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Per capire chi tra gli innovatori sociali usa o meno una modalità SEc si è analizzato chi sono gli attori attuatori, ovvero chi concretamente pone in essere l’attività.

Dall’analisi della tipologia di attori attuatori di iniziative di innovazione sociale che usano una modalità sharing (Tabella 62) emerge che il 51% di loro è un’organizzazione profit, seguita da organizzazioni no profit (28% dei casi). Il dato si ribalta se analizziamo le iniziative che non usano una modalità SEc, in questo caso infatti le organizzazioni no profit salgono al 74% del campione, seguite con il 17% dei casi dalle organizzazioni profit.

Questo dato combacia, come detto sopra, con la tipologia di attività che usano maggiormente una modalità SEc, ovvero il Coworking & Smartwor-king, Crowdfunding & Microcredito e Mobilità Sostenibile, tutti business caratterizzati da un forte impegno economico che presuppongono alle spal-le una struttura organizzata e che generi profitti sufficienti per portare avan-ti un’atavan-tività di questo genere.

Tabella 62 ‒ Tipologia attuatori innovazione sociale suddivisi per modalità No

sharing economy e sharing economy

NPO PO COM PUB NPO+PO TOT. No Sec 231 74% 54 17% 21 7% 6 2% 0 0% 312

SEc 75 28% 136 51% 49 18% 5 2% 1 0% 266

Dall’osservazione della tipologia di attori attuatori in base alla modalità SEc implementata nelle iniziative (Tabella 63) emerge che nella modalità “Pure innovazione sociale” (SEc 1), ovvero quelle iniziative di innovazione sociale la cui finalità primaria non è di fare profitto ma generare valore per la collettività, la maggior parte delle iniziative è attuata da Comunità (38%) e organizzazioni no profit (37%). Attraverso la modalità SEc spesso ci tro-viamo di fronte ad un coinvolgimento attivo di cittadini e questo dato lo dimostra.

e Business” (SEc 2) e “Pure Business” (SEc 3), che quindi guardano all’obiettivo economico, hanno come attuatori in prevalenza organizzazioni Profit, rispettivamente 59% e 89%, il dato probabilmente è spiegato dal fat-to che in queste modalità subentra l’elemenfat-to economico-finanziario, driver per le organizzazioni Profit. Le iniziative che non presentano alcuna moda-lità SEc sono invece messe in atto nel 74% dei casi da Organizzazioni no profit.

Tabella 63 ‒ Tipologia attuatori di innovazione sociale nella modalità sharing

economy

NPO PO COM PUB NPO+PO TOT.

SEc 1 25 37% 13 19% 26 38% 4 6% 0 0% 68

SEc 2 49 27% 106 59% 22 12% 1 1% 1 0% 179

SEc 3 1 5% 17 89% 1 5% 0 0% 0 0% 19

Conclusioni

Il presente capitolo si pone l’obiettivo di identificare ed evidenziare le dinamiche esistenti tra l’innovazione sociale e la SEc. Risulta che la SEc è un fenomeno ampio, pervasivo, presente in tutti gli ambiti dell’innovazione sociale, non identificabile in un solo ambito ma trasversale a tutti, per que-sto motivo si è deciso di trattarla come un metodo talvolta usato per attuare e diffondere iniziative di innovazione sociale.

Dall’analisi del campione, composto da 578 iniziative di innovazione sociale, emerge che la forma SEc è una modalità usata da più della metà dei soggetti attivi in questo campo (54% del campione). Per analizzare in ma-niera più dettagliata e precisa le forme di SEc si è deciso di suddividerla in tre modalità in base alla finalità e ai driver dell’iniziativa. Da questa suddi-visione ne emerge che le iniziative di innovazione sociale che più utilizzan-do strumenti di SEc sono caratterizzate da un business model che oltre a generare un impatto sociale da risalto anche al ritorno economico dell’ini-ziativa. Emerge che le attività di innovazione sociale prevalentemente ca-ratterizzate da una qualche modalità SEc sono il Coworking & Smartwor-king con la totalità delle iniziative (100% del campione) seguito da Crowdfunding & Microcredito (98%) e da Mobilità sostenibile (94%). Queste percentuali risultano essere così alte in quanto le iniziative che con-fluiscono in questi ambiti sono per loro stessa natura iniziative basate sulla condivisione di spazi, di expertise, di idee, di mezzi fisici.

L’analisi del campione ha evidenziato che le iniziative caratterizzate da modalità SEc nel 61% dei casi hanno una sostenibilità economica

potenzia-le, percentuale che in quelle che non ne fanno uso scende al 49%, ciò sem-brerebbe dovuto alla tipologia delle attività che scelgono una modalità sha-ring, agli effetti positivi che si generano grazie alla creazione di una rete, alla condivisione di conoscenze, spazi, risorse finanziarie, all’abbassamento dei costi di gestione che si verificano in talune tipologie di attività, tutti fat-tori che aumentano le probabilità di successo di un’iniziativa. Infine si è proceduto alla rilevazione della tipologia dei soggetti che usano una moda-lità SEc per implementare progetti di innovazione sociale e si evidenzia che più delle metà degli attuatori è un’organizzazione profit, questo dato com-bacia con la tipologia di attività che usano maggiormente una modalità SEc, ovvero il Coworking & Smartworking, Crowdfunding & Microcredito e Mobilità Sostenibile, tutti business caratterizzati da un forte impegno eco-nomico che presuppongono alle spalle una struttura organizzata e che gene-ri profitti sufficienti per portare avanti un’attività di questo genere. Da que-sta analisi emerge quindi che la SEc è uno strumento che facilita la diffu-sione e il successo di iniziative di innovazione sociale.

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8. I cluster dell’innovazione sociale in Italia