8. L’ingerenza americana
8.2 Thanks America!
“Il conte Sforza per l’Italia e l’ambasciatore Dunn per gli Stati Uniti hanno firmato
l’accordo che regola il ritiro delle truppe americane dal nostro Paese. Il ministro degli Esteri rileva la generosa amicizia dell’America verso l’Italia: di essa rimarrà sempre il ricordo nella nostra storia.”421 All’approssimarsi dell’entrata in vigore del Trattato, prevista dagli accordi internazionali per il 15 settembre, veniva decretata la smobilitazione delle truppe di occupazione alleata. Se da una parte questo significava la definitiva chiusura del capitolo della guerra, con la piena riassunzione della piena sovranità da parte del governo italiano, dall’altra esponeva il Paese, secondo il punto di vista dei moderati e dei conservatori, al rischio di un colpo di mano comunista. «A dicembre – venendo incontro a una richiesta di De Gasperi – il presidente Truman accompagnava le partenze delle ultime truppe americane dal territorio italiano con un monito esplicito contro ogni minaccia alla «preservazione di un’Italia libera e indipendente», a cui gli Stati uniti avrebbero risposto con misure appropriate»422. “Il
popolo italiano ha dimostrato verso i soldati statunitensi cordialità ed amicizia, delle quali Dunn ha ringraziato E così ci congederemo dagli amici occupanti. Da privati cittadini saranno sempre i bentornati”. Se le truppe americane si congedano dall’Italia, la
419 Cfr. “Cecoslovacchia in lutto. I funerali di Masaryk”, La Settimana Incom n. 139, 3 aprile 1948.
Masaryk era apparso in un breve servizio del 23 ottobre 1946: “Aerodromo di Mosca. Molotov aspetta
l’arrivo della delegazione cecoslovacca, con lui è Viscinskij. Dall’aereo scendono uomini che hanno duramente pagato i loro ideali democratici: il Presidente del Consiglio dei ministri cecoslovacco Klement Gottwald, il ministro degli Affari esteri Masaryk, il segretario generale del Ministero degli esteri Clementis. «La ricostruzione – dice Gottwald – affratella sovietici e cecoslovacchi, i primi impegnati nel nuovo piano quinquennale, i secondi alla vigilia del loro piano biennale». Questi avvicinamenti di popoli sono per noi italiani segno di speranza. Varranno a correggere gli errori del Trattato di pace?”, “Vita
politica. Delegati cecoslovacchi a Mosca”, La Settimana Incom n. 29, 23 ottobre 1946.
420 Nel testo dattiloscritto, che riporta diverse correzioni, l’«anelito alla libertà» è stato aggiunto in un
secondo momento, a mano. Cfr. testo dattiloscritto n. 9 in Appendice, p. 210.
421 Cfr. “Palazzo Chigi. Accordi per il ritiro delle truppe americane”, La Settimana Incom n. 75, 5 settembre
1947.
422
Settimana Incom non si congeda dagli americani: la loro presenza nei servizi del cinegiornale, costante sin dal primo numero, diventa via via più pervasiva quanto più ci si avvicina all’appuntamento elettorale del 18 aprile. Quello con l’America, rispetto a tutti gli altri paesi del mondo, è un canale informativo privilegiato, che propone al pubblico italiano ogni sorta di notizia proveniente dal Nuovo Continente: dell’elezione di Miss America423, alla morte di Fiorello La Guardia424, dalla chiusura della stagione balneare425, alla Conferenza a Rio dell’Unione pan-americana426, dalle stime sul raccolto di grano427 al ritorno in patria dei soldati ignoti caduti in guerra428. Accanto a questo tipo di notizie, a partire dal n. 98 del 26 novembre 1947, troviamo alcuni servizi dedicati al «treno dell’amicizia»: “Questa tribuna è una stazione ferroviaria di tipo eccezionale: di qui
parte il «treno dell’amicizia». L’iniziativa è venuta da Hollywood, che non manca di macchine da presa per documentare il fatto. […] Questo treno è destinato ad alleviare la carestia in Italia e in Francia. Hollywood ha voluto che ai Re Magi dell’Oriente si aggiungessero quest’anno i Re Magi dell’Occidente, Re Magi in ferrovia. Ad ogni stazione si agganciano nuovi vagoni: zucchero, grano, calorie per il nostro inverno. Cowboys e sceriffi questa volta figurano in un imponente western dell’umana solidarietà. Un treno chilometrico, una gigantesca dispensa che si snoda sulle pianure californiane per arricchirsi di provviste. […] Gli americani sentono spontaneamente la solidarietà verso l’antica patria Europa, donde si sono mossi i loro progenitori. E molti sono stati di recente soldati in Francia e qui in Italia. Ricordano la nostra ospitalità affettuosa, la ricambiano ora in amicizia. Grazie Joe!”429 Si tratta di una delle svariate iniziative americane volte a influenzare il voto degli italiani430: ideata già alla fine del 1947 dal giornalista Drew Pearson, era non a caso rivolta ai due paesi europei con i più forti partiti comunisti. «Il treno dell’amicizia» offriva la duplice opportunità di coinvolgere la popolazione americana nella battaglia per salvare il destino dell’Italia, e di manifestare
423
Cfr. “Concorsi di bellezza. Miss America”, La Settimana Incom n. 79, 19 settembre 1947.
424 Cfr. “Un amico dell’Italia. Fiorello La Guardia”, La Settimana Incom n. 80, 24 settembre 1947. 425 Cfr. “Dall’America. Si chiude la stagione balneare”, La Settimana Incom n. 80, 24 settembre 1947. 426
Cfr. “Unione pan-americana. Conferenza di Rio”, La Settimana Incom n. 81, 26 settembre 1947.
427
Cfr. “Grano americano. Il raccolto di quest’anno”, La Settimana Incom n. 84, 8 ottobre 1947.
428 Cfr. “San Francisco Usa. Sei soldati ignoti tornano in patria”, La Settimana Incom n. 91, 31 ottobre
1947.
429
Cfr. “America. «Il treno dell’amicizia»”, La Settimana Incom n. 98, 26 novembe 1947. Cfr. sequenza di fotogrammi alla pagina successiva.
430 Si pensi all’invio delle «lettere agli italiani» - spedite in un primo tempo a parenti e amici, in seguito
anche a sconosciuti mediante l’utilizzo di cartoline già pronte in cui si doveva apporre soltanto la firma – o al coinvolgimento, nella battaglia anticomunista, di personaggi del mondo dello spettacolo di origini italiane, come Frank Sinatra.
Sequenza di fotogrammi tratta da “America. «Il treno dell’amicizia»”, La Settimana Incom n. 98, 26 novembre 1947 [Partenza da Hollywood del treno dell’amicizia e suo viaggio
agli italiani, in un periodo di grave crisi economica, la straordinaria generosità del popolo americano. Veniva così promossa l’immagine di un capitalismo opulento e prodigo di doni verso i paesi amici, nella speranza che la promessa di benessere economico che quell’immagine veicolava potesse prevalere sull’aspirazione alla giustizia sociale di matrice socialista e comunista. A quest’iniziativa la Incom dedica otto servizi, dal 26 novembre al 28 gennaio, con una cadenza quasi settimanale, documentando ogni fase del viaggio “atlantico”: dalla raccolta dei viveri nelle varie stazioni americane (“[…]
L’ambasciatore Tarchiani su richiesta della Incom illustra il significato di questo convoglio: «Sono lieto di essere a Chicago, per poche ore, per incontrarvi il treno dell’amicizia che viene dalla costa del Pacifico e porta a quella dell’Atlantico alcune centinaia di vagoni, di doni per i bisognosi di Italia e di Francia. Sono sicuro che questa manifestazione di solidarietà e di amicizia da parte degli Stati Uniti sarà apprezzata in Italia da tutti coloro che sentono profondamente la necessità delle buone relazioni amichevoli tra i due paesi»”431), all’imbarco nel porto di New York (“[…] i vagoni che
vedete sul ferryboat sono simbolici, e simbolico è il loro giro attorno alla statua della libertà: il treno dell’amicizia è un araldo della libertà dal bisogno!”432); dall’attracco
della «nave dell’amicizia» a Napoli, accolta con festosa gratitudine alla presenza dei rappresentanti del governo (“[…] il giornalista Pearson, ideatore di questa strenna della
bontà, vuole che il mondo dimentichi le camere dei gas e i campi di concentramento. Mr. Pearson, questo piccolo ambasciatore [un bambino riceve dalle mani del giornalista uno
dei primi pacchi] le dice grazie! È una parola italiana che lei imparerà, di mano in mano
che i quasi 8 milioni di chilogrammi di doni dalle stive delle navi dell’amicizia raggiungeranno sui treni le città e i paesi d’Italia. Grazie nei 50 accenni, nelle 50 modulazioni dei dialetti d’Italia!”433), alla distribuzione del prezioso carico nelle varie tappe italiane (“[…] Milano. Questo è l’Istituto provinciale per l’assistenza all’infanzia:
era nel cuore dei bambini d’America che le offerte andassero a questi loro compagni della immensa corporazione dei bambini. Ma è tempo di ripartire: il treno deve arrivare sino a Trieste”434); dalla calorosa accoglienza della folla che si accalca alle stazioni (“[…]
Gorizia è particolarmente in grado di apprezzare l’amicizia tra i popoli: il saluto dei
431 Cfr. “Solidarietà americana. Attraverso gli Stati Uniti col «treno dell’amicizia», La Settimana Incom n.
101, 5 dicembre 1947.
432
Cfr. “Termine di un viaggio. Arrivato a New York il «treno dell’amicizia», La Settimana Incom n. 102, 10 dicembre 1947.
433 Cfr. “Dal cuore degli americani agli italiani. «Il treno dell’amicizia», La Settimana Incom n. 110, 7
gennaio 1948.
434 Cfr. “Dal cuore degli americani agli italiani. «Il treno dell’amicizia», La Settimana Incom n. 111, 9
goriziani, sig. Pearson, sembra augurare che la fraterna spontaneità americana sia inaugurazione, promessa di fratellanza tra tutti i popoli [ripresa del cartello che indica la
frontiera tra Italia e Jugoslavia]”435) ai comizi organizzati per celebrare ogni tappa, accompagnati dall’inno americano (“[…] Sig. ambasciatore Dunn, ascoltiamo anche noi
commossi l’inno di questa vostra America di popolo, fraterna verso la carestia del nostro dopoguerra”436) sino all’udienza concessa dal Papa ai promotori dell’iniziativa (“[…]Dopo aver personalmente rivolto l’augusta parola ai singoli partecipanti, il
pontefice pronuncerà dal trono un discorso in inglese: «Tra le prove giornaliere della sfiducia internazionale - egli dirà - si vedono tuttavia manifestazioni promettenti. Una di queste è il treno dell’amicizia, con l’immediata, spontanea adesione che ha raccolto in tutti gli Stati Uniti. Possa questo gesto essere la premessa di una nuova rinascita della generosità nel mondo, per ricondurre gli uomini sulla via del reciproco amore». A coloro che si sono riuniti per la raccolta e la distribuzione del dono americano, ai fratelli d’oltreoceano, il pontefice impartisce l’apostolica benedizione. Ed è parso che, sopra il coro di voci che da ogni parte d’Italia benedice l’iniziativa della fratellanza, la benedizione del vicario di Cristo, del pastore degli afflitti mettesse il suggello della carità divina all’umana carità”437). Prende dunque forma, all’ombra della bandiera della solidarietà e con la “benedizione divina”, un’alleanza preelettorale tra Stati Uniti, governo italiano e Santa Sede, dei cui molti strumenti di pressione messi in campo per il 18 aprile la Incom sottolinea, quasi esclusivamente, quello legato all’immagine dell’America: nel tentativo di “prendere per la gola” una popolazione ancora provata dalla guerra, il cinegiornale propone l’identificazione stessa degli americani con i provvidenziali rifornimenti di cibo (“Queste scatole imparammo a conoscerle all’arrivo di Joe, mentre
tornavamo a prendere dimestichezza col sapone che faceva schiuma, lo zucchero, i biscotti e il cioccolato. Ogni volta era una sorpresa, come gli americani avevano inscatolato la sostanza e il sapore degli alimenti!”).
La Incom non si lascia trascinare nella bagarre dello scontro politico né contagiare dai toni della “crociata anticomunista”: alla guerra contro i nemici preferisce la promozione degli amici. Ciò che il cinegiornale cerca di suscitare negli italiani non è l’odio verso una parte politica, ma la gratitudine verso i benefattori, nei confronti dei quali l’Italia ha contratto un doppio debito, sottolineato ad ogni occasione: “[…] Il carico attraversa una
435 Cfr. “Continuano il loro viaggio. Le navi e i treni dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 112, 14 gennaio
1948.
436 Cfr. “Dal cuore degli americani agli italiani. Il treno dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 113, 16
gennaio 1948.
437
bionda Roma invernale, che pare ricordarsi come in un’eco di una accesa Roma estiva, quando gli americani portarono un altro dono: la liberazione”438. Come segno della riconoscenza italiana439, ma anche come strumento per prolungare sino alle elezioni gli effetti propagandistici del «treno dell’amicizia», la Incom si fa promotrice dell’iniziativa «Thanks America!», “un documentario destinato ai cinema degli Stati Uniti e i cui
incassi andranno a beneficio della lotta contro la paralisi infantile […] La Incom desidera farsi portavoce di una gratitudine plebiscitaria: il film sarà quindi realizzato mediante una sottoscrizione di tutti gli italiani”440. Questo progetto riceve subito il sostegno dei giornali «Il Tempo» e «L’Europeo», che si incaricano di promuovere la sottoscrizione: “in testa all’elenco si legge la firma di Alcide De Gasperi”. Preferibilmente in chiusura dei servizi sui «treni dell’amicizia»441, ma anche di quelli su argomenti non attinenti442, la Incom rinnova agli spettatori l’invito a partecipare all’iniziativa : “«Thanks America!» È il documentario della riconoscenza italiana. Sta
fiorendo dal nostro sentimento collettivo in risposta al sentimento collettivo del popolo
438 Cfr. “Dal cuore degli americani agli italiani. Il treno dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 113, 16
gennaio 1948.
439 La Francia rispose al «treno dell’amicizia» con il «treno della gratitudine francese», recante doni di
apprezzamento per la generosità americana.
440 Cfr. “Dal cuore degli americani agli italiani. Il treno dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 110, 7
gennaio 1948. Il documentario «Thanks America!», realizzato dalla Incom, ha una durata di 25 minuti. Il commento parlato è in inglese e una delle due voci fuori campo è di Orson Welles. In apertura, una didascalia dichiara che il film è un segno della gratitudine degli uomini, delle donne e dei bambini d’Italia verso la popolazione degli Stati Uniti per il generoso contributo che ha reso possibile il «treno dell’amicizia». Le prime immagini mostrano i luoghi dello sbarco alleato ad Anzio e le croci dei soldati statunitensi caduti sul suolo italiano. Alcune scene di fiction ripercorrono le fasi della guerra antinazista, l’aiuto prestato ai soldati americani dalla popolazione italiana e la collaborazione tra forze della Resistenza e alleati. Seguono le immagini della liberazione, salutata con entusiasmo dalla popolazione, e quelle attinenti alla missione Unrra - con la firma dell’accordo tra De Gasperi e Mr. Keeney nel 1946 - e alla concessione del prestito da parte della Import-Export Bank nel 1947, avvenimenti dei quali è sottolineato l’immenso valore per la ripresa economica dell’Italia. Il filmato propone quindi le immagini del «treno dell’amicizia», ideato da Mr. Pearson, mentre raccoglie il contributo della popolazione americana per i fratelli italiani attraverso gli Stati Uniti e quando si imbarca per l’Italia. Dal porto di Napoli le cineprese Incom seguono il «treno dell’amicizia» nelle sue tappe verso nord attraverso Roma, Firenze, Bologna, Milano, Venezia e Gorizia. Un altro treno è seguito da Genova verso Taranto e poi Reggio Calabria, Messina e Palermo. In tutta Italia l’iniziativa appare accolta dal calore festante della popolazione e dalla gratitudine espressa dai rappresentanti del governo. Le immagini mostrano la distribuzione dei pacchi alla popolazione, ai bambini, agli istituti assistenziali. Una volta concluso il viaggio dei treni dell’amicizia, il filmato mostra l’udienza concessa dal papa ai promotori dell’iniziativa, in occasione della quale è loro impartita l’apostolica benedizione. Il documentario si chiude sulle immagini delle navi americane che salpano dai porti italiani per fare rientro in Patria, salutate dal commosso ringraziamento della popolazione per la prova di solidarietà e di amicizia tra i popoli che hanno reso prossibile. Il film è un montaggio di immagini già parzialmente utilizzate per i servizi settimanali.
441 Cfr. “Dal cuore degli americani agli italiani. Il treno dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 111, 9
gennaio 1948; “Continuano il loro viaggio. Le navi e i treni dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 112, 14 gennaio 1948; “Dal cuore degli americani agli italiani. Il treno dell’amicizia”, La Settimana Incom n. 113, 16 gennaio 1948; “Il papa riceve i promotori del «treno dell’amicizia»”, La Settimana Incom n. 116, 28 gennaio 1948.
442 Cfr. “Roma. La grande parata della moda”, La Settimana Incom n. 114, 21 gennaio 1948; “Cronache
che ci ha mandato «il treno dell’amicizia». La Incom lo realizza per sottoscrizione nazionale. Dovunque, nelle botteghe, nei caffè, alla cassa medesima di questo cinema troverete le mazzette di schede con cui viene raccolto il vostro contributo. […] Amici, unite il vostro grazie al plebiscitario «Thanks America!»” Particolarmente efficace il
servizio in cui sono mostrate le sottoscrizioni dei bambini di Napoli: “[…] Saliti dai
“bassi” e dalle grotte, i “guaglioni”, questi bambini di Napoli, tra i più toccati dalla guerra, hanno voluto portare il loro contributo: cinque lire rimediate con qualche piccolo servigio, con qualche grossa rinunzia, poche ma il loro valore è immenso. Hanno sottoscritto i guaglioni, tutti possiamo sottoscrivere!”443 Nell’arco di appena tre mesi la Incom lancia l’iniziativa, raccoglie le sottoscrizioni, realizza il documentario, lo mostra in anteprima a Drew Pearson e lo invia negli Stati Uniti: un’operazione rapidissima e smaccatamente elettorale che si conclude l’8 aprile 1948 con il servizio dedicato alla prima proiezione del documentario a Washington: “Il Warner Theatre è il più grande
della città. 3.500 spettatori che stasera si chiamano Tarchiani, Anderson, ministro dell’Agricoltura, Johnston, presidente della Film Industry, il produttore Warner che entra con Pallavicini. Avrà luogo la proiezione di «Thanks America!», il documentario della nostra gratitudine. […] Alla nostra ambasciata ricevimento offerto da Tarchiani, che riconosce ufficialmente la spontanea ambasceria mandata dagli italiani con «Thanks America!»”444.