2.3 La costruzione del processo urbano
2.3.1 La complessit` a combinatoria dell’ambiente
Nel suo primo influente saggio, Alexander elaborava una sofisticata teoria che individuava le articolazioni della forma urbana come risposta prestaziona- le e funzionale alle esigenze di un contesto spaziale complesso. Il processo progettuale che assegna il ruolo a queste parti funzionali `e sottoposto ad una scomposizione analitica, mirata alla risoluzione di un problema di trasfor- mazione ambientale in modo metodologicamente coerente. In tal modo ci si vuole sottrarre ad un approccio progettuale non scientifico. Tale strumen- tazione `e un primo tentativo di fare fronte all’insufficienza di un metodo che soffre lo scarto incolmabile tra i limiti di una azione progettuale fon- data su un’impostazione di tipo empirico-intuitivo e la complessit`a estrema presente in qualunque programma di trasformazione dell’ambiente urbano. L’approccio tradizionale al progetto porta all’incapacit`a di restituire in mo- do appropriato il complicato nesso tra forma ed esigenze. La necessit`a di superare queste inefficienze porta ad esporre un metodo analitico di tipo sistemico e cibernetico, capace di esplicitare e governare le molteplici opera- zioni progettuali che storicamente erano gestite attraverso la trasmissione di un condiviso corpo normativo, cosa ormai impraticabile in un contesto operativo evolutosi ad un grado di complessit`a superiore.
L’approccio analitico al progetto, va successivamente incontro ad un ripensamento ma gli orientamenti e la direzione di lavoro dell’autore continua- no a mantenere una forte coerenza di fondo. Questa direzione di indagine si concentra nella ricerca di un metodo progettuale che orienti ogni intervento di trasformazione ambientale, finalizzandolo allo sviluppo organico, coerente ed unitario dell’ambiente collettivo; questo caratterizza in egual modo tutte le seguenti tappe dell’evoluzione culturale dell’autore. Alexander mette a fuoco la natura intrinsecamente pluralistica dell’azione di trasformazione
42
Palermo, Pier Carlo, Interpretazioni dell’analisi urbanistica, Angeli, Milano, 1992, p.88.
dell’ambiente urbano, la cui complessit`a non `e soltanto dovuta a variabili numerosissime ma passibili di un trattamento disaggregato, bens`ı ad una complessit`a che `e riferibile alle dinamiche relazionali ed ai sistemi concreti di interazione tra i soggetti ed il loro ambiente.
Nei contributi scientifici successivi al primo, il processo di formazione dell’ambiente collettivo `e, come nell’approccio di tipo analitico, ancora defini- to da una dinamica di stratificazione e combinazione di entit`a ambientali portatrici di un potenziale di relazioni reciproche complesse. La natura e le modalit`a di combinazione di questi elementi non sono pi`u, per`o, di tipo gerarchico e reticolare, esse vengono direttamente riferite alle dimensioni qualitative ed esistenziali che caratterizzano un luogo in quanto legame tra spazio e individui. L’ambiente fisico `e il risultato dell’addensarsi di regole, trame ed eventi: si pu`o cercare di ricostruire il codice con cui `e stato compos- to tramite la catena di relazioni tra eventi urbani singoli, fino a ricomporne l’unit`a globale nel passaggio tra le diverse soglie dimensionali fino a for- mare strutture di rango superiore43. ´E da notare che qui con il termine fatti urbani non si intende una definizione oggettuale di elementi soltanto fisici dell’ambiente; essi sono enti che si caratterizzano per la loro possibilit`a di esprimere relazioni specifiche tra manufatti del luogo ed abitanti, in mo- do non dissimile da quanto Samon`a esprimeva con il concetto di tipologia urbanistica44.
Questi fatti ambientali vengono definiti dall’autore modelli generatori (pattern language), poich´e esprimono le proprie inesauribili capacit`a di com- binazione reciproca nel processo di inserimento ambientale che caratterizza ogni atto di costruzione, dallo spazio domestico alla citt`a. Dalle componenti strutturate per operare come elementi del micro-ambiente si pu`o passare coerentemente ad individuare quelle che costituiscono le formazioni di ran- go superiore: il linguaggio generatore `e l’elemento che, se ben individuato, garantisce l’unitariet`a di questo processo. Esso (ed `e uno dei punti pi`u con- troversi della teoria di Alexander) `e un codice innato e spontaneo: l’armonia dell’ambiente `e frutto di questo ordine naturale e come tale va recuperato senza sovrastrutture intellettuali e tecnocratiche.
Tramite il recupero di questo processo lo spazio prende forma, significato e complessit`a. Se esistono un ordine e una fisionomia riconoscibili nella citt`a, essi si manifestano perch´e la moltitudine di atti individuali che compongono l’insieme urbano `e parte di un medesimo sistema di rimandi, di un codice generatore che porta le singole parti ad esprimersi; non `e un processo ad- dizionale in cui gli elementi si aggregano in base alla loro funzione, esso `e pi`u simile ad un processo di morfogenesi (di cui si accenner`a in seguito), tramite il quale gli organismi viventi si articolano e differenziano nella crescita45.
43Alexander, Christopher, The timeless way of building, Oxford univ. press, New York,
1979, p.xiii.
44
Samon`a, Giuseppe, L’unit`a architettura-urbanistica, Angeli, Milano, 1975, p.266.
45
2.3. LA COSTRUZIONE DEL PROCESSO URBANO 25 L’ordine che governa la strutturazione dello spazio collettivo quindi costi- tuisce un sapere condiviso che coordina gli atti costruttivi degli innumerevoli soggetti che concorrono alla definizione di un ambiente vitale. Si deve quindi cercare di estrarne le invarianti, per potere liberare i processi di costruzione dell’ambiente da quelle distorsioni che attualmente impediscono il progetto di qualit`a. Recuperare i legami profondi tra i soggetti abitanti, costrut- tori e il luogo che gli appartiene permetterebbe loro di agire infallibilmente secondo natura nell’operare le trasformazioni fisiche dei luoghi46.
La specificit`a di ogni luogo `e data in relazione al disegno di singoli fatti territoriali che vi accadono e la qualit`a che scaturisce da questo ambiente non `e data dalla sua forma fisica ma dalla trama e complessit`a di eventi che da questo ambiente sono espressi e sperimentati. Tali fatti variano in relazione con gli individui e le peculiarit`a dei luoghi e nel loro complesso costituiscono la cultura di un territorio. Nella loro complessit`a e diversit`a tali strutture hanno comunque delle regolarit`a latenti, esse sono le regole direttive secondo le quali lo spazio si dispone e si sviluppa47.
La formulazione di alcune regole con le quali il processo di strutturazione della qualit`a urbana avviene verranno esplicitate nella sezione seguente. Qui si potrebbe invece mettere in rilievo che una teoria come questa, nella quale gli elementi costitutivi dell’ambiente si dispongono secondo regole che pre- sentano una variabilit`a di combinazioni, fatta in modo da associare ad ogni ente una trama di relazioni che lo riconduca alla disposizione specifica en- tro un sistema ambientale pi`u ampio, pu`o essere messa in parallelo con i concetti di prestazioni di correlazione degli elementi e dei sistemi spaziali, espressa nel processo edilizio evoluto, attraverso la formulazione di un livello progettuale governato da metaregole48.
Tali legami sono le regolarit`a da ricercare per ottenere le forme costitu- tive della citt`a. Le relazioni non sono sovrapposte ed esterne agli elementi ma sono costituite dagli elementi stessi: gli elementi stessi sono reti/trame di relazione, sono le regole morfologiche dello spazio che poi entrano a fare parte di sistemi spaziali di livello superiore o inferiore.
La relazione tra eventi e spazio urbano attraverso le loro trame `e di tipo culturale ed esistenziale; non si tratta, come gi`a detto, di connesssioni fisiche ma di potenzialit`a comunicative: in tal modo un numero tutto sommato esiguo di modelli ed elementi spaziali pu`o generare, al variare dei luoghi
1979, p.xiv.
46
Alexander, Christopher, The timeless way of building, Oxford univ. press, New York, 1979, p.16.
47
Alexander, Christopher, The timeless way of building, Oxford univ. press, New York, 1979, p.69.
48
Si ha un criterio assimilabile a quello di prestazione di relazione degli elementi spaziali. Cfr. Maggi, Pietro Natale, Il processo edilizio, vol. I, Citt`aStudi, Milano, 1994, p.84 e segg.
e delle culture, una inesauribile variet`a di forme urbane49. I modelli e gli enti costitutivi dello spazio stabiliscono legami reciproci a tutte le scale dell’ambiente costruito. La riuscita e la vitalit`a del progetto ambientale poggiano, quindi, sul fatto che queste siano frutto del dialogo tra l’azione degli abitanti e tutte le relazioni tra gli elementi del luogo. Le trame che si stabiliscono tra gli elementi spaziali a tutte le scale sono il fattore su cui poggia la coerenza dell’ambiente; pi`u esse sono e pi`u sono fondate sulla coerenza con i modi di vita degli abitanti, tanto pi`u l’ambiente insediativo `e coeso e dotato di identit`a; se, al contrario, vi sono degli elementi le cui trame relazionali non sono risolte allora si generano conflitti ed instabilit`a che destrutturano la citt`a.
Tutti assieme, questi modelli (pattern) che costituiscono la forma del- l’ambiente abitato, generano una catena, un linguaggio che, per soglie succes- sive, agisce ed `e riconoscibile nell’intero processo di costruzione dello spazio, a tutte le scale. Si `e accennato al fatto che le possibilit`a combinatorie di questi elementi ambientali sono variabilissime e dipendenti dalla cultura dei luoghi che ne costituisce il quadro di riferimento: vengono quindi campionati alcuni di questi elementi costitutivi dello spazio antropico (duecentocinquan- tatre) per potere indicare, in riferimento ad ognuno, le relazioni che ne determinano il linguaggio comune, che governano i rapporti che ciascuno intrattiene con gli altri elementi di pari rango, attraverso trame costitutive che possono essere di tipo metrico, combinatorio o simbolico-analogico.
Il linguaggio costitutivo dello spazio urbano `e quindi composto da par- ti fisiche e circoscritte che mostrano potenzialit`a relazionali; le trame che legano poi questi elementi agiscono come delle metaregole che stabiliscono il codice dei luoghi fisici reali: i primi elementi sono relativamente invarian- ti, mentre le seconde generano un insieme interminabile di ambienti e la conseguente infinita variet`a e complessit`a degli spazi urbani50.
Contestualmente alle relazioni orizzontali, si definiscono le soglie scalari che a loro volta individuano le connessioni che si stabiliscono tra gli elementi dei diversi livelli (ambienti, edifici, citt`a). L’insieme di elementi e la mappa di relazioni che viene proposta come guida progettuale, se considerata nella sua interezza (dal cucchiaio alla citt`a, per intendersi), produce una immagine coerente dell’intero territorio in tutti i suoi pi`u rilevanti elementi costitutivi. Le relazioni tra gli elementi sono reticolari e complesse (a semilattice) ma il processo progettuale viene semplificato ed esposto per sequenze e in rapporto alle soglie scalari, affidando la restituzione della complessit`a e della qualit`a ambientale alla descrizione dei singoli modelli spaziali51.
49Alexander, Christopher, The timeless way of building, Oxford univ. press, New York,
1979, p.100.
50Alexander, Christopher, The timeless way of building, Oxford univ. press, New York,
1979, pp.179-191.
51
Alexander, Christopher, Ishikawa, Sara, Silverstein, Murray, A pattern language, Oxford univ. press, New York, 1977, p.50.
2.3. LA COSTRUZIONE DEL PROCESSO URBANO 27