RELAZIONE DELLE
DILIGENZE USATE CON FELICE
SUCCESSO
NELL'ANNO 1716...
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PROTESTA
L»
Editore Livornese ha stimato bene di non di- partirsi nella presente ristampa dall'Originale, cheha
fedelmente copiato nella suaintegrità , tantorap«porto allo Stile, cheali*Ortografia,
non
avendolo al-terato nella più piccola parte; e ciò per non toglie- re l'autenticità all'Operetta, e per non detrarre al
merito, nè recare ingiuria alla
memoria
dell'illumi- nato, e dotto Autore , che compilò la presente Re- lazione.Ha
dato luogo a questa Ristampa la straordina- ria numerosissima attuai riproduzione delle pernicio- se Cavallette conosciute sotto la denominazione di Grilli, chehanno
infestato gran parte dei Territorj Volterrano, ePisano,conla mira chea ciascuno siano note le Arti usate perestirparle,onde
possano porsi in opra, e liberarsi cosi da un flagello,che potreb- be produrre ipiù sinistri effettiall'umanità, cheII>
DIO
si degni tenersempre
lontani.DigitizedbyGoog
A CHI LEGGE.
Che trai fulmini più Spaventevoli
, iquali dal forte
, epotente braccio
dellAltissimo Iddio sogliono talora
vibrar//sopra la
terraper gastigo
,o per correzione
degliuomini
, sipos- sano annoverare
quellecalamità, che non
dira- do nascono
nelleProvincie
,e ne
iRegni per
le
inondazioni
diquei malvagi
insetti,che Locuste
, eCavallette
siappellano
, ècosa
co-tanto
chiara,ed evidente
,che non fa di me-
stiere
r addurne prova veruna. Imperciocché dove
Qltroesempio non ve
riavesse, che pur molti ve
ri itandle antiche
,emoderne
sto- rie,quello certamente a dimostrar
ciò sareb-be
bastevole, che nella Sacra Storia
silegge, quando per domare
l'ostinatoorgoglio
diFa- raone Signore
dell9
Egitto,
volleIddio
*che per mano
diMose quel suo
fertilissimoRegno inondato fusse da un diluvio
di cosìfatte Lo- custe,
lequali
ifrutti,
eV
erbe tuttedella
campagna divorassero. E vaglia
ilvero,
es-DigitizedbyGoogle
Y alcuni luoghi deW Affrica a combatter
leLo- custe incessantemente
j eche per
ucciderlenella Puglia
,dove
il tuttodevastavano
,spe-dissero colà Gneo Sicinio con autorità
diPre- tore,
econ uno stuolo numerosissimo
diuo*
mirti.
Or conciossiache una
simiglia/itedisavven- tura per cagione
delleCavallette
siastata
inparte
sofferta,ed
inparte minacciata
in al-cune
dellepiù
fruttiferecampagne
dellano- stra Toscana
, especialmente
delleMarem- me Pisana,
eSanese
, in questicinque
ulti-mi anni, ma
inparticolare nelV anno ora
cor-rente
del 1716.nel quale eramo giunti a segno
ditemere ogni più estrema desolazione non solo
nellecampagne suddette, ma
intutta
laToscana erjandio, quando per
laDivina
•
Misericordia
, eper
lopronto
, efficace, eve- ramente paterno ajuto
delSerenissimo Gran Duca nostro Signore
,scajnpati non fussimo felicemente da ogni
pericolo.Egli
cisembra per tanto convenevole,
egiusto,
di così fat-ta evitata tempesta
ilprender qualche
distin-ta
, echiara ricordanza,
ememoria,
laquale a noi
9ed
aiPosteli
servirpossa
d?insegna- mento,
e diregola per bene
, eprudentemen-
DigitizedbyGoogle
vi
te
operare
in altreconsimili occasioni, con V esempio
, e lascorta
infallibile diquel
cheo
imitile ,o dannoso
,o giovevole
si eadesso
i
sperimentato. Oltreché darebbe una cosa degna di troppo biasimo
, serimanessero
nella di-menticanya
, enel
silenzio sepoltela
sollcci*tudine,
lavigilanza
9 ela provvidenza amr mirabile dimostrate in
taleocconen\a da
S.A.
R.in prò
deisuoi amatissimi Stati
, colsomministrar largamente
tutti gli qjuti e spi- rituali, etemporali, con
cuiV imminente
in-fortunio potè dileguarsi del
tuttocon meni
tanto
felici,che la temenza
diun male fu- turo
siconvertì
invero godimento
diun
be-ne
pi esente.Imperciocché
i lavori, e gli ar-tifici
prudentemente j
attiper
tutto ilVerno,
\e per tutta
laPrimavera decorsa, ad ogget-
to diestinguere
lenuocevoli Locuste
,son
ser-*viti
eziandio con ammirabile opportunità per dare
ilnecessario alimento ad un grundissi-
mo numero
diuomini
, iquali
,senya questo inaspettato soccorso, Dio sa come avessero potuto
tirareavanti V
infelice lorvita, in quei mesi
di cosìestrema penuria
diogni sorta
di cibo. Effettisono
questidella somma Pietà
dellamedesinux
/?.A
laquale
gli stessimali
DigitizedbyQpQgl£J
VII
con mirabile alchimia
in benisa trasmutare.
Laonde
in questifogli saranno distintamente raccontate
tutte lecose
eprospere,
eavver- se, che
nellementovate campagne accadero- no dal primo cominciamento
delleLocuste, fino alla quasi
totale lorodestru%ione
,non
solo
per quanto appartiene
agli effèttinatura-
li,
ed air
essenzialiproprietà
di quelledanno-
se bestie;
ma per quanto ancora appartiene
al- le arti,ed operazioni praticate per
debellarle.Ed in facendo
ciònostra intensione
si e,che questa ror^a
Scritturainverso
delDivino
, e delr Umano Benefattore
, siauna viva
testi"monian\a,
dellanostra gratitudine sempiterna.
«
Digitized
Vili
I N D I C E
DEI CAPITOLI.
D EI primo Cominciamento , che hanno avuto
le Cavallette nella Campagna
di
Piombino. Capitolo
I. fiìg. iCome
si sianopropagate,
e moltiplicate nelle •Maremme
neglianni
seguenti.Cap.
11.pag. 5.Della
vera loro appellazione,e dialcune
loro .proprietà.
Capitolo
III, pag. io.Della
lorogenerazione. Capitolo lV.
pag. 14.In qual
precisotempo
partoriscano le lorouova
,ed
in qualtempo muojano
,e per-chè. Capitolo V.
pag. 22.Del tempo
in cuinascano,
eper qual
ragio-ne. Capitolo VI. pag
27.Degli
artitizj praticatiper distruggere
leCa-
vallette,
ed
in particolare delle diligenze usate nelVerno. Capitolo VII. Fg-
33'Segue
a narrarsi gli artifizj praticatiper
di-strugger
le già nate,e
poscia cresciute.
Capitolo
Vili,pag^
59.edbyGoOgt
Del primo co
miricia men
to,che hanno avuto
le
Cavallette nella Campagna
diPiombino.
CAPITOLO
r.Siccome
vederpotrassi con chiarezzamaggiore
nelproseguimento di questa Scrittura , essendo cosa evidente, e dall'universale osservazione confermata, che le
campagne
di Campiglia, e diPiombino,
per 10 corsonon mai
interrotto di questi cinque ultimi anni, cioè dal 171*1. fino all'annocorrente sonostatesempre
imbrattate da così fetta abbominevole razza d'insetti, e nehanno
soffertodanni, ed ingiurienon
ordinarie; quindi nasce pertantoun
ben giustomo-
tivo di ricercare, quale, e
quando
in realtàsia stato11 principio, e'1 cominciamento di simile pestilenza.
Imperocché
essendo statelementovatecampagne
per lungo corso degli anni precedenti libere affatto dasi- migliante molestia, forza è perciò il dire, chequeste Locuste,o
nelleterremedesime nuovamente
prodotte, e generate sisieno, ovvero,che d'altronde giàbelle, e prodotte siano quivi venute. Vuoisidunque
sapere, che molte persone abitanti nel territorio di Piombino, meritevoli d'ogni fedemaggiore,
affermano concor-demente,
e colla testimonianza de'proprj occhi loro, che nell'anno 1711. nel preciso giorno 13. diGiu- gno
circa leore 18.viderodalla parte delMare com-
parir sopra quella
campagna «no
stuoloimmenso
delle predette Locuste volanti per l'aria,cosi folto, ed opara
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co , che poteva oscurare ilSole, a guisa di una densa
nube
, il qualfolto stuolo d'insetti fu daloroveduto incontinente posarsi , e spargersi sopìa quellacampa*
gna
, occupando, e cuoprendoun
assai largo paese.Nè sembra
puntoincredibile, o lungi dal vero cosi fatta loro asserzione; imperciocché essendo ornai per mille, e mille forti ragioni, e per altrettante chiare sperienze dimostrato , esserfalsa l'anticaopinione,che possano gì'insetti,o
altrianimali di qualunque specie, generarsidinuovo
spontaneamente ,egli è d'uopoper.ciò il confessare , che nel territorio Piombinese per avanti libero affatto dalleLocuste,sianoquestevenute d'altronde, e da paesi stranieri in quellavastacopia, chequivi osservate furonosul bel principio.
E
questoper appunto quello si è, che appressotuttigli Scrit- toriantichi
/
emoderni
della storia naturale viensta- bilito,cìqò a dire, che nell'Italia leCavallettevengano
quasisempre
dall'Africa, valicandoilMare
Mediter- raneocol vololoro; ondecredibileè,checiòsiaacca- duto eziandio nel casosopraddetto , essendosi verifi- cato,quelche di loro lasciò scritto Plinio: Tantovolane pennarumstridore;niallaealùescredaniurtsolemque obum- brant,solliciiesuspectantibus populis, ne suas operiantter- ras.Ma non
ostante questa universaletestimonianza degli Scrittori, confermata altresì dalla osservazione oculare, parenondimeno
cosa più simileal prodigio, chenaturale,il potertravalicarMari
sìvasti similibe- stioley le quali esercitarsivedono
i moti loro molti piccoli,e brevi; e tanto più, chesiosservanonpoter elleno volarnella notte per cagion del fresco, e dell'umido
,percuile gentili , e delicate loro alealmoto
del volo inabilisi rendono.
Laonde
qualunquevoltaDigitizedbyGoogle
egliavviene , che da questa perversa specie d'insetti procedenti dall'Africa,o da qualunquealtrostranierof
e
lontano clima ,vengano
assalite e inondatele nostre terre, molti sono di parere, esserquesto un mira- colo, ed unprodigio operato dalla potentissimamano
d'Iddio per fini reconditi dell'altissimasua provviden- za .
E
per dire il vero non vi ha dubbio alcuno,chenon
solo gli animali , e i viventi,ma
tutte ancora le cose create esercitino tutte le loro operazioni,sempre obbedendo
aisovrani cennidelloro altissimo Creatore;ma
per avventura egli è veroaltresì,che l'istessoId- dio,come
che egli è Autore della naturamedesima
, -sifaservire , ed obbedir per lo più per
mezzo
delle leggi, e delle regole naturali; onde è molto proba- bile, chequando obbedendo
al Divino volere cosi fotti esercitidi Locuste , volano daun
clima all'altroad
infestarnuove
terre, concorrano ad abilitarle , e renderle potenti afar ciò, le leggi, e le regole della natura.Nè
achi ben mirail fattomancano
le ragioni,per
intenderecome
possano le Locuste colle fragili,
epiccoleale loro trapassar
Mari
sì vasti, e volareai lidicotanto remoti. Conciossiachè nel far tali opera- zioni porgeloro molto di ajuto inprimo
luogo la pic- colaspecificagravità dei loro corpicciuoli, la quale, peresser quelli composti di sostanza rada, espugno- sa ,supera perciòmoderatamente
la specifica gravità dell'aria: molto ancora in secondo luogo serve lorod'ajuto il
sommo
calore, e lascmma
siccità, che re-gnano
inquei giorni,neiquali le Locuste soglion fareisopraddetti maravigliosi viaggi,mentre in quei tempi niuno pericolo vi ha,
che
l'umidezza,o lafreddezza dell'aereinfievoliscaleloroale:interzoluogoèmolto
ai
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considerabile ancora il vantaggio, cheapporta ai detti insettila numerosissimaunioneloro nello esercitarque-
stivoli, poiché dal congiugnimento delle poco
meno,
cheinfinite deboli vibrazioni delle loro ale, viene a imprimersi all'aria, che li circonda, un certomoto
favorevole al volo di essi,percuisonoaiutati, e per così dire sospinti nelvolo, dall'aere
medesimo
.Ma
piùdi qualunque altra cosa, egli è moltocredibile, che dei sopraddetti loro voli maravigliosiprincipalissimo artefice sia il vento, del cui favoresiprevalgano op- portunamente le mentovate Locuste, per essere dal ventoistessoconvolatefino alle terre straniere,
dove T
instinto dellaaatura,oil Divinocomando
le spinge.La
qual cosa è tanto vera , che infino alloraquando
la Divina Giustizia volle per
mezzo
diMosè
punir Talterezza, e Fostinazionedi Faraone nelF Egitto conV
abominevole inondazionedelleLocuste, ancoin quel caso soprannaturale affatto, e prodigioso,ebbe
non picool luogoil vento neir arrivo delle Locustemede-
sime sopraFEgitto: Extendit Moysesmanum
suarn su*perterram AEsgyti,
&
Dominus induxu ventum urenccmtotadie,
&
nocte,& mane
facto ve ntusurens levava Lo-custas^ quae ascenderunt superuniversam terram AEgypti
.
In
somma
non vi ha dubbioalcuno, chedisimigliantiammirandi
viaggi fatti da queste nocevoli bestie, e dei loro improvvisi arrivi nelle nostre terrein foltis- simi stuoli , la principal cagione naturale siailvento, il quale a noi le trasporti;onde
verisimilecosa è, che per la stessacagione appunto pervenissero nelgiorno sopranarrato del 1711.nellaCampagna
diPiombino
le consapute innumerabiliLocuste, cheposcia sono stateV
origine di cosi fatta tribolazione nei cinque anniDigitizedby.GoogleJ
seguenti . Narrasida Giulio
Obsequente
celebreScrit- tore , che nelPanno 591. furono dalMare
portati ,e gettati al lido d' Italiacosì alti fagotti ,egruppi di Locuste
morte
,procedenti dall'Africa, che perVinfe- zionedallaloro putredine comunicata all'aria , nacque una peste, incuimorirono
ottocento mila uomini.Or
chi volesse rintracciar la cagione di unsimile effetto, forse
non
andrebbelungi dalvero, se egli affermasse, esser morte allora quell'infinitonomerò
diLocuste ,perchè ritrovandosiellenogià poste in
moto
in versol' Italiacol favore del ventoAustrale , venne poscia a
mancare
il detto vento favorevole, ed in tal guisa re- stando privi i detti insetti del loro conduttorecade- rono, esiaffogarono nelMare, venendo
posciadall' alternoondeggiamento
delMare
istesso vomitatisul nostro lido.Come
sisiano propagate
, e moltiplicate leLocuste
nelleMaremme
neglianni seguenti dopo la
loroprima comparsa
.
C A P
IT O L O
II.Supposta dunque
questa verità, che la mentovata perversa speciedi piccole bestie col volo lorove- nissero da stranieri Paesi nella pianura diPiombino
nel dì13. di
Giugno
del 1711.; per quanto poscia alla loro dimora, e propagazione in quelleCampagne
,siappartiene, il fatto seguì nella maniera infrascritta.
Occuparono
(come
si è detto ) nelprimo
loro arrivo tutto il Paese intorno aPozzo
Baldesco, coprendoDigitizedbyGoogle
6
. ..
quivi, e
ingombrando come
propria stanza, e posses- sione un larghissimo tratto di terra,dove
ptobabil cosa si è , chein quella Srare si spargesseroper di- versi luoghi diquel vastoPiano, equivi facessero la loro generazione , e per tutto liberamente danni no- tabili inducessero senzaimpedimento
alcuno, non es- sendovi stata fatta osservazione, o diligenzaincontra- rio.Nell'Anno
seguente cioè nel 1711. intorno allametà
di Aprile nacquero dalle uova fparse nei luo- ghi sopranarratile nuoveCavallette,lequaliallaloro naturale grandezza pervenute, fecero molli danni allesemente, epasturedi queipiani del territoriodi
Piom-
bino ,eperchèsieranosparse sinoaiconfini delloStato del SerenissiGran' Duca,
alcune di quelle besriole s'introdussero nel detto Stato,dove
fecero "qualche danno,ma
peròinsensibile,edappenaavvertito. Neil*annosusseguente del 1713. intorno la
metà
di Aprile seguì parimente lanuova nascita delle Cavallette negli stessi luoghi delPiombinesc,dove
nelprecedenteAgo-
sto erano state deposte l'uova;
ma
questa nascita fu tantofeconda, e innumero
così grande, che tali in- settipoteronofar danni, e rovineconsiderabilialle se-mente
,epasturedei detti luoghi delPiombinese,dove dopo
d'aver divorato benpresto , e agevolmente tutti gli erbaggi, si voltarono a cercarei lor pascoli altro- ve ,onde
inoltrandosi nello Stato di S. A. R. confi- nanteaidetti luoghidel territorio diPiombino
,quivi
altresìtutte l'erbe, elesemente danneggiaronoal
mag-
gior segno ;
donde
poscia coni loro voli si sparsero per diversi luoghi diquesto Stato fino alFiume Cor-
nia,
ma
intorno allametà
delmese
diAgosto dell'an- nomedesimo
non so per qual motivo i predetti in-DigjtizecLbyGoogle
retti volando ritornarono tutti nelle stesse
Campagne
ili
Piombino, donde
eranovenuti,ed in molti luoghiili quel territorio spargendosi , dove nei due anni an- tecedentinon avevano deposte le loro uova , quivi in questoanno ledeposero ,
avendo
lisciato lo Stato di S. A. R. libero allatto dalla loro pestifera generazio- ne, e senza aver quivi depositato nò molte nè po- che loro uova; laqua) cosa per avventura fu cagio- ne , che i Sudditi di S. A. fi.vedendo
i loro ter- reni rimasi netti affatto dalle Locuste ritornate nel Piombinese , non si mosseroperciòa peqsare, o adi-mandare
rimedio alcuno , nè alcuna difesa contro di loro, benché nell'annomedesimo
del 1713. gli stessi Sudditi di S. A. R, avesserosoffertodanni, e pregiu- dizi grandissimi nelle loro raccolte da quelle maligne bestiole. Nell'anno poi 1714,intorno al splitotempo
della
metà
di Aprile nello Stato diPiombino
,dove
le Cavalletteaveano depostol'uova, nacque contanto eccesso di
numero
questa esecrabile razza d'insetti, che tutte le semente, e le pasture di quelle infeliciCampagne
in unsubito dispersero ,e rovinarono, inol- trandosi ancora verso il Poggio di Vignale, e Ritor- to.Ma
giunte che furono le Cavallette alla loro na- turalegrandezza, e facoltà divolare, netrapassò una truppa loro grandissimanelloStatoNdi S.A. R., dove, ancoin quest'anno indusseronon piccole offesealle rac- colte,
ma
minori però dei pregiudizj apportati nell'anno antecedente,benchéin cjuest'annoavesseroanco trapassato il
Fiume
Cornia, spargendosi piùampia- mente; ma
in quest'anno istesso 1714. intorno alsolitotempo
dellameta
d'Agosto ripresero le Locuste^vo-
lo, e ritornarono al solitoloro centro dello Stato diDigitizedbyGoogle
8
Piombino,
dove
dilatandosi per cuttoquel territorio tanto in poggio , che in piano , e fino in valle , e per in verso noi fino alla Bottaccina, quivi per tutto partorirono, e deposero le loro uova.Né
vuoisi tra- lasciare dì dire, che in quest'annoparimentegli abi- tatori del Piombinese, benché avessero dalleLocusta ricevuto danni, e rovineindicibili tanto di semente,
che di pasture, ed al poggio, ed al piano; conti- nuarono con tuttociò nella loro stupida noncuranza senza pensare a difendersidagli evidenti danni futuri , edi Sudditi di S. A. R.ancor eglino con biasimevole supina negligenza , lusingandosi di non aver più a sof- frire gl'incomodi di tali insetti, non procurarono ri-
medio
alcuno.
Finalmente venuto il solito
tempo
dellametà
di Aprile del susseguente anno 1715. nacqueroleLocu-
ste in
numero
sì spaventoso nello Stato diPiombino
,
che in pochissimi giorni tutte le semente, e pasture di quell'ampie
Campagne
tanto in poggio,che inpia-no
divorarono,e quindi subitovoltatesi rovincsamente inversoloStato di S. A. R.entrarono in quello ezian- dio, e quivi pure messero in rovinatuttelesemen-
te, e pasture dei primi piani,che trovarono, facen- dol'istessastrageancoalpoggio, ed al piano delCam-
pigliese, e fino eziandio alla Sassetta, restando dalla parte della
Maremma
Pisana per termine dell'invasio- ne diqueste pestifere bestiole le Contee, nelle quali ne pervennero alcunepoche.E
nello stessoanno 1715.dilatarono il tirannico loro possesso
ampiamente
nello Stato di S. A. R. per altre parti eziandio,ed inpar-
ticolare nei territori di
Massa
,Monte Rotondo
,Ga-
yorrano, e Ravi dello Stato Sanesc, e nelle
Comu
DiaitizedbyGòogle
nitàdi Sassetta , Castagneto, e.
Monte
Verdi dellaJu- risdizione di Volterra ,venendo
in talguisaad infet- tare più di 70.miglia diPaese per semedesimo
ferti- lissimo.Or
per tuttiquestiluoghimentovatiessendosi sparse lo Cavallette rnnumero
inesplicabile, quindi
non
si dipartirono giàcome
feceronegli anni trascorsi,ma
quiviplacidamente, e quasi inpropria stanzasi fer-marono
, e feeero la loro generazione, ecopiosissima deposizione delle loro uova; dimodo
tale, che ve-dendo!
Popoli delle mentovateCampagne
unasemen-
za sì innumerabile, e sì spaventosa , che minacciavala nafeitapera sùo
tempo
di tante, e tante maladette Locuste, che averebbero agevolmentepotuto devastare rton solamente quelle specialiCampagne
,ma
ancora tutte l'altre e prossime , e remote per tutti gli anni avvenire; si risvegliarono perciò dal letargo, in cui vissero negli anni trascorsi , e risoluti a difendersi contuttii
modi
possibili dallaimminente calamità, si risol-verono
saviamentedi ricorrerecon ognicaldezza aiDi- vini, ed agliumani
ajuti,conforme
fecero; nè anda- rono indarno le loro suppliche,mentre
ilpotentissUmo
ajuto d'Iddio benedettosempre
prontoai soccorsa de'suoi fedeli, e la sovranacaritatevole paterna assi- stenza del Sereniss.Gran Duca
Signor nostro, sonostati i due forti scudi,che hanno difeso tutte le
men-
tovateCampagne
dallaimminente calamità, che aloro sovrastava. Quali poi siano state le arri, e. le dili- genze particolari, con cui si siano potute vincere, e per così dire, annichilar quasi affìtto le nominate pestifere Locuste, ed intaL guisa porre in piena si-curezza tutte le semente e tutte le raccolte delle,
suddette vaste
Campagne
x si narrerà, esattamentenei,
capitoli
% che seguono
r
h
DigitizedbyGoogle
IO
Della vera appellatone
di tali insetti, e dialcune
loroproprietà.
CAPITOLO
IH.Perchè
alla perfetta intelligenzadellapresente Re- lazione appartienesommamente
V averchiaracon- tezza di alcune specifiche proprietà degli insetti . di cui parliamo, e del precisomodo
,onde
imedesimi
fanno la loro generazione, e la propagazione della specie loro; fa di mestiere perciò a così fatte coseilnostro ragionamentorivolgere presentemente,affine
„ di fare altruimanifesto quelchèsi è osservato intorno a qnesti naturali effetti nelle
Campagne
,ove hanno
sì copiosamente albergato le
medesime
piccole bestie.E
per cominciare a dir qualche cosa di più preciso intorno alnome
loro, vuoisi avvertire , che sebbene simili insetti da tutti quanti gli abitatori delleMa- remme
di Pisa, e di Siena sianostatisempre comu- nemente
appellati col genericonome
di Grilli , egli è veronondimeno
, che questa appellazione non è a loro propria, nè convenevole , secondo il linguaggio usato appresso tutti i migliori Scrittori; impercioc- ché i Grilli in realtà, benché abbiano qualche simi- litudine agli insetti, di cui si parla, in quantoche
ancor'èglino saltano, e volano con le loro ali carti- laginee, si cibano di erbe, ed abitino nelle stesseCampagne;
si ritrovano con tutto ciò infra di loro molte essenziali differenze, una delle qualisi è,che
la lunghezza delcorpo dei Grilli è molto minoreassai, di
modo
che non giunge allamera
della lunghezzaDisitizedbyQooglc^j
I'
QÌgitiz£dbyXk)Ogfc
del corpo di questi , essendo egiuli nella grossezza
;
la secondadifferenza si
e,
che 1 Grilli non vivono, rè volano insiemea stuoli , ed a eserciti siccome que-sti ;
hanno
il loro capo piùtosto rotondo, dove questi hanno la testa lunga non dissimile alla testa diCa-
vallo . Finalmente differiscono da questi in molte al- tre proprietà, che saria cosa lunga il riferire para- tamente; laonde agli Scrittori Italiani è piaciuto co-
munemente
di chiamarequesta nostra specie d'insetti perdist'nguerladalle altre specie colnome
dicaval- lette, deducendo
questa appellazione dalla figura, che ha laloro piccola testamoltosimigliente allafigura della testa di Cavallo ,come
si è detto.Gli Scrittori Latinidiedero a questa razza d'insetti ilnome
di lo- custa , il qualnome
, secondo il parerecomune
, eb- be la sua etimologia , e derivazione dal devastare, e distruggere, che fanno le Cavallette in un subito , a guisa di un fuoco che abbrucia, tutto ciò che tro-vano
nelleCampagne
più ricche , e più fertili,quasi locausta, quod meste*,
&
alia, quae attingunt urant.E/pei* dire il vero queste perfide Cavallette
campa- io
direrbe, edibiade d'ogni genere, e specialmente son ghiotte del grano ,non
soloquando
egli è in erba semplice,ma quando
ancora egli hagià prodotto le sue spighe, nel.qualtempo
sogliono queste maladette bestiole avidamente mangiare quel teneronodo,o
per meglio dire, quella tenera articolazione del fusto del grano, alla quale è attaccata lancortenera spiga , dimodo
chevenendo
in tal guisa a recidersi le suddette articolazioni,cadonoperciò infelicementeinterra tron- cate tutte le spighe , c con esse precipitano tutte le .speranze della sospirata raccolta.
Nè
solamente co>j-DigitizedbyGoogle
ito all' erbetutte , e allebiade esercitano
H
furor loro questi perfidi animali ,ma
devastano eziandio tutù ifiori, e le foglie degli alberi fruttiferi, e delle viti, talmente che niun frutto della terra si ritrovi, chesìadalla Divina Provvidenza destinatoall'usodegli
Uomini
, il quale stia sicuro dalle ingiurie dei denti loro divoratori;onde
non senza molta ragione potè Plinio 1'[storico,parlandodellemedesime
Cavallette,
lasciare scritto,
Deonun
Ira pcstis ea ìntellizitur. Perlaqual cosa
non
sipuò
mai bastevolmente ringraziare Tinfinita bontà, che sie
compiaciuto di usare Iddio benedetto inverso tutti noi altri abitatori dellaTo-
scana,
avendo
Sua Divina Maestà per sua misericor- dia permesso, che con leumane
diligenze aggiugnersi sta potuto ad estinguere in quest'anno una peste così detestabile, la quale
avendo
giàingombrato un
cosivasto , e fertile paese, poteva benpresto, e age- volmente tutta quanta la Toscana occupare ,e questa già moltoafflitta dalla penuria estrema ,indotta dalla scarzezza
somma
delle precedenti raccolte, airultimo segno della infelicita ridurre.E
perlo stessomotivò
debbonsi offerire di voti Inni di lode , e di applausoal Serenissimo
Gran Duca
nostro Signore , il quale col suo zelo veramente paternoha postoin uso tutti gliajutipiù pronti, piùefficaci,e più opportuni, affine di farci evitare, siccomeè seguito ,una cotantopros-
sima , edimminente
disnvventura.
Ma
ritornandoadessoafavellare delleproprietàdegliinfetti predetti. Infra lamoltitudinepoco
meno che
in- finita delle Locuste, le quali perlo coraodi 5.anni,
% ed in particolare in quest'ultimo
, occupato
hanno
le mentovateCampagne
, sisono in quelle osservatenon
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i? -potile diversità infraPuna, e
V
altri, le quali,come
suol dirsi nelle scuole, sono diversità accidentarte, c non essenziali. Imperciocché quali di esse Cavallette sono state d; color tutto verde,quali di color verde macchiato in più luoghi di neio, quali di color ce- nerino , e sbiadato , quali di color rossiccio , e molto simile al
ccWe
de! matton presto, e quali finalmente con altre, ed altre diversità di colori nella superficie dei loro rorpi. liè vero però , che fra queste ac- cennatedifferenze di colori , le piùnumerose
senza alcundubbio sono state le Cavallettecoloritedi colore rossiccio, nelmodo
che poc'anzi si è detto- Inoltresi sono osservate eziandio alcune Cavallette, aventi
il corpoloto alquanto più lungo,alcunealtre cen esso alquanto più corto, essendo elleno ancora pervenute alla
somma
naturale grandezza. Finalmente di cosi fatte accidenteriedifferenzemolte , e molte se ne sono infradi loroosservate, le qualinontolgonoperò dallemedesime
l'uniformità della specie , conforme lein- jiumerabili differenze, che si mirano tra iCani,e trai Cavalli particolari, non fanno, che tutti i Cavalli
non
sianocompresisotto unaspeciemedesima
.E
per dire il vero ristesse Cavallette quantunque infra di loro diverse nelmodo
già.detto , si sono però non-dimeno
osservate turte simili, eduniformi nella strut- tura , e nella particolarsimetria dei-loro corpicciuoli, especialmente nell'averleafe loroformate tutte egual-mente
di una certa peculiarecartilaginefacilea fran- gersi, e stritolarsi; nell'avere il loro capo alquanto bislungo, e di forma non dissimile ai capo deiCa-
valli; nelFesser tutte simili in esercitandoilorosalti,
e i loro voli; nel cibarsi dei cibi medesimi , e
eoa
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i4
i medesimi
modi
; nel vivere tutte perlomedesimo
, ed eguale tratto ditempo
; e finalmente nel propa- gare la loro specie tutte quante con imodi mede-
simi, siccome appresso diremo.
Bella Generarjone
delle Cavallette.CAPITOLO
IV.Gli
Scrittori della Storia naturalehanno
parlatodella generazione di questianimaletti con tanto d'incertezza, e di varietà , che malagevole cosa si è
il formarne
un
vero, e determinato sistema: con- ciossiachè, per non far parola alcuna della opinio- ne già rigettatacomunemente
per falsa,la quale han-no
tenuto molti rinomati Autori , appresso dei quali la generazionedelle Cavalletteè stata giudicata spon- tanea, e procedente non già dal coito , e dalseme
dei genitori,
ma
dalla putrefazione di altrematerie;anco in sentenza di coloro, che vogliono, generarsi questi insetti per operadei loropadri,lastoria diun simil fattosi ravvisa pienadi moltaconfusione, e di- versità di pareri. Aristotile ha affermato, che le Ca- vallette
femmine dopo
avere avutocommercio
con imaschi, venendo poi il
tempo
del parto loro, chesi fa nel terminar della Primavera, fissano in terra una- certa loro spina,oago
, che hannonellacoda,e quiviformando
una piccola cavità vi depositanotuttiiloro feti , i quali dice essere in realtà piccoli vermicciuoli che in apparenza pajono minutissimeuova
,ma
vera-mente
son vermi, e questi vestendosi di un p«codi te/ra sottilissima, ed impalpable , colformarsene at*>
s
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15 torno
come
una spoglia, ed una tunica, cosìdimo-
rano, e stanno nascosi per entroagliscrepoli, edalle fessure della terra fino alla Primavera dell*anno
av- venire , ed allora rompendosi la predetta tunica ,o
sottilissima spoglia circondante i vermicciuoli, quindi
i vermi*
medesimi
nascono in forma di piccoleLo-
custe , e tostamente possono i voli loro esercitare .
Perlo contrario Plinio asserisce , le Cavallette par- torir l'uova loro vere , e realinell'Autunno , dacui poscia nella futura Primaveranascanole piccole
nuove
Cavallette , le quali siano di color nero , e per al- lora sian prive di penne, e digambe
,muovendosi
per terra a foggia dei rettili ,edopo appoco appoco
in progresso di qualche
tempo
divengano perfette Locuste .Ed
al detto di Plinio conformasi AlbertoMagno
, il quale alle piccole Locuste subito nate dàil
nome
dibruchi
, ed afferma chequesti Bruchi di-vorano tutte l'erbe , e tutto ciò, che trovanoessere avanzato ai denti divoratori delle vecchie Locuste , da cui son nati , e che morirononel precedente
Au-
tunno.
Ed
ilmedesimo
AlbertoMagno
soggiugne,
chel'uova partoriteda ciaschedunadelleLocuste fem-
mine
, benché siano dimole
piccolissima, sono dinu- mero
così grande , che dimostrano essere moltoam-
pio l'utero di quelle bestiole , dentro del quale le dette uova si generano, e si contengono, la qual cosa dice egli confermarsi anche dall'osservazione,mentre
le Cavallettequando
son pregne, compari- scono agii occhi tumideassai . Alcazuino nelsuo libro Arabico delle maraviglie delle Creature,perquanto
riferisce Francesco Redi, lasciò scritto, che quandi*
le Locuste'pa:iurano di Primavera , cerano un terreno
*6
grasso , e umido , sopra di cui si gettano, e colle code scavano cene fossette,nellequaliciascheduna di essepar- torisce centouova.
lu tanta discrepanza di sentenze, trattandosi di una cosa di fatto ; la miglior regola si è P impararne la verità dalla Natura
medesima
permezzo
delle dili- genti osservazioni fatteo
con gli occhi proprj , ov- vero cogliocchi di altre persone corredate di pru^denza, e di attenzione incorrigibile , alle qnali per- ciò si possa prestare ogni fede
maggiore
.Noi
nar-reremo
ora sinceramente quello, che per noi stessi r.bbiamo potuto cogli occhi propri osservare, e rac-conteremo
eziandio cjuelche permezzo
altrui cisi è leso manifesto , e palese . Inprimo
luogo egliè ve- ro verissimo il detto di Plinio , di AlbertoMagno
,
e di Alcazuino sopra mentovati, che le Cavallette partoriscono Puova, e non ivermi,
come
dice Aristo- tile . In secondo luogoegliè vero egualmente ,ch«
una sola
femmina
partorisce molte uova insieme , e nel luogomedesimo,
verificandosi in ciò quel, che frisse Aristotile,&
loco coàcm faetum deponunt, ut quasifavusvideatur.Niuno
però viabbia, che credail
numero
delle detteuova
arrivare all'eccessivo nu-mero
di cento, conforme affermò Alcazuino, poiché per le molte osservazioni , che neabbiam
latte , cipardi poter dire sicuramente, così fatte adunanze dì uova non maipassare il
numero
di trentacinque.Que-
ste
hanno
laloro figura ellitica, o ovata,che dir vo- gliamo, la cui lunghezza è presso a pocotripla della grossezza; il color loro è albiccio,o
cenerino, sono trasparenti , edhanno
il guscio loroa
roggia dell'al- tre uova^ dotato di qualcae moderata resistenza, diDigitizedbyGooglej
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modo
chequando
si stiacciano leuovamedesime,
ilguscio loro nell'atto del frangersifa un piccoloscop- pietto, ed in quest'atto
medesimo
si vede con evi- denza , essere le detteuova
ripiene di un'umor
tra-sparente f bianco, e viscoso.
La
grandezza di simi- gliamipiccoli corpicciuoli è poco,onulladiversadalla grandezza dei granelli dell' anicio, o del finocchio,
alla figura dei quali molto parimente si rassomigliano con la lor propria figura. Queste uova adunque, che
fin'ora si sono descritte , stanno distese per la loro lunghezza le une sopra le altre a suolo a suolo ,per lo più a tre, e tal volta a quattro uova per suolo
,
toccandosi, e combaciandosi
scambevolmente
le su- periori colle inferiori, edin talforma vengono
a co- stituire un piccolo cilindro, la cui grossezza è eguale alla lunghezza diuno
di esseuova,e l'altezza èpresso a poco tripla della grossezza, eincosì fatta maniera strettamente unite ,e combaciantìsi le une colle altre, si osservano tutte insieme le uovamedesime,
essere d'ogni intorno circondate, e vestite dauna sottile, ecomune membrana
, all'esterna superficie della qualesi ttova
sempre
tenacemente aderente, e fissadaper tutto, una sottile vesta di terra asciutta, non giàmorbida
,eliscia ,ma
ruvida, e rozza, or più orme- no
grossa,ma
però non mai eccedente la grossezza di un testone, talmente che simigliarne composizione delle uova internamente nascose, nelmodo
giàdetto, dellamembrana comune
, che le circonda, e le chiu- de, e dell'arida terra affissa d'ogni intornoallamem-
brana
medesima,
fa un'apparenza" di un piccolo ci- lindro ,o
per dir meglio, diun piccolo cannello di terra secca, pieno di detteuova, ilqual cannellonon
c
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è
inmodo
alcuno attaccatoalsuolo,ma
è distaccato,e
libero affatto, potendo muoversi , e ruzzolarsi per ogniminima
forza. In questa guisaadunque
parto- risce, edaccomoda
lesueuova
ciaschedunafemmina degli insetti, di cui parliamo; laonde perchè nellecampagne
già mentovate tra ilnumero immenso
di tali bestiole , innumerabili eziandiosonostatele fem-mine
di questa specie , perciò in essecampagne
con eccessiva abbondanza,e copiositàsi sono vedutisparsida
per tutto così, fatti adunamenti di uova, cioè a dire , così fatti cilindretti, ocannelli diterra,dentro di se contenentileuova medesime
in quella forma,
che s' è poc' anzi narrato.
Onde
sene
sono potuti agevolmente radunare insieme, e raccogliereda ognu-no
a suo piacimento, nonsolopersoddisfare la pro- pria curiosità ,ma
per cooperare in talmodo
effica-cemente
alla estirpazione diquesti piccolisì,ma
som- inamente perfidi, e potentinemici,con ucciderlipri-ma
eh'e'nascano.
Or
eccoci adesso pervenuti col nostro discorso adun
passo moltodifficile, qualeperappuntosiè quello di dover'altrui far nota Parte , e P industria,concui le Cavallettefemmine
partoriscono le uova loro, e le adattano, e le ripongono tuttodentro ai.sopraac- cennati cannelli, con quel preciso inviolabile ordine, emodo
, che già siè narrato: imperciocchénascesu- bito nelPaltruimente
una ben giusta curiosità di sa- pere, se questi animaletti partoriscano primaJe lorouova
separate infra di loro, e aduno
aduno
, ov- vero le gettinofuori dei lorocorpicciuoli tutteinuo tratto,ed
insieme unite, siccome unite , e disposte sono dentro ai cannelli medesimi; e nelprimo
casoDigitizedbyGopglf
s'incontra una
somma
difficoltà a concepire, ed in- tendere,come
le dette bestiole possano le loro uova' separate prima , e disgiunte, insieme unire , e di- sporre con ordine, e positura cotanto particolare ,e regolata; possanoaltresì racchiuderletutte così dispo ste dentro a una tunica, donde trar possano una tu- nica così fatta,e finalmentecome
alla tunica istessa sidebba
subito, e cotantotenacemente attaccarper di fuori una spoglia di terra, laqualeleuova
tutte in se racchiuda, e dalle esterne ingiurie difenda;cose tutte, le quali richieggono un lavorìo, ed
un
magistero distinto, e particolare perciascheduna , e-molto in vero maraviglioso;
onde
senza averne unaben
chiaracognizione,nonpuò
lamente
puntoacquie- tarsi .Ma
nelsecondocaso ,quando
cioè laCavallettafemmina
partorisse tutte insieme leuova, chesitro-vano
contenute nei piccoli cannelli, farebbe dime-
stiere il dimostrare,
come
esser possa , che dal suo*piccolo cor-picciuolo- si escluda un
gruppo
di uova*, costituente una grandezza così notabile ; e parrebbe eziandio necessario P affermare , che le stesseuova
uscissero fuori dal corpo dellaCavalletta già vestite,,
e
rinvolte tutte insieme dalPaccennatacomune mem-
brana\ onde d
uopo
sarebbe il direaltresì ,che que- sta stessamembrana
fusse l'utero dellamadre
,ov-
verofosseil dutto ovorio, laqual cosaparrebbemolto maravigliosa.,non
viavendo
(eh'io sappia) esempio»alcuno nella storia degli Animali ovipari, chele uova>
siano partorite consìsolenne accompagnaturadi
mem-
brane, che le vestano ,
e
tutte insienre le uniscano,, e finalmente anco in questo caso bisognerebbe ria- cucciarY artifizionaturale,
per
cui algruppo
diuova
IO
partorirò, e rinvolto nella sua tunica, si
debba sù-
bito attaccar perdi fuorid'ogni intorno la
mentovata
crosta di terra*, per cui
venga
a formarsi il descritto cannello. Per rinvenire la verità delle suddette pro- posizioni ,non
vi ha dubbio alcuno, cheVottimo , è'1 più sicuro
mezzo
sarebbe l'aver potuto da seme-
desimo con gli occhi proprj osservare , e riosservar più volte attentamente le Cavallette nell' atto delpar- torir l'uova loro , ed è moltoprobabile ,chein quella infinita moltitudine di tali bestiole ,che ingombrava- no lecampagne
già dette, ogni esperto osservatoresi fusse potuto pienamente soddisfare, e ne avesse acquistata una notizia totalmente perfetta.
Ma
dove a noinon
è stato lecito per ladistanza1'osservare iltutto con gli occhi proprj , non Sara per avventura cosa disdicevole il supplire colle altrui esservazioni
.
Sia notoadunque, chealcune personeabitantiinquelle stesse
campagne
,quando
le Cavallette vi sono state abbondantissime , benché non siano Filosofi di profes- sione , con futto ciò essendo uomini dotati di molto senno, e veridicisommamente
nel loro parlare,aven-do
avutola commissione di osservareesattamente co-me
stia in veritàla faccenda intornoal partorirsi dalle Cavallettemedesime
lelorouova.,si sono eglinocòm-
piaciuti di farne l'infrascritta relazione.
Le femmine
formanonel bustolorol'uova.recitiledauna
certa membranctta,comeavrannoosservalo, dierestaden-
tro quel cannelletto. Nella loro generazione le
Jcmmine
si attaccano con i masclù, come lefarfalle dei baefd da seta• Libidinosissimi animali con copula incessante: e quando si arriva in verso la metà di Agosto, poco prima^
o poco dopo , le femminesi sgravano dell'uova in.questa
DigitizedbyGoogle_,
lf
jnanitra. Cercano quanto sìa possibile / terrenostretto9 e sassoso, e quivi imprime la
femmina
il suo aculeo,cheha
nella punta della coda , ei
imprimenellaterrafxxo pià di quel che siaV
altezza diun
dito traverso , fino die giunga colla punta del suo corpo a toccar la terra,
c allora,geme di fondo all'aculeo una certa umidità ,
colla quale permezzo delmotedell'acùleoimpasta la id- ra , e di quella terra pastosa forma
un
canticiletto , dal quale poi ritira l'aculeo, e difondo al suo corpo getta tutte quelle uova avvoltate da quella membrana dentro allo stesso cannello, e poi in cima di esso gettaaltra simile umidità, e serra incima il medesimo cannellctto, e di lì a pocosi ritira , e muoremota
affatto di busto, senza restarglialtro, chelasquaglia. Ilnaturalede'maschi è questo, chequando lafemmina
stapiantata in terra , e che forma il cannelletto, le saltano addosso due o tremaschi, la sgraffianoye lamordonordbbiosamentc; effetto della loro fiera libidine, e poco dopoquesti maschise ne vanno ad affogare nei ruscelli, e nei rattai de*fiumi , c credibile per il loro gran calore acquistato nelcoito 6rc.
Le
oflervazioni da noi fatte con gliocchi proprj in- torno a iconsaputicannelli , contenenti dentro diseleuovadelle Cavallette, già da noi narrate di sopra,uni- teadessoaquestarelazione,laqualeper esser fatta da uominigiudiziosi,e vendici,meritaPaltrui credenzaf
compongono
insieme una ftoriamolto
diftinta ,e co- piosa intorno alla generazione deimedesimi insetti;onde
potrà ^hiccheffìa con quefto riscontro giudicare ,quale degli Autorimentovati di sopra, intornoa
que-
lla mareria abbia parlato con piùdi verità , senzache noici allunghiamodi vantaggio intorno aqueftoparti- colare.