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6. Verso nuovi equilibri di governo

6.1 L’omelia di Pio

Il servizio del 2 gennaio 1947 dal titolo “Cronache vaticane. Manifestazioni di fede”313 è dedicato al raduno di migliaia di cattolici romani314 in piazza S. Pietro, la mattina del 22 dicembre 1946. In apertura, il cinegiornale cita quasi testualmente le parole del Pontefice315: “Per la quarta volta negli ultimi tragici anni il popolo di Roma si aduna ai

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“[…] Si corre alle case per annunciare il ritorno degli italiani. Per salutarli sono scesi dalle cabine [?]

i nativi più fedeli. […] Gli indigeni sentirono sempre che per questi italiani l’Africa era terra di lavoro non di sfruttamento: più che prendere seppero dare. Fortunatamente inutile il servizio d’ordine predisposto dagli inglesi, i nostri campioni circolano liberamente per la città che li riconosce.”, “Notizie da tutto il

mondo. Palm Beach (Usa), Mogadiscio, Parigi”, La Settimana Incom n. 337, 14 settembre 1949. Anche durante il fascismo, accanto ai toni trionfalistici dei servizi sulle colonie d’Africa, troviamo un uso strumentale della connaturata incapacità degli italiani a vestire i panni dei colonizzatori, utilizzata per sottolineare, in contrapposizione polemica ai grandi Imperi coloniali, l’indole del popolo italiano, amante del lavoro e sempre pronto a “rimboccarsi le maniche”: “[…] In Libia, come nelle terre dell’Africa

orientale, ogni soldato sente di servire la patria lavorando la terra oltre che con le armi, ché gli italiani non sono stirpe di colonizzatori”, Giornale Luce B, n. 1362, 24 agosto 1938. Si noti la somiglianza tra i due

servizi.

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I servizi dedicati al Pontefice, nel 1946, sono pochissimi. All’interno della rubrica “Cronache vaticane” troviamo due servizi, il n. 1 del 15 febbraio sulla giornata in cui Pio XII riceve i bambini assistiti dall’Unrra e il n. 3 del 28 febbraio sul Concistoro. Nel n. 12 del 16 maggio un servizio descrive il giuramento della Guardia Svizzera e nel n. 18 il Papa è citato a proposito della visita a Roma di Fiorello La Guardia. Il n. 23 del 13 settembre descrive, infine, l’incontro tra Pio XII e 4.000 scout provenienti da tutta Italia. Numerosi sono invece i servizi dedicati a celebrazioni religiose.

314 «[…] le facilitazioni ferroviarie procurate dal democristiano Giuseppe Togni legato a mons. Fiorenzo

Angelini, assistente degli «Uomini», […] resero possibili le imponenti manifestazioni dell’Azione cattolica in piazza San Pietro aperte da quella del 22 dicembre del 1946», G. Miccoli, La Chiesa di Pio XII, in Storia

dell’Italia repubblicana, op. cit., vol. I, p. 568-569.

315 Cfr. le parole di Pio XII: «[…] Quali ricordi la vostra immensa adunata richiama al Nostro spirito!

Innanzi tutto quel 12 Marzo dell'anno di guerra 1944, quando le moltitudini dei profughi e degli erranti si mescolavano con la folla dei cittadini romani, trepidi per la loro patria, per i loro focolari e per le loro famiglie; essi venivano a cercare sicurezza e conforto nella parola e nella benedizione del loro Padre e Vescovo, ansioso egli stesso e operoso per la salvezza dell'Urbe e del suo popolo. Poi, dopo meno di tre mesi, la sfolgorante giornata del 6 Giugno! Roma, uscita prodigiosamente incolume da immani pericoli, volle qui festeggiare con traboccante gioia le prime ore della sua liberazione. E infine la memorabile Domenica di Passione del 1945. Mentre da lungi ancora sinistramente rumoreggiava il cannone, voi imploravate la misericordiosa protezione del Cielo e Noi vi esortavamo a non essere dimentichi dei vostri cristiani doveri di pietà, di virtù, di onestà, di amore fraterno, a custodire nell'onore la santa eredità lasciatavi dai vostri padri. Ed ecco che oggi voi siete parimenti accorsi in folla, come nei grandi giorni, presso di Noi, figli e figlie di questa Roma, la cui sorte, nei giorni sereni come negli oscuri, è stata sempre ed è l'oggetto dei Nostri pensieri e delle Nostre preghiere, delle Nostre cure e delle Nostre sollecitudini; siete accorsi per proclamare dinanzi ai vostri concittadini; al vostro Paese, a tutto il mondo cristiano, che vi sentite strettamente congiunti con la Sede di Pietro e con le tradizioni cattoliche della vostra Città natale, in

piedi della Basilica di S. Pietro: nel marzo ’44 per chiedere protezione, il 6 giugno per festeggiare la liberazione, nella Pasqua del ’45 per un supremo raccoglimento. Oggi è per protesta contro eccessi satirici e pornografici che ingiustamente riportano dibattiti ideologici della civiltà odierna ad un superato anticlericalismo”316. Il servizio mostra alcuni cartelli tra le mani dei manifestanti (accanto alle scritte “Gioventù operaia”317, e “Viva il papa”, si scorge l’immagine simbolo del giornale satirico “Don Basilio”318- la caricatura di un sacerdote - sopra la quale è stata aggiunta l’impronta di una scarpa e la dedica “A don Basilio”). Si tratta della reazione all’anticlericalismo di una parte della sinistra, emerso con particolare vigore in occasione della campagna elettorale per le amministrative di Roma319. Il discorso pronunciato quella domenica da Pio XII è divenuto celebre per l’esortazione, rivolta a tutti i cattolici e, tra le righe, alla Democrazia cristiana, a schierarsi «o con Cristo o contro Cristo»320. L’insofferenza vaticana per i governi di unità antifascista – soprattutto dopo la sconfitta democristiana alle amministrative di novembre321 - venne esplicitata con inedita veemenza, nella forma di un «invito alla

una santa unità, che supera e vince ogni minaccia e ogni ostilità, ogni esitazione e ogni prova. Con dolore e con indignazione voi vedete il volto sacro di Roma (di questo luogo santo, sede per disposizione divina del Vicario di Cristo) esposto — per mano di empi negatori di Dio, profanatori delle cose divine, adoratori del senso, — ad essere macchiato d'ignominia, coperto di fango. Ma ecco: esso si mostra oggi qui, davanti a voi, in tutto il suo splendore, in tutta la sua intatta, inviolata bellezza[…]», Discorsi e Radiomessaggi di Sua

Santità Pio XII, VIII, Ottavo anno di Pontificato, 2 marzo 1946 - 1° marzo 1947, Tipografia Poliglotta

Vaticana, pp. 341-342.

316 Cfr. “Cronache vaticane. Manifrestazione di fede”, La Settimana Incom n. 39, 2 gennaio 1947.

317 Gioventù Operaia era, insieme a Gioventù Studentesca, una della organizzazzioni giovanili in cui si

articolava L’Azione Cattolica.

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Il «Don Basilio. Settimanale satirico contro le parrocchie di ogni colore» era molto popolare tra il 1946 e il 1950. I suoi bersagli preferiti erano la Democrazie cristiana e la Chiesa. Gli attacchi contro i preti, il Vaticano, la scuola confessionale e lo stesso Pio XII erano così violenti da provocare scandalo e proteste da parte delle gerarchie ecclesiastiche, dei giornali cattolici, dei moderati e cattolici italiani. Nel 1946 il Sant’Uffizio emise contro il settimanale un decreto di condanna, perché «ha ardito e ardisce, con temeraria impudenza, impugnare di proposito le verità della Fede; schernire il culto divino ed esporre al pubblico disprezzo la gerarchia ecclesiastica; attaccare violentemente il clero e i religiosi e coprirlo di volgari calunnie».

319 «[…] la coscienza cristiana del popolo nostro veniva profondamente ferita ad opera del Blocco, ragione

sociale di quello che in realtà era un eterogeneo conglomerato politico (tre partiti di sinistra e uno di destra: il demolaburista) avente per efficace cemento l’anticlericalismo. Questo esplose nelle forme più velenose e incivili nella campagna elettorale: i fogli di propaganda del P.C.I. attaccavano il Vaticano, come «Stato straniero»; […] nei comizi politici il grido di battaglia era «Viva don Basilio», il foglio scomunicato dell’U.E.S.I.S.A. agitato come una bandiera […]», Perché Roma è senza sindaco. La verità sulla crisi del

Campidoglio, opuscolo diffuso dalla Dc in seguito al commissariamento del Comune di Roma.

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«[…] Dal suolo romano il primo Pietro, circondato dalle minacce di un pervertito potere imperiale, lanciò il fiero grido d'allarme: «Resistete forti nella fede» (1 Petr. 5, 9). Su questo medesimo suolo Noi ripetiamo oggi con raddoppiata energia quel grido a voi, la cui Città natale è ora il teatro di sforzi incessanti volti a rinfiammare la lotta fra i due opposti campi: per Cristo o contro Cristo, per la sua Chiesa o contro la sua Chiesa. Destatevi, o romani. L'ora è sonata, per non pochi fra voi, di svegliarvi da un troppo lungo sonno (cfr. Rom. 13, 11). Agire fortemente e fortemente patire: è la divisa del nome romano […]», Discorsi

e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, Ibid.

321 Nella città di Roma la Dc subì un vero e proprio tracollo, passando da 218 mila voti del 2 giugno a 103

mila. Al secondo turno delle amministrative la Incom dedicò un servizio dal titolo: “Dopo le amministrative. Problemi del giorno” (n. 35 del 6 dicembre 1946), in cui sono affrontati, con inedito

battaglia, che non rimarrà inascoltato»322. Nel cinegiornale Incom non troviamo traccia dell’ammonizione del pontefice e ogni riferimento agli «empi negatori di Dio» è omesso. Il bersaglio è rappresentato dagli eccessi satirici e pornografici, mentre i protagonisti della politica sono tratti fuori della polemica, come se l’anticlericalismo con fosse una delle componenti della sinistra e come se non ci fosse contiguità tra l’ambiente culturale che trovava espressione nel «Don Basilio» e l’ambiente politico del Pci323: “Tutte le correnti,

tutti i partiti della democrazia italiana sanno che l’Italia è cattolica e conducono la lotta politica tenendo presente come indispensabile presupposto questo sentimento”. Le

immagini mostrano una folla imponente, partecipe: “Mai forse, ha detto Pio XII, la

missione di Roma è stata più grande, più benefica, più indispensabile che nell’ora presente. Fate, egli ha proseguito, che la vostra vita e la vostra condotta, i vostri giudizi e le vostre opere siano profondamente pervasi e regolati dalla vigile e chiaroveggente coscienza di quella missione”. Al tripudio di acclamazioni segue la benedizione “Urbi et

orbi”324: “Così il pontefice ha fatto suo l’anelito di tutti gli uomini, l’ha fatto ridiscendere

su di loro in un augurio che tutti gli uomini di buona volontà vogliono avverato: carità, giustizia, pace.”

Ancora una volta la Incom provvede a “limare gli spigoli”, a selezionare i passaggi neutri, in una non casuale sintonia con i progetti di De Gasperi: il leader democristiano era consapevole della necessità di porre fine all’alleanza con i comunisti, ma era deciso a respingere «ogni tentativo di indurlo a un’azione prematura. Il Concordato non era stato ancora accluso nella Costituzione; il Trattato di pace, che doveva ottenere l’approvazione della Russia oltre che degli Alleati, non era stato ancora firmato. De Gasperi non intendeva far continuare la coalizione più a lungo del necessario, ma si riservava il diritto di scegliere il momento in cui distruggerla»325.

realismo, aspetti drammatici dell’Italia del dopoguerra: gli sfollati, i profughi, la penuria di generi alimentari di prima necessità e di gas. Al termine di questa sconfortante panoramica, il commentatore afferma, con un tono lievemente ironico: “A Roma e in molte altre città le elezioni amministrative sono

state una vittoria popolare. Auguriamoci che gli amministratori del popolo sappiano, nella misura del possibile, alleviare gli stenti del popolo!” Verosimilmente, nel caso di un esito elettorale diverso, il servizio

avrebbe posto l’attenzione sulla progettualità della proposta politica, piuttosto che sui problemi ancora irrisolti.

322 A. Gambino, op. cit., p. 259.

323 Tra l’altro, l’«Unità», organo del Partito comunista, e il «Don Basilio» venivano stampati nello stesso

stabilimento tipografico, l’U.E.S.I.S.A. di Roma.

324 Il Papa rivolse la benedizione anche ai nemici della Chiesa: «Su di voi — ma anche, sì, anche su coloro

che combattono e vilipendono la Religione e i suoi Ministri, perché l'amore della Chiesa è sempre più grande della loro colpa — Noi invochiamo l'abbondanza della protezione e della grazia invincibile dell'Onnipotente Signore […]», Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, ibid.

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