraverso la sua azione riguardante la nave Karine A, il perseguimento delle armi di distruzione di massa e la protezione a esponenti di Al Qaeda, e gli Stati Uniti, attraverso il discorso del Presidente Bush, crearono le basi per sospetti reciproci.