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Il valore della precisione (Accuracy)

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4. MISURARE I COSTI “CORRETTAMENTE” NON PORTA SEMPRE A UNA DECISIONE MIGLIORE

4.3. Il valore della precisione (Accuracy)

Il grado di precisione del sistema contabile è generalmente correlato al grado di complessità dei sottostanti modelli di calcolo. Complessità che è principalmente riferita al numero di cost pool e di driver utilizzati. Tanto più i sistemi contabili sono sofisticati, e quindi tendenzialmente precisi, tanto più sono costosi da progettare e da gestire. Pertanto, in termini manageriali, è necessario chiedersi se i costi che derivano da un incremento di precisione siano giustificati in termini di miglioramento del processo decisionale (Zim- mermann, 1979). Un aumento dei costi del sistema deve infatti essere giusti- ficato dai benefici che la maggiore precisione comporta.

La precisione delle informazioni di costo si apprezza attraverso l’effetto che un miglioramento della conseguente decisone ha sul profitto dell’im- presa. Tale effetto deve essere misurato in riferimento ad un ben identificato contesto decisionale, così da poter ben definire la relazione tra il livello di precisione, la sua influenza sulla decisione e le sue conseguenze sul profitto. In questo modo può essere identificato un livello di precisione accettabile al di sotto del quale l’impresa vedrebbe un significativo e sistematico peggio- ramento delle performance (Labro, 2006).

È condiviso in letteratura l’assunto che la funzione dei costi della precisione presenti costi marginali crescenti e la funzione dei rendimenti della precisione, espressi in termini di maggior profitto derivante dalla maggior precisione, pre- senti rendimenti decrescenti (Datar e Gupta, 1994; Labro 2006, 2019). Infatti, se da un lato i costi della precisione sono naturalmente crescenti al crescere del grado di precisione per l’aumentata complessità del sistema contabile e i mag- giori costi di rilevazione che ne derivano, dall’altro i benefici della precisione tendono a ridursi via via che la portata degli errori si riduce. Esiste quindi, secondo questi assunti, un punto di ottimo oltre il quale maggiori costi di pre- cisione non sono più giustificati dai maggiori benefici.

La discussione sulla validità dell’affermazione di Cooper e Kaplan sul valore della precisione non si propone di mettere in dubbio l’esistenza di una relazione positiva tra livello di precisione e qualità delle decisioni. Questa relazione è infatti facilmente dimostrabile quando si osserva l’intero inter- vallo di possibilità, dal più basso livello di precisione a quelli più elevati.

Diverse potrebbero essere invece le conclusioni cui si perviene all’interno di un intervallo di variazione più ristretto, ovvero per piccoli incrementi della precisione. La restrizione dell’intervallo ammissibile è coerente con la realtà: nessuna impresa utilizza consapevolmente metodi di calcolo dei costi che presentino livelli di precisione troppo bassi che possono essere esclusi dall’analisi. Osservare il fenomeno all’interno di un intervallo più circo- scritto significa definire lo spazio di decisione dell’impresa come la possibi- lità di migliorare il livello di accuracy partendo da livelli non irrealistica- mente bassi. Analizzando gli effetti della scelta tra livelli di precisione bassi, ma non irrealistici e livelli più elevati, gli effetti delle variazioni del livello di precisione potrebbero infatti non essere scontati. Dato che le imprese non adottano il comportamento ottimizzante definito dalla teoria economica (cioè non eguagliano costo marginale con ricavo marginale), non realizzano il massimo profitto se non in poche fortunate circostanze; conseguentemente, un errore nel calcolo dei costi porta ad una deviazione da un livello di profitto sub-ottimale. L’allontanamento dal punto di partenza potrebbe allora portare ad un avvicinamento al profitto massimo e non necessariamente un allonta- namento dallo stesso. Nell’ipotesi qui considerata, che è la stessa di Cooper e Kaplan, le imprese adottato un comportamento di pricing (il full cost pri- cing) che per sé induce comunque delle deviazioni dal teorico risultato otti- male (si tratta di una euristica non ottimizzante); in altre parole, le imprese non si collocano in una posizione di ottimo profitto indipendentemente dal livello di precisione del loro sistema di calcolo dei costi. Con il mark-up pri- cing, eventuali posizioni di ottimo possono infatti realizzarsi solo casual- mente, essendo l’euristica decisionale utilizzata in sé incapace di portare, se non per un puro caso, all’identificazione del prezzo in grado di massimizzare il profitto. Non è quindi possibile identificare ex-ante la direzione (aumento o diminuzione) della variazione di profitto che deriva da una differenza di prezzo determinata da un errore nel calcolo dei costi.

Quindi un errore nel calcolo del costo può portare anche ad un migliora- mento della performance aziendale. Se questo effetto positivo della mancata precisione risultasse essere non casuale, ma sistematicamente correlato a de- terminati elementi strutturali (quali la forma delle funzioni di domanda dei prodotti, ad esempio) ci si potrebbe interrogare sulla validità generale dell’assunto sul valore della precisione. Si potrebbe quindi confutare l’idea

che la precisione abbia sempre un valore, anche nel circoscritto contesto de- cisionale definito da Cooper e Kaplan.

Questo lavoro vuole quindi identificare quali condizioni possono deter- minare una situazione in cui, nonostante l’informazione di costo prodotta da un sistema ABC sia più precisa, il successivo processo decisionale porti l’im- presa, in modo non casuale, ad ottenere un profitto superiore.

Nello specifico, riprendendo l’esempio di Cooper e Kaplan, si discute il caso di un’impresa che realizza e vende due prodotti fissando il prezzo di vendita sulla base del costo pieno di prodotto (full-cost pricing), confron- tando l’effetto che l’utilizzo di due sistemi contabili alternativi (ABC e vo- lume-based) caratterizzati da un diverso grado di precisione può avere sul profitto dell’impresa.

In conclusione, viene mostrato, attraverso un esempio analitico, come il processo decisionale, in cui le informazioni prodotte dai sistemi contabili sono utilizzate, interagisca con le informazioni di costo nel determinare il risultato finale portando a conclusioni non intuitive.

Il metodo esemplificativo utilizzato, pur non permettendo di derivare con- clusioni in merito alle condizioni che giustificano o meno l’utilizzo di infor- mazioni più precise, permette di mettere in dubbio il valore assoluto dell’as- sunto iniziale “measure cost right: make the right decision”.

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