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L’iscrizione di Adonis e Nupina (CIL X, 1102*)

1. La basilica di S Saturnino

1.2. Gli scavi nella basilica di S Saturnino: seconda fase (1621)

1.2.2. L’iscrizione di Adonis e Nupina (CIL X, 1102*)

La mattina del 5 ottobre 1621, proseguendo le ricerche, fu scoperta una sepoltura (n. 37) collocata in posizione intermedia rispetto alle due precedenti, con la testata rivolta verso la tomba di

Iacobus e l’altra estremità verso quella di Iellasius e Filoquirius. Essa era di dimensioni notevoli e coperta da un tappeto musivo in pessimo stato di conservazione, originariamente provvisto di un’iscrizione che tuttavia era ormai impossibile leggere. Alla sepoltura fu quindi riferita l’iscrizione già menzionata (vd. supra, § 1.1.12), inserita nella muratura della terza cappella di quel braccio della basilica, che risultava essere in corrispondenza della tomba. Di seguito si fornisce una nuova riproduzione del testo (f. 119r): A los sinco del dicho mes de 8bre 1621 por la magnana

233 Nella forma latina Filoquirius, analoga a quella in esame, il nome è attestato tre volte: in CIL III, 3402 (da

Campona); CIL XI, 5750 (da Sentinum); TitAq II, 499 (da Aquincum). La forma greca Philocyrius è invece più diffusa con 19 attestazioni: AE 1989, 721 (da Takina); AE 1990, 127 (da Albanum); ILJug III, 2106 (da Salona); CIL III, 14972 (da Agici Gornji); CIL V, 3516 (da Verona); CIL VI, 10229; 13089; 24118; 24493 (da Roma); CIL X, 2541 (da

Puteoli); CIL XI, 1254 (da Placentia); CIL XI, 4108 (da Ocriculum); CIL XII, 859 (da Arelate); CIL XII, 1653 (da Dea

Augusta Vocontiorum); CIL XIV, 326; 418; 419; 1467; 1629 (da Ostia, la seconda e la terza riferibili allo stesso personaggio); ICUR V, 14174b. Da sottolineare come la maggior parte delle attestazioni elencate sia esplicitamente riferita a servi, liberti o alumni, condizione ipotizzabile anche per gli altri (vd. SOLIN 1982, pp. 752-753 e 1345; SOLIN

1996, p. 419).

234 Tali mutamenti di significato (semantic shifts) sono attestati e considerati una delle cause della formazione di

un’onomastica specificamente cristiana. Il caso in esame può essere ritenuto analogo a quello del nome Cyriacus, che costituisce l’esempio più comune di semantic shift relativo a un nome indicante la condizione servile e che, successivamente, esprime invece la cristianità di chi lo porta, secondo l’idea dell’uomo schiavo di Dio (KAJANTO 1963, pp. 90 e 104).

prosiguindose la dicha serca se descubrio una sepultura en medio de las dos retroscritas la qual tenia la cabesa hasia la sepultura del glorioso San Jayme y los pies a la sepultura del glorioso San Gellasio y Eloquirio esta sepultura era muy larga cubierta de obra musaica pero casi todo el musaico desecho de manera que no se pudo leer ningun nombre desto pero los antigos como la havian puesta con dicha obra cuidaron de poner ensima de una piedra de la tersera capilla de dicho brasso de iglessia el siguiente letrero en una piedra grande puesta y fabricada en la parede que viene a drechura de dicha sepultura y dicho letrero recita en letras goticas esculpidas lo siguiente.

Nella convinzione che l’iscrizione indicasse i defunti sepolti nella tomba n. 37, alle quattro del pomeriggio di quello stesso giorno la sepoltura fu aperta: aveva struttura in laterizi con copertura in lastre di pietra, il tutto legato con calce. All’interno doveva esservi un corpo le cui ossa, una volta recuperate, furono avvolte in una tela e collocate dentro una cassetta. Poco dopo fu individuata un’altra sepoltura sottostante (n. 38), con copertura di embrici, contenente un corpo le cui ossa furono raccolte e conservate dentro la stessa cassetta, per essere trasportate in processione al palazzo arcivescovile (f. 119r): De manera que este letrero denotava los cuerpos que estavan en

dicha sepultura quale estava por diametro como segnalando hic sunt y a las quatro horas de la tarde del sobredicho dia se habrio dicha sepultura la qual estava cubierta de cantones y dentro hecha de ladrillos y cal. Estavan presentes al sacar de dicho cuerpo y relliquias de dicha gloriosa santa Nupina el doctor Gaspar Soler comissario general de su senoria illustrissima y reverendissima, el canonigo don Antonio Baccallar comissario del santo offissio, el padre Seraphino Squirro, el padre Hieronimo Boy y el padre fray Nicolao capuchinos y otras muchas personas ecclesiasticas y seglares las quales relliquias se pusieron con un lienso dentro de una arquilla - y luego se hallo baxo otra sepultura a la qual demas de las dichas arriba se hallo presente don Francisco Pachero regente en este reyno por su Magestad. Sacose el otro cuerpo con mucho regosixo y se puso con su lienso dentre la dicha arquilla y se subieron en palassio de su senoria reverendissima con mucha luminaria y devossion. Es de advertir que esta ultima sepultura estava cubierta de lladrillos.

L’Esquirro236 riporta i dati di scavo in maniera del tutto analoga a quanto contenuto negli

Actas I; per quanto riguarda l’iscrizione, ripropone la trascrizione già presentata nel primo libro della sua opera. La tradizione confluita nelle opere a stampa (e quindi in CIL X, 1102*, che riprende il D’Esquivel) non tiene conto della seconda parte dell’epigrafe, che doveva essere scolpita su un frammento marmoreo separato e che viene trascritta in due modi completamente diversi negli Actas

I; per quanto riguarda la prima parte invece le fonti concordano, fatta eccezione per alcune piccole varianti. La trascrizione che si può proporre per la prima parte è la seguente:

--- / [---?] Adonem [--- / ---] Nupina M[--- / ---] hic sunt [---] / ---?

Per la seconda parte invece, data l’inconciliabilità fra le due versioni degli Actas I e la presenza, nella seconda di esse, della sigla B(onae) M(emoriae) al rovescio, è possibile che si trattasse di un frammento di lastra funeraria reimpiegato nella muratura posizionandolo al contrario. Il testo superstite è troppo corrotto per poter proporre alcuna integrazione:

B(onae) M(emoriae) [--- / ---]+++++++[---] / ---.

Il primo elemento riconoscibile è il nome Adonis, probabilmente all’accusativo e non in un’improbabile forma Adonim, riportata dal D’Esquivel e nella prima versione degli Actas I237. Alla

linea successiva si legge Nupina, forse da intendersi come un altro nome proprio238. La successiva

M è incerta, in quanto sia la seconda versione degli Actas I che il D’Esquivel e il Bonfant la riferiscono a una linea successiva o all’interlinea, per cui non è chiaro a quale parola fosse pertinente. Alla terza linea va accolta la lezione hic sunt, mentre l’hic sum della prima versione degli Actas I è probabilmente dovuto a un errore di lettura del gruppo –nt. La presenza di hic sunt farebbe ragionevolmente pensare a un epitafio riferito ad almeno due persone, probabilmente proprio Adonis e Nupina, ma il fatto che la lastra fosse reimpiegata nella muratura non permette di associarla ad alcuna sepoltura, né di comprendere quale fosse il contesto archeologico di provenienza. La seconda parte, come si è già affermato, va plausibilmente riferita ad un’altra iscrizione, forse letta al contrario e di difficile interpretazione sulla base delle trascrizioni pervenute.