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La dimensione degli istituti di credito »

6. Il credito e l’impiego dei fattori produttivi »

6.1 Il fabbisogno finanziario e il credito di banca »

6.1.4. La dimensione degli istituti di credito »

La dimensione economica degli istituti di credito, in base alla classificazio- ne della Banca d’Italia, consente di suddividerli in cinque differenti tipologie (istituti di credito di dimensioni maggiori, grandi, medie, piccole e minori).

Le imprese agricole che hanno bisogno di finanziamento bancario possono così accedere a istituti di credito di dimensioni differenti; da ciò ne deriva una notevole varietà di risposte, sia per valore di credito consentito sia per condi- zioni contrattuali applicate, con cui può confrontarsi la domanda di finanzia- mento da parte delle imprese agricole, alla ricerca della risposta finanziaria più adeguata per il successo della propria gestione.

A fine settembre 2014, gli imprenditori agricoli presentano una sostenuta posizione debitoria nei confronti degli istituti di credito di piccola e minore dimensione; infatti, dei 5.637 milioni di euro di credito agrario in essere a

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quella data, 2.265 milioni di euro sono riconducibili a tali istituti. Ciò significa che 40,1% della consistenza del credito agrario regionale è presente in tali isti- tuti; in particolare, il 24,1% è rilevabile presso gli istituti di credito di dimen- sione piccola e ben il 15,9% in quelli di dimensione minore.

A livello nazionale si riconferma in misura simile quanto evidenziato per la realtà regionale; infatti, l’incidenza della sua consistenza rispetto a quella del credito agrario totale è pari al 41%, e a tale valore contribuiscono in misura identica le due tipologie dimensionali piccole e minori.

A loro volta, presso gli istituti di credito di dimensioni più elevate (mag- giori e grandi) vi è uno stock di credito agrario di 1.887 milioni di euro; in particolare, il 25,1% della consistenza del credito agrario proviene dagli istituti di credito di dimensione maggiore e l’8,4% da quelli di dimensione grande; nell’insieme essi rappresentano il 33,5% del credito agrario regionale.

Con riferimento alla realtà nazionale, spicca il ruolo degli istituti di credito di dimensioni maggiori da cui proviene il volume di credito agrario più eleva- to, raggiungendo ben il 30% del totale; debole è invece il ruolo degli istituti di credito di dimensione grande, il cui contributo si ferma al 4,4% del totale.

Infine, i rimanenti 1.485 milioni di euro di credito agrario rappresentano la consistenza presente negli istituti di credito di dimensione media, assorbendo circa un quarto del credito agrario della regione. Anche a livello nazionale si ripropone una medesima quota percentuale (tabella 6.3).

La consistenza del credito agrario proveniente dagli istituti di credito di piccola e minore dimensione assume una funzione di spiccato rilievo nelle province romagnole, dove essa supera il 50% del totale per le province di Fer- rara e Forlì e arriva al 62% e al 72,5% rispettivamente per le province di Ra- venna e di Rimini.

A sua volta, il credito agrario è presente soprattutto negli istituti di dimen- sione media per le imprese agricole delle province di Piacenza e Parma, arri- vando rispettivamente al 43,4% e al 45,1% del credito agrario provinciale.

Infine, gli istituti di credito di dimensione maggiore e grande concentrano l’offerta di credito agrario nelle province di Reggio Emilia e di Modena, in cui la loro consistenza arriva rispettivamente al 37,5% e al 40,3% della consisten- za del credito agrario provinciale.

Dal confronto fra la consistenza rilevata a fine settembre 2014 rispetto a quella di 12 mesi prima, emerge che sono gli istituti di credito di dimensione media a caratterizzarsi per una variazione nella consistenza del credito agrario presente presso di loro più elevata rispetto alle altre quattro tipologie di istituti, che raggiunge il 7,3%. Entrando nel dettaglio a livello provinciale, emerge nettamente l’intensificarsi molto forte del ruolo degli istituti di credito di di- mensione media soprattutto in due province; così è per la provincia di Raven-

Tabella 6.3 - Il credito agrario per dimensione degli Istituti di credito in Emilia-Romagna e nelle sue province, a fine settembre 2014 Bologna Piacenza Parma Reggio E. Modena Ferrara Ravenna Forlì Rimini Emilia-R. Italia

Confronto sul totale, in %

Maggiori 21,9 17,1 20,0 37,5 40,3 23,6 23,2 20,6 8,1 25,1 30,2 Grandi 8,0 2,6 7,9 9,2 24,3 3,8 3,4 6,5 6,5 8,4 4,4 Medie 27,6 43,4 45,1 31,5 24,8 20,0 11,4 17,2 12,9 26,3 24,4 Piccole 15,8 29,3 17,9 3,0 5,7 37,4 54,0 29,3 22,0 24,2 20,7 Minori 26,7 7,6 9,1 18,8 4,9 15,2 8,0 26,4 50,5 15,9 20,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Variazione 2014/2013, in % Maggiori -1,8 8,2 3,5 -0,8 -0,7 -2,9 -2,1 -5,4 (*) -1,1 1,3 Grandi 3,1 -2,6 30,2 5,0 6,2 12,7 -6,3 -1,6 -8,3 5,9 1,2 Medie 9,8 1,9 1,7 1,6 9,9 -4,5 51,4 26,2 -7,7 7,3 4,4 Piccole -1,6 0,6 3,1 -8,4 -7,3 -3,0 26,1 5,1 19,0 7,4 0,9 Minori -2,4 -8,6 -2,0 -5,2 -12,8 -11,0 -61,3 -5,9 -0,6 -13,9 -3,6 Totale 1,4 1,5 3,7 -0,7 2,3 -4,1 1,6 2,1 0,8 1,1 0,9 Fonte: Banca d'Italia - Rilevazioni interne.

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na, con una crescita del 51,4% e per quella di Forlì, che incrementa del 26,2%. Ugualmente significativa, anche se di minore intensità, è la variazione della consistenza del credito agrario presente presso gli istituti di credito di tale di- mensione a livello nazionale, che è pari al 4,4%.

Per quanto concerne la variazione della consistenza del credito agrario rela- tiva agli istituti di credito di dimensione grande, essa si caratterizza per un sensibile incremento pari al 5,9%. A livello provinciale, spicca la forte crescita relativamente alla provincia di Parma, pari al 30,2%.

Con debole segno negativo è, invece, la variazione relativa alla consistenza negli istituti di credito di dimensione maggiore, pari a -1,1 %. Questa dinami- ca evolutiva conferma quanto si è constatato confrontando la sua consistenza a fine settembre 2013 rispetto a 12 mesi prima, quando la sua variazione si sco- sta definitivamente da quanto emerge dal confronto fra la consistenza rilevata a fine settembre 2012 rispetto a quella di 12 mesi prima. Allora, infatti, è la consistenza degli istituti di dimensione maggiore a caratterizzarsi per una for- tissima impennata, motivata spesso da un processo di fusioni di istituti di cre- dito; mentre gli istituti di dimensione grande riducono in misura sostanziale la loro presenza nel credito agrario. Sembra pertanto che, negli ultimi dodici me- si in esame, la dinamica evolutiva di queste due tipologie di istituti di credito abbia raggiunto un suo equilibrio.

Per la realtà nazionale, la variazione della consistenza del credito agrario negli istituti di dimensione maggiore e grande è piuttosto modesta e per en- trambi i casi di poco superiore al 1%.

A sua volta, il credito agrario proveniente dagli istituti di dimensione pic- cola cresce del 7,4%. E’ la provincia di Ravenna a presentare la crescita più elevata, pari a 26,1%.

Ciò che è più eclatante è il forte crollo del ruolo degli istituti di credito di dimensione minore, nei quali la consistenza del credito agrario si riduce del - 13,9%; a questo crollo contribuisce soprattutto la provincia di Ravenna (- 61,3%). A livello nazionale, la consistenza del credito agrario presente negli istituti di tale dimensione si caratterizza per una riduzione più contenuta, pari al 3,6%.

Dall’analisi dell’offerta di credito agrario da parte degli istituti di credito di diversa dimensione emerge che ognuno di essi ha una sua presenza a favore delle imprese agricole più o meno significativa, in funzione delle proprie poli- tiche creditizie e delle situazioni congiunturali del mercato finanziario. Sembra comunque possibile affermare che, in Emilia Romagna, la contrazione del ruo- lo di erogatori di credito agrario degli istituti di credito appartenenti alle due tipologie dimensionali estreme, maggiore e minore, si sia ridistribuita a favore in una crescita con valori piuttosto simili nelle tre classi di dimensione inter-

6. IL CREDITO E L’IMPIEGO DEI FATTORI PRODUTTIVI

media; è comunque anche vero che a livello provinciale vi è una ampia varietà di situazioni che non necessariamente è in linea con la media regionale.

A conclusione dell’analisi, si può auspicare che, pur in presenza di una congiuntura economico finanziaria non ancora del tutto risolta, il credito agra- rio presente in Emilia-Romagna possa rappresentare il migliore incontro fra le attese di finanziamento delle imprese agricole e le corrispondenti risposte degli istituti di credito.