§2.5 NOI E LORO
I: Quindi prima stare bene con se stessi Perché se non succede questo non si può stare bene con gli altri?
PAdS: Non solo non si può stare bene con gli altri, ma tutto il tuo percorso è un percorso di concor- renza, di rivalità, di ambiguità. [cfr. Appendice]
Chi non possiede la pace interiore è vulnerabile, perché esposto a un costante, disordinato e pur sempre frustrato desiderio di pienezza. Secondo di Stefano — e come confermano gran parte delle catechesi cui ho assistito — la strutturazione del soggetto contemporaneo, incapace di ac- cedere allo spazio sacro e misterioso del regno spirituale, è preponderantemente soggiogata dal
meccanismo immediato e compulsivo del godimento. E la ricerca di godimento si esplica nella lotta concorrenziale di tutti contro tutti per accaparrarsi la maggior quantità di beni materiali e immateriali che la società del mercato mette a disposizione, al fine di sedare temporaneamente quel sentimento indifferenziato e ambiguo di desiderio. La differenza tra pace e felicità/godimen- to si fonda, pertanto, sull’implicita svalutazione della civiltà consumistica e spettacolarizzata, fitta di bombardamenti riempitivi (tecnologie avanzate, schermi, industrie cinematografiche, pornografia, panettoni, new age, turismo, beni di lusso, social network, denaro, moda), ma pur sem- pre svuotata di spirito. Uno svuotamento che rende gli umani disorientati e soprattutto “capric- ciosi”.
Pastore Alberto di Stefano: E la cosa bella è che degli scienziati lo hanno predetto. E questo è quello che ci incoraggia perché anche Einstein disse qualcosa del genere, come: “arriverà un tempo in cui pur essendo vicini saremo lontani”. E c’è un’immagine che rappresenta una tavola dove si pranza, si cena tutti insieme, ma ognuno è un mondo a sé stante, attraverso i suoi telefonini, smartphone e così via. Ma d’altronde questo è anche un progetto primordiale. Una delle prime cose che noi stiamo vedendo sempre di più cadere è il concetto di famiglia, il concetto di matrimonio. Perché quella è la prima forza della società. Più andiamo avanti negli anni, più andiamo avanti nella conoscenza e nella scienza, più questi principi cadono. E questo ci sembrava una stupidaggine perché comunque il matrimonio non doveva per forza essere quell’atto trascritto attraverso… E tutto questo ci ha fatto entrare in altri problemi che ci hanno portato prima al matrimonio omosessuale, poi alla coppia allargata, poi oggi ci troviamo a uno scontro proprio del genere della persona. Non ci riposiamo più su ciò che vediamo ma vogliamo andare oltre, nascondendolo dietro a un pensiero psicologico, ma non è così. Perché se io vedo una mela, è una mela. E posso dare…
I: Posso dire una cosa però? Una persona spirituale, religiosa, è soprattutto una persona che sa andare oltre, no? Sono due modi di andare oltre, solo che uno si pensa sia un po’ più giusto e un altro sbagliato. Cozzano perché sono due modi diversi di andare oltre…
PAdS: Sì, però la differenza è questa: una mela è mela. Un frutto dell’albero è una mela. Può essere rossa, gialla verde, maculata, ma è sempre mela. Un uomo può essere alto, basso, magro, forzuto, frag- ile, ma è un uomo. Oggi con la teoria del gender stiamo diluendo anche il nostro ruolo sociale. E attra- verso tutte queste cose stiamo portando la confusione nella società. Ora, tutto questo ha una sua origine
spirituale, sta scritto nella Bibbia. [cfr. Appendice]
Come dice chiaramente pastore di Stefano, l’origine di tutto questo è spirituale. Riformulando, la radice di tutto questo sta nella disattivazione dello spirito.
«Un po’ di stile»
Noi e i cattolici “normali” — Un passaggio del Nuovo Testamento recita così: «Non glielo vietate,
perché non c'è nessuno che faccia qualche opera potente nel mio nome e subito dopo possa par- lar male di me. Chi non è contro di noi, è per noi». (Mc 9: 39-40) É Gesù che qui risponde ai suoi discepoli, dopo che Giovanni gli aveva segnalato un tale che scacciava i demoni nel suo nome e che però non faceva parte dei 12. Questo potrebbe essere inteso come una sorta di “manifesto” di tutta l’esperienza carismatica cattolica, cioè di coloro (“noi”) che, pur non essendo strutturati all’interno della gerarchia ecclesiastica, operano comunque ministeri di servizio spirituale: guari- gioni, invocazioni, liberazioni e, non da ultimo, esorcismi. Anche il Rinnovamento è per la chiesa cattolica, perché è messo al servizio di Dio: nel Rinnovamento, cioè, chiunque può invocare il nome di Gesù e maneggiare poteri spirituali per provarne l’autenticità o l’efficacia — se l’oper- azione andrà a buon fine, infatti, difficilmente ne parlerà male. Perciò i cattolici appartenenti al movimento non possono che distanziarsi, prima di tutto, dai cattolici normali — “loro”, più che amministrare servizi spirituali, li fruiscono (andando a messa e ricevendo i sacramenti). Natural- mente, amministrare servizi spirituali presuppone l’esercizio del potere proveniente dallo Spirito Santo e questo non può avvenire se prima non si riscoprono i carismi. I carismi sono dentro tutti allo stato dormiente, come dice Nadia, perché tutti gli umani sono creati da Dio a sua somiglianza e ospitano in loro una dimensione spirituale, oltre a quella carnale e immateriale: tutto sta a ri- conoscere Dio e attivarli. In altri termini, si nasce (anche inconsapevolmente) figli di Dio, ci si battezza come cristiani cattolici, ma cristiani carismatici si diventa — e occorre imparare a farlo. Innanzitutto occorre studiare, dice Piero:
Piero: Dovresti anche prendere appunti. Durante la settimana c’è tutta una serie di lezioni per la setti- mana no? Quindi ci sono passi di Matteo, della Genesi, dei vari Profeti e su questi inizi a masticare la Parola. E inizi ad allargare un po’ la visione, cioè, riesci… per lo meno è quello che è successo a noi… partecipi alla Messa in modo diverso. Perché cominci a conoscere, hai un percorso. Questo fino al punto da cambiare un po’ la nostra vita, le nostre abitudini. Il nostro atteggiamento ha provocato delle reazioni in chi ci conosceva…
Quest’ultimo punto lo hanno ammesso più o meno tutti: “loro”, i cattolici normali, li prendono per pazzi, per esaltati, per integralisti. Magari per fanatici. Ma non può che andare così, poiché chi studia la Parola assieme ai carismatici prima o poi si rende conto che lo studio si traduce in una pratica ben precisa che ai molti resta inaccessibile. Ce ne si accorge guardando ai “fratelli” e alle “sorelle” più esperti:
Sara: Non vedevo in loro delle persone che volevano inculcarmi delle cose… mi sentivo di seguirli per attrazione! Come i discepoli quando decisero di seguire il Signore!