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La diffusione dei punti di accesso integrat

ed il quadro territoriale delle A.S.L.

6. L’integrazione socio-sanitaria nel percorso dell’utente nei serviz

6.1. L’integrazione nell’accesso ai serviz

6.1.1. La diffusione dei punti di accesso integrat

Un primo dato da indagare ha riguardato la diffusione dei punti di accesso integrati nell’ambito del territorio regionale; nel grafico F1 se ne può osservare la distribuzione nei 55 distretti.

Pagina | 177 Grafico F1 – Punti di accesso integrato attivi o in fase di progettazione

E' attivo un punto di AI si è in fase di progettazione/ implementazione ci stiamo lavorando no

Dal grafico emerge come i punti di accesso integrati siano attivi in circa metà dei distretti, mentre nell’altra metà le frequenze di risposta si suddividono equamente tra le aree in cui è in fase di progettazione o implementazione, e quelle in cui – al momento dell’intervista – non c’era sostanzialmente una previsione di attivazione.139 Vale la pena di precisare che in 5 distretti è stata segnalata la presenza di un secondo punto di accesso integrato (in 4 di essi, attivo da meno di un anno, nel quinto ancora in fase di progettazione); si tratta per lo più di realtà in cui il punto di accesso indicato come “principale”, relativamente al quale sono state fornite le informazioni richieste, è attivo da diverso tempo, ed al quale è stato affiancato (oppure si è evoluto nel) P.U.A. previsto dalle norme regionali.

Un ulteriore elemento di analisi è costituito dal periodo di attivazione dei punti di accesso – aspetto che permette di cogliere ciò che preesisteva certamente alla norma e ciò che invece ha ricevuto da essa la sua spinta propulsiva; i risultati emersi, relativamente ai punti di accesso operativi, sono osservabili nel grafico F2.

      

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Per cercare di differenziare chiaramente le modalità di risposta, sia in questo ambito che successivamente per le Unità Valutative, la prima modalità diceva “è in fase di progettazione o implementazione, e se ne prevede l’attivazione approssimativamente per …”, e la seconda “ci stiamo lavorando, ma non siamo ancora in grado di definire quando sarà attivato”, sostanzialmente sovrapponibile al “no”.

Pagina | 178 Grafico F2 – Da quanto tempo è attivo il punto di accesso integrato

Da quanto tempo è attivo il punto di AI

meno di un anno da 1 a 2 anni da 2 a 3 anni da più di 3 anni

È interessante osservare la forte polarizzazione tra i punti di accesso integrati attivi da meno di un anno e quelli attivi da più di tre.

Come si ricorderà, infatti, le due normative che danno impulso ai P.U.A. sono la prima del giugno 2007 e la seconda (ancora più cogente) del settembre 2008, e le interviste sono state effettuate nel periodo giugno-dicembre 2009; considerati dunque i tempi di progettazione ed implementazione richiesti da un servizio del genere, è ragionevole pensare che complessivamente gli accessi attivi da meno di un anno siano da imputarsi alla normativa.

Particolarmente rilevante appare poi il dato dei punti di accesso attivi da più di tre anni (e in diversi casi, secondo il commento degli intervistati, da molto più tempo): segno di realtà consolidate, le cui esperienze potrebbero anche aver fatto da volano per l’evoluzione della normativa stessa.

La distribuzione per macroaree territoriali vede una maggior percentuale di punti di accesso attivi all’interno di Roma città, dove si avvicina ai 2/3 dei distretti, leggermente inferiore nelle altre province, dove si attesta intorno al 57%, e decisamente più modesta nell’area della provincia di Roma, dove solo in 1/4 dei distretti è attivo un punto di accesso, ed in circa il 40% è in fase di progettazione o implementazione.

Pagina | 179 6.1.2. I destinatari dell’accesso socio-sanitario integrato

Questo aspetto, già sinteticamente richiamato nel cap. precedente, merita qui un approfondimento ulteriore. Il grafico F3 riporta le percentuali in cui ciascuna delle tipologie di destinatari/bisogni è stata indicata (era possibile indicare più modalità di risposta, al limite anche tutte) là dove il punto di accesso era attivo o in fase di progettazione.

Grafico F3 – Destinatari del punto di accesso integrato

0 10 20 30 40 50 60 70

Destinatari del punto di AI

Il punto o servizio di accesso integrato, unico o unitario che sia, sembrerebbe, per sua stessa definizione, doversi rivolgere alla totalità dei bisogni della popolazione; ma, come si è visto nel cap. 4, la normativa su tale aspetto presenta non poche contraddizioni. La realtà operativa in questo senso – anche se in molti casi ha preceduto temporalmente le norme – sembra rispecchiarle abbastanza fedelmente: e dunque vediamo nel grafico che certamente la totalità dei bisogni, con il 57,5%, è la modalità di risposta che ha avuto più adesioni, ma non in modo tale da rendere poco significative tutte le altre; addirittura in alcune realtà distrettuali la totalità dei bisogni è stata indicata insieme ad altre risposte. Le altre aree di bisogno cui maggiormente si rivolgono i punti di accesso integrati sono, come emerge dal grafico, i disabili e gli anziani, con una percentuale di scelte del 47,5%; dato che sale al 55% qualora si accorpino a ciascuna di queste aree le risposte inserite in “altro” con la specificazione “non autosufficienza” o “fragilità” (l’ulteriore specificazione, nella voce “altro”, è

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costituita in questo caso dagli immigrati); anche qui, la realtà rispecchia l’andamento delle normative.

Se si mette a raffronto la tipologia di bisogni cui il punto di accesso si rivolge con i tempi di operatività si trova una ulteriore conferma a quanto già emerso: da un lato infatti nei punti di accesso in fase di progettazione/implementazione troviamo una percentuale di scelte “totalità della popolazione” pari all’84% (ben superiore quindi al 57,5% di scelte sul totale dei punti di accesso); dall’altra troviamo un’altra forte polarizzazione su disabili ed anziani tra i punti di accesso operativi da meno di un anno, con il 72% di scelte per entrambi, a fronte del 47,5% nella totalità dei punti di accesso. Sembra dunque confermarsi, negli accessi più recenti – e dunque presumibilmente più influenzati dalle norme regionali – questa doppia polarizzazione presente nelle norme stesse, che se da un lato parlano di punto unico rivolto a tutta la popolazione, dall’altra vi individuano una corsia preferenziale per disabili ed anziani.