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L’organizzazione interprofessionale francese nel settore dell’allevamento

4.2. Le origini dell’interprofessione francese

4.2.2. L’organizzazione interprofessionale francese nel settore dell’allevamento

associativi356, si è appurato che nel settore italiano dell’allevamento, attualmente in sempre più comparti, si sta verificando un incremento dell’utilizzo dei contratti di soccida quale schema per agevolare l’integrazione della parte agricola nel processo distributivo dei prodotti. Nell’ordinamento francese, invece, si riscontra, da lungo tempo, nello stesso settore un ruolo incisivo degli organismi interprofessionali. L’Associazione Nazionale Interprofessionale delle Carni e Bestiame (Interbev357), nata nell’ottobre del 1979 per iniziativa delle organizzazioni rappresentative della filiera bovina, ha trovato la sua fonte nella legge sulle associazioni agricole del 10 luglio 1975358 ed è stata riconosciuta per decreto nel 1980 crescendo sempre più fino ad acquisire, nel 2002, competenze anche nei settori ovino ed equino.

Creata allo scopo di migliorare la competitività complessiva della filiera francese e di mantenere un sufficiente equilibrio fra il potere negoziale delle differenti nell'interprofessione a monte e a valle del settore sono quindi aspetti interessanti regolati dalle organizzazioni interprofessionali dei singoli settori.

354 Les Interprofessions Rapport del Ministero delle Politiche agricole e alimentari francese, 2017. 355 L’eliminazione dell’accordo sul prezzo del latte che aveva inizialmente fondato il dialogo

interprofessionale, l’eliminazione delle quote latte e la contrattualizzazione obbligatoria.

356

Si rinvia a quanto affermato nei paragrafi 2.4, 2.4.1 e 2.4.2 .

357 Sito internet http://www.interbev.fr/interbev/actualites/.

358 La legge n. 75-600 del 10 luglio 1975, relativa all’organizzazione interprofessionale agricola

(JORF dell’ 11 luglio 1975, pag. 7124), ha istituito in tale settore la concertazione interprofessionale. Le singole organizzazioni professionali di categoria (in Francia comunemente chiamate famiglie) più rappresentative di una filiera agricola possono raggrupparsi in seno ad una associazione interprofessionale. Le disposizioni di tale legge sono state inserite nel Code rural et

155 categorie, in modo che tutte possano adeguatamente contribuire allo sviluppo dell’intera filiera, Interbev, tutt’oggi, pone in essere azioni e iniziative comuni conformi all’interesse generale ed alle norme nazionali ed europee.

Le funzioni svolte da tale associazione, sono quelle previste dalla normativa nazionale francese e dalla normativa europea e spaziano dalla promozione collettiva dei prodotti della filiera, all’organizzazione e all’armonizzazione delle pratiche e delle relazioni professionali o interprofessionali; dal miglioramento del funzionamento, della gestione e della trasparenza del mercato alla realizzazione di programmi di ricerca applicata, di sperimentazione e sviluppo; dalla verifica della qualità dei prodotti alla conoscenza dell’offerta, della domanda e degli altri meccanismi di mercato.

Interbev è composta da dodici organizzazioni professionali nazionali più rappresentative delle differenti fasi della filiera del bestiame e della carne359

ed è suddivisa in cinque sezioni specializzate360 e in altrettante commissioni suddivise per tematiche: problemi sociali, commercio estero, comunicazione trasversale, prodotti biologici e tripiers361.

A tale struttura così delineata si aggiungono ventuno comitati regionali che aiutano l’organizzazione ad attuare gli orientamenti a livello centrale su tutto il territorio nazionale.

Le attività dell’associazione sono finanziate dalle quote sociali dei loro membri, dalle penalità inflitte a coloro che non rispettano gli accordi interprofessionali, dai proventi dei servizi resi agli operatori e organizzazioni membri, nonché da sovvenzioni o rimborsi spese risultanti da specifiche convenzioni stipulate soprattutto con i poteri pubblici. Infine, l’associazione può decidere, mediante un accordo interprofessionale, la riscossione di prelievi specifici finalizzati al finanziamento di azioni mirate nella filiera.

Negli ultimi anni, il disequilibrio fra il potere negoziale delle categorie componenti la filiera bovina francese si è spostato, dapprima, verso gli

359 Gli allevatori, i commercianti, i macelli, i grossisti, i trasformatori e i distributori.

360 Suddivise per tipologie di bestiame in comparto ovino, bovino, equino, caprino e allevamento

di vitelli.

361 La commission enjeux societaux, la commission commerce exterieur, la commission

communication transversale, la commission spécifique bio e la commission spécifique tripiers (una

156 intermediari, quindi all’industria di trasformazione e, più di recente, alla grande distribuzione362.

La produzione agricola ha inciso sempre meno sui prezzi di mercato e sulle altre condizioni contrattuali., che vanno dai disciplinari di produzione, al pagamento di spese collaterali alle transazioni, alla fornitura di prodotti per campagne di promozione effettuate dai dettaglianti.

Questa evoluzione si è riflessa in una progressiva espansione dei margini degli operatori a valle e in una marcata asimmetria e inerzia nella trasmissione dei prezzi lungo la filiera. Il fenomeno è apparso evidente, già in passato, durante la crisi Bse, durante la quale i prezzi al dettaglio hanno mostrato solo una lieve flessione nonostante il tracollo dei prezzi degli animali da carne363

.

Alla base di questo disequilibrio fra forze contrattuali risiede la debole organizzazione della produzione nei confronti dei settori più a valle, che invece sono sempre più concentrati e organizzati. L’interprofessione, in questo caso, non aiuta a rafforzare l’aggregazione e l’organizzazione della produzione agricola, se non in misura secondaria. Ciononostante, l’interprofessione consente di stabilire delle regole di comportamento per tutti gli operatori della filiera e ad accrescere la trasparenza, che tuttavia da sola non basta, rispetto alle pratiche commerciali applicate e ai margini dei diversi operatori. Per esempio, la commissione sulle transazioni e l’osservatorio prezzi voluto e partecipato dall’interprofessione aiutano a ristabilire trasparenza nel mercato e a migliorare l’equilibrio negoziale fra i diversi operatori. Infine, l’interprofessione può, proprio grazie alla sua ampia rappresentatività e credibilità, mettere in atto strategie di qualità mirate a particolari segmenti di mercato e vigilare sulla loro effettiva applicazione. Un esempio concreto è il “contratto qualità” con la ristorazione collettiva. Secondo tale contratto, le offerte della ristorazione collettiva di carne di alta qualità vengono verificate e garantite da Interbev. In questo caso, facendosi da garante del

362

Per un’analisi di natura economica in una visione comparativista sul comparto dell’allevamento bovino francese, anche se con dati non aggiornati, V.BOATTO,Analisi della catena del valore, in

Analisi economica del comparto delle carni bovine nel Veneto, 2007, reperibile al seguente link: www.venetoagricoltura.org .

363 Il calo dei prezzi al dettaglio si è spesso realizzato dopo che la situazione era stata denunciata

dai vari operatori della filiera all’opinione pubblica. Terminata la crisi, tuttavia, varie analisi condotte a livello europeo hanno rilevato che la grande distribuzione ha aumentato ulteriormente i propri margini rispetto alla situazione precedente la crisi, attraverso l’aumento dei prezzi e/o la riduzione della qualità.

157 prodotto presso i consumatori, l’interprofessione assicura anche la funzionalità ed il successo di un nuovo e distinto segmento di mercato della carne di alta qualità. Queste attività di osservazione, organizzazione e controllo possono facilmente ricevere sostegno dai poteri pubblici locali e nazionali, grazie alla loro credibilità e rappresentatività.

Le novità legislative intervenute nello scenario nazionale ed europeo364 hanno rappresentato delle nuove sfide per Interbev e il 2018 è stato un anno particolarmente significativo, come risulta anche dal bilancio pubblicato dall’organizzazione365

. Dai dati pubblicati risulta che il consumo complessivo di carne bovina è aumentato del + 1,55% rispetto al 2017. Tuttavia, e ciò va purtroppo ad avvalorare le perplessità espresse nel parag. 3.3.1, i prezzi ai produttori sono calati, ad esclusione del settore del “bestiame magro”, in tutte le categorie di bovini da carne. Nonostante si affermi che la causa dell’abbassamento dei prezzi sia imputabile al mercato particolarmente affollato, è ragionevole ritenere che un ruolo lo abbiano rivestito anche i rapporti di forza interni alle dinamiche economiche dell’organizzazione. Questo, come già affermato, è un dato comune a molti settori produttivi francesi.

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