• Non ci sono risultati.

Le possibilità capacitanti della formatività: virtù epistemiche, apprendimento generativo e sistemi di pensiero

Nel documento Professionalità studi (pagine 125-129)

In quest’ottica, la scuola si afferma quale comunità di saperi della cono-scenza in connessione con i saperi della società, diventando sede privi-legiata di esplorazione, riflessione, collaborazione, discussione, elabora-zione (41).

T.A.L.E.N.T.I. mobilita le scuole attivandole in una rete di relazioni per

(38) Ivi, 114.

(39) Ivi, 9.

(40) M.PELLEREY, Dirigere il proprio apprendimento, Brescia, La Scuola, 2006.

(41) F.DE VITIS, Il terzo educativo e qualità degli apprendimenti. Investire sul talento, in Formazione & Insegnamento, 2018, vol. 16, n. 2. On line supplemento, 2018, 87.

lo sviluppo delle possibilità capacitanti della formatività. Si tratta di un orizzonte di trasformazione che richiede di assicurare centralità antropo-logica. Ciò significa accogliere le sfide di generatività e di formazione dei talenti, in una prospettiva di senso data dalle relazioni di contesto (42).

A riguardo, avverte Minello: «L’educazione può salvarci. Ma dovrà uscire dalle classi, per trasformarsi in un’educazione diffusa e totale:

un’educazione permanente che non si sviluppa in verticale ma in oriz-zontale o, meglio, in tante dimensioni contemporaneamente, che si av-vale di reti multiformi, spazi trasformati e nuovi mentori. L’educazione dovrà percorrere la strada di un dialogo virtuoso che pone al centro le persone, coinvolgendole in esperienze di contaminazione tra generazioni e dialogo tra mondi umani, più che tecnologici, che finora sono stati te-nuti rigorosamente e pericolosamente distinti» (43).

In quest’ottica, T.A.L.E.N.T.I. affronta due ordini di problematiche/cri-ticità sollevate dalla studiosa: l’attenzione educativa a ciò che maggior-mente serve alla persona (e al futuro lavoratore) e la necessità di riconfi-gurare i rapporti educazione/techné (44). La prima problematica accende i riflettori sul rilievo delle virtù epistemiche e delle virtù del carattere orientate alla promozione dei talenti, che operano talvolta in connessione con quelle etiche. Il rinvio è dunque alla curiosità, all’umiltà intellettuale, alla fiducia, alla comprensione, all’intuizione, all’attenzione, all’apertura mentale, al coraggio e alla condotta intellettuali, alla critica epistemica, nonché alla prudenza e alla diligenza intellettuali. La seconda criticità segnala come non si possa trascurare la natura plastica e ibrida della no-stra mente (45) formata da parti biologiche e parti tecnologiche, esterne.

L’assolutizzazione del tecnicismo costituisce un pericolo formativo che prende forma nel demandare i problemi educativi agli strumenti e alle tecnologie e nella perdita dell’atteggiamento di cura e del desiderio di personalizzazione dei saperi (46).

Riguardo alla prima criticità – il rilievo delle virtù epistemiche e del ca-rattere – Minello evidenzia l’importanza di un approfondimento sui fat-tori specifici del talento che influenzano il successo formativo, per

(42) R.MINELLO, Tessitori di tele d’acqua. L’incontro tra talento, luogo e contesto, in Formazione & Insegnamento, 2019, vol. 17, n. 1, 149.

(43) R.MINELLO, op. cit., 2019, 153.

(44) Ivi, 153-154.

(45) A.CLARK, Natural-Born Cyborgs. Minds, Technology, and the Future of Human Intelligence, Oxford University, 2003, 211.

(46) R.MINELLO, op. cit., 2019, 154.

intervenire su di essi in quanto leva capacitante per la formazione. Fina-lizzare l’educazione allo sviluppo delle virtù intellettuali è determinante, soprattutto per porre obiettivi come “amore per l’apprendimento”, “ap-prendimento permanente”, “pensiero critico” (47).

Un grande potenziale di custodia dell’humanum caratterizza l’apprendi-mento in quanto attività generativa (48). Premesso che l’apprendimento è un cambiamento che attiene alla sfera del sapere di un soggetto che viene prodotto da stimoli originati dalla sua esperienza, l’apprendere come at-tività generativa si sostanzia nel processo di conferimento di senso attra-verso le operazioni di selezione, organizzazione e integrazione, ovvero, la selezione attiva di parti rilevanti e pertinenti delle informazioni pre-sentate, la loro organizzazione mentale in una struttura cognitiva coe-rente e la loro integrazione con altre conoscenze di cui si è già in pos-sesso, preliminarmente attivate dalla memoria a lungo termine (49). A qualificare l’apprendimento in senso generativo è l’impegno in queste tre operazioni processuali, che rappresentano le competenze del XXI se-colo orientate alla formazione dei talenti, e a cui si aggiunge la metaco-gnizione per coordinare e controllare i processi cognitivi, e la motiva-zione che induce ad avviare e mantenere l’elaboramotiva-zione generativa ad un livello elevato durante l’apprendimento.

Minello individua l’area di sovrapposizione tra le competenze del XXI secolo e il sistema dei talenti nei sistemi di pensiero (50). Questi ultimi rappresentano, quindi, la forma verso cui T.A.L.E.N.T.I. orienta lo svi-luppo delle competenze.

Nella sua prefazione al Saggio breve per le nuove sfide educative di Man-nese (51), Ceruti rimarca come i più recenti risultati delle neuroscienze abbiano portato all’attenzione il ruolo cruciale nella produzione dei col-legamenti neuronali delle contingenze e degli stimoli opportuni più che delle componenti innate. I percorsi mentali sono i filtri della mente; «[…]

fungono da modelli, strategie, schemi di pensiero, di comportamento o di emozione ricorrenti ai quali rispondiamo e che ci dicono

(47) Ivi, 153-154.

(48) M.C.WITTROCK, Generative processes of comprehension, in Educational, Psy-chologist, 1990, vol. 24, n. 4, 345-376.

(49) L. FIORELLA,R. E. MAYER, Learning as a Generative Activity. Eight Learning Strategies That Promote Understanding, Cambridge University, 2015, 25.

(50) R.MINELLO, op. cit., 2019, 155.

(51) E.MANNESE, Saggio breve per le nuove sfide educative, Pensa Multimedia, 2016.

costantemente cosa dobbiamo fare, sentire o pensare» (52). Riprendendo Margiotta (53), Minello sottolinea come l’attuazione efficace di tali filtri rappresenta il “talento” e orienta il profilo formativo, inteso come «si-stema di talenti e di padronanze che la personalità in sviluppo del sog-getto riesce a sviluppare, arricchendo il suo differenziale di apprendi-mento durante il percorso formativo» (54).

Le idee e le azioni umane sono create e alimentate da relazioni interattive e sociali, collocate dentro una specifica cornice di senso condivisa e co-municata, in funzione di filtri creativi coerenti con matrici di senso dina-miche, epistemologie che evolvono. «Le competenze che mirano all’educazione dei talenti si possono riassumere nella dimensione crea-tiva dell’azione dei soggetti, in quanto capacità di rispondere alle diffe-renze» (55).

Considerata la plasticità della nostra mente, il focus della ricerca peda-gogica si sposta, secondo Minello, dalle condizioni dell’educabilità in-tesa come sviluppo, alle possibilità della formatività, inin-tesa come trasfor-mazione: queste ultime dipendono da variabili individuali e dalle realtà biologiche ed ambientali, riguardano la libertà e la disponibilità ad ap-prendere, oltre che l’intenzionalità dell’azione educativa del formatore (56).

Le proposte educative offerte nell’ambito di T.A.L.E.N.T.I. sollecitano e attivano la ricostruzione continua dell’esperienza umana (57), identifi-cando gli obiettivi di successo nella formazione dei talenti. Per Mar-giotta, il talento è «quella postura individuale che indica nei tratti, nel modo di esprimersi, nelle combinazioni personali, stime del fare e del sentire, l’insieme di caratteristiche di intelligenza, di volontà, di cultura e di carattere che segnano la nostra unicità» (58). Si tratta di «una serie di relazioni funzionali distribuite tra la persona e il contesto, e attraverso la

(52) R.MINELLO, op. cit., 2019, 155.

(53) U.MARGIOTTA, La formazione dei talenti. Tutti i bambini sono un dono, il talento non è un dono, Franco Angeli, 2018; U.MARGIOTTA, Insegnare nella società della conoscenza, Pensa Multimedia, 2007.

(54) R.MINELLO, op. cit., 2019, 155.

(55) Ivi, p. 156.

(56) Ibidem.

(57) J.DEWEY, My Pedagogic Creed, Collier, 1897, Tr. it. Il mio credo pedagogico:

antologia di scritti sull’educazione Unione Editrice, 1913; Tr. it., La Nuova Italia, 1954.

(58) U.MARGIOTTA, op. cit., 2018, 20.

quale la persona-in-situazione appare accortamente dotata di abilità» (59).

Ne consegue che il talento appartiene a tutti e può essere valorizzato in una scuola capacitante, che potenzi il successo formativo di ciascuno.

Nel documento Professionalità studi (pagine 125-129)

Outline

Documenti correlati