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Le nuove regole del disegno urbano

Nel documento Processo edilizio e gestione urbana (pagine 35-39)

2.3 La costruzione del processo urbano

2.3.2 Le nuove regole del disegno urbano

L’idea di sviluppo processuale `e imprescindibile nella attivit`a di interpre- tazione delle caratteristiche della forma dell’ambiente urbano. Nell’indagine su come individuare alcuni capisaldi per il controllo del progetto urbano, fin dalla premessa si pone il costante problema della divaricazione tra l’aspi- razione ad una forma organica e coesa della citt`a e la contrapposta etero- geneit`a delle dinamiche che ne governano la trasformazione. Anche in questo contributo, la metafora biologica `e molto influente: lo sviluppo di un buon ambiente urbano corrisponde ad un processo di crescita di un organismo vivente, nel quale le fasi di crescita hanno caratteristiche tali da garantire un equilibrato rapporto tra le parti ed il tutto52.

Per restituire unitariet`a al processo di sviluppo urbano si dovranno usare in modo appropriato strumenti di analisi a progetto che esprimano il carat- tere processuale delle trasformazioni territoriali, che lega ogni nuovo atto alla catena degli atti precedenti, producendo un sistema dotato di riconoscibili regole interne.

La regola principale da seguire, che compendia tutte le altre `e ovviamente data dalla coerenza. Malgrado la semplicit`a della sua enunciazione, essa `e un requisito sfuggente: la citt`a `e un organismo plurale, all’interno del quale non sono rilevabili con nettezza dei principˆı di crescita ed il processo che vincola le singole parti. Si devono considerare molteplici livelli di lettura, molteplici funzioni settoriali (abitazioni, mobilit`a, ambiente), una pluralit`a di soggetti e di operatori. In questa moltiplicazione degli enti `e difficile operare al fine di ottenere prestazioni di coerenza ambientale se si agisce in modo settoriale: `e necessario agire per processi unitari che, pur ottenendo esiti su molte dimensioni, mantengano un carattere di riconoscibilit`a all’intervento53.

Abbiamo un concetto, simile a quello gi`a visto in precedenza, di citt`a per parti : la citt`a organica `e una struttura continua di insiemi e ad ogni nuovo processo di trasformazione deve mirare a concludere, rendere completo, il complesso dell’ambiente urbano54.

La struttura coerente dell’organismo urbano, formata dalla continuit`a degli insiemi che la costituiscono e delle loro relazioni, viene analizzata enunciando sette regole progettuali, che scompongono la regola principale, semplificandola in prestazioni di carattere pi`u operativo:

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Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), p.38.

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Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), p.44.

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La citt`a per parti `e un concetto che la cultura urbanistica italiana ha approfondito in molte occasioni, in precedenza abbiamo visto la sua interpretazione nell’opera di Aymoni- no, Quaroni e Samon`a. Per un ulteriore evoluzione del concetto di citt`a per parti si pu`o vedere: Magnaghi, Alberto, ’Dalla Cosmopolis alla citt`a di villaggi’, in ´Eu-polis, nn.21-22, 1998.

1. processo di crescita graduale; l’unitariet`a dello sviluppo `e con- seguente ad un processo che si muove per piccoli interventi. Grandi porzioni di spazio urbano presentano spesso problemi di coesione e accordo interno tra le funzioni, nonch´e un problema nel coordinare temporalmente progetti dalle dimensioni molto diverse, che rendono molto pi`u complessa la funzione di programmazione e di erogazione delle risorse55;

2. sviluppo di insiemi unitari pi`u grandi; nei progetti territoriali si privilegia l’ordine funzionale, rispetto all’organicit`a. Bisogna operare in modo che l’ordine complessivo dell’ambiente emerga dalla collabo- razione tra i singoli atti di costruzione, esso `e connaturato al modo con il quale i singoli atti ed episodi si legano attraverso un comune linguaggio che non ha bisogno di un progetto intenzionale. ´E anche questo un requisito di carattere processuale: ogni intervento edilizio si confronta con una parte pi`u ampia di citt`a e da questo progredire della formazione insediativa (spesso non intenzionale) si ha sempre la formazione di centri di sviluppo urbano. Si tratta di aggregati di spazio pubblico che costituiscono l’armatura sulla quale si appoggiano i singoli interventi in modo incrementale. Tale modalit`a di crescita ag- gregativa presenta comunque rischi di frammentazione e va per questo seguita con attenzione56;

3. visioni; con questo termine si indica quella che, nel gergo corrente dei pianificatori di professione, si usa chiamare scenario (o strategia). La crescita ed il progetto di una citt`a dovrebbe presupporre uno sfondo di obiettivi e valori trasmissibili e condivisi da tutti i soggetti che la vivono. Non si tratta di fissare soltanto degli obiettivi di tipo eco- nomico. Fondare l’azione territoriale in base a fattori di identit`a e riconoscibilit`a del progetto entro un quadro di consenso collettivo `e un requisito che tutela dai rischi di uno sviluppo per logiche settoriali. Ogni nuovo intervento di trasformazione sar`a generato dalla rete di legami e valori pre-esistenti, secondo una cadenza e dinamica che, pur temporalmente e spazialmente difforme, avr`a caratteri di organicit`a e vitalit`a57;

4. costruzione dello spazio pubblico; i criteri precedenti si concentra- vano sul nodo del raccordo tra struttura ed eventi, premessa per dare ordine a qualsiasi intervento sul territorio. Una volta garantita ques- ta dinamica virtuosa di sviluppo, la qualit`a della forma urbana deve

55Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria

del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), pp.50-51.

56Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria

del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), pp. 55-58.

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Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), pp.64-67.

2.3. LA COSTRUZIONE DEL PROCESSO URBANO 29 concentrarsi sui caratteri del progetto dello spazio pubblico. Vi `e una necessaria complementariet`a tra il progetto degli spazi aperti e quello dell’architettura; considerare lo spazio aperto come parte scartata a seguito della definizione dei volumi architettonici porta a trascurare il disegno del fattore fondamentale della coesione dell’ambiente ur- bano. Il criterio di configurazione dell’intervento sulla forma urbana andrebbe invertito; `e la concezione di uno spazio aperto integro, com- patto e ben connesso che garantisce una griglia per la collocazione congrua dei singoli oggetti edilizi58;

5. progetto e coerenza delle grandi costruzioni; un criterio simile a quello che si `e precedentemente visto con l’approccio morfologico al progetto infrastrutturale. Gli obiettivi che orientano il buon dise- gno dello spazio urbano si rispecchiano in quelli che dovrebbero essere adottati nella configurazione degli oggetti edilizi: gli elementi che li compongono (spaziali, tecnologici, ambientali) si legano in una catena linguistica che attraversa il manufatto dai suoi rapporti urbani agli spazi di vita interna59;

6. costruzione; la qualit`a vivibile di un ambiente costruito non pu`o pre- scindere dall’attenzione che `e stata posta alla sua realizzazione concre- ta. Materiali, colori, densit`a dei particolari e degli elementi di raccordo costituiscono la dimensione pi`u immediata per la fruizione di un am- biente. La necessit`a del progetto accurato del dettaglio costituisce elemento ineludibile della qualit`a dell’ambiente fisico60;

7. formazione di centri; `e il criterio di strutturazione complessiva del- l’ambiente urbano. La formazione di centralit`a costituisce la garanzia per l’integrazione delle singole parti alle diverse scale: ognuno di essi forma un nucleo identitariamente riconoscibile e permette di identifi- care le relazioni di geometria e di assetto che lo legano in una oppor- tuna progressione, con le altre centralit`a che lo affiancano (relazioni orizzontali) o che lo ricomprendono (relazioni verticali). Si tratta di individuare questi elementi nodali del campo spaziale, con caratteri di riconoscibilit`a e regolarit`a, per poi riconnettersi alle condivise re- gole che legano tutti i centri nel loro insieme. Ci troviamo di fronte ad una definizione che ha molto in comune, oltrech´e con la pi`u volte richiamata concezione (di Quaroni ed Aymonino) di citt`a per parti, con

58Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria

del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), pp.73-76.

59Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria

del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), p.79.

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Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), p.86.

una dimensione di formazione reticolare e progressiva nella costruzione dello spazio geografico61.

La dinamica processuale che guida la formazione degli agglomerati ur- bani `e inscindibile dalle modalit`a specifiche con le quali operano i soggetti territoriali e dal modo con cui si influenzano vicendevolmente nel corso della formazione del progetto urbano.

L’ordine riconoscibile di una citt`a e di un territorio si pu`o ottenere an- cora come esito di una molteplicit`a di atti creativi individuali. I legami di linguaggio tra i diversi modelli che si sostengono nel processo di costruzione cumulativa dello spazio urbano costituiscono una griglia comune e un codice che garantisce la coesione ed unitariet`a dell’ambiente. Una volta acquisi- to il liguaggio e le regole relazionali di in modello, esso si riconosce spon- taneamente nel processo che costruisce la forma della citt`a e vi si colloca automaticamente. Questo meccanismo permette l’azione diretta degli abi- tanti nella dinamica evolutiva dell’ambiente urbano: tale dinamica governa un flusso di azioni microscopiche e molteplici, appropriate al contesto (se condotta in modo che gli elementi spaziali si riconoscano nel codice e nelle trame che li legano)62.

Abbiamo quindi un complesso sistema di dinamiche tra enti territoria- li e soggetti sociali, i primi legati ad una configurazione per unit`a spaziali identitariamente autonome (citt`a per parti), snodi integrati della struttura terrritoriale e caratterizzati da principˆı di auto-organizzazione. Contempo- raneamente si ha una dinamica temporale e una corrispettiva azione sociale che governa la crescita di queste unit`a in alcuni momenti cruciali e in alcuni spazi di soglia.

Il processo che genera questa concatenazione di eventi e progetti urbani `e quindi riconoscibile e riproducibile, a patto di assecondare le potenzialit`a relazionali della trama comune, le quali esprimono i legami tra gli oggetti e gli operatori che li collocano nel sistema di iniziative ed azioni di intervento sul territorio63.

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Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuova teoria del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), p.89. In queste enunciazioni si pu`o ravvisare una costruzione di geometria ambientale per sequenze, per la quale si pu`o rimandare a: March, Lionel, Steadman, Philip, La geometria dell’ambiente, Mazzotta, Milano, 1974. Per la dimensione geografica dei rapporti reticolari orizzontali e verticali, cfr. Dematteis, Giuseppe, ’Nodi e reti nello sviluppo locale’, in Magnaghi, Alberto (a cura di), Il territorio dell’abitare, Angeli, Milano, 1990.

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Alexander, Christopher, The timeless way of building, Oxford univ.press, New York, 1979, pp.344-345.

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Un esempo didattico di questa costruzione interattiva e cumulativa del progetto ur- bano `e in: Alexander, Christopher, Neis, Haio, Anninou, Artemis, King, Ingrid, Una nuo- va teoria del disegno urbano, Gangemi, Roma, 1997 (ed. or. 1987), p.94 e segg. Inoltre, cfr. Alexander, Cristopher, Un esperimento di progettazione democratica: l’Universit`a dell’Oregon, Officina, Roma, 1977.

Nel documento Processo edilizio e gestione urbana (pagine 35-39)