FRANCO FRISANCO
Coordinatore del Corso AFP Tecnico Superiore del Verde e membro della Commissione d’Esame
Da ormai 10 anni la Fondazione Ed- mund Mach organizza e gestisce corsi di Alta formazione Professionale nel settore del verde, ad ampio spettro, dalla produzione florovivaistica, alla progettazione, realizzazione e ge- stione degli spazi verdi. Promossi e finanziati dalla Provincia Autonoma di Trento e affidati a “Soggetti attua- tori” (a San Michele il verde e, più re- centemente, un Corso AFP Agrifood comparto bevande), questi percor- si formativi postdiploma, di durata biennale, mirano a dare conoscenze e competenze professionali spendibili nel mondo del lavoro. A testimonianza di ciò, il fatto che molti giovani trovano lavoro spesso prima di finire il corso o comunque subito dopo aver consegui- to il diploma superiore.
A giugno si è tenuta la prima sessio- ne della quinta edizione del Corso per Tecnico Superiore del verde, a dicem- bre la seconda. Si sono diplomati 15 giovani, molti con brillanti risultati.
Coerentemente con le finalità del cor- so e con l’ampio campo di occasioni formative, gli studenti hanno lavorato su tematiche molto diversificate, an- che personalizzando il percorso con praticantati e progetti. È, questa, una delle particolarità dell’Alta Formazio- ne, come l’Istruzione Tecnica Superio- re a livello nazionale definita “percorso terziario non accademico”.
Una sintesi dei lavori, molto apprez- zati dalla commissione, permette di cogliere la complessità della figura del Tecnico Superiore e nel contempo la vastità del settore, oltreché il legame con il territorio. “Il giardino dei sensi.
Progettazione di un orto-giardino pres- so il Ristorante didattico a Roncegno” è
il lavoro svolto da Letizia Baroni, con un’attenzione al verde riferito agli aspetti sensoriali che può esprimere. Il contesto è il ristorante didattico del- la Scuola Alberghiera, cogliendo così una sintonia e una sinergia fra settori
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occupato Alex Parisi con un “Progetto
di realizzazione di un giardino presso la Scuola Elementare di Terlago”, ponen-
do l’attenzione sulla coerenza con i fruitori e con i costi gestionali della nuova area verde. Marco Dalle Carbo- nare ha approfondito un altro aspet- to di attualità del verde, la necessità di avere un piano di manutenzione e di monitorare la stessa dal punto di vi- sta tecnico ed economico con il lavoro “Parco dell’Ora del Garda: un piano di
manutenzione”. Un bel progetto che,
una volta realizzato, deve infatti esse- re seguito considerando che le piante, in quanto viventi, vanno monitorate e gestite nel loro sviluppo. Inoltre devo- no essere attentamente valutati i costi di gestione, aspetto molto delicato per i privati, ma soprattutto per le Pubbli- che amministrazioni. Pierfrancesco Pandolfi de Rinaldis ha presentato un lavoro molto approfondito su “Comu-
nità, territorio e spazi urbani. Indagini e proposte progettuali sull’orticoltura nella città di Trento”. Il lavoro, di am-
pio respiro, è frutto di una ricerca sul campo ed è stato sviluppato nell’am- bito del Progetto europeo Los Dama! sulle strategie di recupero degli spazi periurbani nelle città dell’arco alpino, presentando uno studio-proposta sul- la progettazione e gestione, a caratte- re partecipato, di uno spazio urbano denominato “parco urbano comunita- rio”. Della “Progettazione e gestione di
uno stand floreale” si è occupato Tom-
maso Donati, che ha lavorato su un caso concreto, lo stand della cantina della Fondazione E. Mach all’evento Vinitaly 2018. Tematiche agronomiche di attualità sono state affrontate da al- tri due studenti. “Coltivare senza torba?
Si può”. L’interrogativo e la risposta si
trovano nel lavoro di Nicole Pellegrini che tratta l’utilizzo di substrati di colti- vazione alternativi alla torba, che è un materiale il cui utilizzo è sempre meno sostenibile e che la normativa euro- pea e nazionale prevedono progressi- vamente di vietare. Sullo stesso tema ha lavorato Paolo Zaffoni con “La fibra
di legno come co-componente del sub- strato di coltivazione: sperimentazione su colture orticole”. Federico Zamboni
ha voluto affrontare un altro aspetto
di grande attualità con il lavoro “L’in-
grossamento di talee di geranio (Pelar- gonium zonale): studio comparativo di tre sistemi low-tech fuori-suolo”. Questi
lavori hanno previsto una sperimen- tazione presso aziende florovivaisti- che. L’impiego di piante autoctone e l’attenzione alla biodiversità sono aspetti sempre più attuali anche nel verde e di questo si sono occupati al- tri studenti. Anna Tavernaro ha fatto un interessante lavoro riguardante le “Piante autoctone: un’opportunità”, ri- conoscendo e dimostrando i vantaggi del loro impiego sia per la biodiversità, sia in termini economici, prospettan- do nuove possibilità di produzione da parte delle aziende trentine, anche in coerenza con quanto previsto dalla re- cente legge provinciale volta a stimo- lare il connubio “Fiore-ambiente-turi- smo-cultura”. Valerio Tosi ha invece sviluppato un lavoro più tecnico: “Pro-
gettazione di una copertura verde ad elevata biodiversità in zona industriale nel Comune di Bolzano”, una progetta-
zione su una situazione reale, molto innovativa in quanto attenta alla bio- diversità, alla funzionalità ecologica e alla sostenibilità. Tematiche più ampie sono state l’oggetto degli studi di altri candidati. “L’uso del GIS nella gestione
del verde. Analisi e proposte per il caso di Arte Sella” ha dato modo a Cristina
Perovich di applicare tecniche inno- vative nell’inventario del patrimonio arboreo, nella valutazione di stabilità degli alberi e nelle indicazioni gestio- nali alla nota e molto frequentata re- altà. Ancora più innovativi altri lavori che hanno studiato l’utilizzo dei droni. Federica Scandella ha presentato un lavoro su “Rilevamento aerofotogram-
metrico e progettazione di aree verdi con l’ausilio di aeromobili a pilotaggio remoto” con l’esperienza concreta sul
parco della Fondazione Mach. I risul- tati delle riprese aeree sono stati poi elaborati con un software e utilizzati come rappresentazioni grafiche a sup- porto della progettazione. Paolo Cro- cetta, altro studente che si è formato per l’utilizzo dei droni, ha verificato l’utilizzo di queste tecnologie per rile- vare e monitorare i difetti degli alberi. Ha presentato il lavoro su “I droni per
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LA REALTÀ il monitoraggio degli alberi in ambito ur-
bano”, facendo il confronto con altre
tecniche quali l’uso della piattaforma e del Tree Climbing.
Nella sessione di autunno altri studen- ti hanno presentato e discusso i propri lavori. Uno di questi, Claudio Telch, ha preparato una “Proposta di riqualifi-
cazione della parte a verde del Colle di San Sebastiano a Pieve Tesino” con una
particolare attenzione ad una “Indagi-
ne fitostatica e fitosanitaria del popola- mento arboreo”. Il lavoro è stato fatto
collaborando con il Servizio per l’Occu- pazione e la valorizzazione ambientale della Provincia Autonoma di Trento, presso il quale lo studente ha fatto un fruttuoso periodo di praticantato. Alex Dallago ha invece lavorato su un tema particolare: “La biodiversità fungina nel
Parco di Gocciadoro” che è frutto di
uno studio su un parco della città di Trento, che ha considerato i dati otte- nuti da diversi micologi nel corso degli ultimi cinquantanni e che si è basato su un anno di rilievi con il supporto del patologo della Fondazione Mach dott. Giorgio Maresi. Si è voluto indagare
sul legame fra le varie categorie di funghi e le condizioni ambientali. Flo- rio Popov ha invece lavorato su “Ruolo
ed importanza del vincolo paesaggistico: analisi del sito dell’Alpe Vercio a Mergoz- zo”. Lo studio è stato condotto in pro-
vincia di Como, zona di provenienza dello studente, ed ha visto l’analisi e le proposte di miglioramento del pa- trimonio arboreo di un’area a parco. Riccardo Malacarne ha approfondito la tematica del cammino da farsi nel- la progettazione: “Iter progettuale per
un’area verde pubblica” è infatti il titolo
dell’elaborato presentato.
Come si può capire anche dagli elabo- rati finali, spesso preparati sul campo a partire da esperienze di praticantato, la preparazione dei Tecnici del verde è solida perché basata su conoscenze tecnico-scientifiche e su competen- ze professionali specifiche, oltreché su capacità generali: saper indagare, saper operare in situazioni concrete, sapersi rapportare con altri soggetti. Caratteristiche queste che fanno la dif- ferenza nella figura professionale del Tecnico Superiore del verde.
“La foglia di un albero è lo sforzo senza fine della terra di comunicare con il cielo” (Guru Dev Singh) foto di Mauro Bragagna