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Sintesi delle evidenze

Nel documento Professionalità studi (pagine 178-182)

4. Gli insegnanti e il disagio di fronte alla disabilità

3.1. Sintesi delle evidenze

Rafforzare il bagaglio di conoscenze dei docenti curricolari sui Disability Studies in Education aiuta a comprendere la disabilità come un insieme di pratiche, come un prodotto sociale anziché come un problema indivi-duale, questo permette di aprire nuovi scenari per la formazione degli insegnanti in una prospettiva inclusiva, a patire da un corretto utilizzo del linguaggio nel descrivere e identificare gli alunni. Nell’analisi dei processi di classificazione e nella stesura dei Piani Educativi Individua-lizzati, il modello sociale della disabilità rifiuta termini e linguaggi propri del modello medico, non utilizza le parole deficit o difficoltà preferendo

un linguaggio che metta in risalto gli ostacoli disabilitanti esterni all’in-dividuo. Nella pianificazione delle attività di apprendimento, inoltre, si deve garantire a tutti alunni il diritto di partecipare alle attività collettive principali: l’accesso all’istruzione nelle classi comuni da parte degli alunni con disabilità, evidentemente non basta, tutti gli alunni devono essere impegnati in attività di apprendimento utili e importanti per loro, evitando fenomeni ancora abbastanza comuni di esclusione, separazione, segregazione.

Le moderne visioni di intolleranza su base etnica, ideologica e sociale accentuano il bisogno di concentrarsi sulla formazione di educatori ca-paci di costruire comunità di apprendimento inclusive centrate sugli stu-denti e basate sull’apprezzamento delle differenze in una prospettiva pla-netaria. La maggior parte dei docenti utilizza ancora oggi la parola “in-clusione” rivolgendosi in termini di eccezionalità, con etichette e dia-gnosi seguendo la concezione medico-individualistica della disabilità.

Come ha rilevato Ianes (8) nella traduzione italiana del PDI «è ancora assai diffusa l’idea che l’inclusione riguardi il lavoro da fare con quel 20% circa di alunni che presentano una qualche forma di Bisogno Edu-cativo Speciale (BES), mentre si deve parlare di inclusione come di un lavoro rivolto al 100% degli studenti, che devono trovare un’offerta for-mativa adeguata alla loro individualità».

Per promuovere l’apprendimento come un’attività principalmente so-ciale sono disponibili numerosi strumenti e metodologie rivolte alla di-dattica inclusiva, e la conoscenza di questi strumenti è uno dei requisiti necessari per insegnare in contesti altamente diversificati: dalla didattica attiva a quella metacognitiva, dal Cooperative Learning all’Universal Design for Learning, la ricerca pedagogica mette a disposizione dei do-centi un’ampia varietà di prospettive (9). L’idea è quella di favorire la costruzione attiva e autonoma delle conoscenze e delle competenze, con-siderando «l’apprendimento umano come un processo fondato sulle ope-razioni mentali e sulle azioni che il soggetto attiva nelle inteope-razioni con l’ambiente fisico e sociale cui appartiene» (10). In questa direzione, la

(8) D.IANES, op. cit.

(9) L.COTTINI,A.MORGANTI,Evidence-Based Education e pedagogia speciale. Prin-cipi e modelli per l’inclusione, Carocci, 2015; S.D’ALESSIO, Formulare e implemen-tare politiche e pratiche scolastiche inclusive: riflessioni secondo la prospettiva dei Disability Studies, in D.GOODLEY et al. Disability Studies e inclusione, Erickson, 2018 (10) G.FRANCESCHINI, Colto, competente o consapevole? Modelli di insegnante a con-fronto, in Studi sulla Formazione, 2019, vol. 22, n. 2, 253-270.

certificazione delle competenze rappresenta, proprio per la sua trasver-salità, il miglior compromesso per la valutazione degli apprendimenti degli alunni con disabilità nella scuola del primo e secondo ciclo (11).

Per quanto riguarda i sistemi di valutazione e certificazione delle com-petenze è stato rilevato che un metodo di valutazione del successo basato sulla logica del profitto non può assicurare quella flessibilità necessaria per venire incontro alle sfide simultanee del sistema d’istruzione e sup-portare tutti, perché basato su definizioni troppo riduttive.

È essenziale condividere la scelta dei contenuti e dei metodi didattici con gli alunni, sviluppare l’autonomia e l’autodeterminazione, promuovere il monitoraggio individuale e di gruppo, creare percorsi didattici attivi, interattivi e costruttivi all’interno dei quali sono previsti anche momenti di autovalutazione, in grado di consentire al soggetto in formazione di cogliere il senso, il significato e la direzione di ciò che apprende.

Nell’ottica di accountability e improvement degli insegnanti, infine, vi sono alcuni strumenti che mettono in relazione la valutazione dei pro-cessi inclusivi con la percezione delle proprie emozioni nel lavoro con gli alunni disabili, ad esempio la scala SACIE-R i cui aspetti ricadono direttamente sulle competenze professionali dei docenti, e la TEIP scale che mette in correlazione il livello di percezione dell’efficacia dell’inse-gnante con le pratiche inclusive (12).

4. Discussione

La costruzione di una comunità coesa consente un corretto utilizzo delle risorse interne in virtù dei processi di valutazione interna ed esterna, con la definizione dei piani di azione e miglioramento. Il PDI ha l’obiettivo di definire meglio le competenze necessarie e le azioni inclusive dei

(11) D.CAPPERUCCI, La certificazione delle competenze nella scuola secondaria di se-condo grado per studenti con disabilità grave, in D.CAPPERUCCI,G.FRANCESCHINI (a cura di), Introduzione alla pedagogia e alla didattica dell’inclusione scolastica, Gue-rini, 2020, 195 ss.

(12) C.FORLIN,C.EARLE,T.LOREMAN,U.SHARMA, The Sentiments, Attitude and Con-cerns about Inclusive Education Revised (SACIE-R) scale for measuring pre-service teacher’s perceptions about inclusion, in Exceptionality Education International, 2011, vol. 21, n. 3, 50-65.U.SHARMA,T.LOREMAN,C.FORLIN, Measuring teacher efficacy to implement inclusive practice, in Journal of Research and Special Education Needs, 2012, vol. 12, n. 1, 12-21

docenti curricolari e di intervenire sui processi di ridefinizione dei per-corsi universitari dei futuri docenti. La formazione dei docenti storica-mente ha seguito due binari separati e distanti l’uno dall’altro come ri-flesso all’approccio dualistico nell’educazione: speciale da un lato e ge-nerale dall’altro. Questo sistema, in definitiva, ha generato una scarsa preparazione dei docenti curricolari all’inclusività, innescando di default un meccanismo di esclusione delle persone con disabilità che è stato de-finito il primo ostacolo allo sviluppo di classi inclusive, come risultato di «un retaggio culturale in cui si annidano le profonde discriminazioni nei confronti degli alunni con disabilità a cominciare dalla comune dif-ferenziazione tra insegnante curricolare e di sostegno» (13). Secondo que-sto punto di vista, i percorsi di formazione per docenti sarebbero in con-trasto con tutte le richieste di collaborazione e coordinazione promosse dalle politiche scolastiche.

È stato rilevato inoltre come la presunta natura specialistica dei BES escluda, di fatto, il docente curricolare dalla responsabilità di educare tutti (14) in un meccanismo ormai accomodato che è stato definito come

«una faglia del sistema formativo» (15). La tendenza a considerare l’edu-cazione degli alunni con disabilità come una prerogativa di alcuni, infatti, non tiene conto delle molteplici esigenze, dalla personalizzazione all’in-dividualizzazione del curricolo, che sono richieste per il raggiungimento delle competenze-chiave. Personalizzare l’apprendimento significa mo-dellarlo sui requisiti individuali, tuttavia questo richiede un’intensifica-zione generale della formaun’intensifica-zione docente.

Secondo molti autori, la formazione iniziale costituisce il momento mi-gliore per sviluppare gli atteggiamenti e acquisire le conoscenze sulla diversità e l’inclusione e la formazione dei docenti mediante la prepara-zione combinata di aspetti chiave di cittadinanza democratica e di Disa-bility Studies è stata proposta come un nuovo paradigma inclusivo, anche

(13) M.C.PUGACH,The edTPA as an Occasion for Structuring Faculty Dialogue Across the Divide? A “Checklist Manifesto” for a More Inclusive Teacher Education, in Teacher Education and Special Education, 2017, vol. 40, n. 4, 314-321.

(14) Cfr. B.NORWICH,T.NASH, Preparing teachers to teach children with special edu-cational needs and disabilities: the significance of a national PGCE development and evaluation project for inclusive teacher education, in Journal of Research in Special Educational Needs, 2011, vol. 11, n. 1, 2-11.

(15) Cfr. F.BOCCI, L’insegnante inclusivo e la sua formazione: una questione aperta nell’ottica dei Disability Studies in Disability Studies e Inclusione. Per una lettura cri-tica delle politiche e pratiche educative, Erickson, 2018.

se vi sono alcune reticenze da parte degli approcci più tradizionali verso le diversità, la disabilità e l’inclusione (16).

5. Conclusione: mappa degli indicatori per le competenze inclusive

Nel documento Professionalità studi (pagine 178-182)

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