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Perché gli studenti di area sanitaria dovrebbero apprendere la Sicurezza

del Paziente?


La sanità moderna e le sue scoperte scientifiche hanno portato ad evidenti miglioramenti degli outcome per i pazienti e, tuttavia, studi condotti in diversi Paesi hanno dimostrato come tali benefici siano stati accompagnati da significativi rischi per la Sicurezza del Paziente. La presa di coscienza di tale situazione ha determinato lo sviluppo della Sicurezza del Paziente come disciplina specialistica: non materia a sé stante, secondo una visione tradizionale, ma insieme di argomenti che possano e debbano essere integrati in tutti i settori della sanità.

In quanto futuri professionisti e leader nel settore dell'assistenza sanitaria, gli studenti non possono mancare di conoscere la

Sicurezza del Paziente, l’impatto dei sistemi su di essa e sulla qualità delle cure ed il modo in cui la scarsa o inefficace

comunicazione possa essere causa di eventi avversi. Gli studenti devono acquisire le competenze necessarie per affrontare queste sfide, sviluppare strategie per la prevenzione e la gestione degli errori e delle

complicanze e valutare i risultati per il miglioramento continuo della performance. L’obiettivo del programma sulla Sicurezza del Paziente dell’OMS è quello di migliorare la sicurezza delle cure in tutto il Mondo. La Sicurezza del Paziente è un problema di tutti: professionisti e manager,

amministratori ed utenti, cittadini e politici, partner esterni della sanità (come i servizi esternalizzati di ristorazione, pulizia, ecc.). In qualità di futuri leader della sanità, è essenziale che gli studenti possiedano le conoscenze e le abilità necessarie per una corretta applicazione dei principi e dei concetti della Sicurezza del Paziente. Questo Manuale ne fornisce agli studenti le conoscenze essenziali e descrive le abilità (N.d.T. tecniche e non tecniche) che li aiuteranno a svolgere le loro attività professionali in modo sicuro.

Il momento migliore per sviluppare le conoscenze degli studenti sulla Sicurezza del Paziente è proprio all'inizio dei loro

programmi di formazione; essi dovranno poi essere pronti a mettere in pratica abilità e comportamenti coerenti con tali conoscenze non appena entrati in ospedale, ambulatorio o domicilio del paziente. A questo scopo, sarà necessario assicurare agli studenti, per quanto possibile, l’opportunità di affrontare i problemi di sicurezza in ambiente

simulato, prima di esercitare la professione nel mondo reale.

Infine, dare la possibilità agli studenti di concentrarsi su ogni singolo caso, trattando ogni paziente come persona unica ed irripetibile e di applicare conoscenze ed abilità a suo beneficio, può fare in modo che gli studenti stessi possano rappresentare un modello per altri professionisti già operanti nel sistema sanitario. La maggior parte degli studenti di area sanitaria entrano nei loro programmi di studio con grandi aspettative ed aspirazioni ma il loro ottimismo viene, a volte, messo a dura prova entrando a contatto con la cruda realtà del sistema sanitario. Noi vogliamo, invece, che gli studenti possano mantenere il loro entusiasmo e crediamo che possano veramente fare la differenza sia per i pazienti che per il sistema sanitario.

Come insegnare la Sicurezza del Paziente: gestire le barriere

L’efficacia dei processi di apprendimento degli studenti dipende dai docenti e dagli

istruttori che utilizzano una serie di metodologie didattiche, tutte di

fondamentale importanza nella formazione sulla Sicurezza del Paziente: dalla

spiegazione dei principi tecnici e la dimostrazione pratica delle abilità

necessarie, alla progressiva consapevolezza dei corretti atteggiamenti. Per

l’insegnamento della Sicurezza del Paziente, i docenti utilizzano l’approccio didattico basato sui problemi (facilitato in piccoli gruppi), l’apprendimento basato sulla simulazione (N.d.T. situazionale, virtuale, giochi di ruolo)*, la trasmissione delle conoscenze attraverso lezioni

(frontali/interattive/seminariali), come pure il tutoraggio e l’addestramento (N.d.T. su modelli virtuali, manichini, avatar, o con modelli comportamentali e di ruolo). I pazienti giudicano chi li assiste non sulla base delle conoscenze ma delle capacità assistenziali. Il progresso degli studenti nel contesto clinico e nel loro lavoro è

caratterizzato dall’impegno nell’applicare le conoscenze scientifiche generali allo

specifico paziente, superando così il livello di ciò che hanno appreso in classe, a "come applicare le conoscenze apprese". Eseguire: questa è la modalità di apprendimento migliore per gli studenti; a loro viene richiesto di agire in sicurezza mettendo in atto le migliori pratiche di Sicurezza del Paziente: verificare l’identità, cercare informazioni sui farmaci, porre domande. Il modo migliore di apprendere i principi e gli strumenti per la Sicurezza del Paziente è quello che si realizza attraverso l’esperienza clinico-assistenziale o la pratica in ambienti simulati. Agli studenti servono esperti nell’addestramento pratico molto più delle lezioni frontali sulle teorie alla base della pratica clinica. Attraverso la verifica delle performance degli studenti da parte dei docenti ed il loro successivo feedback, gli studenti potranno migliorare continuamente fino al pieno possesso di tutte le principali competenze per la Sicurezza del Paziente. Il tutoraggio e l’addestramento sono particolarmente rilevanti anche per la formazione sulla Sicurezza del Paziente; per gli studenti è naturale cercare di imitare il comportamento dei professionisti, loro docenti e tutor, ed ispirarsi ad essi come modelli comportamentali. Il modo in cui essi si comportano avrà una grande influenza su come lo studente interpreterà e svolgerà la * adattato da WHO Patient Safety Curriculum Guide: Multiprofessional Edition, 2011

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propria professione una volta completati gli studi. La maggior parte degli studenti si accosta al mondo dell’assistenza sanitaria con grandi ideali: essere capaci di guarire, mostrare compassione ed essere un professionista della salute, competente e rispettoso dell’etica professionale. Ciò che gli studenti si troveranno di fronte sarà però, più spesso, un quadro di cure frettolose, scarsa educazione dei colleghi dei colleghi ed interessi personali

prevalenti; così, a poco a poco, i loro grandi ideali saranno compromessi, per poi svanire, nella ricerca di adattamento alla cultura ed al clima organizzativo del contesto

circostante.

La formazione sulla Sicurezza del Paziente - e questo Manuale - riconoscono la presenza di queste forti influenze e dei fattori ad esse correlati in alcuni ambienti della sanità. Noi crediamo, tuttavia, che tali aspetti negativi possano essere limitati ed il loro impatto ridotto a livelli minimi, affrontando con gli studenti i temi della cultura prevalente nell’ambiente di lavoro e dell'impatto di tale cultura sulla qualità e sulla sicurezza delle cure. Mettere in evidenza le barriere nella Sicurezza del Paziente e discuterne con gli studenti permetterà ad essi di percepire il Sistema come possibile problema (in contrapposizione alla percezione della persona come possibile causa di problemi all’interno del Sistema). In tal modo, gli studenti potranno vedere come cambiando il Sistema sia possibile migliorare la Sicurezza del Paziente; e come per un tale obiettivo valga la pena battersi. Le barriere non sono le stesse in tutti i Paesi e nelle diverse culture, ma nemmeno in diversi setting clinici all'interno della stessa area geografica. Le barriere legate al Paese potrebbero derivare da leggi e regolamenti che disciplinano il sistema sanitario, norme che possono impedire o ritardare

l'implementazione di alcune pratiche di Sicurezza del Paziente. Le diverse culture hanno differenti approcci alle gerarchie, agli errori e alla risoluzione dei conflitti. La misura in cui gli studenti saranno

incoraggiati ad essere assertivi in presenza di docenti e/o professionisti anziani - in particolar modo nei casi in cui un paziente potrebbe essere esposto a rischi e danni -, dipenderà dalla situazione e dalla

disponibilità al cambiamento della cultura professionale locale. In alcune Società, i concetti di Sicurezza del Paziente

potrebbero non essere in sintonia con prassi ed assetti culturali. Le barriere che

appartengono a tale categoria sono

esplorate in modo più approfondito verso la fine di questo argomento (vedi la sezione

Affrontare il mondo reale: aiutare gli studenti a diventare leader in Sicurezza del Paziente).

Le barriere che più facilmente appaiono agli occhi degli studenti sono quelle che

emergono durante i tirocini professionali nei vari setting assistenziali e si riferiscono principalmente agli istruttori e supervisori od ai professionisti sanitari anziani che non sono in grado di adattarsi alle nuove sfide della sanità o che reagiscono negativamente a qualsiasi cambiamento in risposta ad esse. Il loro comportamento può trasformare uno studente da paladino della Sicurezza del Paziente in lettore passivo di libri di testo. Il modo in cui diversi operatori sanitari

(infermieri, farmacisti, odontoiatri, medici, ecc.) si chiudono nella sfera delle proprie culture professionali, con l’effetto di isolarsi in un approccio solipsistico alle cure ed all’assistenza, rappresenta un’altra significativa barriera. Il fallimento dei processi di comunicazione ed integrazione fra discipline può portare ad errori in sanità; al contrario, un approccio interdisciplinare è molto più efficace nel ridurne l’incidenza, nel migliorare la comunicazione

interpersonale e nel promuovere un ambiente di lavoro più favorevole. Quando gli istruttori ed i supervisori prenderanno familiarità con questo

programma formativo, si renderanno presto conto delle potenziali difficoltà di

apprendimento per gli studenti. (N.d.T. Potrebbe essere di difficile, se non impossibile, applicazione nelle realtà dei contesti, fino all’impossibilità di arrivare ad apprendere)*. Alcuni operatori sanitari potrebbero addirittura arrivare a ritenere che insegnare la Sicurezza del Paziente a studenti di area sanitaria sia un obiettivo irraggiungibile, a causa delle tante barriere esistenti. Tuttavia, una volta identificate e discusse, le barriere diventano meno preoccupanti Anche le discussioni fra gruppi di studenti circa le realtà e le barriere possono sviluppare informazione ed insegnamenti; nella peggiore delle ipotesi possono comunque permettere una critica costruttiva del sistema ed una (mesta) riflessione su come vanno le cose. * adattato da WHO Patient Safety Curriculum Guide: Multiprofessional Edition, 2011

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