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Verso un modello di economia circolare

Il concetto di economia circolare (circular economy418), si fonda sull’esigenza di rispondere alle sfide ambientali, economiche, sociali e climatiche ed è basato principalmente su tre ambiti operativi fondamentali: ridurre gli sprechi, riutilizzare le risorse e riciclare i rifiuti. Tale schema è stato sviluppato in risposta alla crisi del modello tradizionale ed ha iniziato ad apparire, per molti studiosi delle discipline diverse, un potenziale e valente sostituto del modello di economia lineare. L’interazione tra questa tematica e quelle più strettamente e direttamente

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In argomento: L. PAOLONI, Gli accordi interprofessionali in agricoltura 2000, op. cit; A. JANNARELLI, Profili giuridici del sistema agro-alimentare e agro-industriale, 2018, op. cit..

418 Secondo la definizione della Ellen MacArthur Foundation l’economia circolare è un modello di

economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia di tipo circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera. La circular economy è dunque un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi.

181 collegate ai temi concernenti il diritto agrario e agroalimentare, può apparire un interessante oggetto di studio per comprenderne le possibili applicazioni alla filiera produttiva agroalimentare.

In modo particolare, alla luce dell’orientamento costante delle istituzioni europee consistente nel dare maggior rilievo a strumenti organizzativi di diritto privato, che vengono sostituiti a strumenti regolatori di intervento pubblico, ci si domanda se le organizzazioni di produttori, le loro associazioni e gli organismi interprofessionali possano essere già autorizzati dalla normativa vigente a porre scelte dirette a indirizzare i loro aderenti verso un modello di economia circolare. In un momento storico in cui si riconosce l’importanza di uno sviluppo sostenibile419, la strategia di economia circolare potrebbe costituire una delle sue principali linee attuative.

La transizione verso un'economia più circolare risulta centrale anche nell'agenda per l'efficienza delle risorse stabilita nell'ambito della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e lo sarà, presumibilmente, nelle programmazioni future.

Alla luce di quanto appena detto, l’orientamento che sembra si stia sempre più affermando è quello di considerare che non solo è possibile utilizzare le risorse in modo più efficiente garantendo la continuità di tale efficienza, ma che ciò può apportare importanti benefici economici420.

Pur nascendo intorno agli anni settanta del secolo scorso, il concetto di economia circolare è salito alla ribalta europea di recente ed in particolare dal 2014, anno in

419 L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, adottata dai leader mondiali nel 2015, costituisce il nuovo

quadro di sviluppo sostenibile globale e stabilisce 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS). L'impegno si incentra su eliminare la povertà e conseguire uno sviluppo sostenibile entro il 2030 a livello mondiale, garantendo che nessuno rimanga escluso. In argomento: L. COSTANTINO, La sostenibilità della filiera agroalimentare nell’ottica dell’economia circolare, in Agricoltura Istituzioni Mercati, 2017, fasc. 1, pag. 5 e ss..

In argomento, tra gli altri, A.LUPO , Sostenibilità del settore agro-alimentare, biotecnologie e food

safety nell’Unione Europea: il paradigma degli organismi geneticamente modificati, in Rivista quadrimestrale di diritto dell’ambiente, 2015, fasc. 1, pag. 50 e ss.; S.NESPOR, Le mani di Engels:

sistema alimentare mondiale, ambiente e cambiamento climatico, in Rivista di diritto alimentare,

2015, fasc. 3, pag. 9 e ss.

420 In argomento: C.F

ELIZIANI, Circular economy and the “new” green public procurement law.

May the realization of a “smart, sustainable and inclusive growth” be closer?, in Agricoltura Istituzioni Mercati, 2017, fasc. 1, pag. 65 e ss.; L. COSTANTINO, La sostenibilità della filiera agroalimentare nell’ottica dell’economia circolare, op.cit., pag. 5 e ss..; I. TRAPÈ, Free

redistribution of surplus food in the circular economy: the Italian legislation, in Agricoltura Istituzioni Mercati, 2017, fasc. n. 1, pag. 33 e ss.

182 cui la Commissione Europea ha pubblicato una Comunicazione421 sul tema auspicando l’emanazione di nuove direttive che hanno visto la luce nel luglio 2018. L’approvazione definitiva del pacchetto dedicato all’economia circolare, contenente delle proposte di modifica di direttive già vigenti in tema di rifiuti422, secondo quanto comunicato dalla Commissione europea, è infatti avvenuta il 4 luglio 2018.

La comunicazione del 2014, alla quale ha fatto seguito un’altra del 2015423

, aveva lo scopo di istituire un quadro normativo comune e coerente a livello europeo per promuovere l’economia circolare.

I principali aspetti presi in considerazione riguardavano: la progettazione e l’innovazione al servizio di un’economia circolare; lo sblocco degli investimenti; la mobilitazione delle imprese e dei consumatori e il sostegno alle piccole e medie imprese; la modernizzazione della politica in materia di rifiuti, mirata a configurarli come risorse.

Per quanto concerne il comparto agroalimentare, va sottolineata l’attenzione che la Commissione, nella proposta, riserva alla tematica dei rifiuti alimentari. Questi rappresentano per l’Europa un problema da non sottovalutare dato che si stima che in Europa si sprechino circa 100 milioni di tonnellate di alimenti l'anno. Gli alimenti sono persi o sprecati lungo l'intera catena di approvvigionamento alimentare: nell'azienda agricola, durante la trasformazione e la lavorazione, nei negozi, nei ristoranti e in ambito domestico.

Oltre ai relativi impatti economici e ambientali, i rifiuti alimentari presentano anche un importante aspetto sociale e, a tal proposito, la Commissione afferma

421 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato

economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, verso un'economia circolare: programma per un'Europa a zero rifiuti, Bruxelles, 25.9.2014 COM (2014) 398 final/2.

422 Direttive nn. 849/18; 850/18; 851/18; 852/18. Il pacchetto economia circolare contiene quattro

proposte di modifica delle direttive sui rifiuti a partire dalla direttiva 2008/98 Ce e poi le direttive cd speciali sui rifiuti di imballaggio (1994/62 Ce), discariche (1999/31 Ce), Raee (2012/19 Ue), veicoli fuori uso (2000/53 ce) rifiuti di pile e accumulatori. (2006/66 Ce).

423 Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato

economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni, L'anello Mancante - Piano D'azione Dell'unione Europea Per L'economia Circolare, Bruxelles, 2 dicembre 2015, COM (2015) 614 final.

183 che si dovrebbe agevolare la donazione delle eccedenze affinché chi ne ha maggiormente bisogno possa ricevere alimenti sicuri e idonei al consumo.

In tale contesto, è necessario sottolineare che, nel settembre 2015, anche l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030, compreso un obiettivo che prevede di dimezzare gli sprechi alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e di produzione. L'Unione Europea e i suoi Stati membri si sono impegnati a raggiungere questo obiettivo. La nuova proposta legislativa sui rifiuti esorta gli Stati membri a ridurre gli sprechi alimentari in ogni fase della catena di approvvigionamento, a monitorare i livelli di tali sprechi e a riferirne al fine di agevolare lo scambio fra gli operatori in merito ai progressi compiuti. La Commissione intende: a) sviluppare una metodologia comune unionale per quantificare i rifiuti alimentari e definirne gli indicatori; b) creare una piattaforma e far incontrare gli Stati membri e tutti gli attori della catena alimentare per aiutarli a definire le misure necessarie a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi ai rifiuti alimentari nonché condividere le migliori pratiche e i risultati ottenuti; c) adottare misure volte a chiarire la legislazione europea in materia di rifiuti, alimenti e mangimi e facilitare le donazioni alimentari nonché l'uso sicuro di alimenti non più destinati al consumo umano e dei sottoprodotti per la produzione di mangimi; d) esaminare i modi per migliorare l'uso dell'indicazione della data di scadenza da parte degli operatori della filiera e della comprensione di essa da parte dei consumatori. Per evitare lo spreco di alimenti commestibili, inoltre, la Commissione, insieme agli Stati membri, adotterà misure per chiarire la legislazione unionale relativa ai rifiuti, agli alimenti e ai mangimi, per facilitare la ridistribuzione di alimenti sicuri e commestibili a chi ne ha bisogno e, qualora sia sicuro, il riutilizzo di derrate alimentari non più destinate al consumo umano per produrre mangimi. A titolo di esempio la proposta legislativa sui rifiuti ha chiaramente escluso dall'ambito di applicazione i mangimi per animali, il che farà sì che le derrate non più idonee al consumo umano (per esempio biscotti sbriciolati o pane secco) che sono sicuri ma che non possono entrare nella catena alimentare per motivi di marketing, non

184 siano considerati rifiuti sul territorio comunitario e possano quindi fungere da risorsa per produrre mangimi.

In collaborazione con gli Stati membri e le parti interessate la Commissione si propone di sviluppare orientamenti sulle donazioni alimentari nell'Ue destinati ai donatori e alle banche alimentari in modo da garantire il rispetto della pertinente legislazione unionale424.

5.6. Il ruolo degli organismi interprofessionali e delle organizzazioni di

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