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PRESENTAZIONE DI ALCUNI CASI-STUDIO 1 L’attività della CONTARP Friuli Venezia Giulia

ANALISI DEL FENOMENO DEL RISCHIO DA MOVIMENTI RIPETUTI IN FRIULI VENEZIA GIULIA: DATI STATISTICI

3. PRESENTAZIONE DI ALCUNI CASI-STUDIO 1 L’attività della CONTARP Friuli Venezia Giulia

La CONTARP Friuli Venezia Giulia ha esaminato fino a settembre 2011 più di 700 casi di malattie degli arti superiori da movimenti ripetitivi e del rachide da movimentazione manua-le dei carichi e dei pazienti ospedalieri. In tal senso la CONTARP, a partire dal 2007, ha svolto un’attività di formazione specifica rivolta in particolare alla sovrintendenza medica di sede, in quanto i rischi di natura ergonomica presentano peculiarità tali da richiedere una buona conoscenza degli aspetti tecnici del rischio anche da parte del medico, chiamato a redigere le anamnesi e dunque inquadrare e tentare di definire il caso denunciato. Spesso la definizione non può prescindere dalla valutazione tecnica dell’esposizione a rischio richiesta alla CONTARP. È stato inoltre costituito un archivio informatico condiviso in rete con i medici di sede di tutti i pareri tecnici relativi alle diverse tipologie di malattie professionali, in modo tale da rendere disponibili le considerazioni tecniche proposte per le diverse lavora-zioni analizzate. Grazie a ciò, nel tempo, si è sviluppata una efficace capacità

nell’approfon-0

Figura 3 - Distribuzione per genere delle MP osteo-articolari muscolo-tendinee.

dire in sede di anamnesi la descrizione della lavorazione svolta dall’assicurato; l’anamnesi dettagliata viene quindi posta a confronto con l’estratto del documento di valutazione dei rischi (per la parte relativa alla mansione ed al rischio specifico) che viene sempre richiesto al datore di lavoro. Spesso, purtroppo, si riscontra una discrepanza fra quanto dichiarato dall’azienda e quanto riferito dal lavoratore in anamnesi, relativamente al carico di lavoro, al tipo di gesti, al numero di pezzi lavorati, ecc. Inoltre, frequentemente, le aziende sottovaluta-no il rischio specifico da movimenti ripetitivi; pertanto, è abbastanza usuale analizzare docu-menti di valutazione dei rischi privi di tale valutazione o in alternativa contenenti valutazioni sommarie non basate su una reale e attenta osservazione dei gesti lavorativi. Ciò continua a verificarsi a più di tre anni di distanza dall’emanazione del D.Lgs. 81/2008, che non solo ribadisce l’obbligo del datore di lavoro di valutare tutti i rischi presenti nell’attività lavorati-va, ma anche rimanda all’applicazione, nel caso del rischio da movimenti ripetitivi, della specifica norma tecnica ISO 11228-3 (art. 168 c. 3 e Allegato XXXIII).

Alcuni dei casi pervenuti a questa consulenza hanno perciò richiesto l’effettuazione di un sopralluogo presso le aziende, al fine di poter realizzare le riprese video delle mansioni oggetto dell’indagine e procedere, quindi, in modo oggettivo alla valutazione tecnica del rischio.

Una delle principali difficoltà riscontrate in corso di sopralluogo è il reperimento dei dati organizzativi, in particolare il numero e le durata delle pause, che sovente vengono definite

“a piacere” o “libere”, e anche il dato relativo alla produttività, ovvero il numero di pezzi lavorati al giorno o all’ora, poiché quasi sempre le ditte, specie quelle piccole, producono dietro commessa senza una programmazione di produzioni fisse giornaliere. In tal senso, la crisi intervenuta nel corso del 2009 e tutt’ora in atto, riducendo in modo consistente il numero di ordini e dunque il ritmo produttivo di molte aziende, ha prodotto una diminuzio-ne del numero di ore giornaliere lavorate, aumentando diminuzio-nel contempo il ricorso al part-time forzato, mentre nel periodo antecedente si lavorava con elevati ritmi e utilizzando ore di lavoro straordinario per soddisfare gli ordini ricevuti.

Un ulteriore elemento di criticità è stato determinato dal fatto che nella maggioranza dei casi le aziende in esame, in larga parte di piccole dimensioni, non hanno una rigorosa asse-gnazione dei compiti per ogni singolo addetto che, spesso, è chiamato a svolgere diverse lavorazioni nell’arco della stessa giornata a seconda delle esigenze produttive ed organizza-tive. Pur non essendo possibile, talvolta, giungere ad una precisa quantificazione percentua-le dell’adibizione ai singoli compiti specifici, risulta comunque possibipercentua-le evidenziare, tra-mite l’analisi dei singoli compiti, quali siano quelli maggiormente a rischio e dunque corre-labili con la patologia insorta.

3.2 Metodo di valutazione

Prendendo spunto dall’esame di alcuni casi di malattia professionale determinata da una esposizione al rischio da movimenti ripetuti, vengono presentate alcune valutazioni del rischio realizzate tramite effettuazione del sopralluogo tecnico (con realizzazione delle riprese video dei diversi compiti analizzati) e successivo calcolo dell’indice di checklist OCRA intrinseco relative ad alcune delle lavorazioni ritenute più interessanti.

Si è deciso di utilizzare per la valutazione del rischio da movimenti ripetuti il metodo OCRA in quanto nella norma tecnica di riferimento (ISO 11228-3) questo è individuato come “preferred”; la scelta di utilizzare la checklist (metodo di 2° livello) anziché il più

La CONTARP tra rischi lavorativi e tutela della sicurezza

complesso indice (metodo di 3° livello) è determinata dal fatto che la checklist è di più semplice e rapida applicazione.

Per valore intrinseco di checklist OCRA si intende la valutazione di ciascun compito come se fosse l’unico svolto per tutto il turno, ovvero: per circa 440 minuti netti di lavoro ripetiti-vo, con pausa mensa di almeno 30 minuti, due pause di almeno 8 minuti e dunque con fat-tore recupero pari a 4. I punteggi così ottenuti per i vari casi esaminati vengono inseriti nelle fasce di rischio ufficiali del metodo OCRA. Si ricorda che il valore intrinseco di cia-scun compito è quello utilizzato per il calcolo complesso degli indici composti, nel caso di esecuzione di più compiti ripetitivi nell’arco della stessa giornata. Gli altri fattori di rischio (frequenza, forza, postura, stereotipia e complementari) vengono calcolati secondo i criteri previsti nel metodo classico; in particolare, il fattore postura prevede l’analisi dei quattro distinti distretti anatomici (spalla, gomito, polso e mano-dita), però poi ai fini del calcolo (somma dei fattori) si considera soltanto il distretto con punteggio più elevato, che può essere diverso per i due arti. Per la valutazione dei punteggi dei diversi fattori di rischio si rimanda a quanto descritto dagli autori del metodo (riferimento in bibliografia); per ogni compito vengono pertanto descritti solo i rilievi essenziali che hanno determinato l’assegna-zione dei punteggi.

Si riportano di seguito (Tabella 1) le fasce di rischio secondo il metodo OCRA:

Tabella 1 - Fasce di rischio del metodo OCRA

Fascia di rischio Indice OCRA Checklist OCRA RISCHIO

Verde 1,6 - 2,2 5,1 - 7,5 Accettabile

Giallo 2,3 - 3,5 7,6 - 11,0 Molto lieve

Rosso leggero 3,6 - 4,5 11,1 - 14,0 Lieve

Rosso medio 4,6 - 9,0 14,1 - 22,5 Medio

Viola > 9,0 > 22,5 Elevato

Nei casi presentati il datore di lavoro non aveva valutato il rischio per gli arti superiori o lo aveva valutato in modo non corretto, sottovalutando pertanto il rischio specifico, che inve-ce, come verrà illustrato di seguito, risulta spesso significativo.

3.3 Lavorazione di impagliatura di sedie 3.3.1 Addetto al fissaggio manuale punto centrale

La lavorazione consiste nel fissaggio al centro del sedile, precedentemente impagliato, dei capi finali delle corde di paglia e si compone di due compiti ben distinti: il primo (Figura 4) consiste nel passaggio con ago e filo nel punto centrale del sedile, mentre il secondo (Figura 5) consiste nell’inserimento del sedile nella pressa che consente di schiacciare la zona centrale, nella successiva annodatura del filo precedentemente inserito, nel taglio dei capi di corda e rimozione dalla pressa del sedile finito.

La CONTARP tra rischi lavorativi e tutela della sicurezza

Tabella 2 - Checklist OCRA intrinseco 1° compito

DX SX

Recupero 4 4

Azioni/min (frequenza) 9 5

Forza 0 0

Spalla 1 1

Gomito 0 0

Polso 3 0

Mano-Dita 2 7

Stereotipia 1,5 1,5

Complementari 0 0

Punteggio finale 16,5 17,5

Figura 4 - Fissaggio capi, 1° compito.

Tabella 3 - Checklist OCRA intrinseco 2° compito

DX SX

Recupero 4 4

Azioni/min (frequenza) 10 10

Forza 0 0

Spalla 0 0

Gomito 2 2

Polso 0 0

Mano-Dita 6 6

Stereotipia 1,5 1,5

Complementari 0 0

Punteggio finale 21,5 21,5

Figura 5 - Fissaggio capi, 2° compito.

Il ciclo dura circa 11 secondi, la mano destra compie circa 65 az./min ed è in presa statica dell’ago per circa metà ciclo, la mano sinistra compie circa 44 az./min. Non viene riferito uso di forza. Le braccia non sono in appoggio. La mano destra è in pinch per 1/3 del ciclo (per il tempo restante è in grip sul manico dell’ago) mentre la sinistra è in pinch per quasi tutto il tempo del ciclo. La stereotipia è determinata dal ciclo breve e dalla azione statica. Il punteggio finale che si ottiene per questo compito cade in fascia rosso medio per entrambi gli arti (Tabella 2).

Il tempo di ciclo è pari a 12 secondi circa. La mano destra compie circa 90 az./min ed è in presa statica della forbice per circa metà ciclo, la mano sinistra compie circa 80 az./min.

Non viene riferito uso di forza. Le braccia non sono in appoggio. I gomiti compiono prono-supinazioni (durante l’annodamento) per circa 1/3 del tempo di ciclo. Le mani sono in

Tabella 4 - Checklist OCRA intrinseco

DX SX

Recupero 4 4

Azioni/min (frequenza) 7 7

Forza 0 0

Spalla 1 1

Gomito 0 0

Polso 0 0

Mano-Dita 8 8

Stereotipia 1,5 1,5

Complementari 0 0

Punteggio finale 20,5 20,5

Figura 6 - Rifilatura tacchi in poliuretano.

pinch per 2/3 del tempo di ciclo. La stereotipia è determinata dal ciclo breve. Il punteggio finale che si ottiene per questo compito cade in fascia rosso medio per entrambi gli arti (Tabella 3).

3.4 Lavorazione di rifilatura di suole e tacchi in poliuretano 3.4.1 Addetto alla rifilatura di tacchi in poliuretano

La lavorazione consiste nella rifilatura dei tacchi in poliuretano mediante rifilatrice (Figura 6). Si segnala che la ditta produce anche suole e tacchi in altre mescole (gomma o gomma/poliuretano); la gomma è più pesante e dura, dunque più difficile da rifilare (uso di maggiore forza).

In questa lavorazione la frequenza delle azioni è piuttosto elevata (trattandosi di un componente di piccole dimensioni) e pari circa a un’azione al secondo per entrambi gli arti (60 az./min). Non viene riferito l’uso di forza. Per quanto riguarda la postura risulta sempre prevalente il pinch di entrambe le mani per quasi tutto il ciclo; la stereotipia deriva dal fatto che il ciclo è di breve durata. Fattori complementari assenti. Il punteg-gio finale che si ottiene per questa postazione cade in fascia rosso medio per entrambi gli arti (Tabella 4).

3.4.2 Addetto alla rifilatura di suole in poliuretano

La lavorazione consiste nella rifilatura di suole in poliuretano mediante rifilatrice (Figura 7). La mansione è analoga a quella sopra descritta, ma i movimenti degli arti superiori sono più ampi per la forma del pezzo da lavorare.

La CONTARP tra rischi lavorativi e tutela della sicurezza

Tabella 5 - Checklist OCRA intrinseco

DX SX

Recupero 4 4

Azioni/min (frequenza) 1 3

Forza 0 0

Spalla 3 0

Gomito 0 0

Polso 0 3

Mano-Dita 8 8

Stereotipia 1,5 1,5

Complementari 0 0

Punteggio finale 14,5 14,5

Figura 7 - Rifilatura suole in poliuretano.

Sono state osservate circa (in media) 10 az. tecniche per ciclo (durata osservata di circa 15 sec.) per l’arto sinistro e 6 per l’arto destro (40 az./min a dx e 24 az./min a sx). Viene riferi-ta forza di grado leggero per la rifilatura della suola in poliureriferi-tano osservariferi-ta. Risulriferi-ta predo-minante la postura della mano in pinch per quasi tutto il ciclo; la stereotipia deriva dal fatto che il ciclo è di breve durata. Fattori complementari assenti. Il punteggio finale che si ottie-ne anche in questo caso cade in fascia rosso medio per entrambi gli arti (Tabella 5).

3.5 Lavorazione di levigatura componenti per sedie 3.5.1 Addetto alla levigatura di contorni

La lavorazione consiste nella levigatura dei contorni di sedili in legno mediante levigatrice verticale (Figura 8).

Tabella 6 - Checklist OCRA intrinseco

DX SX

Recupero 4 4

Azioni/min (frequenza) 1 1

Forza 6 6

Spalla 0 0

Gomito 0 0

Polso 0 0

Mano-Dita 8 8

Stereotipia 1,5 1,5

Complementari 2 2

Punteggio finale 22,5 22,5

Figura 8 - Levigatura contorni.

Tabella 7 - Checklist OCRA intrinseco

DX SX

Recupero 4 4

Azioni/min (frequenza) 6 6

Forza 6 6

Spalla 5 5

Gomito 0 0

Polso 0 0

Mano-Dita 8 8

Stereotipia 1,5 1,5

Complementari 2 2

Punteggio finale 27,5 27,5

Figura 9 - Levigatura spigoli.

In questa lavorazione il ciclo, corrispondente alla levigatura di un sedile, dura circa 17 secondi. Vengono compiute circa 30 az./min sia a destra che a sinistra. Viene riferita forza moderata nella spinta del sedile verso la carta abrasiva. Le mani sono in pinch per quasi tutto il tempo di ciclo. C’è presenza di stereotipia di livello medio in quanto i gesti lavorati-vi si ripetono identici per oltre metà del tempo. Fattori complementari: presenza di lavorati- vibra-zioni. Il punteggio finale che si ottiene per questa postazione cade in fascia rosso medio per entrambi gli arti (Tabella 6).

3.5.2 Addetto alla levigatura di spigoli

La lavorazione consiste nella levigatura degli spigoli di sedili in legno mediante levigatrice orizzontale a nastro (Figura 9).

Il ciclo osservato dura circa 9 secondi. Vengono compiute circa 50 az./minuto sia a destra che a sinistra. Viene riferita forza moderata nella spinta durante la levigatura. Le mani sono in pinch per quasi tutto il tempo di ciclo; le spalle sono in abduzione per parte del tempo.

C’è presenza di stereotipia di livello medio a causa del tempo di ciclo. Fattori complemen-tari: presenza di vibrazioni. Il punteggio finale che si ottiene per questa postazione cade in fascia viola per entrambi gli arti (Tabella 7).