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1.3 Immigrazione e super-diversità in Italia

1.3.1 I numeri dell'immigrazione in Italia

L'Italia è stata per gran parte della sua storia un paese di emigrazione e solo recentemente, a partire dagli anni '70, ha sperimentato un cambiamento di tendenza che l'ha trasformata, nell'arco di un paio di decenni, in una destinazione migratoria. Questo non vuol dire che siano venuti meno quei fattori di spinta che continuano a sostenere e alimentare un costante flusso emigratorio che ha raggiunto dimensioni globali in grado di controbilanciare ampiamente l'immigrazione.

Ciò nonostante, negli ultimi trent'anni, la polarizzazione dei flussi migratori internazionali lungo un asse orientato da Sud verso Nord ha portato più di 5 milioni di stranieri a stabilirsi in Italia ponendola al terzo posto, dietro alla Germania (8.651.958) e al Regno Unito (5.640.674), tra i Paesi europei per quanto riguarda la popolazione straniera residente in termini assoluti e al settimo posto per l'incidenza della popolazione straniera sulla popolazione complessiva86.

A questi dati, per restituire un quadro completo in funzione del riconoscimento delle “variabili di diversità” in relazione al tema in oggetto, vanno aggiunti un milione di cittadini italiani di origine straniera; un numero particolarmente importante, alla luce dell'assenza dello ius soli e in considerazione dell'iter decennale necessario al conseguimento della cittadinanza. Un dato che testimonia di una forte propensione alla “stanzialità” degli stranieri giunti in Italia

nelle prime “ondate” migratorie a cavallo tra gli anni '90 e gli anni 2000.

Valore assoluto Incidenza sulla popolazione

Austria 1249424 14,30% Irlanda 586826 12,40% Belgio 1327421 11,70% Germania 8651958 10,50% Spagna 4418158 9,50% Regno Unito 5640674 8,60% Italia 5026153 8,30% Danimarca 463088 8,10% Svezia 773232 7,80% Grecia 798357 7,40%

Tab. 4. Popolazione straniera residente nei principali Paesi europei al 1 gennaio 2016 Fonte: ISTAT

Uno dei dati più significativi relativi all'anno 2016 è la battuta d'arresto fatta segnare dagli ingressi dovuta a una flessione nel numero di cittadini non comunitari in ingresso, con un decremento che riguarda principalmente le richieste di permessi di soggiorno per motivi di lavoro e per motivi di famiglia, mentre si registra un contestuale incremento delle richieste di asilo per motivi umanitari87.

L'andamento in costante ascesa dalla metà degli anni '90 a oggi che faceva registrare un incremento di circa 600 mila nuovi individui ogni due anni, con punte di quasi 900 mila nel biennio 2012-2014, sembra aver esaurito la sua forza e il numero di stranieri residenti nel periodo compreso tra il 2015 e il 2016 ha fatto registrare un incremento di sole 12 mila unità, con un incremento dello 0,1% sulla popolazione complessiva. Contemporaneamente, nello stesso periodo, 200 mila italiani hanno trasferito la propria residenza all'estero portando a oltre 5.200.000 la popolazione complessiva di italiani emigrati con un incremento di circa il 4% sul

totale.

Incremento del numero di stranieri residenti in Italia, periodo 2004- 2015 Fonte: ISTAT88

Un dato altrettanto interessante riguarda la distribuzione del numero complessivo dei residenti stranieri per Paese di provenienza, con le prime tredici posizioni occupate da Paesi che contribuiscono al totale con cifre superiori alle 100 mila presenze, e con i primi due paesi, Romania (1.151.395) e Albania (467.687) che contribuiscono per quasi un terzo del totale (32,2%), percentuale che supera il 41% se si sommano gli oltre 437mila residenti di nazionalità marocchina. Dati che sembrerebbero smentire le assunzioni alla base di questa ricerca su una presunta super-diversità del contesto migratorio italiano, se non fosse per il fatto che il restante 59% dei residenti stranieri è distribuito tra circa 160 paesi “contributori”.

Questo dato da solo non può restituire, ovviamente, un quadro accurato del “coefficiente di diversità” presente sul territorio italiano, soprattutto se non viene disaggregato nei suoi corrispondenti locali, con un'attenzione particolare a quei contesti urbani ad alta densità abitativa che sono stati individuati dallo stesso Vertovec come i luoghi privilegiati per il presentarsi dei tratti di super-diversità.

Se si prende in considerazione la distribuzione degli immigrati nelle varie Regioni al 1° gennaio 2016, troviamo al primo posto la Lombardia, con 1.149.011 stranieri residenti (22,9% del totale della presenza straniera in Italia), con un'incidenza del 11,48% sul totale della popolazione regionale. Al secondo posto si colloca il Lazio con una popolazione straniera di 645.159 individui, (12,8% del totale della presenza straniera in Italia) con un'incidenza sulla popolazione residente complessiva, però, molto simile a quella della Lombardia, ossia 10,96% e con una variazione percentuale rispetto all'anno precedente nettamente superiore: 1,4% rispetto al - 0,3%.

Al terzo posto si colloca l'Emilia Romagna, al quarto il Veneto, al quinto il Piemonte e al sesto la Toscana. I dati numerici si fanno più interessanti nel momento in cui si giunge al dettaglio della distribuzione dei residenti stranieri interna alle regioni, ossia per provincia e per comune. Ai fini dell'analisi sarà sufficiente fare un confronto tra i dati relativi alle regioni che ospitano gli agglomerati urbani di maggiore rilevanza, Lombardia, Piemonte e Lazio, nelle quali la polarizzazione tra “centro” e “periferia” consente il raggiungimento di un alto grado di “differenziazione” e l'istituzione, quindi, di un campo d'indagine “super-diverso”.

Qui di seguito l'elenco dei principali paesi contributori per numero di residenti in Italia89:

Classifica per regioni della popolazione straniera residente in Italia. Maschi Femmine Totale %

1. Lombardia 559.259 589.752 1.149.011 22,9 % 11,48% -0,3% 2. Lazio 307.097 338.062 645.159 12,8% 10,96% +1,4% 3. Emilia-Romagna 248.495 284.984 533.479 10,6% 11,99% -0,6% 4. Veneto 234.953 262.968 497.921 9,9% 10,13% -2,7% 5. Piemonte 196.931 225.096 422.027 8,4% 9,58% -0,8% 6. Toscana 182.785 213.434 396.219 7,9% 10,58% +0,2% 7. Campania 109.922 122.292 232.214 4,6% 3,97% +6,8% 8. Sicilia 95.472 87.720 183.192 3,6% 3,61% +5,2% 9. Marche 63.173 77.168 140.341 2,8% 9,09% -3,3% 10. Liguria 62.979 73.237 136.216 2,7% 8,67% -1,8% 11. Puglia 58.168 64.556 122.724 2,4% 3,01% +4,2% 12. Friuli Venezia Giulia 49.641 55.581 105.222 2,1% 8,62% -2,2% 13. Calabria 47.110 49.779 96.889 1,9% 4,92% +6,1% 14. Umbria 42.330 54.545 96.875 1,9% 10,87% -1,8% 15. Trentino-Alto Adige 43.991 50.929 94.920 1,9% 8,96% -1,3% 16. Abruzzo 39.015 47.348 86.363 1,7% 6,51% +0,1% 17. Sardegna 21.617 25.808 47.425 0,9% 2,86% +5,2% 18. Basilicata 9.108 10.334 19.442 0,4% 3,39% +6,8% 19. Molise 5.860 6.174 12.034 0,2% 3,86% +11,4% 20. Valle d'Aosta 3.581 4.899 8.480 0,2% 6,66% -6,6% Totale ITALIA 2.381.487 2.644.666 5.026.153 100,0% +0,2% Fonte: ISTAT90

Un discorso a parte coinvolgerà invece, l'analisi dei dati relativi a Emilia Romagna e Toscana che presentano caratteristiche di distribuzione peculiari, derivanti dall'assenza di un vero e proprio “punto di accumulazione” ma dalla presenza di più centri urbani di dimensioni intermedie che neutralizzano quasi

completamente la polarizzazione di cui sopra. Ciò non vuol dire, comunque, che non sia possibile rintracciare i tratti della super-diversità anche in questi contesti, anzi, come cercheremo di mettere in mostra nei capitoli successivi, la distribuzione più o meno omogenea su tutto il territorio regionale e l'alta incidenza degli stranieri sulla popolazione complessiva fanno parte di quei fattori “moltiplicatori” di diversità che sono stati presi in considerazione in apertura di capitolo.

Nel caso della Lombardia la comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania che rappresenta il 14,4% di tutti gli stranieri sul territorio, seguita da Marocco (8,8%) e Albania (8,7).

Indipendentemente dalle dimensioni di queste principali comunità straniere, e come già messo in evidenza in relazione al territorio nazionale, i Paesi di provenienza nel complesso ammontano a circa 160, un dato che risulta ulteriormente amplificato nelle sue dimensioni nel momento in cui si restringe lo sguardo alla distribuzione per province:

Provincia Cittadini stranieri % Stranieri su popolaz. totale Var. % anno prec. Maschi Femmine Totale %

1. Milano 218.459 228.003 446.462 38,9% 13,91% +1,6% 2. Brescia 80.596 83.056 163.652 14,2% 12,95% -1,8% 3. Bergamo 62.863 62.583 125.446 10,9% 11,32% -1,8% 4. Varese 34.802 40.484 75.286 6,6% 8,46% -2,2% 5. Monza e Brianza 35.088 38.977 74.065 6,4% 8,55% -0,2% 6. Pavia 28.226 30.598 58.824 5,1% 10,74% +0,5% 7. Mantova 25.885 26.586 52.471 4,6% 12,71% -3,1% 8. Como 22.789 25.940 48.729 4,2% 8,13% -1,1% 9. Cremona 20.171 20.995 41.166 3,6% 11,42% -0,7% 10. Lecco 13.329 13.856 27.185 2,4% 8,01% -2,6% 11. Lodi 13.018 13.490 26.508 2,3% 11,55% -1,2% 12. Sondrio 4.033 5.184 9.217 0,8% 5,07% +0,2% Totale Regione 559.259 589.752 1.149.011 100,0% -0,3%

La provincia di Milano, ossia la grande area della città metropolitana di Milano, raccoglie, da sola il 38,9% dei residenti stranieri nell'intera regione con un incidenza sulla popolazione complessiva del 13,91% ma con una distribuzione completamente diversa rispetto a quella regionale.

Decisamente più impressionanti e, per certi versi più funzionali ai fini della ricerca, si dimostrano i dati relativi alla situazione del Lazio, nel quale la distribuzione dei 645.159 residenti stranieri risulta estremamente polarizzata a favore dell'area di Roma Capitale:

Provincia Cittadini stranieri % Stranierisu popolaz. totale

Variazione % anno precedente Maschi Femmine Totale %

1. Roma Capitale 249.783 279.615 529.398 82,1% 12,20% +1,0% 2. Latina 25.644 22.586 48.230 7,5% 8,40% +5,4% 3. Viterbo 14.017 16.073 30.090 4,7% 9,39% +0,2% 4. Frosinone 11.491 12.673 24.164 3,7% 4,88% +1,7% 5. Rieti 6.162 7.115 13.277 2,1% 8,38% +1,8% Totale Regione 307.097 338.062 645.159 100,0% +1,4%

In questo caso, il fatto che l'82,1% degli stranieri residenti nel Lazio rientri all'interno dei confini dell'area metropolitana della Capitale, nonostante la percentuale dell'incidenza sulla popolazione complessiva sia relativamente più bassa di quella della capitale lombarda, nonostante notevoli dimensioni (35% sul totale) della comunità di origine romena, il numero di Paesi rappresentati ci pone sicuramente di fronte a un contesto super-diverso.

Per quanto riguarda il Piemonte, i dati sulla distribuzione nelle province, considerando quella di Torino come grande area metropolitana, mettono in evidenza come, anche in questo caso, la polarizzazione tra “centro” e “periferia” porti il 52,6% degli stranieri a risiedere in un unico agglomerato urbano caratterizzato da un'alta densità abitativa e quindi, certamente contraddistinto da un altissimo coefficiente di super-diversità.

Provincia Cittadini stranieri % Stranieri su popolaz. totale Variazi one % anno prec. Maschi Femmine Totale %

1. Torino 103.244 118.717 221.961 52,6% 9,73% -0,4% 2. Cuneo 28.533 31.461 59.994 14,2% 10,16% -1,2% 3. Alessandria 20.952 23.831 44.783 10,6% 10,44% -0,5% 4. Novara 17.845 19.540 37.385 8,9% 10,09% -0,1% 5. Asti 11.596 12.781 24.377 5,8% 11,20% -3,6% 6. Vercelli 6.403 7.466 13.869 3,3% 7,93% -1,0% 7. Biella 4.195 5.715 9.910 2,3% 5,52% -5,5% 8. Verbano-Cusio- Ossola 4.163 5.585 9.748 2,3% 6,09% -0,3% Totale Regione 196.931 225.096 422.027 100,0% -0,8%

Un quadro completamente diverso, riguardo alla distribuzione della popolazione straniera sul territorio regionale, ce lo offrono, come già accennato, Emilia Romagna e Toscana. Nel caso della Toscana, permane una lieve polarizzazione del fenomeno intorno all'area metropolitana di Firenze, ma i dati sulla distribuzione rimangono molto omogenei per quanto riguarda tutte le altre province:

Provincia

Cittadini stranieri % Stranieri su popolaz.

totale

Variazione % anno precedente Maschi Femmine Totale %

1. Firenze 59.376 69.133 128.509 32,4% 12,68% +1,4% 2. Pisa 19.504 21.058 40.562 10,2% 9,64% -0,2% 3. Prato 19.668 20.891 40.559 10,2% 16,02% +1,3% 4. Arezzo 17.060 20.040 37.100 9,4% 10,75% -1,8% 5. Siena 13.272 16.711 29.983 7,6% 11,13% -1,7% 6. Lucca 13.400 16.511 29.911 7,5% 7,65% -1,1% 7. Pistoia 11.879 15.292 27.171 6,9% 9,31% -1,2% 8. Livorno 12.130 14.553 26.683 6,7% 7,90% +0,6% 9. Grosseto 10.051 12.042 22.093 5,6% 9,88% +1,8% 10. Massa- Carrara 6.445 7.203 13.648 3,4% 6,90% -2,0% Totale Regione 182.785 213.434 396.219 100,0% +0,2%

Nel caso dell'Emilia Romagna, invece, la distribuzione dei 533.479 stranieri residenti nelle diverse province segue un modello “proporzionale” che vede l'incidenza sulla popolazione complessiva variare di pochissimo all'interno di una forchetta che va dal 13,57% della provincia di Parma al 8,52% della provincia di Ferrara, unica provincia con un'incidenza inferiore al 10%.

Non esistono, dunque, poli di attrazione particolarmente rilevanti e neppure il dato relativo al capoluogo di regione, Bologna, dove risiede il 22% dei cittadini stranieri, si distacca in modo sensibile da Modena e Reggio Emilia (rispettivamente 91.867 e 67.703) e, anzi, l'incidenza sulla popolazione complessiva risulta essere in questi ultimi due casi, addirittura superiore (rispettivamente 13,09% e 12,71% a fronte del 11,64% del capoluogo emiliano).

Provincia

Cittadini stranieri % Stranieri su popolaz.

totale

Variazione % anno precedente Maschi Femmine Totale %

1. Bologna 53.403 63.719 117.122 22,0% 11,64% +1,1% 2. Modena 43.383 48.484 91.867 17,2% 13,09% -1,2% 3. Reggio Emilia 32.527 35.176 67.703 12,7% 12,71% -3,3% 4. Parma 28.800 31.951 60.751 11,4% 13,57% +2,1% 5. Ravenna 22.320 24.341 46.661 8,7% 11,92% -0,1% 6. Forlì- Cesena 19.612 22.737 42.349 7,9% 10,73% -3,3% 7. Piacenza 19.646 21.028 40.674 7,6% 14,17% -1,3% 8. Rimini 15.846 20.580 36.426 6,8% 10,86% -0,5% 9. Ferrara 12.958 16.968 29.926 5,6% 8,52% -0,7% Totale Regione 248.495 284.984 533.479 100,0% -0,6%

In chiusura di questa rassegna di dati, è utile notare come, in termini generali, il fenomeno dell'immigrazione straniera in Italia sembrerebbe essersi adattato in modo più o meno omogeneo alla distribuzione storica dei precedenti fenomeni migratori interni al Paese, soprattutto per quanto riguarda le regioni del centro-nord, nelle quali la componente migrante straniera è andata ad affiancare, fin quasi a sostituire, i flussi migratori interni sulla direttrice sud-nord.