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Le caratteristiche dei futuri assunti nell’industria

7. L’industria alimentare »

7.3. Flussi occupazionali e fabbisogno professionale nell’indu-

7.3.2. Le caratteristiche dei futuri assunti nell’industria

Nell’industria alimentare, le assunzioni non stagionali previste alla fine del 2014, sono in Italia 7.490 e 910 in Emilia-Romagna; con una differenza rispet- to allo scorso anno, rispettivamente di meno 340 e di più 40 unità. Per queste persone, che entreranno, rientreranno nel mondo del lavoro oppure che cam- bieranno azienda, l’industria ha definito i profili ricercati.

Età richiesta agli assunti

Il 31%, circa, degli assunti, nel 2014, a livello nazionale ha una età non su- periore ai 30 anni, mentre per il 43% delle assunzioni gli anni non risultano es- sere un fattore discriminante. Una esperienza precedente, o nella professione o almeno nel settore è giudicata basilare per essere assunti nel 47% dei casi, un dato in calo che non conferma l’inversione di tendenza del 2013. In Emilia- Romagna per il 47% delle assunzioni l’età non è un fattore rilevante. Un dato in leggero calo ma ancora inferiore di 4 punti percentuali, rispetto al dato del 2011, che si somma alla variazione negativa degli ultra trentenni. Di conse- guenza, cresce la richiesta dei giovani sotto ai 30 anni, con una richiesta delle aziende attestata sul 25%. Una esperienza precedente risulta meno importante nel 2014 calando al 43,1% delle assunzioni.

Livello di formazione scolastica

I dati a livello nazionale indicano che per ottenere un posto di lavoro, nelle imprese dell’industria alimentare, nel 43,7% dei casi è sufficiente un livello formativo equivalente alla scuola dell’obbligo, percentuale che scende al 26,3% se si tiene conto sia del sapere scolastico che di quello esperienziale. Seguono, in ordine decrescente, un livello secondario o post secondario, 32,6%, una qualifica professionale, 13,1% (sale al 27,5 in titolo equivalente) e una formazione universitaria, 10,8%. Questi dati, pur come sempre fortemente influenzati dalle tipologie di inquadramento previste, denotano una inversione positiva nella crescita del livello di formazione richiesto rispetto al 2013, a scapito del livello formativo di base che cala di oltre 10 punti percentuali. Da sottolineare che aumenta di oltre il doppio la ricerca di personale con il più al- to titolo di studio . In particolare, tuttavia, per le assunzioni non stagionali di livello universitario emerge come la richiesta di laureati derivi prevalentemen- te dalle aziende con più di 50 dipendenti, la qualifica professionale venga maggiormente apprezzata dalle imprese fino a 9 addetti, e che i neo assunti

7. L’INDUSTRIA ALIMENTARE

con il solo titolo dell’obbligo troveranno maggiormente un impiego nelle pic- cole e medie aziende.

A livello regionale si confermano degli andamenti che si discostano in mo- do sensibile con una maggior richiesta, 51,6% di nessun livello di formazione specifica, con tuttavia un analogo forte calo complessivo. Il diploma seconda- rio è sufficiente nel 26,4% dei casi, ed infine con l’11% troviamo sia la quali- fica professionale che il diploma universitario. Considerando i livelli formativi equivalenti crescono maggiormente le percentuali sia dei diplomati che di quelli con una qualifica, professionale, rispettivamente al 31 e al 20,9%, a sca- pito della “non qualifica” che scende al 36,3%, una percentuale analoga allo scorso anno.

Inoltre va considerato che le imprese valuteranno i candidati che sappiano, al di là del titolo posseduto, essere capaci ugualmente di lavorare in gruppo, in autonomia e con flessibilità e capacità di adattamento alle mutevoli condizioni. Importanti sono anche le capacità relazionali e comunicative all’interno e all’esterno dell’azienda.

In conclusione, in Emilia-Romagna si riscontra un numero ridotto di im- prese che ha previsto di assumere nel 2014, inferiore a quello nazionale. L’industria alimentare fa registrare ancora un saldo occupazionale in diminu- zione, ma tendenzialmente in rallentamento. I nuovi occupati ricercati dalle imprese sono prevalentemente: figure operative, anche senza alcuna qualifica, di difficile reperimento, che necessitano di ulteriore formazione e lavoratori stagionali. Il ricorso a lavoratori extracomunitari prevede l’assunzione anche di personale non più giovanissimo e da formare in quanto carente di specifica formazione professionale. Importanti sono anche i segnali derivanti dalla do- manda di un crescente livello di formazione scolastico, o equivalente, richiesto ai nuovi occupati e, in alcuni casi, dalla presenza di assunzioni legate ad una crescita della domanda. Indicazioni sull’agire, in particolare delle piccole im- prese, e sull’adeguamento dell’organico per poter rispondere alle evoluzioni del mercato e ai pensionamenti. Tuttavia, le piccole imprese, operando in un territorio più specifico e spesso fianco a fianco con i propri concorrenti, evi- denziano una maggiore difficoltà nel reperire localmente le figure da assume- re. Una ricerca, con un minor ricorso a laureati, che si protrae per un tempo superiore rispetto alle imprese con oltre 50 addetti, e che deve fare anche i conti con le maggiori difficoltà di formazione post inserimento del nuovo as- sunto. In particolare, la formazione dei nuovi assunti avviene esclusivamente mediante l’affiancamento. Questo, se da un lato comporta l’interessamento delle strutture pubbliche e private a sostegno delle imprese, d’altro canto può alla lunga portare ad un depauperamento delle competenze e conoscenze spe- cifiche di una piccola impresa se il periodo di affiancamento al lavoratore che

IL SISTEMA AGRO-ALIMENTARE DELL’EMILIA-ROMAGNA. RAPPORTO 2014

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lascia l’azienda non è sufficiente. Il tutto aggravato dal minor capacità di as- sunzione da parte delle imprese e dal maggior ricorso a lavoratori che reste- ranno in azienda solo con dei contratti stagionali o interinali. Questo ancor più se, come riporta l’indagine Excelsior, le ragioni dell’interruzione del contratto sono nel 74% dei casi dovute al non rinnovo dello stesso, per il 23% ad altri motivi ed infine per la parte restante a pensionamenti.

I primi dati del 2015, evidenziano una situazione che permane difficile, da- to l’atteggiamento ancora cauto da parte delle imprese, almeno per quelle maggiormente orientate al mercato interno e poco innovative ma con un saldo tornato positivo. In Emilia Romagna il complesso dei contratti attivati nel pri- mo trimestre dell'anno saranno il 32% in più rispetto al trimestre precedente, con un incremento superiore a quello nazionale; l'aumento è del 15% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Questa variazione tendenziale positiva è il risultato di un aumento del 10% delle assunzioni dirette effettuate dalle imprese e di un incremento del 25% dei contratti atipici. Poco più del 40% dei contratti previsti sono “stabili” e la maggior parte deriva da imprese che ope- rano nei servizi. L’industria alimentare contribuirà per oltre il 3%, circa 400 assunzioni, il 28,6% delle quali a tempo indeterminato ed il 35,2 di natura sta- gionale. Oltre il 55% del totale delle assunzione sono motivate da attività sta- gionali e riguarderanno per il 70% operai e personale non qualificato, in parti- colare conduttori di impianti, con una specifica esperienza (46%), una età maggiore di trent’anni (37,9%). Il diploma secondario verrà richiesto al 40% dei neo assunti.

Il saldo regionale atteso è positivo, per lo più grazie ai contratti in sommi- nistrazione, agli occasionali e alle partite iva, come somma della crescita attesa nella maggior parte delle province. Si riducono i tempi di ricerca, e dunque la difficoltà a trovare nuovo personale, e salgono le aspettative in termini di espe- rienza posseduta. Se per i giovani i dati del primo periodo del 2015 sono tutt’altro che incoraggianti, prospettive migliori sono attese per personale con alte competenze di studio e specifiche qualifiche professionali.