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Le politiche europee tra lotta agli sprechi e sicurezza alimentare

Il fenomeno dello spreco alimentare, producendo effetti lungo l’intera filiera agroalimentare, può essere considerato un campanello di allarme dell’inefficienza della stessa non solo sotto il profilo economico ma anche nell’ottica delle più recenti politiche europee di sostenibilità ed uso efficiente delle risorse naturali. «L’inquinamento è una forma di spreco economico, che implica l’utilizzo non necessario o incompleto di risorse. Spesso le emissioni sono un segnale di inefficienza ed impongono ad una organizzazione il compimento di attività che non generano valore, quali la gestione, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti prodotti. Alla base di sforzi di riduzione degli sprechi e di massimizzazione del profitto vi sono alcuni principi comuni, quali l’uso efficiente degli input, la sostituzione dei materiali e la minimizzazione delle attività non necessarie391 ». Questo pensiero concettualizzato più di venti anni fa dall’economista ed accademico statunitense Michael Porter rispecchia, ancora oggi, il modello economico predominante basato sugli input derivanti dalle risorse tradizionalmente considerate illimitate ma che, negli ultimi decenni, a causa di una crescita esponenziale della loro domanda, non si sono rivelate più, purtroppo, tali.

mesi di ricerca all’estero, sia a livello locale con la partecipazione ad alcuni incontri organizzati dalla Camera di Commercio di Campobasso finalizzati all’ideazione di un progetto di legge regionale sull’economia circolare.

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Sul tema: M.E.PORTER, The Competitive Advantage of Nations, in Harvard Business Review, Harvard University, New York, 1990, pag. 73 e ss. ; M.E.PORTER, and C.VAN DER LINDE, Green

and Competitive: Ending the Stalemate, in Harvard Business Review 73, no. 5, 1995. È altresì

interessante notare che gli studi di Porter, nonché la stessa citazione, sono stati recentemente utilizzati nella stesura di una proposta di legge avente ad oggetto l’istituzione e la disciplina dell’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse, presentata il 13 luglio 2017 alla Camera dei Deputati italiana. Tale proposta si inserisce in un contesto giuridico e normativo, nazionale ed europeo, in cui viene data particolare attenzione ai temi dello spreco, dell’inquinamento, dell’abuso eccessivo delle risorse naturali ed energetiche.

171 L'incremento degli scambi, gli effetti della globalizzazione, l'adesione di nuovi Paesi al consumo, la crescita demografica e le innovazioni tecnologiche, hanno portato, nel tempo, ad uno sfruttamento sempre più intensivo delle risorse naturali e delle energie che hanno inevitabilmente reso evidenti l’insostenibilità, l’inefficacia e i limiti di diversa natura392

del modello economico preminente utilizzato dalla rivoluzione industriale in poi.

Il modello a cui si fa riferimento è il c.d. “modello lineare” costituito da uno schema riassumibile nelle seguenti operazioni: estrazione, produzione, consumo ed eliminazione di un prodotto, sfruttando intensivamente le risorse.

Anche l’aspetto della sicurezza alimentare riguardante il profilo igienico-sanitario dei prodotti alimentari (food safety) è inevitabilmente collegato sia al tema dello spreco che a quello della food security intesa come accesso al cibo. Il regolamento n. 178/2002393, contenente le norme dettate dal legislatore europeo in tema di food safety, infatti, tutela allo stesso modo i consumatori sia nel caso in cui gli alimenti siano commercializzati dagli imprenditori, sia nel caso in cui siano distribuiti ai soggetti bisognosi da organizzazioni di beneficenza o di ridistribuzione.

Solo gli alimenti conformi ai requisiti previsti dalle norme europee in materia di sicurezza e igiene alimentare possono essere immessi sul mercato e ciò allo scopo di proteggere i consumatori e garantire la sicurezza stessa degli alimenti.

Quanto appena affermato (come sarà visto più avanti nel paragrafo 5.4.1) vale anche per i prodotti alimentari che vengono donati dalle organizzazioni non lucrative per la distribuzione alle persone indigenti. Tale scelta è giustificata dal fatto che anche le organizzazioni di ridistribuzione o di beneficenza sono considerate operatori del settore alimentare così come stabilito dal reg.

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Il consumo smodato d’energie, lo sfruttamento intensivo di risorse tra le quali il suolo, la massiccia produzione di rifiuti, sono solo alcuni esempi dei limiti di tipo ecologico-ambientale. Quelli economici sono la scarsità di risorse naturali, l’aumento del prezzo delle materie prime, il rischio di interruzione delle forniture, la volatilità dei prezzi. Si aggiungono, poi, quelli politici e geopolitici, quali la crescente dipendenza degli Stati consumatori nei Paesi produttori, i conflitti aperti o sottostanti che portano all'appropriazione di terre per controllare le risorse (si pensi al noto fenomeno del land grabbing), problemi di salute pubblica, la destabilizzazione delle economie, l’emergere di disordini sociali.

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Regolamento (Ce) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare (G.U.C.E. L. 31 del 1 febbraio 2002).

172 n.178/2002, dal pacchetto igiene del 2004 e dal regolamento relativo ai controlli ufficiali n. 625/2017394.

L’intento del legislatore sembra, oggi più che mai, quello di rafforzare il sistema di garanzia rispetto al passato con riguardo al concetto di rischio che si colora di una serie di sfumature non concernenti soltanto l’aspetto igienico-sanitario.

Oggigiorno, all’intervento della legislazione europea sulla filiera agroalimentare riguardante gli aspetti legati alla food safety, non corrisponde, purtroppo, un adeguato intervento relativo all’efficiente gestione del bene alimento.

Appare evidente come il fenomeno della lotta allo spreco alimentare sia connesso alla food security e alla riemersione dell’insicurezza alimentare395. Sarebbe auspicabile, quindi, un adeguato intervento normativo al riguardo senza lasciare che la gestione dell’alimento scartato dalla filiera produttiva sia lasciato esclusivamente alla competenza delle politiche pubbliche sociali di sostegno alla popolazione bisognosa396.

394 Regolamento (Ue) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 marzo 2017

relativo ai controlli ufficiali e alle altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della legislazione sugli alimenti e sui mangimi, delle norme sulla salute e sul benessere degli animali, sulla sanità delle piante nonché sui prodotti fitosanitari, recante modifica dei regolamenti (Ce) n. 999/ 2001, (Ce) n. 396/2005, (Ce) n. 1069/2009, (Ce) n. 1107/2009, (Ue) n. 1151/2012, (Ue) n. 652/2014, (Ue) 2016/429 e (Ue) 2016/2031 del Parlamento europeo e del Consiglio, dei regolamenti (Ce) n. 1/ 2005 e (Ce) n. 1099/2009 del Consiglio e delle direttive 98/58/Ce, 1999/74/Ce, 2007/43/Ce, 2008/119/ Ce e 2008/120/Ce del Consiglio, e che abroga i regolamenti (Ce) n. 854/2004 e (Ce) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 89/608/Cee, 89/662/Cee, 90/425/Cee, 91/496/Cee, 96/23/Ce, 96/93/Ce e 97/78/Ce del Consiglio e la decisione 92/438/Cee del Consiglio (in G.U.U.E. L 95/1 del 7 marzo 2017 ).Integrato dal regolamento delegato (Ue) 2019/625 della Commissione del 4 marzo 2019 per quanto riguarda le prescrizioni per l'ingresso nell'Unione di partite di determinati animali e merci destinati al consumo umano (in G.U.U.E. L 131/18 del 17 maggio 2019).

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La moderna insicurezza alimentare può essere considerata il risultato delle politiche economiche comuni sia ai Paesi più industrializzati che a quelli più poveri: l’insicurezza alimentare è, infatti, il risultato di una serie di scelte e misure politiche che, se da un lato hanno arrecato vantaggi ad alcuni operatori, dall’altro hanno comportato l’impossibilità di consentire adeguati approvvigionamenti di cibo.

396 In argomento: P.L

ATTANZI, Spreco alimentare e regole del cibo, in (a cura di) a cura di P. BORGHI, A. BRUZZO, Nutrire il pianeta? Il ruolo dell'Europa nello sviluppo economico e

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5.3. Il problema degli sprechi lungo la filiera agroalimentare

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