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Parigi-Mosca nel milieu di Abstraction-Création

Astrattismo e politica, Abstraction-Création sullo sfondo della querelle du

IV.2. Parigi-Mosca nel milieu di Abstraction-Création

I semi che portarono alla germinazione dell’attivismo tra gli artisti di Abstraction-Création erano stati gettati nel corso degli anni Venti dai manifesti del costruttivismo russo, dall’utopia socialista di De Stijl e del Bauhaus: tutte queste esperienze avanguardistiche ebbero come punto in comune, nel loro programma, la creazione di un linguaggio universale, accessibile e comunicabile a tutti.

Herbin, come abbiamo ricordato, aderì al PCF nell’anno della sua fondazione, nel 1921; Albert Gleizes, negli stessi anni, scriveva numerosi articoli per la rivista «Clarté» dove presentava una visione sociale dell’arte orientata “verso un’epoca di costruttori”477.

477 A. Gleizes, Vers une époque de batisseurs (1920) in Puissances du cubisme, op. cit., pp. 150-180. Gli

articoli suscitarono una polemica per il loro contenuto cattolico. Si rimanda alle note biografiche dell’artista con relative note in Albert Gleizes, Le cubisme en majesteé, op. cit., p. 92. I fondatori di «Clarté», Henri Barbusse (1973-1935), Raymond Lefevbre (morto nel 1920) e Paul Vaillant-Coutrier (1892-1937) furono dirigenti della fazione pro-bolscevica del Parti socialiste francais, SFIO, fazione che diventerà nel 1921 Parti Communiste francais. L’idea dominante nella rivista era quella di porre l’intellettuale come guida di un nuovo ordine sociale attraverso il movimento che Barbusse chiamava “L'Internazionale della Mente”. Sull’argomento

173 Nell’agosto del 1931 Jean Hélion attraversava l’URSS da Mosca a Kiev con l’amico pittore di origini americane William Einstein, un allievo di Ozenfant convertito all’astrazione da Mondrian al volgere del 1930. In una cartolina inviata ad Albert Gleizes, Hélion raccontava del suo incontro con “authentiques ouvriers et paysans” ma non menzionava scambi con artisti, sebbene l’iniziale motivazione del viaggio fosse stata dettata dalla curiosità di conoscere i maestri del costruttivismo478. In una lettera successiva Hélion informava Gleizes di voler passare un periodo in Svezia per far sedimentare le sue impressioni del viaggio in Russia; sapeva infatti che a Parigi sarebbe stato immediatamente interrogato:

J’étais allé là-bas [en Suède] au retour de l’URSS, pour réfléchir à tant de choses que j’y ai vues, sur que l’obligation dans laquelle je serais tenu, en France, de parler immédiatement de mes impressions, m’obligerait à prendre une opinion définitive trop rapide479.

La dichiarazione di Hélion testimonia il clima di vivace interesse che vi era in Francia per quanto avveniva nella Russia comunista. Il “viaggio a Mosca” negli anni Trenta diventò un vero e proprio genere letterario: tra il 1917 e il 1939 furono pubblicati più di 200 testi di

Bertrand Russell, Richard A. Rempel, Beryl Haslam, Civilisation and the Class Struggle (1920) in Uncertain

Paths to Freedom: Russia and China, 1919-22, Psychology Press, 2000, pp. 118-119.

478 “Mon cher Gleizes, nous voyagés à travers l’URSS depuis cinquante jours, non en touristes étrangers

mais en “ouvriers russes”. Nous avons travaillé à Moscou et nous sommes joints, de ville a ville, à des troupes d’authentiques ouvrières et paysans, comme par hasard. Nous venus d’achever un voyage de 4 jours sur le Dniepr, autre Kiev et Duproetrak, puis entre Drupropetrak et Kitcclikas. [nous avons rencontrée] 300 ouvriers, paysans, un général, 10 ingénieurs, quelque écrivains […] fait pour nous des chorus merveilleuses, dont nous parlerons cet hiver”. Jean Hélion, Cartolina ad Albert Gleizes, agosto 1931, Fonds Gleizes, Bibliothèque Kandinsky, Parigi. Nel suo libro di memorie ricordava che Van Doesburg, prima di morire improvvisamente, gli avesse raccomandato di incontrare El Lisstisky e Malevich. I due furono introvabili: “In vacanza”, gli dissero. Riuscì ad avere un breve scambio con Tatlin, il quale parlava solo russo, a una riunione del Volks. J. Hélion, Récit et commentaires, op. cit., p. 211.

479 J. Hélion, Lettera ad Albert Gleizes, Fonds Gleizes, Bibliothèque Kandinsky, Parigi, 11 dicembre

174 autori francofoni sul tema480. A partire dal 1927, quando il presidente francese Edouard Herriot abbandonò le istanze antibolsceviche e riconobbe l’URSS, cominciarono a fiorire numerose strutture culturali di ispirazione sovietica che animarono e finanziarono manifestazioni internazionali, legandosi ai circoli pacifisti di Henri Barbusse e Raimon Rolland481. Nel 1930 si tenne il primo congresso degli amici dell’URSS a Kharkov nel padiglione di Melnikov, luogo di diffusione della propaganda sovietica, occasione nella quale venne lanciata la prima manifestazione anticolonialista che ebbe ampio seguito a Parigi grazie all’attività del gruppo di Breton482.

Mentre negli anni Venti del Novecento fu il contesto culturale di Berlino ad offrire un’importante iniziazione alla cultura marxista483, grazie all’attività di El Lissitzky con la rivista «Vesc»484 e il fermento della Scuola di Francoforte, che tuttavia trovò nella libertà di stampa francese il veicolo alle proprie idee485, lo spostamento della sede europea del Comintern da Berlino a Parigi nel 1933 nel cosiddetto quartiere del “secours rouge”, spostò

480 Il più noto fu Retour de l’URSS di André Gide, pubblicato nel 1936, anche se i rimi articoli dello

scrittore pubblicati su «L’Humanité» risalivano a inizio anni Trenta. I viaggi, compreso quello di Hélion ed Epstein, avvenivano attraverso la mediazione di un organo di propaganda sovietica appositamente preposto all’attività di organizzazione, l’Intourist. Sull’argomento Fred Kupferman, Au pays des Soviets, Le voyage

francais en URSS 1917-1939, Editions Tallandier, Parigi, 2007.

481 Per una geografia attraverso la Parigi bolscevica degli anni Venti e Trenta si rimanda a Sarah Wilson, Marx/Picasso and Socialist Realism in France, Liverpool University Press, 2015.

482 Sull’argomento si rimanda all’articolo con la relativa bibliografia di Sophie Leclercq, La Rançon du colonialisme: les surréalistes face aux mythes de la France coloniale (1919-1962), Les Presses du réel, Dijon,

2010.

483 La catalogazione e la pubblicazione dei manoscritti di Marx videro protagonisti l’asse Mosca-Berlino

attorno alla figura di David Riazanov, primo direttore dell’Istituto Marx e Engels di Mosca e, prima dell’epurazione del 1932, curatore dei volumi delle opere complete degli autori, pubblicate a Francoforte e a Berlino tra 1927 e 1930. Sull’argomento B. Souvarine, Stalin. Apercu historique du Bolschevisme, Champ Libres, Parigi, 1977.

484 Sull’argomento Christina Lodder, El Lissitzky and the Export of Constructivism, in Situating El Lissitsky: Vitebsk, Berlin, Moscow, Getty Research Institute, Los Angeles, CA, 2003, pp. 27-46

485 È utile ricordare che i quaderni della Scuola di Francoforte erano editi a Parigi da Felix Alcan. Sulla

storia dei circoli editoriali tedeschi a Parigi negli anni Trenta H. Roussel, Editeurs et pubblication des emigres

175 l’asse verso la Francia. L’immigrazione di politici, intellettuali ed artisti tedeschi, la minaccia del Reich, portò all’apice l’influenza culturale sovietica nella capitale francese486.

Per quanto rigurda lo studio dei rapporti tra arte e politica nelle avanguardie francesi, mentre la letteratura sulle posizioni del surrealismo è ricca e numerosa, molto meno indagata è la posizione degli astratti nel dibattito marxista coevo, forse perché, come è stato ricordato, le opinioni antifasciste presero forma di un fronte più ampio solo con l’inizio della guerra di Spagna. La polemica di cui fu oggetto l’associazione Abstraction-Création sulle colonne de «L’Humanité» nel 1932, anno di uscita del primo numero della rivista, permette di ritrovare le ragioni delle conflittualità tra pittori astratti e intellettuali comunisti. Alcuni artisti del gruppo fecero il tentativo si instaurare un terreno di dialogo con gli organi del Partito, con l’obiettivo di promuovere un’alternativa all’estetica del realismo socialista.

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