Non sempre limpidi sono i rap-porti tra i miti e le scaramanzie, reper-torio di gesti, parole, atteggiamenti e oggetti a cui si attribuisce il potere di scongiurare malefici e disgrazie, o di propiziare il destino, delle quali la ta-vola é testimone, iniziando dal numero dei commensali.
Tra le più diffuse scaramanzie e miti che riguardano i cibi e la tavola vi sono i seguenti.
Buccia della frutta. La leggenda che la buccia contenga le vitamine é
nata durante l'ultima guerra per non sprecare niente del cibo.
Coltelli. Non incrociare i coltelli a tavola, segno di croce che porterebbe sfortuna. Non usarli per il pesce, regola che valeva quando la lama era di ferro e non d'acciaio inossidabile come ora.
Non portarli alla bocca... anche per un'ovvia sicurezza.
Cucchiaio. Porta sfortuna tenerlo con la mano sinistra.
Divinazioni. Riti diversi per pre-vedere il futuro usando gli alimenti e
tra questi le cipolle. Si raccolgono varie cipolle e si scrive su ciascuna il nome della persona, poi si mettono sotto terra e a seconda di come germogliano si deduce lo stato di salute della persona a cui corrispondono. Alloro: si getta un ramo di questo albero sacro nel fuoco e si formula una domanda; se le foglie scoppiettano la risposta é affermativa.
Uova: si versa la chiara di un uovo in acqua, osservando le figure che forma, si interpreta il futuro.
Fagioli. Nel passato erano sim-boli l’immortalità, per la loro proprietà di conservare a lungo la forza vitale e di riacquistare freschezza se immersi in acqua.
Fave. Connesse con il mondo degli inferi e con quello della natura che rifiorisce a primavera, sono offerte a divinità dei passaggi come l´enigmatica Tacita Muta che nella Roma antica rappresentava il ciclo an-nuale della semina e del raccolto e l'al-ternanza tra la vita e la morte. Per que-sto ancora oggi nel il 2 novembre si mangiano dolcetti di pasta di mandorla chiamati favette dei morti. Cibo simbo-lico e talismano, per questo si prepara-no dolci con una fava nascosta nell'im-pasto e fortunato chi la trova.
Lenticchie. Per la loro forma che richiama quella delle monete, sono di buon auspicio economico e per questo sono tradizionalmente presenti nella tavola d'inizio d'anno, spesso associate allo zampone o al cotechino di maiale.
Mangiare lenticchie, uva o datteri, la notte di San Silvestro, vuole dire propi-ziarsi la fortuna economica durante l’anno.
Mela. Una mela al giorno, leva il medico d'intorno. A parte la rima, un mezzo per vendere la frutta.
Melograno. É il frutto della ferti-lità, fecondità, ricchezza e abbondanza, cui vanno a sommarsi quelli di coesio-ne, fratellanza, solidarietà bellezza e amore appassionato. In Egitto il suo succo del frutto era aggiunto alla birra per trasformarla in una bevanda salvifi-ca.
Mollica di pane. La credenza che sia la causa dei vermi intestinali, so-prattutto nei bambini, deriva forse dal colore bianco di entrambi.
Oca. Mangiare la testa di quest’animale fa assumere le sue carat-teristiche e porta alla pazzia.
Olio. Versarlo è segno di malau-gurio. In questo caso si deve prendere del sale e buttarlo dove è caduto l’olio, con un simile ma opposto di quando si rovescia del sale.
Pane. Posto a rovescio sulla ta-vola, rovescia l'armonia familiare o porta carestia. Sulla tavola, sempre a sinistra.
Pesce. Il pesce contiene fosforo, ma come tanti altri cibi. Il fosforo é presente nel cervello. Quindi il pesce sviluppa l'intelligenza. Un falso sillogi-smo che non ha alcuna base razionale.
Piselli. Sono il simbolo della fe-licità e della fortuna. Nell’antichità, con i loro fiori s’intrecciavano piccole corone da offrire alle spose.
Servizio. A tavola i cibi e le be-vande vanno presentati dalla parte de-stra del commensale, e i resti portati via dalla sinistra, per un'ovvia comodi-tà che ha assunto prima significati eso-terici e recentemente... politici. Quello porta la destra, lo fa sparire la sinistra!
Sinistra. Mai versare una bevan-da e soprattutto il vino tenendo la bot-tiglia con la sinistra e tanto meno da destra a sinistra. A parte il simbolismo
della sinistra, ritenuta infausta, vi é la leggenda che in questo modo si sarebbe potuto versare anche il veleno nascosto in un anello portato in un dito della mano sinistra.
Sale. Anticamente era simbolo di amicizia e ricchezza, che si poneva una coppa di sale davanti ai commensali.
Versare il sale porta sfortuna. Se è ro-vesciato sulla tavola prendetene un po’
e lanciatelo dietro la spalla sinistra, op-pure versare un poco d’olio.
Tavola. Non bisogna essere in tredici a tavola: il più giovane andrebbe incontro a disgrazia o morte. Se si é in tredici é sufficiente apparecchiare an-che per un ipotetico quattordicesimo,
anche se non è presente. A tavola non sedersi all’angolo, si rischia di non sposarsi.
Uva. L'ultimo giorno dell'anno, dodici chicchi, da mangiare uno per ogni rintocco della mezzanotte, per as-sicurarsi dodici mesi fortunati.
Vino. Rovesciare il vino sulla ta-vola porta bene, se poi ciascuno dei commensali v’intinge il dito e si bagna la nuca é partecipe di un’immancabile fortuna.
Vitamine. Sfruttando il fascino del nome che contiene il termine "vita" un piace-vole mezzo per far mangiare frutta e verdura ai bambini.