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del Noce: un’occasione per studiare e prospettare interventi sul territorio

Nel documento Annuario 2017/2018 (pagine 90-94)

FRANCO FRISANCO

Insegnante Tecnico-pratico Gestione Ambiente e territorio e Referente del progetto

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I PROTAGONISTI DELLA SCUOLA Monitoraggio acqua

cartografia, che hanno permesso di conoscere la zona e di inquadrarla dal punto di vista geografico e topo- grafico, nonché della pianificazione territoriale. Sono seguite analisi eco- logiche, in particolare riguardanti l’ac- qua e l’intero alveo, con le metodiche di valutazione dei macroinvertebrati (IBE, Indice Biotico Esteso) e della funzionalità ecologica (IFF, Indice di Funzionalità Ecologica), accompa- gnate da un’analisi della vegetazio- ne. Queste esperienze hanno visto l’accompagnamento delle esperte Francesca Ciutti e Cristina Cappelletti dell’Unità Idrobiologia della Fonda- zione E. Mach. All’analisi ecologica si sono accompagnate valutazioni della qualità chimica e biologica dell’acqua, fatte con diverse analisi di laboratorio con le insegnanti Claudia Bisognin e Elena Cetto. L’analisi storica è stata seguita, con una visita all’Archivio storico del Comune di Mezzolom- bardo, dall’insegnante Luigi Tarter. Diverse lezioni hanno consentito di approfondire vari aspetti, sempre con un approccio interdisciplinare.

Lo sguardo è stato ampliato al terri- torio circostante, in particolare alla zona dei Piani, con una prima valu- tazione delle risorse ambientali da valorizzare in un percorso didattico e alle problematiche di recupero dei castagneti; per questa parte, preziosi sono stati gli apporti di Giorgio Ma- resi e Cristina Salvadori dell’Unità Ecologia forestale della Fondazione Mach. Anche il territorio agricolo è stato però studiato, con un’uscita curata dall’insegnante Cinzia Roat assieme al tecnico Roberto Fellin, per approfondire gli aspetti di un’agri- coltura specializzata, ma attenta alla riduzione dell’impatto ambientale. In un successivo sopralluogo sul tratto di corso d’acqua oggetto di studio, si sono cercati di inquadrare gli aspetti idrologici, di gestione dell’alveo e di Polizia idraulica; questo accompa- gnati da Dario Coslop, già tecnico dei Bacini Montani e da Elisa Bottamedi, professionista forestale. Grazie alla collaborazione con STEP (Scuola per il Territorio e il Paesaggio) si è organiz- zata poi una giornata dedicata ai “Pa-

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esaggi dell’acqua”: relatori sono stati Emanuela Schir, architetto di STEP, Guido Zolezzi dell’Universtà di Trento, Thomas Epis del Servizio Bacini Mon- tani e Francesca Ciutti, idrobiologa di San Michele. Nell’occasione gli stu- denti hanno presentato l’esperienza con alcune proposte preliminari, che sono state oggetto di discussione gra- zie agli esperti del seminario. Verso la fine del percorso scolastico, si sono definite le proposte progettuali, affi- nate grazie ad Emanuela Schir e per- fezionate con esempi progettuali con l’aiuto di Cristina Perovich, diplomata Tecnico Superiore del verde.

Il lavoro è stato presentato alla gior- nata Costruire paesaggi: le esperienze

delle scuole, curata da STEP e tenu-

tasi a Trento il 30 maggio 2018. In estate infine, vi è stata la consegna all’Amministrazione comunale di Mezzolombardo delle proposte pro- gettuali. Una delegazione di studenti ha illustrato al Sindaco e alla Giunta comunale lo studio che ha portato alla ricerca di forme di fruizione a fini ricreativi e didattici, ma con at- tenzione all’aspetto paesaggistico e al miglioramento della naturalità. La fi- losofia del progetto è improntata alla sostenibilità e alla multifunzionalità. Di particolare importanza è stata la valutazione dei “servizi ecosistemici”, intesi come benefici che gli ecosiste-

mi garantiscono all’umanità, sotto forma di beni, ma anche di servizi di regolazione (climatica, di regima- zione delle acque, ecc.), culturali e di supporto generale.

Il rilievo dello “stato di fatto” ha con- sentito di arrivare ad uno “stato di progetto” con il quale si è focalizza- ta l’attenzione su tutto ciò che deve essere valorizzato. Si è tenuto conto che quel tratto del Noce si caratteriz- za per i variegati caratteri morfologi- ci ed idraulici e conseguentemente presenta habitat diversi, alcuni di particolare pregio ecologico. La ri- qualificazione del tratto oggetto di studio è volta a potenziare la frui- zione ricreativa, sviluppando anche l’aspetto di conoscenza e didattico, nel contempo conserva e potenzia gli aspetti naturalistici con interventi di rinaturalizzazione. La vicinanza ai due centri abitati, le banchine percorribili con un percorso pedonale e con una pista ciclabile, permettono una fre- quentazione da parte di famiglie con bambini, di chi passeggia col cane, di anziani, di sportivi. In realtà ci sono anche persone che scendono nell’al- veo per passeggiare e per osservare da vicino l’acqua. Il tratto studiato è peraltro in collegamento pedonale e ciclabile con le parti a monte e a valle. Gli aspetti di naturalità riguardano la morfologia dell’alveo e la vegetazione

Lezione con Cristina Cappelletti, idrobiologa CTT

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I PROTAGONISTI DELLA SCUOLA

igrofila e sono di particolare impor- tanza, vista la collocazione dell’ecosi- stema corso d’acqua in un contesto fortemente antropizzato, una sorta di “oasi fra i vigneti”, di importante “cor- ridoio ecologico”.

Le proposte progettuali sono nate da confronti di idee e sono volte a potenziare la funzione ricreativa e di- dattica; si possono così sintetizzare: • la riqualificazione dell’alveo,

con interventi sulla vegetazio- ne, che prevede di migliorarne l’aspetto paesaggistico e di esal- tarne gli aspetti di naturalità, ol- tre a ottimizzare la possibilità di fruizione;

• la predisposizione di aree ricre- ative in alveo con una sistema- zione per creare aree a prato con lo sfalcio periodico, che permetta di avere un cotico adatto alla so- sta e al gioco;

• a quest’ultima si collega la cre- azione di un percorso in alveo a scopo ricreativo e di osserva- zione degli aspetti naturali; si tratta di individuare e segnalare percorsi che permettano di pas- seggiare e di potersi avvicinare a punti di osservazione della vege- tazione igrofila e della fauna tipi- ca di questi habitat;

• la realizzazione di pannelli informativi e didattici sugli aspetti ambientali e naturalistici è volta a creare attenzione e a divulgare aspetti interessanti: la storia del fiume, la comunità di macroinvertebrati e di pesci, la vegetazione acquatica e riparia, ecc., oltre alla divulgazione dei dati di monitoraggio sulla qualità biologica ed ecologica dell’acqua; • la creazione di un “percorso

Kneipp”, che prevede di utiliz- zare una piccola deviazione del corso d’acqua e di renderla fru- ibile a questa pratica per adulti e bambini, permettendo il contatto diretto con l’acqua e con il fondo; • è stata prevista infine la realizza- zione di un “percorso vita” con infrastrutture “leggere”, da collo- carsi sulla banchina dell’argine e in alveo.

Queste proposte andranno ulterior- mente studiate e verificate in termini di fattibilità, con particolare attenzio- ne a tempi di realizzazione, coeren- za con l’obiettivo, compatibilità con l’aspetto di sicurezza idraulica, com- patibilità urbanistica e paesaggistica. Fra questi aspetti è di rilievo quello della funzionalità idraulica e quindi un confronto stretto va fatto con le normative e in particolare con il Ser- vizio Bacini Montani della Provincia Autonoma di Trento. Certamente si tratta di trovare un equilibrio fra diverse necessità: garantire il libero deflusso delle acque e la sicurezza idraulica, garantire il libero accesso e la fruizione, potenziare la funzionalità ecologica, cogliere le valenze didatti- che e culturali. Il progetto preliminare elaborato dagli studenti del GAT po- trà essere concretizzato in un proget- to definitivo ed esecutivo secondo le indicazioni dell’Amministrazione co- munale in qualità di committente e potrà riqualificare un’area di grande interesse per il territorio della Piana Rotaliana.

La valenza didattica è stata senza dubbio di grande rilevanza. Le espe- rienze di studio del territorio infatti, consentono e costringono ad un la- voro interdisciplinare, all’uso di stru- menti di indagine diversi (tradizionali e innovativi), a rapportarsi con la realtà esterna all’aula, consentendo così il consolidamento di competenze specifiche della figura professionale, ma anche di competenze trasversali quanto mai importanti.

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Dal gennaio del 2018 la FEM è en- trata a far parte del gruppo “didat- tica” nel Tavolo Provinciale dell’Ae- ronautica, ma le prime esperienze di introduzione al tema dei droni all’interno dei percorsi formativi del- la FEM si sono avute già dal 2016, con il coinvolgimento della Fonda- zione nel progetto Droni e profes-

sioni tradizionali viste nell’ottica del domani, proseguite nel 2017 e nel

2018 con l’attivazione di una serie di corsi volti a formare piloti di APR in Fondazione.

Presso la Fondazione Mach la forma- zione sull’uso dei droni in agricoltura ha attualmente tre tipologie diverse di destinatari: gli studenti, i dipen- denti e i professionisti esterni.

Il drone

FORMAZIONE PER I PROPRI STUDENTI

Per quanto riguarda la formazione degli studenti, le azioni sono rivolte a tutti i livelli di formazione presenti in Fondazione, dall’Istruzione secon- daria agli studenti universitari, pas- sando per i corsi di Alta Formazione Professionale ed i corsi post diploma per Enotecnico e per Periti Agrari. Nel 2016 gli studenti della scuola su- periore sono stati coinvolti nel pro- getto del tavolo provinciale dei gio- vani professionisti Droni e professioni

tradizionali viste nell’ottica del domani,

partecipando ad un incontro formati- vo, sia come spettatori che come re- latori, realizzando successivamente il video Per un grappolo d’uva; in questo video i droni sono entrati come pro-

Droni e Settore Agro-Ambientale:

Nel documento Annuario 2017/2018 (pagine 90-94)