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Le tecniche di controllo gestionale

Nel documento Processo edilizio e gestione urbana (pagine 62-64)

3.2 Le tecniche della gestione strategica

3.2.1 Le tecniche di controllo gestionale

Le tecniche del controllo gestionale sono gli strumenti attraverso i quali si individuano i rendimenti delle singole unit`a organizzative che operano nell’ambito di un progetto complesso.

La complessit`a e variabilit`a dei requisiti valutativi attraverso i quali misurare l’efficienza di un processo di gestione di una trasformazione urbana portano alla necessit`a di adottare un repertorio molto ampio di tecniche di analisi del valore aggiunto prodotto e dei costi gestionali ed amministrativi: • tecniche economiche: sono mirate specificamente alla valutazione del rendimento o dei costi economici di un processo. Nelle trasfor- mazioni territoriali e nella valutazione dell’operato delle pubbliche am- ministrazioni che le promuovono hanno poca rilevanza gli indicatori di redditivit`a aziendale o di generazione del valore di cassa (ROE, ROI, EVA) mentre assumono un ruolo importante le analisi di costo. Perch´e queste possano fornire indicazioni plausibili per valutare il rendimento di una operazione edilizia o urbanistica devono operare in parallelo sui costi delle attivit`a di supporto (amministrativi) e sui costi delle attivit`a primarie (produttivi).

Nell’ambito del controllo del processo edilizio le tecniche tradizionali di determinazione del costo si sono affermate da tempo: costo pieno

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Azzone, Giovanni, Innovare il sistema di controllo di gestione, Etas, Milano, 2000, p.23.

3.2. LE TECNICHE DELLA GESTIONE STRATEGICA 55 e costo diretto sono usati correntemente per valutare il grado di in- tegrazione delle operazioni nei processi di produzione edilizia10. Essi presuppongono l’esistenza di un sistema di contabilit`a analitica, che negli ultimi anni `e stato introdotto come meccanismo di controllo di gestione anche nelle amministrazioni pubbliche, per l’attribuzione delle responsabilit`a specifiche alle diverse unit`a o attivit`a, in merito alle molte funzioni di spesa.

Nell’ambito degli interventi urbanistici si cerca di valutare in modo complessivo l’onere da attribuire ai diversi attori che partecipano ad un progetto. Gli interventi per programmi complessi si sono avvalsi, proprio per la loro natura integrata e sintetica, di una valutazione per costi standard, in modo da individuare la ripartizione delle risorse e gli oneri per i vari operatori (oneri progettuali, oneri per infrastrutture, oneri per gli interventi edilizi, oneri contrattuali).

• tecniche non finanziarie: sono indicatori non monetari o finanziari. Esprimono le prestazioni di un intervento progettuale. In quanto in- dicatori prestazionali, tali criteri hanno sia una natura parametrica e misurabile ma spesso (come visto con alcune delle prestazioni urbane della teoria di Lynch) non sono riconducibili ad un giudizio valutati- vo di sintesi. La natura eterogenea di queste prestazioni implica una definizione consensualmente fondata delle priorit`a da attribuire loro; ci troviamo, infatti a dovere soppesare indicatori che considerano misure di qualit`a (del prodotto), misure di tempo, misure di compatibilit`a (ambientale), misure di produttivit`a, misure di flessibilit`a (gestionale: dei prodotti, delle operazioni, dei sistemi), misure di soddisfazione del destinatario del servizio.

Nel processo edilizio ci si confronta da tempo con la necessit`a di as- sicurare codici condivisi per la misura delle qualit`a del prodotto e della flessibilit`a dei sistemi, attraverso il ricorso a protocolli di unifi- cazione, regole e parametri generalissimi di valutazione, emessi da enti centralizzati di normazione in modo indipendente dai contesti di ap- plicazione11; nelle pratiche urbanistiche, necessariamente molto pi`u legate alla costruzione locale del proprio sistema di prestazioni, la valutazione di questi requisiti si sta facendo avanti nell’ambito della redazione delle normative interne ai programmi complessi, dove i cri- teri prestazionali hanno trovato una applicazione condivisa al momento di fissare i termini politici e contrattuali dell’intervento.

• tecniche ibride: sono tecniche che incrociano i livelli qualitativi con

10Costantini, Maurizio, ’Rapporti tra produzione e progetto’, in Norsa, Aldo, La gestione

del costruire, Angeli, Milano, 2005, pp.148-150.

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Maggi, Pietro Natale, Morra, Luigi, Gottfried, Arie, Qualit`a tecnologica dei prodotti complessi per l’edilizia, Progetto Leonardo, Bologna, 1992.

i costi legati al raggiungimento degli obiettivi previsti; queste tecniche considerano aspetti di progettazione e produzione assieme. I diver- si aspetti (ambientali, lavorativi, tecnici, di innovazione) vengono bi- lanciati in indicatori sintetici che cercano di individuare l’andamento delle prestazioni ambientali nel tempo, pur con tutte le difficolt`a che presenta una logica valutativa di tipo parametrico12.

Queste tecniche possono quindi agire per prestazioni e processi, indi- viduano le buone pratiche, le modalit`a di gestione funzionanti, i livelli di responsabilit`a, le criticit`a.

Il processo edilizio, per sua natura diviso in fasi e operatori, ha fatto molto affidamento su questi dispositivi: la loro natura specialistica li rende adatti ad accompagnare un intervento strutturato per fasi, funzioni e pro- cedimenti, soprattutto per quello che riguarda la valutazione delle diverse alternative di progetto.

L’ambito delle politiche urbanistiche implica invece una dimensione di tipo concertativo e di definizione interattiva dei valori e dei vincoli, che rende il compimento di un processo valutativo cos`ı definito molto meno praticabile. Una architettura di piano modulare e gerarchica, come nella pianificazione procedurale, che prefigura fin da subito gli esiti finali del processo di piano, attraverso l’applicazione di regole e controlli, prevedendo tutti i comporta- menti degli attori durante il processo di piano e considerando la valutazione di tutte le alternative disponibili, mette in ombra la natura del piano come pratica di azione collettiva e interattiva13.

Nonostante questa irriducibilit`a dei processi di piano ai processi di pro- duzione edilizia, emerge inevitabilmente il problema di considerare se esis- tono configurazioni organizzative entro le quali possono essere valutate presta- zioni e costi degli interventi urbanistici ed edilizi nel loro esito finale e congiunto.

Nel documento Processo edilizio e gestione urbana (pagine 62-64)