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Super-diversità ed educazione

2.3 L'impatto dell'immigrazione sulla scuola italiana

2.3.3 La situazione nelle aree super-diverse

Restringendo il campo d'analisi alle aree che sono state individuate nella prima parte del lavoro come “candidate” ideali alla definizione di aree super-diverse, «nell'a. s. 2014/2015 la graduatoria per numero di alunni con cittadinanza non italiana pone la provincia di Milano al primo posto con oltre 80 mila alunni, seguita da Roma 861mila) Torino e Brescia (con oltre 30 mila presenze), Bergamo, Firenze e Bologna (con oltre 20 mila alunni.»168. Un dato interessante al fine di confermare

quanto messo in evidenza nel primo capitolo a proposito della varietà interna al

167 Ivi, pp. 37-38 168 Ivi, p. 53.

territorio nazionale, riguarda l'abisso che separa il dato riguardante la provincia di Milano, da quello relativo alla provincia di Oristano, in quest'ultima, infatti, il numero di alunni stranieri iscritti per l'anno 2014/2015 non raggiunge complessivamente i 300.169

Le stesse province super-diverse si collocano ai primi posti anche per quanto concerne gli alunni stranieri nati in Italia: «Milano, sempre al primo posto con quasi 48mila nati in Italia, seguita da Roma (31mila), Torino e Brescia (oltre 20mila), Bergamo (quasi 16mila), Vicenza, Verona, Treviso e Firenze (oltre 12mila), Bologna (oltre 11mila), Padova e Modena (oltre 10mila)»170. In queste aree, inoltre, son

particolarmente numerosi anche gli alunni cosiddetti “neo-entranti” e che si confrontano per la prima volta con il sistema scolastico nazionale: «Milano (3mila), Roma (2.500 circa), Torino, Firenze, Brescia e Treviso (più di mille)»171.

Un dato che va evidenziato, invece, in relazione all'incidenza della componente straniera sulla popolazione scolastica complessiva in queste stesse aree, riguarda il fatto che esse non si collocano ai primi posti ma vengono ampiamente superate da contesti locali di minori dimensioni come Prato (21,6%), Piacenza (20,9%) e Mantova (18,4%), a fronte di un'incidenza media tra il 10 e 15% per le aree di Milano (14,4%) Roma (10%), Torino (12,2%), Firenze (14,9%) e Bologna (15,1%). Un dato interessante riguarda la provincia di Napoli che si colloca al 23esimo posto per numero di alunni stranieri ma con un'incidenza sulla popolazione scolastica dell'1,7%.172

Ragionando in termini di quello che nel primo capitolo è stato definito un panorama nazionale che già in termini generali si connota come tendenzialmente super-diverso

la varietà delle cittadinanze e la diffusione sul territorio nazionale degli alunni di diversa origine si confermano essere ancora un tratto caratteristico dell’immigrazione familiare in Italia e, di conseguenza, dell’inserimento degli stranieri nel sistema scolastico. I gruppi più numerosi 169 Cfr., Ibidem.

170 Ibidem 171 Ibidem.

172 Per un quadro complessivo della distribuzione degli alunni stranieri nelle provincie, secondo le caratteristiche di sesso, incidenza di alunni stranieri nati in Italia, neo-entrati, incidenza sulla popolazione scolastica complessiva, si rimanda alla tab. in appendice

(romeni, marocchini, albanesi) risultano essere meno concentrati in specifiche aree e più dispersi e presenti nei centri più importanti, ma anche nelle zone più periferiche. I gruppi meno numerosi si addensano, talvolta, in specifiche aree del Nord, Centro e Sud Italia.173

Restringendo ulteriormente la prospettiva alla dimensione delle aree urbane, «la graduatoria dei comuni per numero di alunni con cittadinanza non italiana vede Roma al primo posto con quasi 40mila presenze, seguita da Milano (oltre 36mila) e Torino (oltre 23mila)» al dato della città di Milano andrebbe, probabilmente, aggregato anche il dato relativo a Sesto San Giovanni, (che porterebbe l'area metropolitana milanese a quasi 39 mila presenze) in quanto quest'ultimo risulta presente nei primi venti posti in tutte le graduatorie relative all'incidenza sulla popolazione scolastica complessiva, il numero di cittadinanze rappresentate, etc.174

Come già si è cercato di mettere in evidenza nel precedente capitolo, si è deciso consapevolmente di tralasciare l'analisi di contesti particolari nei quali le dimensioni della componente straniera nel contesto scolastico è solo apparentemente un fattore di moltiplicazione della diversità, in quanto legata principalmente alla presenza di una minoranza omogenea come quella di cittadinanza cinese nella città di Prato (9 volte la percentuale di presenza rilevata in Italia) o di quella Tunisina in provincia di Trapani (13 volte la percentuale presente sul territorio nazionale)175.

Pur concentrando l'attenzione sulle aree urbane di maggiore rilievo che offrono il panorama maggiormente diversificato, per comprendere le reali dimensioni dei fenomeni è necessario metterli in relazione con alcuni dati relativi al panorama nazionale e a quelli di altre aree, infatti

Ragionare di differenze fra contesto nazionale e locale significa considerare la distribuzione degli alunni stranieri nei diversi livelli territoriali, ma significa anche assumere come unità di analisi le istituzioni scolastiche per discutere di concentrazione, canalizzazione, segregazione scolastica, temi […] che sono al centro del dibattito politico e dell’opinione pubblica da diversi anni. Per molto tempo, da un lato, le dimensioni di questo fenomeno sono state limitate e poco visibili, l’impatto nelle grandi città piuttosto ridotto in mancanza di veri e

173 Ivi, p. 56

174 Cfr. Ivi, p. 58 e segg. 175 Cfr. Ibidem.

propri quartieri-ghetto, scarso il ruolo della scuola rispetto alle aspettative di mobilità sociale delle famiglie; dall’altra parte, una distribuzione residenziale legata al libero gioco del mercato del lavoro e della casa e una politica scolastica non sempre attenta hanno cominciato ad evidenziare alcune tendenze alla concentrazione.176

Dall'analisi dei dati relativi alle variazioni della percentuale di scuole in cui non sono presenti alunni stranieri nel periodo compreso tra il 2004 e il 2015, si nota come il numero di scuole di soli “autoctoni” si sia dimezzato, mentre contemporaneamente è cresciuto il numero di scuole che hanno una percentuale di stranieri fino al 30% ed è comparsa (per la prima volta nell'a.s. 2006/2007), una nuova categoria di scuole con una percentuale di stranieri superiore al 30%, giunta a rappresentare nel 2015 il 5% del totale.

In sintesi, nell'a. s. 20014/2015, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, l

 a maggioranza delle scuole italiane (33.118), ed esattamente il 59% del totale, si caratterizza per presenze di stranieri fino al 15%;

 il 15,6% degli istituti presenta percentuali di alunni CNI comprese tra 15% e 30%;  il 2,8% (ovvero 1.587 scuole) ha circa il 30-40% di alunni stranieri;

 l’1,2% (699 istituti) si colloca nella fascia tra il 40% e il 50% di studenti con cittadinanza non italiana;

 infine, 569 scuole, corrispondenti all’1% del totale delle scuole italiane, si 176 Ivi, p. 68

inseriscono nell’ambito del gruppo delle “scuole a maggioranza straniera” con il 50% e oltre di alunni CNI.177 […]