N. medio per anno dei contribut
7.4 Il vissuto nella quotidianità
Vivere in un’occupazione significa condividere molti aspetti della quotidianità con i propri vicini ed è qui che si realizzano le diverse forme
dell’abitare. Attraverso la ripetizione e la reiterazione delle azioni e degli oggetti
che si utilizzano, l’abitare diventa una sorta di ritualità che si ripete e si rinnova ogni giorno. Il rito serve a fare da sfondo e da cornice alle modalità delle azioni che si svolgono, fornendo infine delle regole di civile convivenza. Le forme che si
157 realizzano ne determinano la materia organizzata e le relazioni di gruppo, frutto di propulsioni naturali e di volontà progettuale.
Per ogni stabile si elegge un comitato interno, formato generalmente da 3 o 5 membri scelti dagli occupanti tra coloro che vi abitano, questi diventano i referenti per ciò che riguardano le relazioni interne ed esterne. A seconda della grandezza e della disponibilità del luogo si adibiscono alcuni spazi comuni ad uso collettivo quali cucina, bagni, sala riunioni e, ove si disponga di più stanze, anche ludoteche, biblioteche, palestre, zone relax, laboratori e aree gioco per adulti e bambini. Alcuni elettrodomestici possono essere in comune, quasi tutti dispongono di una zona lavanderia con lavatrice, ferro da stiro e stendi panni. In contesti più ampi vi sono anche frigoriferi, zona bar e lavastoviglie. Ogni stabile ha un fondo cassa comune, gestito dai referenti ed utilizzato in caso di riparazioni o acquisto di materiali. I fondi si ricavano in due modi: una parte è versata dagli occupanti, di solito 5 euro al mese ad adulto o in altri casi a famiglia; l’altra parte si ricava dagli eventi organizzati all’interno dello stabile. L’organizzazione della vita della comunità e la gestione degli eventi saranno meglio approfonditi in seguito.
Si è detto che il vissuto quotidiano è per molti aspetti condiviso, ciò permette di instaurare relazioni e creare amicizie, nonché di poter contare sul vicinato in caso di necessità. La vita in questo modo scorre all’insegna del reciproco rispetto, aspetto evidente in situazioni dove convivono diverse etnie e dove è più facile che si possano venire a creare situazioni di conflitto. La mattina tutti escono molto presto per andare a lavoro o a scuola e nel primo pomeriggio gli abitanti che è più facile incontrare sono i bambini. Li si può vedere giocare insieme o svolgere i compiti con degli adulti che fanno da supervisori. Verso il tardo pomeriggio un po’ tutti fanno rientro, preparano la cena e poi tutti a letto. In pratica la vita che si conduce in un’occupazione è quella di qualsiasi altra famiglia che vive in un alloggio privato. Vi sono generalmente degli orari da rispettare, soprattutto dove vi sono molti bambini, quindi le cene sociali che si organizzano di tanto in tanto, aperte al pubblico o, in generale, tutti gli altri eventi, si concentrano nei fine settimana. Il momento dei pasti può essere condiviso o
158 meno, ciò dipende se ad esempio tutti gli appartamenti sono dotati di cucina, oppure se ve ne è una in comune per tutti, o per alcuni. Quando la cucina è in comune, ci si danno dei turni in base alle proprie esigenze, o si stabilisce che a turnazione una o due persone cucinano per tutte le altre. In ogni caso, qualora vi siano sia alloggi con cucina che senza, quelli che la posseggono vengono assegnati ai nuclei familiari con figli.
La vita si conduce generalmente come appena descritto, con un po’ di organizzazione e un reciproco rispetto di tutti. Non si discosta di molto da quella condotta nelle altre case, se non per dei momenti di condivisione degli spazi e degli oggetti. Di seguito sono riportate le regole, valide per ogni occupazione facente parte al movimento di lotta per la casa Action:
1. Ogni abitante nelle occupazioni, nei residence o che comunque aderisce per ideale all’attività politica e militante di Action, si dichiara antifascista ed antirazzista. La vita comunitaria di Action si basa sull’accettazione indiscriminata dell’altro. Non viene accettata nessuna forma di discriminazione in base a sesso, etnia, religione, genere od altra espressione personale.
2. Ogni abitante in Action è tenuto a tesserarsi.
3. Ogni abitante in Action è tenuto a partecipare attivamente alle assemblee della propria comunità. La prolungata assenza dall’assemblea comporta automaticamente l’esclusione dalla comunità di appartenenza.
4. Ciascun nucleo familiare è tenuto a partecipare ad ogni iniziativa sia essa decisa dalle assemblee della propria occupazione/residence, da quelle cittadine o indette dal consiglio (manifestazioni, cortei, volantinaggio, attacchinaggio, picchetti antisfratto, sostegno alle nuove occupazioni o qualsiasi altra iniziativa necessaria alla lotta) e a tutelare e non mettere a repentaglio la propria occupazione.
4bis. Il consiglio è composto dai comitati delle occupazioni e dai residence. Si riunisce settimanalmente per decidere ed organizzare le iniziative politiche e vertenziali e la gestione interna.
159 5. In momenti di estrema necessità comunicati dal consiglio, tutti gli abitanti in Action devono ritenersi mobilitati.
6. Ogni comunità di Action è dotata di un comitato e di una assemblea entrambe facenti riferimento al consiglio.
7. L’assemblea di ciascuna occupazione è sovrana e ha potere decisionale.
8. Ogni abitante si deve attenere alle decisioni comuni prese in assemblea. Ogni assemblea individua un comitato che è in rete con gli altri comitati. Ogni membro della comunità eletto nel comitato è revocabile soltanto dall’assemblea della propria occupazione. E’ auspicabile che il comitato sia rappresentativo del lavoro svolto all’interno e all’esterno della comunità di riferimento. Le funzioni del comitato sono: - riferire con puntualità sul dibattito esistente nel consiglio;
- organizzare il dibattito dell’assemblea di gestione attraverso la preparazione di un ordine del giorno che recepisca sia le indicazioni del consiglio sia le necessità territoriali, sia le problematiche interne al luogo dove si vive;
- far rispettare le decisioni prese dall’assemblea;
- esporre presso il consiglio le proposte e il dibattito proveniente dalle proprie assemblee di gestione;
- segnalare al consiglio se esistono difficoltà presenti nella propria comunità. In questo caso il consiglio è tenuto ad intervenire velocemente.
9. Ogni nucleo è chiamato a sostenere la cassa della propria comunità al fine di autofinanziare tutte le attività interne ed esterne. Il mancato pagamento del fondo cassa, se prolungato e ingiustificato, determina automaticamente l’esclusione dalla comunità di appartenenza.
10. Le comunità di Action ripudiano ogni atto di violenza, di pressioni o ricatto effettuati sugli abitanti e all’interno di ogni nucleo familiare. La violenza è un atto grave che comporta l’esclusione dalla comunità di appartenenza.
160 11. Ogni abitante deve garantire il rispetto della quiete interna (dalle 13,30 alle 16,30 e dalle 24,00 alle 8,00) ed esterna ad ogni comunità.
12. Ciascuno è libero di possedere animali. Ciascuno è tenuto a rispettare l’igiene dei propri spazi e degli spazi in comune.
13. In linea di principio ogni nucleo può avere ospiti. Il nucleo ospitante è l’unico responsabile delle persone ospitate che devono essere presentate all’assemblea e non dotate di chiavi. Per casi eccezionali, l’assemblea può derogare modalità, tempi e forme della permanenza dell’ospite.
14. L’ospite segnalato dagli sportelli autogestiti o istituzionali viene considerato ospite di Action e vengono decisi insieme all’assemblea i tempi e i modi della sua permanenza.
15. La persona che per motivi di varia ragione entra a far parte di un nucleo familiare già esistente nel percorso dell’occupazione, non acquisisce il diritto di essere censito nel percorso abitativo per l’assegnazione di una casa ma viene integrato dal nucleo ospitante; qualora il soggetto integrato nel nucleo familiare si separa, può iniziare un nuovo percorso in un’altra occupazione;
16. l’obiettivo di ciascuna occupazione è quello di far abitare le persone nel miglior modo possibile.
17. Riteniamo essere il regolamento una forma di tutela dei suddetti principi, ai quali fare riferimento. Il non attenersi al regolamento mette in discussione la permanenza all’interno del percorso intrapreso. L’eventuale allontanamento è deciso in assemblea. Il presente regolamento si integra con i regolamenti già esistenti nei residence e nei condomini.
I 17 punti riflettono la necessità di fornire delle regole di civile convivenza, nel loro insieme compongono un regolamento condominiale per molti versi simile a quelli comunemente adottati nelle abitazioni private. Action è il movimento di lotta per la casa che, più di tutti gli altri a Roma, gestisce e
161 coordina le occupazioni a scopo abitativo. Esso nasce il 18 dicembre 2002 con l’occupazione della stabile sito in via dei Reti 27, in zona S. Lorenzo a Roma. Il messaggio di cui si sono fatti promotori, era di chiedere al Municipio di assumersi le proprie responsabilità in merito a tutte quelle famiglie che vivono in condizione di emergenza abitativa, ponendo il problema dei canoni troppo alti e dei numerosi edifici vuoti presenti nel Comune, che potrebbero invece essere destinati alle famiglie bisognose. Per evidenziare la loro visione politica e non confondersi con altri gruppi di colore politico opposto, hanno introdotto la regola numero 1. In essa si dichiara la loro attività di militanza e il fine sociale di cui sono portatori. Il movimento Action, come anche gli altri comitati di lotta per la casa, assumono che non servono nuove costruzioni poiché i numerosi appartamenti sfitti basterebbero a soddisfare la richiesta di domanda abitativa. Le nuove costruzioni sono espressione del proseguimento di pratiche di speculazione edilizia, che mirano ad arricchire i costruttori e non a venire incontro ai bisogni reali dei cittadini. Le occupazioni a scopo abitativo nascono per restituire ai cittadini alloggi di cui hanno estremo bisogno e per aprire sportelli di accoglienza per tutti coloro che sono in emergenza abitativa. Nell’opinione degli individui afferenti ai movimenti di lotta per la casa, l’azione di occupare è un gesto di protesta che vuole rivendicare un diritto fondamentale alla vita dei cittadini: abitare.
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Le occupazioni a scopo abitativo