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La nuova PAC e il nuovo PSR 2014-2020 »

2. Le politiche comunitarie e nazionali »

2.2. Lo scenario nazionale »

2.2.1. La nuova PAC e il nuovo PSR 2014-2020 »

La nuova PAC sarà operativa dal primo gennaio 2015 con la possibilità di presentare le domande per i premi entro la metà di giugno. Il 2014 è stato ca- ratterizzato in Italia dal processo decisionale per la definizione della PAC 2014-2020 fino al mese di agosto: il 31 luglio 2014, infatti, il Consiglio dei Ministri ha approvato un documento, “La nuova PAC: le scelte nazionali”, che contiene le decisioni sulla sua attuazione nazionale.

Di seguito si riportano gli orientamenti più importanti assunti dal nostro Pese per l’attuazione della nuova PAC.

Rispetto alla figura di “agricoltore attivo” l’Italia doveva decidere l’allargamento della lista nera, la soglia di non applicazione e i requisiti. L’esclusione dei soggetti che appartengono alla lista nera (composta da aero- porti, servizi ferroviari, impianti idrici, servizi immobiliari, terreni sportivi e aree ricreative permanenti) è stata ampliata dall’Italia (come nelle possibilità dei Paesi Membri) per altre tre categorie di soggetti: persone fisiche e giuridi- che che svolgono direttamente attività di intermediazione bancaria, finanziaria e commerciale; società che svolgono direttamente attività di assicurazione e/o riassicurazione; pubbliche amministrazioni, fatta eccezione per gli enti che ef- fettuano attività formative e/o sperimentazioni in campo agricolo. Le società partecipate da tali soggetti sono considerate “agricoltori attivi” e un soggetto della lista nera è ritenuto “agricoltore attivo” se dimostra che la sua attività principale o il suo oggetto sociale è l’attività agricola.

L’Italia ha deciso come soglia di non applicazione per i soggetti che hanno percepito pagamenti diretti per un ammontare massimo di: 5.000 euro per le aziende ubicate in montagna e/o zone svantaggiate; 1.250 euro nelle altre zo- ne. Oltre la soglia di non applicazione vengono considerati “agricoltori attivi” i soggetti che dimostrano uno dei seguenti requisiti: iscrizione all’INPS, come coltivatori diretti, imprenditori agricoli professionali, coloni o mezzadri; pos- sesso della partita IVA attiva in campo agricolo e, a partire dal 2016, con di- chiarazione annuale IVA relativa all’anno precedente (per le aziende ubicate per oltre il 50% in zone montane e/o svantaggiate è sufficiente il possesso del- la partita IVA).

L’Italia ha deciso di attivare 5 tipologie di pagamenti diretti (in base alle scelte contenute nel Regolamento (UE) n. 1307/2013): il pagamento base pari

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2014

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al 58% del massimale nazionale (che poteva essere ricompreso tra il 18% e il 69%); il pagamento ecologico o greening pari al 30%; il pagamento per i gio- vani agricoltori pari all’1%; il pagamento per i piccoli agricoltori; il pagamen- to accoppiato pari all’11% (rispetto ad un valore massimo possibile del 15%). Il calcolo dei nuovi titoli per l’Italia avverrà sulla base degli accordi di apri- le-maggio tra Regioni e Ministero che prevedevano la regionalizzazione appli- cata a livello nazionale, la convergenza basata sul “modello irlandese” e il va- lore del pagamento greening calcolato come percentuale del valore di ciascun titolo del pagamento di base. Considerando una superficie ammissibile di circa 12 milioni di ettari, il pagamento medio di base si attesta a circa 180 euro per ettaro a cui andrà aggiunto un pagamento greening di circa 93 euro/ha: in so- stanza un agricoltore italiano percepisce mediamente un pagamento di 273 eu- ro per ettaro. A questo importo potenzialmente si potrebbe aggiungere il pa- gamento accoppiato e quello per giovani agricoltori nel caso l’agricoltore avesse i requisiti.

La quota del 30% del greening sarà vincolata al rispetto di tre Misure: mantenimento dei pascoli permanenti; diversificazioni delle colture (almeno due per aziende oltre i 10 ettari e tre sopra i 30 ettari); creazione di un’”area di interesse ecologico” di almeno il 5% della SAU (7% dal 2019).

I “nuovi titoli” verranno calcolati sulla base dei pagamenti avuti dall’agricoltore nel 2014 e non in base al valore dei titoli detenuti al 15 mag- gio. Questa scelta porta con sé altre importanti condizioni: i pagamenti perce- piti sui titoli in affitto vengono conteggiati a favore dell’affittuario; in alcuni casi i pagamenti percepiti possono tener conto anche dei pagamenti dell’art. 68. Rispetto a quest’ultima implicazione le scelte italiane prevedono che entre- ranno a far parte dei pagamenti percepiti tabacco, patate e Danae racemosa (una pianta ornamentale), mentre non entreranno nel conteggio latte, olio di oliva e l’avvicendamento dei pagamenti percepiti nel 2014.

Al sostegno accoppiato (art. 52, Reg. (UE) n. 1307/2013) sarà destinato l’11% del massimale nazionale, pari ad un importo di 429 milioni di euro per il 2015. Negli anni successivi l’importo diminuirà per la riduzione del massi- male nazionale. Il sostegno accoppiato è destinato a otto settori produttivi per 17 Misure di interventi. Alla zootecnia sono destinate la maggior parte delle risorse (211,8 milioni di euro, pari al 49,3%) distribuite tra vacche da latte, bu- fale, vacche nutrici, bovini macellati 12-24 mesi, ovicaprini. Consistente il so- stegno ai seminativi (34% delle risorse) che interessa sette settori: riso, barba- bietola, pomodoro da industria, grano duro (Centro-Sud), soia (Nord) protea- ginose (Centro), leguminose da granella (Sud). All’olivicoltura è stato asse- gnato un plafond di 70,5 milioni di euro distribuito in tre Misure che si posso- no cumulare e differenziare per tipologia di superficie.

2. LE POLITICHE COMUNITARIE E NAZIONALI

Dal 2015 finirà anche il regime delle quote latte che per l’Italia ha rappre- sentato un onere di oltre 4 miliardi di euro di multe, della cui situazione si par- lerà nel successivo paragrafo 2.2.3. Nel paragrafo 12.2 vi sarà un approfondi- mento sui premi all’agricoltura 2014-2020.

Al di là degli aspetti squisitamente tecnici, si potrebbe affermare che di fondo la svolta ecologista della PAC viene nuovamente “rimandata”. La ne- cessità di un compromesso ha portato a differire la soluzione dei problemi. I beneficiari delle misure di greening sono sostanzialmente la quasi totalità. La riduzione dei costi amministrativi della PAC, inoltre, non passerà tramite un aumento dell’efficienza della gestione e quindi attraverso una riduzione della burocrazia, ma con il taglio dei contributi al di sotto di una soglia minima, che in Italia rappresentano l’1% dei premi totali. Sarebbe stata ben più coraggiosa la scelta di ridurre il numero delle domande tramite un criterio basato sul me- todo di produzione. Il giudizio sulla regressività, invece, risulta positivo poi- ché viene premiato il lavoro e non la superficie, favorendo quelle imprese che impegnano maggiore manodopera. In tal modo, in Italia, si penalizzano poche aziende ma che percepiscono ben il 15% della PAC (anche se la simulazione è stata fatta sul premio PAC attuale e non tiene conto della detrazione legata al costo della manodopera).

Il fatto rilevante è però che tali risparmi potranno essere spostati sullo Svi- luppo Rurale, dove si giocherà una partita importante dello sviluppo agricolo nei prossimi anni.

All’interno dei PSR, infatti, si indicheranno gli investimenti e i metodi di produzione da seguire per uno sviluppo sempre più “verde” del settore agrico- lo. All’interno dei PSR è stata infatti inserita una Misura specifica per il biolo- gico che rischia però di non essere adeguatamente finanziata e di fermarsi ai primi anni di applicazione per mancanza di fondi.

La politica di Sviluppo Rurale nella nuova programmazione funzionerà in modo complementare e integrato rispetto al primo pilastro della PAC e agli al- tri fondi dell’Unione Europea (FESR, FSE, e FEAMP). La politica di Svilup- po Rurale viene elaborata a stretto contatto con le altre politiche tramite un Accordo di Partenariato (come abbiamo descritto nel paragrafo 2.1), inviato a Bruxelles il 22 aprile e che prevede, tramite il FEASR, il rafforzamento del si- stema produttivo per la tenuta e il rilancio delle produzioni agricole e dei si- stemi agro-alimentari.

Il FEASR nell’ambito dell’Obiettivo Tematico (OT3), che ha come obietti- vo “Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, il settore agri- colo e il settore della pesca e dell’acquacoltura”, rappresenta il 44,6% delle ri- sorse complessive ed è relativo alla competitività del sistema agro-alimentare, che presenta i maggiori bisogni viste le debolezze strutturali dell’agricoltura.

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L’attenzione del FEASR è rivolta inoltre alla sostenibilità ambientale delle at- tività agricole, come già si accennava in precedenza. La strategia adottata per migliorare la competitività del sistema agro-alimentare è basata su due princi- pali linee: l’incentivazione dell’evoluzione strutturale e organizzativa delle singole imprese agricole e agro-alimentari e il potenziamento degli investi- menti nelle filiere agricole e agro-industriali. Questo secondo obiettivo con- ferma gli investimenti alle imprese agricole e della trasformazione alimentare (come nei precedenti PSR), ma con alcune nuove priorità: innovazione; acces- so al credito come spinta per un rafforzamento strutturale delle aziende agrico- le; internazionalizzazione; ricambio generazionale; gestione del rischio. Per quanto riguarda l’internazionalizzazione, gli interventi FEASR si concentre- ranno su attività di formazione, consulenza alle imprese, informazione e pro- mozione di reti di imprese, consorzi, associazioni di produttori, cooperative, ecc. Tre diverse tipologie di filiere saranno oggetto dell’intervento: filiere cor- te; filiere agricole e agro-alimentari che richiedono un intervento sulla orga- nizzazione delle relazioni e sugli strumenti aggregativi della componente agri- cola; filiere non food.