La fine della guerra con l’Iraq coincise con il tramonto di Khoemeini. Anche se la Guida Suprema riuscì a lasciare la sua impronta su due importanti eventi: il caso Rushdie e la successione.
Il 4 febbraio 1989 venne pubblicato un messaggio in cui Khoemeini condannava a morte , per apostasia124, lo scrittore anglo-indiano Salman Rushdie125 e quanti avevano contribuito a pubblicare il suo romanzo, “I versi satanici”, ritenuto offensivo nei confronti del profeta Muhammad. Il pronunciamento fu interpretato dai media occidentali come una fatwa126, anche se, nei giorni che seguirono la
124 “Nell’Islam l’apostasia (ridda), ovvero la rinuncia alla propria religione e la conseguente adesione a
un’altra religione, o a un’ideologia non religiosa, non è permessa. Il murtadd (apostata) è condannato alla pena capitale se l’atto è compiuto con la precisa intenzione (niyya) di abbandonare l’ “autentica fede.”, Renzo Guolo, “La Via dell’Imam”, op.cit., p.56
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Ahmed Salman Rushdie(Bombay, 19 giugno 1947), è uno scrittore, saggista e attore indiano naturalizzato britannico, autore di opere di narrativa in gran parte ambientate nel subcontinente indiano. Il suo stile narrativo, che amalgama il mito e la fantasia con la vita reale, è stato descritto come collegato al realismo magico. Nel 1988 scrisse I versi satanici (“The Satanic Verses”), una storia fantastica ma chiaramente allusiva nei confronti della figura di Maometto, e ritenuta blasfema dagli islamici. http://www.salman-rushdie.com/about-2/
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“Atto che nella tradizione giurisprudenziale islamica equivale a un responso emanato, su precisa
richiesta di un individuo o di un gruppo, da un esperto dalle riconosciute competenze teologiche e giuridiche: nel caso sciita un mojtahed. La pronuncia deve riguardare comportamenti che rientrano nel campo di applicazione della shari’a, la legge religiosa islamica. Per essere valida la fatwa, deve riferirsi a
64 dura presa di posizione, nessuno in Iran definì tale, l’affondo della Guida. Solo una settimana dopo, in un discorso alla nazione, Khoemeini usò la parola fatwa e nell’accezione di “condanna capitale”. Nel frattempo l’organizzazione vicina al clero khoemenista , Pundad-e Khordad, mise sul capo di Rushdie una taglia di un milione di dollari; compenso che salirà a due milioni e mezzo. Anatema e taglia aumentarono l’isolamento politico dell’Iran, ma Khoemeini sembrava deciso a cavalcare la vicenda. La sua motivazione andava oltre la questione dei
Versi, ed era rivolta alla leadership politica e religiosa del mondo islamico.
Il caso Rushdie infatti non nacque in Iran, bensì in India e fu poi amplificato dalle comunità islamiche in Gran Bretagna. Con il suo pronunciamento contro lo scrittore apostata Khoemeini volle sottrarre la scena a quanti sin lì avevano gestito la mobilitazione contro il libro. Consapevole che la guerra contro l’Iraq aveva offuscato il prestigio iraniano nel mondo islamico, la Guida si appropriò clamorosamente della campagna contro Rushdie. Egli non si limitò a chiedere il boicottaggio o la proibizione di diffondere il testo, ma invocò la condanna a morte di un cittadino di un paese occidentale127. Anticipò così l’idea di un islamismo globale, di cui dovevano far parte anche le comunità islamiche in Occidente. Esasperando l’affaire Rushdie, l’Iran riprese il centro della scena all’interno e all’esterno del mondo musulmano, ottenendo i risultati sperati da Khoemeini: risollevare l’immagine dell’Iran rivoluzionario e riaffermare la centralità della Repubblica Islamica.
un oggetto preciso ed è vincolante soltanto per quanti seguono la scuola giuridica del mojtahed che l’ha emessa.”, Renzo Guolo, “La Via dell’Imam”, op.cit., p.56
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Anche chi ebbe a che fare con l'opera di Rushdie ne subì delle conseguenze. Il 3 luglio 1991 venne pugnalato, fortunatamente non a morte, nella sua abitazione milanese Ettore Capriolo, traduttore del libro in italiano. Una sorte peggiore toccò al traduttore giapponese, Hitoshi Igarashi, che venne ucciso a Tokio il 12 luglio, mentre l'editore norvegese, William Nygaard fu ferito a colpi d’arma da fuoco
nell'ottobre del 1993. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/07/04/tradusse- versetti-satanici-un-iraniano-lo-accoltella.html
http://archiviostorico.corriere.it/1993/ottobre/12/ferito_editore_Oslo_pubblicato_Rushdie_co_0_9310 123705.shtml http://www.ilgiornale.it/news/cultura/ecco-quanto-costa-scrivere-versi-satanici-
65 L’altra questione di cui Khoemeini si occupò negli ultimi mesi di vita è la sua successione. Il delfino un tempo designato, l’Ayatollah Hossein Ali Montazeri venne defenestrato. Già suo allievo a Qom, Montazeri era stato il più stretto collaboratore di Khoemeini durante il suo lungo esilio. Divenne, con la rivoluzione, presidente dell’Assemblea degli Esperti, organo che ha il compito di designare la Guida in caso questa non emerga per via carismatica. Questa stessa lo designò nel 1985 a “futura Guida della rivoluzione islamica”, ma le critiche rivoltegli per i suoi ambigui rapporti con i radicali e soprattutto le divergenze politiche e ideologiche con Khoemeini, determinarono la sua discesa. Fu specialmente nella fase finale della guerra con l’Iraq che l’antica amicizia tra i due si incrinò. Montazeri, infatti, espresse numerose riserve sul prolungamento del conflitto e mosse numerose critiche alla Guida Suprema contro le esecuzioni di massa, richiamando alcune citazioni del Profeta sulla clemenza verso i nemici.
Nel marzo 1989 Khoemeini chiese all’Assemblea degli Esperti di riunirsi per riesaminare la designazione di Montazeri, inviando allo stesso tempo una missiva all’ex delfino in cui affermava di accettarne le dimissioni128. Costretto ad abbandonare la scena, Montazeri tornò a Qom, dove resterà agli arresti domiciliari fino al 2003129.
Dopo la “cacciata” di Montazeri, Khoemeini si rese conto che nella società iraniana mancava una figura carismatica adatta a succedere alla Guida Suprema. Per questo motivo Khoemeini decise di attuare una riforma costituzionale. Secondo i nuovi articoli della Costituzione, dopo la scomparsa della Grande Guida, la guida della rivoluzione avrebbe dovuto passare nelle mani di una persona che innanzitutto godesse dell’appoggio popolare e che avesse profonda conoscenza, sia della giurisprudenza islamica, che delle
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Tradotta di recente, il testo di questa lettera è reperibile nella Iranian Virtual Library disponibile al link:
http://www.irvl.net/Translation%20of%20Ayatollah%20Khoemeini%27s%20Letter%20Dismissing%20M ontazeri.htm
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“Montazeri venne anche privato del titolo di Grande Ayatollah, riconoscimento per le sue profonde
66 questioni economiche e sociali130. Quindi la Guida Suprema non sarebbe stato più un religioso indiscusso, ma un politico di professione.
Il 3 giugno 1989 si spense Ruhollah Khoemeini. Il giorno dopo l’Assemblea degli esperti nominò Guida Suprema della Rivoluzione, Ali Khamenei, un
hojatoleslam131, che fino a quel momento aveva ricoperto la carica di
Presidente della Repubblica, che da luglio 1989 venne ricoperta da Ali Rafsanjani.