• Non ci sono risultati.

2. LL “QUASI” REGIONALISMO INGLESE: UNITED KINGDOM & DEVOLUTION

2.1 THE (DIS)UNITED KINGDOM

2.1.3 Unione, diversità ed identità

Dunque, possiamo concludere che i cinque elementi chiave dell’Unione collettivamente forniscano vantaggi alle nazioni costitutive del Regno Unito, contribuendo alla costruzione e al mantenimento di un’identità comune tra i cittadini di Galles, Scozia, Inghilterra e Nord dell’Irlanda. A dispetto infatti delle numerose controversie che ne hanno contraddistinto la storia, le evidenze ad oggi mostrano un’opinione pubblica abbastanza favorevole al mantenimento dell’Unione. I risultati del referendum scozzese

164 The Constitution Committee, The Union and devolution, par. 68

165 Nye J., Soft Power. Un nuovo future per l’America, Einaudi, 2005, cap. I, pp.9

166 The Constitution Committee, The Union and devolution, 2016, par. 70

167 Scottish Government, More Powers for the Scottish Parliament. Scottish Government Proposals 2014, p. 3, http://www.gov.scot/resource/0046/00460563.pdf

sull’indipendenza del 2014 e del referendum nel nord dell’Irlanda - che ratifica il Friday

Agreement - del 1998 confermano, infatti, il desiderio dei cittadini di rimanere parte

dell’Unione. Dunque, anche se in Scozia l’opinione pubblica risulta essere ancora nettamente divisa sulla questione dell'indipendenza 168, il supporto all’Unione nelle altre nazioni è forte,

con una percentuale di favorevoli all’indipendenza che si ferma al 6% in Galles, al 21% in Irlanda del Nord e al 16% in Inghilterra169.

Questo supporto popolare è vitale per la sopravvivenza dell’Unione e sembra confermare la definizione originaria di Regno Unito come “Unione volontaria”. A testimonianza di ciò, l’accordo con cui Governo e Westminster hanno concesso alla Scozia la possibilità di indire il referendum, tale accordo, infatti, conferma implicitamente il diritto di secessione dall’Unione che la Scozia può esercitare attraverso un voto popolare. The Northern Ireland Act del 1998 afferma espressamente lo stesso diritto per la popolazione nord irlandese, e, per induzione, si può affermare lo stesso diritto esista anche per il Galles.

La sopravvivenza dell’Unione, quindi, sembra essere legata al sostegno popolare, così come al sostegno popolare sembra essere legata la devolution. La creazione di istituzioni devolute in Galles, Scozia e Irlanda del Nord, infatti, è avvenuta solo a seguito di referendum che ne hanno sancito l’approvazione. Le clausole presenti nello Scotland Act 2016 e nella bozza del

Wales Billl confermano, poi, la realtà politica (se non legale) che il Parlamento scozzese,

l’Assemblea Nazionale del Galles ed i loro rispettivi governi non potranno essere aboliti senza il consenso dei cittadini di queste nazioni. L’approvazione referendaria sulla creazione delle istituzioni devolute in Irlanda nel 1998 suggerisce la stessa stabilità delle istituzioni, nonostante le tensioni sperimentate tra gli anni Sessanta e Settanta siano risultate in una temporanea sospensione del decentramento.

Alla luce di queste considerazioni, l’opinione pubblica sembra volere due cose apparentemente in contraddizione l’una con l’altra: il mantenimento dell’Unione da un lato, e la devolution dall’altro. In realtà questa contraddizione è solo apparente, in quanto non fa che riflettere la tensione tra unità e diversità tipica degli Stati federali. Tensione questa, nel Regno Unito, che sembra essere ancor più giustificata: pur non essendo uno stato federale, infatti, lo abbiamo definito un ordinamento devoluto basato su una forte asimmetria; dunque, il precario equilibrio tra i due elementi sopracitati, sembra essere intrinseco alla sua definizione.

168 Per esempio, sei differenti sondaggi di opinione su questa domanda, riportati sul sito web ‘What Scotland

Thinks’ nel Marzo e nell’Aprile 2016 mostrano che circa il 43% voterebbero a favore dell’indipendenza. Un

48% voterebbe contrario e un 9 % non risponde che non lo sa. 'Moreno' national identity http://whatscotlandthinks.org/questions/moreno-national-identity-5#line

Questa continua tensione tra unità e diversità si riflette, inoltre, nelle identità miste e non chiaramente definite che la maggior parte dei cittadini del Regno Unito è solita attribuirsi. Le evidenze ad oggi mostrano come la maggior parte delle persone si senta British, pur mantenendo una forte identità nazionale. Secondo David S Moon, Professore di Politics,

University of Bath, questo è un elemento fondamentale per comprendere il così ampio

consenso popolare attorno alla devolution che dipenderebbe proprio dal fatto che questa permetta alle persone di esprimere la loro identità multipla.

Se la presenza di un’identità nazionale forte è comune a tutte 4 le nazioni, come questa poi interagisca con l’identità britannica, invece, varia molto da stato a stato. Gli individui essenzialmente possono associarsi fortemente e simultaneamente ad entrambe, o un’identità può dominare alle spese di un’altra. Il sondaggio del 2014 “Future of England”170 rivela, non

destando alcuna sorpresa, che l’identità britannica è più debole in Scozia e più forte in Inghilterra; ma l’identità inglese in Inghilterra è forte come l’identità scozzese in Scozia. Va sottolineato, però, che, nonostante per la maggior parte dei cittadini di Scozia e Galles le due identità possono sovrapporsi, vi è una porzione crescente della popolazione per la quale il gioco è diventato un gioco a somma zero: o ti senti più scozzese o più Britannico171. In

molti pensano che questo sia in parte dovuto alla politica scozzese che, in particolar modo con il referendum del 2014, sembra aver chiesto agli elettori di scegliere tra la loro identità scozzese e la loro identità britannica. Nonostante ci sia stata una certa correlazione tra il si e il forte senso di identità scozzese, ed il “no” e un forte senso di identità britannica, la maggior parte degli scozzesi continua ancora a sentirsi un mix tra le due172. A dimostrazione

di ciò, basti notare come la campagna referendaria abbia posto l’accento sulle conseguenze contingenti dell’indipendenza piuttosto che su una questione di identità nazionale.

La questione identitaria nel nord dell’Irlanda si presenta, invece, più complicata: essendo presente una maggiore polarizzazione, infatti, l’identità britannica spesso interagisce con l’identità Irlandese più che con quella nord irlandese. Il sondaggio del 2014 Northern Ireland

Life and Times173 rivela che il 28% della popolazione nord irlandese si senta britannica e non

irlandese, ed il 26 % irlandese e non britannico; un buon 39%, invece, si identifica come un mix tra le due.

170 Jeffery C., Jones R.W., Henderson A., Scully R., Lodge G., Taking England Seriously: The New English Politics,

report of the Future of England Survey 2014, Wales Governance Centre

http://sites.cardiff.ac.uk/wgc/2014/10/14/taking-england-seriously-report-of-the-future-of-england-survey- 2014/

171 The Constitution Committee, The Union and devolution, 2016, par. 36

172 The Constitution Committee, The Union and devolution, 2016, written evidence John Curtice, (UDE0056 and

Q 62)

173 Northern Ireland Life and Times, Would you call yourself a very strong Unionist/Nationalist, fairly strong, or not very

Questa continua tensione tra unità e diversità è essenziale per comprendere la costituzione territoriale del Regno Unito e come i cittadini si identifichino con l’Unione174. Va

sottolineato, però, come il caso del Regno Unito non sia certamente un unicum nel panorama comparato: come evidenziato precedentemente, anche gli stati federali si trovano ad affrontare le medesime tensioni tra unità e diversità. Ciò in cui il Regno Unito è certamente unico nel suo genere è cercare di farlo in assenza di una costituzione formale scritta. Tutti i sistemi federali hanno, infatti, una costituzione scritta che stabilisce la spartizione delle competenze tra lo stato federale ed i vari stati federati. Questo non succede nel Regno Unito che, per questo e per molti altri motivi, non può esser definito come uno stato federale.