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Lo strumento dei percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali (PDTA)

L'attuazione dell'appropriatezza: il ruolo del personale

3. Lo strumento dei percorsi diagnostico terapeutici e assistenziali (PDTA)

Si scrivono PDTA, si leggono «Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali» e sono l'arma vincente per l'appropriatezza clinica-prescrittiva e per l’appropriatezza organizzativa, clinica erogativa.

I PDTA sono l’arma che può far risparmiare al nostro Sistema Sanitario, evitando prescrizioni improprie, garantendo contemporaneamente cure a misura di paziente, una “best practice”.

Intesi come l’applicazione di linee guida, relative ad una patologia o problematica clinica, i PDTA descrivono obiettivi ed azioni condivise tra le varie componenti multidisciplinari ed interprofessionali coinvolte nella presa in carico (sia operanti nel Territorio, sia nelle strutture ospedaliere) e sono finalizzati a delineare il migliore percorso praticabile in termini di appropriatezza, privilegiando un’ottica di processo piuttosto che di singoli episodi di cura.

I PDTA sono una realtà che inizia a consolidarsi tra le nostre aziende sanitarie, anche se con una lacuna ancora in larga parte da colmare per ancora scarso supporto di soluzioni informatiche, che potrebbero garantire maggiore efficienza. 305

Il governo del sistema cerca di rispondere attraverso percorsi di appropriatezza necessari ai fini di migliorare la qualità del servizio e di consentire una nuova dimensione dell’offerta che privilegi il più possibile l’assistenza territoriale. Tali percorsi devono essere nella logica del modello della medicina di iniziativa e devonofavorire la permanenza al domicilio dei pazienti con patologie croniche (BPCO, Ictus, Scompenso Cardiaco, etc.) evitando dunque ricoveri impropri legati alla riacutizzazione o cattiva gestione di tali patologie. Sono inoltre intesi quali modelli organizzativi relativi a specifiche categorie di pazienti, affetti da patologie per le quali vi è maggior criticità nell’accesso alle prestazioni.

305 Il Sistema Ermete per le prescrizioni di laboratorio analisi in fase di avvio nella Regione Veneto curato da Arsenal.IT – Centro Veneto Ricerca e Innovazione per Sanità Digitale: nella pratica il medico all’atto della prescrizione della ricetta dematerializzata nel momento in cui inserirà un esame, la congruità della prestazione sarà verificata non solo sotto l’aspetto amministrativo, ma apparirà un indirizzo di prescrivibilità (IP) che gli fornirà la conoscenza essenziale per una prescrizione appropriata con anche riferimenti bibliografi. Gli IP sono redatti e approvati da un board scientifico costituito da tutti gli stakeholders (società scientifiche, medici ospedalieri e universitari, MMG, rappresentanti delle istituzioni e rappresentanti dei cittadini)

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L’atto prescrittivo è diritto e dovere del MMG che impegna la propria responsabilità professionale ed etica e non può prescindere da una diagnosi circostanziata e che, oltre all’appropriatezza scientifica, si fonda molto su un rapporto personale medico-paziente e sull’esperienza professionale del curante per adattare al singolo caso la medicina basata sulle evidenze.

Ma ad oggi l’atto prescrittivo non può prescindere dai PDTA, i quali sono intesi come una sequenza predefinita, articolata e coordinata, di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre alla fondamentale partecipazione del paziente stesso, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate, più appropriate.

L’appropriatezza prescrittiva e la sostenibilità finanziaria si riescono ad ottenere anche con interventi volti all’empowerment dei cittadini, inclusi bambini e adolescenti, pazienti e famiglie, mediati dai MMG e dai PLS, opportunamente formati, specie al counselling motivazionale breve, e sostenuti con materiale informativo specifico.

I PDTA rappresentano la contestualizzazione di Linee Guida, relative ad una patologia o problematica clinica, ma nella specifica realtà organizzativa di un'azienda sanitaria, soprattutto tenute presenti le risorse disponibili e allo scopo di superare la frammentazione territoriale e potenziare le forme di aggregazione e integrazione anche tra le varie figure professionali.

I PDTA sono quindi modelli “locali” che, sulla base delle linee guida ed in relazione alle risorse disponibili, consentono un'analisi degli scostamenti tra la situazione attesa dal paziente e quella osservata in funzione del miglioramento della qualità; sono gli strumenti che permettono all'azienda sanitaria di delineare, rispetto ad una patologia o un problema clinico, il miglior percorso praticabile all'interno della propria organizzazione.

Affinché all'interno e tra le aziende sanitarie possano essere attuati dei PDTA è necessario, in primo luogo, che in ciascuna di esse sia identificato e formalizzato uno Staff di Coordinamento, che, in stretta collaborazione con le Direzioni Sanitarie o Direzioni dei Distretti, assuma la responsabilità complessiva, sia scientifica che organizzativa, di tutti i progetti aziendali relativi ai PDTA e che abbia la funzione di guida, di stimolo, supporto metodologico ed organizzativo al gruppo di lavoro specifico che svilupperà il PDTA.

In particolare lo Staff di Coordinamento è costituito da operatori con competenze metodologiche e organizzative a differenti livelli: dalla gestione per processi alla valutazione e miglioramento per la qualità, dal coordinamento di gruppi di lavoro al coinvolgimento dei professionisti impegnati in azienda, dalla programmazione e controllo di gestione alla formazione.

L’ obiettivo principale è sempre stato quello di creare un rapporto diverso e più sinergico tra MMG e specialisti, ma non solo “burocraticamente”, ma costruendo dei veri e propri raccordi professionali.

Per favorire il conseguimento di tale obiettivo, l’Azienda agisce assicurando la partecipazione ed il coinvolgimento di tutti gli attori interessati (medici ospedalieri, specialisti ambulatoriali interni, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, ecc.), anche mediante l’impiego degli strumenti della negoziazione di budget, dotandosi altresì delle soluzioni organizzative e tecnologiche più opportune.

Quando si costruisce un PDTA risulta fondamentale indicare il suo ambito di estensione, qualificandolo come PDTA ospedaliero e/o PDTA territoriale. Quando un PDTA descrive il processo relativo a un problema di salute nella sua gestione sia territoriale sia ospedaliera è possibile parlare di Profilo Integrato di Cura (PIC), percorso orientato alla continuità, all'integrazione e alla completezza della presa in carico.

Nella comunicazione e informazione devono essere coinvolti tutti gli attori del sistema tra cui i medici di medicina generale (MMG), i pediatri di libera scelta (PLS), gli specialisti ambulatoriali interni (SAI), gli erogatori privati accreditati, avvalendosi anche di associazioni di volontariato operanti in ambito sociosanitario e/o di associazioni per la difesa dei diritti dei cittadini.

La Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere) che nel 2014 ha studiato il fenomeno in Italia ci dice che la maggior parte dei Percorsi è definita a livello di singola azienda

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(52% dei casi) o, al più, da gruppi di aziende (34%), che collaborano per definire percorsi diagnostico-terapeutici comuni. Solo in un caso si evidenzia un Pdta definito a livello nazionale, quello del colon retto attivo in una Asl lombarda. Nel 14% dei casi le aziende utilizzano soluzioni messe a punto a livello regionale. La componente ospedaliera è praticamente sempre coinvolta, erogando i servizi connessi ai percorsi nel 41% dei casi attraverso più Unità operative o Dipartimenti e, nel 52% dei casi, integrandosi con i servizi del territorio.

4. Il ruolo del Coordinatore dei processi di prenotazione delle prestazioni ambulatoriali (Cup

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