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Il laboratorio come luogo strategico di ricerca: condizioni metodologiche

Approccio macrosociologico e attenzione alla pratica di laboratorio rappresentano, come

11 Cfr. Knorr-Cetina (1981), cap. 6. 12 Cfr. pp. 35-38.

abbiamo visto, i tratti più appariscenti e, probabilmente, più euristicamente fruttuosi della nuova ondata costruttivista in sociologia della scienza. Il laboratorio diventa il sito privilegiato di ricerca: Laboratory Life e The Manufacture of Knowledge sono "studi di laboratorio". Analizzano l'attività che si svolge nel luogo dove ha origine la scienza nel suo farsi con l'intento di portare alla luce l'insieme delle "operazioni costruttive" che sono coinvolte nella produzione delle conoscenze: in particolare come gli attori, sulla base di determinati processi sociali, attribuiscono uno statuto di obiettività e fattualità a queste conoscenze.

Latour, ad esempio, studia per due anni ciò che accade in un laboratorio di neuroendocrinologia, il Salk Institute a La Jolla, California, dove opera un gruppo di ricerca impegnato nell'isolare, caratterizzare, sintetizzare e spiegare il meccanismo di azione dei cosiddetti realising factors, peptidi che mettono in comunicazione il sistema nervoso centrale con quello ormonale. A La Jolla Latour ricostruisce in maniera dettagliata come nel laboratorio, attraverso una sequenza di operazioni, si costruisce un "fatto" scientifico. In questo caso la determinazione di struttura di una sostanza chiamata TRF (thyrotropin releasing factor): risultato scientifico che varrà il premio nobel a R. Guillermin ed a un altro ricercatore, W. A. Schally, leader di un gruppo di ricerca che arriverà quasi simultaneamente agli stessi risultati.

Knorr-Cetina segue per un anno il lavoro di un altro grande centro di ricerca governativo situato a Berkeley, California13. La sua indagine riguarda in particolare un settore di ricerca

nel campo delle proteine delle piante, uno dei molti filoni di attività del centro14. A differenza

di Latour e Woolgar, Knorr-Cetina non ricostruisce uno specifico evento scientifico, ma analizza una varietà di situazioni di laboratorio. La sua ricerca si appronta soprattutto sul contrasto esistente tra le modalità del ragionamento scientifico "informale" di laboratorio con le forme del ragionamento "letterario" che guida la stesura degli articoli scientifici, quella che per noi è la veste ufficiale e pubblica della razionalità scientifica.

L'abbandono dell'analisi di casi storici, nello stile del Programma Forte ed in parte della Scuola di Bath, e la tendenza a studiare la pratica scientifica "in tempo reale", ha conseguenze che riguardano i metodi utilizzati negli studi di laboratorio. Tecnicamente, sia

13 Il centro di Berkeley impiega al momento dell'inchiesta circa trecentotrenta scienziati ed ingegneri. L'attività del centro si estende in una varietà di campi della fisica, della chimica, della microbiologia, ed anche ad applicazioni tecnologiche delle scienze. Al suo interno operavano al momento dell'indagine ben diciassette diverse unità di ricerca.

la ricerca di Latour e Woolgar che quella di Knorr-Cetina, si basano su una quantità di osservazioni, interviste e annotazioni o registrazioni di conversazioni; sull'uso degli archivi dei gruppi di ricerca e di una quantità di documenti: dai protocolli di laboratorio alle stesure provvisorie di paper, fino alle versioni definitive di articoli pubblicate nelle riviste scientifiche. Latour usa anche tecniche quantitative di analisi delle citazioni per identificare la dinamica sociale e cognitiva della specialità che studia.

L'orientamento metodologico generale di questi due studi deve molto all'antropologia culturale15, e non è un caso che i costruttivisti siano stati spesso definiti come "antropologi"

della scienza. L'accostamento all'antropologia culturale richiede però delle precisazioni. Si fallirebbe il punto se si volesse vedere una ripresa pura e semplice di metodi antropologici quali l'osservazione partecipata, le procedure qualitative, o l'analisi in profondità. I costruttivisti, che qualificano spesso il loro metodo come etnografico16, si propongono di

fare emergere in maniera dettagliata, attraverso la tecnica dell'osservazione diretta in loco, l'attività degli scienziati, senza dover dipendere dai loro resoconti e dalle loro interpretazioni. Per questo motivo essi si propongono di mettere tra parentesi tutto quello che solitamente diamo per scontato di questa attività attraverso un atteggiamento che Latour chiama di "estraneamento antropologico"17. In questo senso il metodo etnografico presenta sicuramente

un punto di contatto con il metodo antropologico di Feyerabend. Tuttavia, è bene ribadirlo, il punto di applicazione dell'analisi è completamente differente: per Feyerabend il metodo antropologico è un metodo interpretativo di carattere storico-culturale, per i costruttivisti il metodo etnografico è un metodo interpretativo di carattere pratico-sociale. I costruttivisti non si accontentano di ricostruire i processi della scienza basandosi sulle documentazioni storiche, essi sviluppano un metodo di indagine capace di fornire un accesso "diretto" agli eventi del laboratorio.

Il metodo dell'osservazione diretta qui non è visto come funzionale ad un approccio interpretativo nel senso consueto del termine. I costruttivisti non sono cioè interessati ad un processo di comprensione sociologica (verstehen) del punto di vista dei partecipanti – in questo caso gli scienziati – come accade per esempio negli studi delle controversie condotti da Collins e dalla Scuola di Bath. Il metodo è piuttosto quello dell'osservatore estraneo. I costruttivisti, in genere, sottolineano la necessità di una presa di distanza dalle spiegazioni

15 Non a caso Latour, in origine filosofo poi diventato sociologo (o antropologo) della scienza, ha iniziato la sua carriera con uno studio antropologico in Costa d'Avorio.

16 Cfr. Knorr-Cetina (1983).

dell'attività scientifica che sono prevalenti all'interno della particolare "cultura" scientifica oggetto di studio. In ogni caso non le considerano una fonte assolutamente privilegiata per comprendere l'attività degli scienziati18.

Per concludere: l'attenzione dei costruttivisti per il laboratorio e ciò che vi accade, è in primo luogo tecnico-metodologica. Un accesso diretto agli eventi del laboratorio può consentire all'analista di ottenere una visione della scienza nel suo farsi più accurata non solo di quella che traspare da ricostruzioni basate su materiali documentari, come di solito accade nella ricerca storica, ma anche di quella che ci consente l'uso dell'intervista, che è lo strumento prevalente della ricerca sociologica. La presenza in situ del ricercatore permette infatti di mantenere un controllo analitico maggiore rispetto alle spiegazioni, a volte distorte o semplicemente basate su razionalizzazioni e ricostruzioni a posteriori, che i partecipanti forniscono della loro attività quando sono intervistati fuori dalla scena del laboratorio.