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Agenda politica

Nel documento ANIMALI  POLITICI. (pagine 115-120)

5   L’ANIMAL ADVOCACY IN ITALIA

5.2   Agenda politica

Guardando alla storia recente, nella campagna elettorale per le Elezioni Europee di maggio 2014 l’interesse nei confronti di tematiche legate agli animali non-umani sembra avere avuto una discreta visibilità: dall’apertura ufficiale della campagna elettorale di Forza Italia simbolicamente tenuta presso la “Festa degli amici animali”, fino alle polemiche sulle dichiarazioni di Beppe Grillo riguardo la vivisezione. A tali aspetti, che mettono in luce il notevole utilizzo mediatico dei pets che caratterizzò già la campagna per le politiche 2013 e che ricadono certamente sotto la definizione di spettacolarizzazione (Debord, 1967) e popolarizzazione (Mazzoleni & Sfardini, 2009, 2010) di una politica condotta by other means (Ginsberg & Shafter, 2002), vanno aggiunti segnali più precisamente politici, come l’inserimento di specifici punti fra le priorità di alcune liste. L’Altra Europa con Tsipras, ad esempio, chiedeva il “contenimento dell’allevamento intensivo di animali a scopo alimentare, teatro di violenza e sofferenza per il vivente animale che dobbiamo e possiamo evitare”, mentre i VerdiEuropei/GreenItalia invitavano a sviluppare “più strumenti per i diritti degli animali: dare piena applicazione al riconoscimento degli animali come esseri senzienti, integrando questo principio generale nel processo di formazione delle norme europee…introdurre il divieto di uccisione di cani e gatti e sviluppare programmi di prevenzione del randagismo…dare attuazione all’iniziativa dei cittadini Stop Vivisection, sostituendo la direttiva europea 2010/63”. A conferma dell’interesse generalizzato nei confronti della tematica è corretto quantomeno segnalare il numero monografico intitolato Dalla parte degli animali della rivista Charta Minuta (4/2010), periodico del defunto gruppo parlamentare Futuro e Libertà.115

Tuttavia, in Italia l’esperimento del Partito Animalista sembra per ora non aver avuto successo; in altri Paesi, come l’Olanda, il PvdD116 ha ottenuto tre seggi in Parlamento e si è imposto dunque come effettivo interlocutore istituzionale. La situazione è ancor più notevole

115 L’approfondimento della questione relativa la plausibilità di un animalismo “di destra” esula dai nostri obiettivi, e necessiterebbe una tesi a sé stante. I contributi sul tema si sono moltiplicati in anni recenti, anche in conseguenza dell’esistenza, più o meno rilevante, di gruppi dall’ambigua identità politica. Si rimanda per un puntuale e recente approfondimento sul tema a Reggio (2016). Inoltre, per una mappatura precisa dei soggetti “di destra” afferenti all’animal advocacy italiana, si può consultare: “Conoscerli per isolarli, isolarli per eliminarli. La destra, più o meno estrema, in ambito ecologista e animalista in Italia”, sul blog Antispefa: https://antispefa.noblogs.org/dossier-conoscerli-per-isolarli-1-0/.

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a livello del Parlamento Europeo, dove il Partito Animalista olandese e quello tedesco117 hanno ottenuto un seggio a testa. Al netto di questa importante precisazione, va segnalato come anche nel nostro Paese si sia costituito un intergruppo parlamentare, coordinato dalla LAV, e che conta 24 eletti (15 alla Camera e 9 al Senato), il cui elenco, corredato di partito, ramo parlamentare e regione di provenienza è riportato nella tabella 5.1.

Tab. 5.1. - Membri dell’Intergruppo Parlamentare Animali

Partito Ramo parlamentare Regione

Ivan Catalano M5S Camera Lombardia

Massimo De Rosa M5S Camera Lombardia

Laura Castelli M5S Camera Piemonte

Silvia Chimienti M5S Camera Piemonte

Eleonora Bechis M5S Camera Piemonte

Ivan Della Valle M5S Camera Piemonte

Fabiana Dadone M5S Camera Piemonte

Davide Crippa M5S Camera Piemonte

Mirko Busto M5S Camera Piemonte

Paolo Romano M5S Camera Piemonte

Marco Scibona M5S Senato Piemonte

Carlo Martelli M5S Senato Piemonte

Alberto Airola M5S Senato Piemonte

Monica Cirinnà Pd Senato Lazio

Fiorenza Bassoli Pd Senato Lombardia

Manuela Granaiola Pd Senato Toscana

Silvana Amati Pd Senato Marche

Michela Vittoria Brambilla Pdl Camera Emilia Romagna

Basilio Catanoso Pdl Camera Sicilia

Manuela Repetti Pdl Senato Piemonte

Gabriella Giammanco Pdl Camera Sicilia

Luigi Lacquaniti Sel Camera Lombardia

Loredana De Petris Sel Senato Lazio

Nichi Vendola Sel Camera Puglia

Fonte: http://www.nelcuore.org/editoriali/item/animal-house-animalisti-in-parlamento.html

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L’interesse della politica, e di singoli politici in modo particolare, per gli animali non-umani, è tuttavia di ben più lunga data. I primi contatti fra parlamentari della Repubblica e associazioni animaliste avvengono infatti già negli anni Sessanta-Settanta (Tonutti, 2007): l’attuale trasversalità del fenomeno sembra affondare le radici in quel periodo storico, data la presenza di deputati e senatori afferenti a partiti di tutto l’arco parlamentare. Per alcuni attivisti, tale canale istituzionale caratterizzato da un intento welfarista apparve fin da subito controproducente nella prospettiva di una più radicale “lotta di liberazione”: ciò che veniva criticato era un approccio interessato “soltanto” a limitare le sofferenze degli animali non-umani, tramite miglioramenti nelle condizioni di vita degli stessi, e che non avrebbe pertanto eliminato la natura profonda dello sfruttamento nei loro confronti.

Uno dei personaggi certamente più noti dell’impegno animalista (anche se sarebbe più accorto e corretto utilizzare la parola “ambientalista”), è stata Adele Faccio. Esponente del Partito Radicale, eletta come deputata in tre legislature, il suo nome viene correntemente legato all’impegno nella lotta per la legalizzazione dell’aborto,118 e più in generale al femminismo degli anni Settanta.119 Tuttavia, la Faccio fu anche fra i fondatori dei Verdi Arcobaleno, e il suo impegno in campo animalista/ambientalista caratterizzò soprattutto gli ultimi anni della sua biografia politica e personale. Fu, fra le altre cose, sostenitrice dei referendum indetti da Verdi e Radicali nel 1990 sulla caccia e l’uso di pesticidi in agricoltura, che non ottennero il quorum, ma che furono fra i primi segnali evidenti di un interesse generalizzato per tematiche ambientaliste nel nostro Paese, vedendo una netta vittoria dei “sì”.

Un percorso in qualche modo simile a quello di Adele Faccio, e coniugante dunque un approccio intellettuale120 a un impegno politico e civile, è anche quello di Gianni Tamino. Dapprima membro di Democrazia Proletaria, successivamente approdò ai Verdi Arcobaleno, e ancora successivamente alla Federazione dei Verdi. È stato eletto sia alla Camera dei Deputati sia all’Europarlamento, e la sua attività politica si è concentrata in modo particolare

118 La stessa Adele Faccio, durante una manifestazione dei Radicali tenutasi al Teatro Adriano di Roma il 26 gennaio 1975, dichiarò di aver effettuato un aborto volontario. Per tale motivo venne arrestata, in quanto all’epoca l’aborto volontario era elencato tra i "delitti contro l'integrità e la sanità della stirpe" nel Titolo X del Codice penale.

119 L’intreccio fra animalismo e femminismo (e più in generale per le battaglie sui diritti civili) è noto in letteratura: l’assimilazione dello sfruttamento delle soggettività non rispondenti all’eterossesualità e all’androcentrismo egemonico sono stati discussi da diversi contributi, in parte ricordati nel capitolo 2. Anche in ambito istituzionale tale binomio pare confermarsi: ne è un altro recente esempio quello dell’onorevole Monica Cirinnà, firmataria del discusso disegno di legge sulle unioni civili del 2016, ma storicamente conosciuta come animalista, dapprima nel Consiglio Comunale di Roma e successivamente in Parlamento.

120 Gianni Tamino insegna Biologia generale e Fondamenti di diritto ambientale al Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova.

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attorno a temi ambientali, quali l’utilizzo di energie rinnovabili, le conseguenze dell’inquinamento, le biotecnologie, etc., divenendo anche membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie, del Gruppo di lavoro sui rischi biologici, e della Commissione Interministeriale per le Biotecnologie. Tuttavia, nel corso della sua carriera si è interessato anche al tema della sperimentazione animale, pubblicando articoli e saggi inerenti l’argomento (si veda, ad es., Tamino, 2006). Il Professor Tamino è inoltre il Presidente di Equivita, coordinamento di medici e scienziati che aderiscono alla lotta contro la sperimentazione animale, e recentemente è stato fra i sostenitori dell’Iniziativa dei cittadini europei #StopVivisection.

Diversi altri sono gli esponenti dei Verdi che nei decenni passati hanno abbracciato la causa animalista. Non si possono non citare Anna Maria Procacci e Carla Rocchi, firmatarie della legge 281/1991 sul randagismo, momento storico per l’animalismo italiano e non solo, ponendosi come legge d’avanguardia a livello europeo per i diritti degli animali (Castignone & Lombardi Vallauri, 2012). Entrambe animaliste “di formazione”, e dunque in buona parte distinguendosi rispetto agli esempi precedentemente citati, sono state elette più volte nelle fila dei Verdi (tre volte deputata e una senatrice la Procacci, tre volte senatrice e una deputata la Rocchi). Attualmente proseguono il loro impegno animalista soprattutto quali membri dell’ENPA: in modo particolare Carla Rocchi ne è attualmente la Presidente, divenendo la seconda donna nella storia dell’ente a essere eletta alla massima carica, dopo Anna Winter, fondatrice, insieme a Garibaldi, della “Società protettrice degli animali contro i mali trattamenti che subiscono dai guardiani e dai conducenti”.

Se dunque la causa animalista è stata sposata soprattutto da esponenti dei Verdi, e più in generale da aree politiche vicine a istanze ambientaliste, non sono mancate figure rilevanti anche nell’ambito della destra istituzionale. Ci limitiamo in questa sede a citare due donne che si sono particolarmente distinte in questo settore: Cristiana Muscardini e Michela Vittoria Brambilla. La prima è una storica rappresentante di quella che viene definita destra sociale, essendo stata dapprima dirigente del FUAN (Fronte Universitario d’Azione Nazionale), successivamente dirigente nazionale del Movimento Sociale Italiano, e approdando infine ad Alleanza Nazionale e successivamente a Fratelli d’Italia. Eletta sia al Parlamento italiano sia soprattutto (per 20 anni) a quello europeo, ha da sempre dato grande spazio all’impegno specificamente animalista nella sua attività istituzionale. L’ambito in cui la Muscardini è stata

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più attiva è in particolare quello antivivisezionista121, nel quale è coinvolta da decenni e per il quale si è opposta nel 2010 alla Direttiva europea sull’argomento. Inoltre, ha recentemente preso posizione contro le pratiche di macellazione rituale e religiosa, nella veste di presidente dell'Intergruppo per la protezione degli animali al Parlamento Europeo.

Più nota al grande pubblico, e spesso unilateralmente identificata con l’interesse della politica istituzionale nei confronti della questione animale, è Michela Vittoria Brambilla. Proprio per il notevole spazio mediatico e per la visibilità acquisita dalla Brambilla, sarebbe necessario ben più spazio per una trattazione approfondita della sua advocacy, aspetto per il quale rimandiamo ai puntuali saggi di Sottofattori (2013b) e Reggio (2012; 2016). Ci limitiamo dunque a ricordare i principali episodi che hanno coinvolto l’onorevole Brambilla: due volte deputata nelle file del Popolo della Libertà, è stata ministra per il turismo e sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, oltre ad aver ricoperto altre cariche parlamentari. Sul fronte specificamente animalista, è stata fondatrice e presidente della LEIDAA (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente); fondatrice, insieme a Umberto Veronesi, del movimento “La coscienza degli animali”; e promotrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, primo effettivo esperimento di consorzio delle principali sigle zoofilo/animaliste italiane. Tuttavia, la sua notorietà si deve a specifici episodi, e in modo particolare alla sua partecipazione alla campagna Fermare Green Hill, e al caso giudiziario inerente il canile di Lecco. Partendo da tale ultimo fatto, si ricorderà come il canile venne affidato alla LEIDAA nel 2002 senza gara d’appalto e con un importo ben superiore a quello consentito per gli appalti pubblici; dopo la denuncia effettuata dall’associazione Freccia 45 riguardo le condizioni di vita dei cani ospitati nella struttura e la malagestione di denaro pubblico, l’associazione della Brambilla non si ripresentò per l’affidamento del canile, una volta scaduta la licenza. Tuttavia, con pronunciamento avvenuto a luglio 2015, il tribunale di Lecco assolse da tutte le accuse Michela Vittoria Brambilla, riconoscendo colpevole Freccia 45 e la sua presidentessa Susanna Chiesa per diffamazione. Ancor più discusso è stato il coinvolgimento della Brambilla nella campagna Fermare Green Hill, presso lo stabilimento di cani beagle di Montichiari.122 Abbiamo già accennato all’evento nel primo paragrafo del capitolo: ci limitiamo a ribadire come, se certamente la costante presenza dell’ex-ministra ha convogliato sulla campagna una notevole attenzione dei

121 Cristiana Muscardini è, fra le altre cose, Presidente della UAI (Unione Antivivisezionisti Italiani).

122 Si segnalano, quantomeno, il blitz effettuato dalla Brambilla con immagini di denuncia rispetto alle condizioni in cui vivevano i cani nell’allevamento, la partecipazione ad alcuni cortei organizzati dal Coordinamento FGH o da altre realtà afferenti alla campagna, e l’approvazione nel 2013 della legge (che porta il suo nome) che vieta l’uso di cani, gatti e primati per la sperimentazione in tutto il territorio nazionale.

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media mainstream, allo stesso tempo il Coordinamento FGH si sia pubblicamente dissociato in diverse occasioni dalla Brambilla stessa.123

Nel documento ANIMALI  POLITICI. (pagine 115-120)