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Gli ordines

I. 7 Gli ordines coronationis

I.7.2 Gli ordines

Vediamo ora da vicino i quattro ordines coronationis contenuti nel Pontificale romano-germanico. In tutti i manoscritti della seconda metà del X e dell’XI secolo, quindi i

152 Per gli ordines della seconda metà del secolo IX cfr. Ordines coronationis Franciae. Texts and ordines for the coronation of frankish and french kings and queens in the middle ages, ed. R. A. Jackson, Philadelphia 1995, vol. I, pp. 73-153; per la tradizione successiva cfr. Ordines coronationis imperialis. 153Ordines coronationis imperialis, p. XXIV; un esempio significativo è dato dal confronto fra la descrizione di Widukindo di Corvey dell’incoronazione regia del 936 e l’ordo coronationis di Magonza, che affrontiamo in dettaglio nei capitoli successivi; un’altro esempio utile si ricava dal raffronto fra l’ordo coronationis XV e il resoconto dell’incoronazione di Federico Barbarossa nella vita Adriani IV scritta dal cardinal Bosone; cfr. Ordines coronationis imperialis, pp. 47-50, e Liber pontificalis, ed. L. Duchesne, Paris 1955-1957, (I ed. Paris 1886-1892), vol. II, p. 392.

più antichi, questi ordines sono inseriti in parti diverse della raccolta, ma sempre come un blocco unico e nella stessa sequenza154: prima l’ordo ad regem benedicendum (d’ora in avanti ordo di Magonza)155, seguito da due messe, una lunga e una breve, dedicate espressamente all’incoronazione del re156, poi l’ordo romanus ad benedicendum

imperatorem, la benedictio ad ordinandum imperatorem secundum occidentales, a cui è

collegata una missa pro imperatore, infine la Benedictio reginae157 (d’ora in avanti rispettivamente ordo I, ordo II e ordo III)158. Mentre la presenza di un ordo per l’incoronazione del re non ci sorprende visto che continua, innovandola profondamente, la tradizione degli ordines coronationis di area franca del secolo IX, quella dei due ordines imperiali costituisce una grossa novità. Questi due testi, infatti, rappresentano i primi esempi arrivati fino a noi di ordines destinati all’incoronazione dell’imperatore. Nonostante l’impero fosse rinato in Occidente con l’incoronazione di Carlo Magno nel Natale dell’800, sembra che il mondo carolingio non abbia sentito il bisogno di ordines specifici per questo tipo di cerimonia. Alla metà del X secolo, invece, questa necessità si è concretizzata nella stesura di ben due ordines imperiali: l’ordo I, che fin dall’intitolazione (ordo romanus) dichiara esplicitamente il suo modello, cioè l’ordo di consacrazione papale inserito poco sopra nel Pontificale159, e l’ordo II, che al contrario riprende numerosi elementi dagli

ordines regi di area franco-occidentale, come conferma anche l’espressione secundum

154 Cfr. la tavola comparativa che mostra in parallelo la successione dei testi nei principali manoscritti del pontificale romano-germanico presente in Pontifical romano-germanique, vol. I, pp. XXX e seguenti.

155 Per il testo dell’ordo cfr. Pontifical romano-germanique, vol. I, pp. 246-259, per la sua denominazione cfr. P. E. SCHRAMM, Der Ablauf der deutschen Königsweihe nach dem “Mainzer Ordo” (um 960), in SCHRAMM, Kaiser, Könige und Päpste. Gesammelte Aufsätze zur Geschichte des Mittelalters, Stuttgart 1969, vol. III, pp. 59-60.

156Pontifical romano-germanique, vol. I, pp. 262-263.

157 Questi ordines coronationis sono stati pubblicati molte volte nel corso del XIX e XX secolo (cfr. le indicazioni preposte ai singoli testi in Ordines coronationis imperialis, pp. 1, 4, 7), ma le uniche edizioni che prendono in considerazione l’intera tradizione manoscritta di questi testi sono quelle di Michel Andrieu e Reinhard Elze, per i singoli ordines cfr. rispettivamente ANDRIEU, Les Ordinis Romani cit., vol. V, pp. 459- 462, 503-505, 517-519, e vol. I, p. 195, e Ordines coronationis imperialis, pp. 1-9. L’unica differenza sostanziale fra le due edizioni riguarda la missa pro imperatore: Andrieu la pubblica come un testo indipendente, mentre Elze la considera parte della benedictio ad ordinandum imperatorem secundum occidentales. Nell’edizione del Pontificale romano-germanico, invece, sono presenti solo i testi degli ordines, senza apparato critico per il quale si rimanda ad Andrieu, con l’eccezione della Benedictio reginae che è invece corredata da note all’edizione, cfr. Pontifical romano-germanique, vol. I, pp. 263-269.

158 Visto che questi ordines hanno ricevuto numerose e a volte arbritarie denominazioni da parte degli studiosi che se ne sono occupati in passato, per chiarezza espositiva e univocità di riferimento useremo nella nostra trattazione la semplice numerazione progressiva in numeri romani adottata da Reinhard Elze nella sua edizione degli ordines imperiali.

159 L’ordo di consacrazione papale compare subito prima dell’ordo di Magonza, cfr. Pontifical romano- germanique, vol. I, p. 246.

occidentales presente nell’intitolazione160. Le ragioni che hanno portato all’inserimento nella stessa raccolta liturgica di due ordines per l’incoronazione dell’imperatore, per di più legati a modelli differenti, e soprattutto le relazioni esistenti fra questi due testi e il contesto ideologico in cui maturò l’acquisizione della corona imperiale da parte di Ottone I (962) debbono essere inquadrate in un contesto più ampio. Per la loro identificazione e analisi rimandiamo all’ultimo capitolo del presente lavoro161.

L’ordo di Magonza e l’ordo III, invece, descrivono rispettivamente l’incoronazione del re e della regina, ma mentre il primo è stato scritto quasi tutto ex novo, mostrando infatti poche parti in cui sono individuabili prestiti testuali precedenti, il secondo sembra sia stato assemblato con elementi presenti nella tradizione franca162. Secondo Reinhard Elze, l’ordo III oltre a essere destinato all’incoronazione della regina, come attestano chiaramente i termini regina e regalis che compaiono più volte nel testo a partire dalla intitolazione (benedictio reginae), poteva essere usato anche per l’incoronazione dell’imperatrice163. Questa ipotesi, però, appare piuttosto debole perché si basa unicamente sull’osservazione che l’ordo III chiude sempre la sequenza degli ordines nella tradizione manoscritta, seguendo quindi i due ordines imperiali e non quello regio, mentre manca del tutto un qualsiasi elemento di supporto testuale.

Gli ordines coronationis del Pontificale romano-germanico non sono attestati in nessun’altra raccolta precedente, né singolarmente né in gruppo. Non possiamo escludere a priori che uno di questi ordines, o anche tutti, sia stato redatto in un periodo precedente alla stesura del Pontificale, ma ciò non è dimostrato né dalla tradizione manoscritta né da alcun elemento testuale. Quindi il termine ante quem per la loro redazione deve essere individuato nel periodo di stesura del Pontificale stesso, che come abbiamo visto corrisponde agli anni che vanno dal 950 circa al 963/964, mentre il termine post quem non può essere indicato con precisione. Ma al di là della loro datazione “originaria”, l’elemento fondamentale ai fini della nostra ricerca è dato dalla presenza di questi ordines nel Pontificale, perché il loro

160 Cfr. C. ERDMANN, Königs- und Kaiserkrönung im ottonischen Pontificale, in Forschungen zur politischen Ideenwelt des Frühmittelalters, a cura di F. Baethgen, Berlin 1951, pp. 52-91 (in particolare pp. 70-90), C. A. BOUMAN, Sacring and Crowning. The development of the latin ritual for the anointing of kings and the

Coronation of an emperor before the eleventh century, Groningen-Djakarta, 1957, pp. 38-49. 161 Cfr. infra paragrafo V.1

162 Per la tradizione testuale dell’ordo di Magonza cfr. ERDMANN, Königs- und Kaiserkrönung cit., pp. 54-70 e SCHRAMM, Der Ablauf der deutschen Königsweihe cit., pp. 61-83, mentre per quella dell’ordo III cfr.

Ordines coronationis imperialis, p. XI e Ordines coronationis Franciae, vol. I, pp. 154-159. 163 Cfr. Ordines coronationis imperialis, p. 6.

inserimento nella raccolta dimostra la volontà da parte dei compilatori di attribuire validità a questi testi nel contesto politico, ideologico e liturgico della metà del secolo X.