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Ricordi di un sessantottino

Nel documento Annuario 2017/2018 (pagine 47-52)

Mi stavo avvicinando, con convin- zione, ma anche con un po’ di ap- prensione, all’esame di maturità: la sua tanto attesa riforma, entrata in vigore proprio con la sessione del 1969, creava, tra gli studenti, non poco entusiasmo (per la novità), ma anche qualche incertezza su come sa- rebbero potute andare le cose (non più esami a tappeto su tutte le ma- terie, comprese le esercitazioni, ma due soli scritti ed una prova orale su quattro discipline, comprese le due degli scritti, il voto complessivo in sessantesimi, la commissione com- posta da cinque “esterni”, compreso il presidente ed un membro interno designato dal consiglio di classe, ed altro ancora…).

Eravamo appena rientrati dal viaggio di fine corso effettuato in Iugoslavia (noi della VI S assieme ai compagni di V N e V S ), quando doveva andare in stampa il “numero speciale” de “El Mostador”, ormai da quasi tre anni assurto ad “Organo ufficiale del CSI-

TA” acronimo quest’ultimo che sta per “Circolo Studentesco dell’Istituto Tecnico Agrario”: alla riunione del Co- mitato di redazione (allora presieduto da Guido Ghirardini), venni letteral- mente messo al muro non tanto per scrivere un pezzo (che poi avrei fatto comunque) sul resoconto di quello che anziché un “viaggio di istruzione” era diventato una piacevole gita e che avrei intitolato “Avventure iugoslave”, quanto piuttosto per redigere un “ar- ticolo di fondo” (nelle sue proverbiali lezioni di italiano il mitico prof. Pena- sa ci aveva ampiamente illustrato il significato dei due termini messi as- sieme) e che doveva entrare nel me- rito della contestazione studentesca che, proprio in quel momento, stava approdando anche a San Michele. Non trovai di meglio che intitola- re quello scritto “Vento del sud” in quanto, vista la posizione geografica di San Michele, il “covo” della conte- stazione studentesca che si trovava a Trento (principalmente Sociologia e

FRANCESCO SPAGNOLLI già Dirigente scolastico

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Liceo Prati) era quindi ad una quin- dicina di chilometri più a sud; ma il titolo aveva anche un altro significato: infatti tra i vecchi detti trentini, forse è improprio chiamarlo proverbio, ce n’è uno che recita testualmente “aria taliana, acqua piovana”, mentre un altro pensiero (un po’ meno locale) immagina che il vento del sud debba essere apostrofato come “vento di tempesta”.

A questo punto mi piace riprendere

quanto scrivevo cinquant’anni fa a pagina 4 del numero di giugno 1969 de “El Mostador”: [la contestazione] “è arrivata come il vento del sud che in estate porta improvvisamente il temporale…”, per poi ribadire che “ci siamo cascati anche noi, forse un po’ sobillati da gente che contesta solo per il gusto di contestare, che vede storto anche dove non c’è la minima ombra di curva, che non sa come spendere il proprio tempo se non a protestare contro tutto, molte volte anche senza un preciso perché”. In realtà, questo vasto quanto com- plesso movimento di contestazione giovanile, che poi venne definito “’68 “ dai fatti della Sorbona di Parigi (e, forse, anche da quelli di Sociologia di Trento) aveva origini che risalivano per lo meno a qualche anno prima: non a caso, nel 1966, i Rokets vince- vano il Cantagiro con una canzone dal titolo emblematico “Che colpa ab- biamo noi”, mentre nella stessa com- petizione canora i Nomadi si cimen- tavano in “Come potete giudicar”, per poi riprendere lo stesso discorso socio-politico con “Dio è morto”. Tuttavia, nel 1968-69 a S. Michele si stava bene: un corpo docente prepa- rato e disponibile al dialogo (spesso si usciva addirittura a cena in un con- vivio amichevole studenti-insegnanti,

La visita continua nel nuovo laboratorio di analisi e di ricerca. Accompagna il Prof. Franco Defrancesco. Fra il Ministro e il Prof. Defrancesco, l’allora Sindaco di S. Michele a/A. Sig. Zeni Aula magna: discoso del Presidente Kessler

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STORIA RECENTE

con la precisazione che allora la com- ponente femminile era numerica- mente modesta sia dall’una sia dall’al- tra parte), una struttura didattica di prim’ordine, sia come aule (il Preside poteva citofonare in ognuna dal pro- prio studio), sia come laboratori, ed inoltre una mensa che per quei tempi poteva solo fare invidia a molti. Il problema di fondo della contesta- zione non fu affatto quello abbrac- ciato e sbandierato dal Movimento studentesco sessantottino (autorita- rismo della componente docente e dirigenziale della scuola, esclusione pressoché totale degli studenti e delle loro famiglie dalle scelte strategiche e di indirizzo), ma bensì l’approvazione della legge nazionale nr. 2527 che di- sciplinava l’esercizio della professione di Perito Agrario, legge che all’art.65 prevedeva che “analogo diritto di iscri- zione all’albo è riconosciuto ai diplo- mati della cessata scuola tecnica agra- ria pareggiata di S. Michele all’Adige, i quali dimostrino [...]”.

Sulla questione venne coinvolto, pro- prio da parte del CSITA, sia il Preside (Giovanni Manzoni), ma soprattutto il presidente dell’Istituto Agrario non- ché Presidente della Giunta Provin- ciale Bruno Kessler, il quale assicurò la delegazione studentesca ricevuta “in pompa magna” nel suo studio in Piazza Dante, del personale impegno per fare in modo (vista l’impossibilità di revocare la legge) che quell’ormai famoso quanto contestato (dagli stu- denti) art. 65 avrebbe avuto un’appli- cazione rigorosa e che sarebbe sta- to utilizzato nel modo più restrittivo possibile.

Con queste altolocate assicurazioni la “tempesta delle contestazioni” ebbe modo di placarsi e le acque dell’Adi- ge che separano Grumo da S. Miche- le tornarono a scorrere tranquille. Il CSITA , tuttavia, si era nel frattempo assunto anche il compito, per la ve- rità un po’ in conflitto con lo statuto dell’UDIAS, di effettuare concrete azioni di raccordo tra allievi ed ex al- lievi, perdendo così progressivamen- te di vista quel suo ruolo di efficace strumento di dialogo tra studenti ed istituzioni, arenandosi, qualche anno

dopo, nel pantano della contestazio- ne studentesca che “vinse” la propria battaglia con l’approvazione dei così detti “Decreti delegati” del 1974 che, finalmente dall’ormai vetusta “rifor- ma Gentile”, prevedevano l’attiva partecipazione della componente studentesca (e delle relative famiglie) alla programmazione ed alla gestione dell’attività didattica.

A S. Michele, allora “Scuola seconda- ria superiore legalmente riconosciu- ta”, quindi non sottoposta ai termini perentori previsti dai sopra citati de- creti, la contestazione vera e propria arrivò qualche anno dopo, per la pre- cisione nel 1978, quando furono let- teralmente presi di mira il Presidente (Kessler) che di lì a poco rassegnò le dimissioni per incompatibilità fra ca- riche, il Preside (Manzoni) ed alcuni insegnanti ritenuti “autoritari”, che comunque proseguirono sulla loro strada fino a che il clima non ebbe di nuovo a rasserenarsi.

Ma nel 1978 ero ormai passato dall’al- tra parte della barricata (leggasi “cat- tedra”) e da neo-docente ero più propenso a stare dalla parte degli stu- denti che non da quella delle formali- tà burocratiche di registri e consigli di classe. Questa è però ed ovviamente, un’altra storia di cui magari avremo modo di parlare in future occasioni.

Varietà di cereali selezionate foto di Ivano Artuso

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Succhi di frutta, birra e distillati,

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