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La nascita delle istituzioni devolute

2. LL “QUASI” REGIONALISMO INGLESE: UNITED KINGDOM & DEVOLUTION

2.2 IL QUASI REGIONALISMO INGLESE TRA UNIONE E DEVOLUZIONE

2.2.2 La nascita delle istituzioni devolute

Nella primavera del 1997, dopo il ritorno al potere dei laburisti di Tony Blair, il progetto di devolution riprese slancio: nel manifesto programmatico del partito vi era infatti la proposta di istituire assemblee parlamentari in Scozia e Galles. I referendum vennero convocati per l’autunno dello stesso anno.

In Scozia il referendum poneva due quesiti formulati sulla base del progetto Governativo contenuto nel Libro Bianco191. In particolare, si chiedeva ai cittadini scozzesi se fossero

favorevoli all’istituzione di un parlamento Scozzese e, in caso positivo, se a questo dovessero

187 Da Lord Kilbrandon, che presidiò la Commissione dopo la morte di Lord Crowther nel 1972.

188 Royal Commission on the Costitution 1969-1973. Vol I Report. London: HMSO, 1973 (Kilbrandon report,

Chs 24-25.

189 Commission on Scottish Devolution ( Calman Commission), Serving Scotland Better, par. 1.76-77. I risultati

referendari in Galles furono il 79,7 % dei “no” contro il 20,3% dei “Si”.

190 Questa afferma “ il diritto sovrano dei cittadini scozzesi di determinare la forma di Governo che più si adatti

alle loro esigenze” “.

191 HC library, White Paper Scotland's Parliament, Research Paper 98/1, 07 Jan 1998 http://researchbriefings.files.parliament.uk/documents/RP98-1/RP98-1.pdf.

essere conferiti poteri fiscali. Il referendum venne approvato con un largo consenso: al primo quesito risultarono favorevoli il 74.3% dei voti espressi, al secondo il 63.5%.

In Galles l’adesione alla devolution è stata molto più modesta, sia in fase preventiva che in sede referendaria. Il referendum del 1997, con cui si è sottoposto ai Gallesi la proposta di devolution contenuta nel libro bianco “A voice for Wales” sull’istituzione di un Parlamento Gallese (in questo caso nei quesiti referendari non si è fatto alcun riferimento a competenze fiscali), si concluse, infatti. con risultati molto meno consistenti rispetto a quello della Scozia: solo il 50,3 % dei votanti si espresse a favore della creazione della Welsh Assembly contro il 49,7% dei voti contrari.

A seguito dei referendum poi, la devolution nelle due nazioni si configurò in maniera molto diversa.

Lo “Scotland Act” del 1998 diede vita ad un’Assemblea con potestà legislativa primaria, una limitata potestà impositiva fiscale e un esecutivo politicamente responsabile192. In particolare,

venivano attribuite all’Assemblea di Edimburgo tutte le competenze tranne le cd. “reserved

matters” che rimanevano competenza esclusiva del Parlamento del Regno Unito – e

comprendevano la difesa, la politica estera, la moneta, la previdenza sociale, l’energia e l’immigrazione - secondo un modello di devolution cd “reserved powers model”. Il Parlamento scozzese (chiamato Holyrood, per la sede in cui sorge), nonostante l’ampio spettro di competenze che gli vengono attribuite, continua comunque ad essere concepito come un organo devoluto e privo di sovranità: essendo lo Scotland Act una legge ordinaria di Westminster, l’assemblea scozzese non ha alcuna facoltà di ampliare i suoi poteri e può legiferare solo nelle materie che da quella gli sono state conferite193. Molto importante in

questo senso è la Sewl Convention, tenutasi nel 1998: questa afferma il principio di supremazia di Westminster stabilendo la possibilità di riattrarre competenza al centro anche nelle materie devolute, ma solo con il consenso del Parlamento Scozzese.

Un modello di devolution molto diverso fu invece quello adottato con il “Government of Wales

Act” del 1998. Questo dotava l’Assemblea di Cardiff esclusivamente di poteri legislativi

secondari, consentendogli dunque di legiferare solo previa autorizzazione di Westminster. Le competenze erano inoltre limitate all’agricoltura e alla pesca, all’amministrazione del governo

192 Parolari S., Il regionalismo inglese, pp.11-20

193 McEldowney J., The Impact of Devolution on the UK Parliament, in A. Horne, G. Drewry, D. Oliver (eds),

locale, allo sviluppo economico e alla tutela della lingua gaelica, restando tutte le altre nelle mani del governo centrale194.

Nel confronto tra i due tipi di devolution la cosa più evidente è che, a differenza dello

Scotland Act dove le materie di competenza di Westminster sono enumerate essendo

devolvendo le restanti al parlamento scozzese, il governemnet of Wales Act adotta una tecnica diametralmente opposta, elencando tassativamente le materie di competenza della Welsh

Assembly e considerando tutte le altre materie riservate a Westminster195.

Riguardo alla struttura del governo locale, in entrambe le regioni a capo dell’esecutivo venne posto un “First Minister” designato dalle rispettive Assemblee legislative e nominato formalmente dalla Regina. I membri dell’assemblea, invece, erano eletti in parte in collegi uninominali con il sistema maggioritario a turno unico, e in parte attraverso un voto di lista proporzionale - al fine di assicurare la rappresentanza ad un più ampio numero di forze politiche, e rimanevano in carica per quattro anni196.

Anche a seguito della configurazione delle istituzioni devolute, Galles e Scozia continuarono a muoversi in maniera molto diversa sul piano politico.

Il Galles si mosse prettamente verso un rafforzamento dell’autonomia locale. Con il

Government of Wales Act 2006 venne introdotta una più chiara separazione delle competenze e

dei ruoli tra il legislativo e l’esecutivo; furono proposti, inoltre, venti diversi ambiti cui assegnare gradualmente poteri legislativi primari all’Assemblea. Tale concessione fu preceduta da un referendum nel marzo 2011. A seguito delle raccomandazioni della Silk

Commission, infine, nel dicembre 2014 fu approvato Wales Act seguito dalla pubblicazione nel

2015 del Draft Wales Bill. Il primo ha conferito ulteriori competenze all’Assemblea Gallese, in particolare competenze in materia fiscale (anche se limitate), e potestà legislativa piena nelle materie devolute. Le proposte contenute nel Draft Wales Bill 197risultano, invece, essere

maggiormente controverse: se promulgate così come sono attribuirebbero, all'Assemblea poteri di imposta variabili e il potere di alterare la sua composizione e il diritto di voto per le

194 Bastianelli R., La “devolution” in Galles e Scozia ed i suoi effetti, in “Europa 2010 Magazine”, 14 set. 2014,

disponibile su: http://www.europa2010.org/magazine/2014/09/la-devolution-in-galles-e-scozia-ed-i-suoi-

effetti/

195 Parolari S., Il regionalismo inglese, pp.25

196 Bianchi D.G., Storia della devoluzione britannica: dalla secessione americana ai giorni nostri, FrancoAngeli, Milano,

2005, pp.94-111

197 The draft Bill è stato il risultato del ‘St David’s Day Agreement’ che esamina le raccomandazioni the Silk

Commission’s report Legislative Powers to Strengthen Wales e l’applicabilità delle raccomandazioni della Smith Commission sulla devoluzione Scozzese relativamente al Galles ( V. Wales Office, Powers for a purpose: Towards a lasting devolution settlement for Wales (27 February 2016): https://www.gov.uk/government/

sue elezioni198. In questo modo si andrebbe configurando, dunque, un modello “reserved –

powers” molto simile a quello presente in Scozia.

In quest’ultima il processo devolutivo ha assunto caratteri decisamente più estremi: come visto in precedenza, infatti, storicamente le spinte autonomiste sono state sempre più forti in questa nazione, così come più forte si è manifestata l’identità nazionale. Pertanto, non sorprende il successo dello “Scottish National Party” alle elezioni del 2007 e del 2011, ulteriore conferma delle tendenze indipendentiste presenti nella regione.

Nel corso di questi anni la devolution scozzese ha compiuto di fatto enormi passi avanti. Con l’approvazione dello Scotland Act 2012 - attraverso cui sono state recepite le raccomandazioni contenute nel rapporto della Commission on Scottish Devolution presieduta da Sir Kenneth Calman, - sono stati attribuiti all’Assemblea di Holyrood maggiori poteri, soprattutto in materia fiscale.

Ulteriori novità sono previste per il prossimo futuro dato che, a seguito del referendum del 18 settembre 2014, il governo britannico ha istituito una commissione (Smith Commission) cui è stato affidato il compito di discutere di nuovi poteri da conferire all’Assemblea di Edimburgo.

Le raccomandazioni di tale commissione sono confluire nello Scotland Act 2016: approvato nel Marzo 2016199 questo ha devoluto nuove competenze al parlamento Scozzese, in

particolare in materia finanziaria, rendendo governo e parlamento istituzioni “permanenti”. La nuova legge, tra l’altro, attribuisce alla Scozia il potere di fissare i tassi di imposta sul reddito e di ricevere la metà dell’IVA pagata in Scozia; il Parlamento di Edimburgo avrà, inoltre, poteri in materia di Welfare e in materia elettorale; aumenterà poi le sue competenze nell’ambito dello sfruttamento delle risorse naturali ed in altre materie quali la circolazione stradale, il diritto dei consumatori, le concessioni ferroviarie e la gestione del crown estate. Molto importante, in aggiunta, è la clausola che afferma la realtà politica, se non legale, che l’ipotetica abolizione delle istituzioni scozzesi potrà avvenire solo attraverso referendum. Un discorso a parte va fatto per il progetto di autonomia dell’Irlanda del Nord che si inserisce nel più ampio quadro dell’accordo di pace firmato a Stormont il “venerdì santo” del 1998 e ratificato tramite referendum lo stesso anno.

198 Silk Commission, Empowerment and Responsibility: Financial Powers to Strengthen Wales. November 2012, pp. 25-

30 http://webarchive.nationalarchives.gov.uk/20140605075122/http://commissionondevolutioninwales. independent.gov.uk/

199 P. Cairney, The Scottish Political System since Devolution: from new Politics to the new Scottish Government, Imprint

Academic, Exeter, 2011, https://paulcairney.files.wordpress.com/2013/08/the-new-scottish-political-system-

In base a tale accordo il governo irlandese si è assunto formalmente l'impegno di emendare la Costituzione della Repubblica d'Irlanda, in modo che non siano più inserite rivendicazioni territoriali sull'Irlanda del Nord, ed ha solennemente riconosciuto che le sei Contee sono legittimamente parte del Regno Unito, escludendo dunque qualsiasi pretesa territoriale. Da parte sua il governo britannico, invece, si è impegnato ad emanare la legislazione necessaria per creare un'Irlanda unita, qualora ciò sia espressione della maggioranza dell'Irlanda del Nord200.

L'accordo prevede la formazione di un'Assemblea rappresentativa eletta su base proporzionale e dotata di un potere legislativo ed esecutivo, che deve agire con il sostegno ed allo scopo di tutelare gli interessi di tutte le comunità. Si costituisce, inoltre, un'autorità esecutiva formata da Ministri competenti per materie delegate dal potere centrale201.

Al fine di meglio garantire la cooperazione tra l'EIRE ed il Regno Unito, l'Accordo del Venerdì Santo prevede la creazione di alcuni organi, tra cui il Consiglio Ministeriale Nord/Sud, il Consiglio britannico-irlandese (BIC), comprendente le amministrazioni decentrate dell'Irlanda del Nord, della Scozia, del Galles e delle Isole della Manica e dell'Isola di Man.

L’assetto istituzionale irlandese è stato certamente quello più precario in quanto il decentramento, come accennato precedentemente, è stato sospeso più volte durante il XXI secolo.