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CARATTERISTICHE STRUTTURALI INTEGRATE DEI TESTI MULTILINEAR

5.6. Narrazione multilineare e semantica semio-narrativa: strutturare configurazioni e riconfigurazioni di senso

Il fare narrativo ri-significa il mondo nella sua dimensione temporale, raccontare vuol dire rifare l'azione seguendo l'invito del racconto ... L'azione umana può essere sovra significata perché essa è già pre significata, grazie alle modalità della sua articolazione simbolica (Ricoeur, 1985).

Se per Propp, il polimorfismo delle varie funzioni era poco analizzabile, gli strutturalisti Levi- Strauss e Hjelmslev criticarono questa posizione, proponendo una identificazione tra forma e contenuto (Levi-Strauss in Morfologia, 1958, e Hjelmslev in I fondamenti della teoria del linguaggio, 1943, cit. in Magli, ib.), per cui diventa importante la qualificazione di coloro che compiono le azioni: comprendere il senso di un termine significa sempre permutarlo in tutti i suoi contesti (Levi-Strauss, ib.), quindi le azioni sono inserite in contesto dotato di senso, una forma che è contenuto e struttura nello stesso tempo, il che implica necessariamente un certo numero di possibilità combinatorie e delle scelte.

Greimas, attraverso una tipologia semica, introduce i concetti di: percezione, che andrà a costituire il livello figurativo del testo; itercezione, che andrà a riguardare i costrutti astratti; propriocezione, che andrà a riguardare il sistema delle passioni. In particolare questo ultimo concetto, è quello che permette ai soggetti di muoversi verso i programmi di azione, in termini di volere, potere, sapere o dovere fare ed essere, quindi ad essere dotati di valori differenziali e fenomenologici, che si determinano solo nel rapporto reciproco (de Saussure, 1922).

Magli (ib) sintetizza le tre componenti che, per Greimas, definiscono semioticamente un lessema o oggetto:

- tassica: attraverso tratti differenziali, l'oggetto si può rapportare con altri oggetti analoghi, il che permette di delinearne l'identità;

- funzionale: strumentale, mitica, estetica.

L'oggetto è, dunque, fondamentalmente possibile, potenziale, virtuale: per realizzarsi ha bisogno di un rapporto comunicativo, relazionale con altri oggetti-soggetti. Infatti, solo nel momento stesso in cui avviene un incontro con un soggetto l'oggetto si conforma in direzione assiologica e può mediare il rapporto con il proprio sè (Magli, ib).

Il costituirsi di sistemi valoriali operativi, ovvero l'assiologia, costituisce la struttura profonda del testo. In una narrazione, infatti, possono giocarsi valori congruenti con i sistemi di riferimento culturale di appartenenza, l'assiologia collettiva, oppure anche no, in questo caso Greimas parla di ideologia come ricerca individuale. Tuttavia, possiamo inferire che solo la relazione che intercorre tra ideologia e assiologia, renda possibile qualsiasi forma narrativa, che, necessariamente non può prescindere da movimenti tras-formazionali e percorsi dinamici di tipo interattivo configuranti e riconfiguranti (es: singolo e contesto, singolo e altri, singolo con il proprio mondo interiore), che costituiscono il potere generativo della significazione valoriale.

Greimas (1974) per supportare la coerenza di lettura e la costruzione di senso in un testo propone delle linee guida per contenuto, chiamandole isotopie: un insieme di categorie semantiche ridondanti che rendono possibile la lettura uniforme di una storia (p.188) e, se nelle classiche forme lineari, esse conducono a ridondanze semantiche, nelle letture e scritture multilineari, come già indicava Eco in Lector in Fabula (1979), possiamo ipotizzare che, sebbene possano essere talvolta interrotte, parziali o limitate, diventino plurime e rilevanti, così da rendere una piena significazione globale e polifonica del testo. La stessa Magli (ib.) indicando le tipologie di relazioni variabili che intercorrono le isotopie (gerarchiche, derivate, incassate, corrispondenti, disgiunte), utilizza la metafora del contrappunto, per sottolineare come la maggior parte della produzione narrativo-testuale sia caratterizzata dalla costruzione di percorsi più o meno rilevanti, ma che si muovono paralleli ad una isotopia fondamentale semantica di tipo 'fabula', identificabile anche con il 'Tema', il quale può diventare funzione di riconoscimento di personaggi, in quello che Eco (ib., p. 101) definisce movimento cooperativo (pragmatico).

Dentro questo quadro semiotico, il costrutto di nodo può assumere la qualità significante molteplice e compresente (riconfigurante, referenziale, trascendentale) di ciò che De Saussure considerava la faccia esterna e la faccia interna del segno, in quanto punto di incontro tra significante e significato (Derrida, 1971).

La natura polifonica dialogica individuata da Bachtin (ib.) permette di ricercare strutture discorsive massimamente significanti, in cui le idee, come oggetto di raffigurazione, sono dialogiche, contrastanti, aperte alle intuizioni altrui, in uno stato di tensione ai confini di altri pensieri e coscienze (ib. p. 47). Nel parlare dei romanzi dialogici di Dostoevkij, Bachtin sottolineava

l'originale conflitto tra l'incompiutezza interiore dei personaggi e del dialogo e la finitezza esteriore (nella maggior parte dei casi compositiva) di ogni singolo romanzo... fra tutti gli elementi del romanzo sussistono rapporti dialogici, cioè essi sono contrapposti in modo contrappuntistico' (ib. p. 58).

Possiamo, infatti ipotizzare, come accade nei romanzi di Dostoevskij, che alla base di una costruzione multilineare narrativa esista

il principio di due o più narrazioni che si incontrano, che si svolgono una in contrasto con l'altra e sono collegate secondo il principio musicale della polifonia... il racconto è costruito sul principio del contrappunto artistico... sono varie voci che cantano diversamente su un solo tema (ib. p. 61).

Il personaggio, l'attante, diventa importante in quanto costituisce un particolare punto di vista sul mondo e su se stesso, conta, dunque, ciò che il mondo è per il personaggio, quindi, la sua forma è data dal significato che il mondo esperienziale, nelle sue molteplici componenti, significa per lui: tutta la realtà diventa elemento per la propria autocoscienza (ib. p. 65) e per le coscienze altrui, in cui si guarda come in tanti specchi (ib. p. 72). Intorno ai personaggi vengono create

atmosfere sociali estremamente complesse e sottili, che li costringono a rivelarsi e spiegarsi dialogicamente, a cogliere aspetti di se stessi nelle coscienze altrui, a fabbricare scappatoie, dilazionando, e con ciò svelando, la propria ultima parola nel processo di interazione con le altre coscienze... la vera vita della persona è accessibile soltanto a una penetrazione dialogica... che comprende indefinitezza-incompiutezza... e alla quale essa si apre liberamente in risposta (ib. p. 73, p. 81).

Il disegno configurante e riconfigurante di una narrazione multilineare polifonica richiede, dunque, la dialogicizzazione di tutti gli elementi della sua costruzione, portando ciascuno dei punti di vista in contrasto, in confronto, fino al limite possibile di una persuasività, cercando di dispiegare tutte le possibilità interpretative nell'intrecciarsi dei diversi punti di vista, costituendo una impalcatura analoga alla natura profondamente dialogica del pensiero umano.

L'idea è interindividuale e intersoggettiva... un fatto vivo che si crea nel punto di incontro dialogico di due o più coscienze. L'idea a questo riguardo è simile alla parola, con la quale essa è dialetticamente unita (ib. p. 116).

Come richiama lo stesso Bachtin, la radice determinante della linea dialogica, è il dialogo socratico, che non è un genere retorico, ma cresce su base carnevalesca popolare ed è profondamente penetrato da un sentimento carnevalesco del mondo, soprattutto, naturalmente, nello stadio orale del suo sviluppo (ib. p. 143), risultando fondato sulla natura dialogica della verità, accompagnata da processi di ricerca, sperimentazione e riflessione su di essa, attraverso i procedimenti della sincrisi (confronto di differenti punti di vista su una determinata questione, guidato da tecniche) e della anacrisi (metodi volti a suscitare le parole degli interlocutori, in modo da guidarli ad esprimere fino in fondo il loro pensiero: la provocazione della parola mediante la parola).

La sperimentazione dialogica dell'idea è nel contempo anche sperimentazione della persona che la rappresenta (ib. p. 146).

In questa direzione, Bachtin, considerava il genere satirico menippeo, un veicolo proteiforme fondamentale per suscitare libertà di invenzione narrativa e filosofica insieme, grazie alla sua capacità di creare situazioni eccezionali per provocare alla sperimentazione e alla ricerca della verità, mediante alcune particolarità che possiamo trovare dentro le complesse grandi opere narrative della letteratura europea (es: La Divina Commedia, Don Chisciotte, Orlando Furioso, Faust, La Commedia Umana di Balzac, i copioni di Shackespeare, ecc..): elementi comici; libertà di invenzione; creazione di situazioni eccezionali per la provocazione della ricerca di verità; combinazione di dialoghi filosofici, simbolismi, naturalismo; sperimentazione di 'questioni ultime' che riguardino l'uomo nella sua interezza; trasferimento delle azioni di sincrisi e anacrisi dalla terra all'Olimpo o negli Inferi; osservazioni da punti di vista inconsueti; sperimentazioni psicologiche- morali; introduzione delle categorie di 'eccentrico' e 'scandaloso'; presenza di contrasti e combinazioni; utopia sociale; largo uso di generi inseriti; pluralità di stili e di toni; carattere pubblicistico di attualità.

5.7. Schemi, script e grammatiche delle storie: una base sicura per architetture narrative

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