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Gli  indirizzi  dei  gruppi

Nel documento ANIMALI  POLITICI. (pagine 164-167)

7   ANIMALI POLITICI

7.1   Spettro politico: il posizionamento di gruppi e individui

7.1.1   Gli  indirizzi  dei  gruppi

Abbiamo sottoposto in modo esplicito la questione ai “membri rilevanti” dei gruppi intervistati. Le posizioni emerse possono suddividersi in tre principali filoni, che riteniamo efficace definire nel modo seguente: animalismo politico, animalismo a-politico, animalismo politicamente moderato. Precisando come in questo caso il termine animalismo vada inteso quale sinonimo di animal advocacy nella sua complessità e specificando come si tratti dei frames che caratterizzano i gruppi analizzati nel nostro focus qualitativo, riportiamo di seguito alcuni estratti di interviste che ben chiariscono le tre posizioni. Successivamente, analizzeremo invece la risposta degli “attivisti di base”, al fine di valutare la congruenza fra i percorsi collettivi e quelli individuali.

 

A) Animalismo politico

 

Vi sono in primo luogo coloro che non nascondono l’esplicita natura di sinistra del loro impegno per gli animali, sottolineandone le posizioni antifasciste e i collegamenti con altri movimenti e lotte di liberazione. Tale approccio non si limita a discorsi di carattere generale e natura astratta, ma individua specifici nemici da combattere nel neo-fascismo e nel qualunquismo.

L’animalismo di destra può esistere, perché effettivamente esiste. Dopodichè il problema è individuare le contraddizioni dell’animalismo di destra, sono molte e spesso sono molto simili a quelle dell’animalismo a-politico… detto questo, però, per me essere di destra è sbagliato in sé, quindi al di lá della questione animale è un problema in sé. (Oltre la Specie, Intervista 1, M.R.)

L’animalismo e l’antispecismo devono essere inseriti in un contesto di lotte più ampio per avere un senso radicale di liberazione; questo mi porta a identificare questo tipo di lotte con una posizione politica legata all’anarchismo, più che a una destra/sinistra tradizionale, partitica o istituzionalizzata… un cambiamento radicale quale quello liberazionista (quindi la fine dello sfruttamento di tutti gli esseri viventi) necessita un cambiamento radicale dell’organizzazione, della cultura, delle abitudini dell’essere umano oggi. (Farro & Fuoco, Intervista 2, L.C.)

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La vera forza dell’antispecismo è che combatte ogni forma di discriminazione, quindi già sentire parlare di persone che lottano per la liberazione animale non sapendo quindi di cosa parlano e si dichiarano fasciste o leghiste mi sembra una contraddizione assurda. Queste persone dovrebbero essere combattute esattamente come si combattono gli allevatori, come si combattono gli sfruttatori in genere. (Vita da Cani, Intervista 2, G.F.)

B) Animalismo a-politico

Oltre a tale posizione, vi è quella di coloro che rivendicano l’anima a-politica dell’animal advocacy, alla luce dell’argomento secondo il quale poca importanza assume, specie dal punto di vista degli animali non-umani, la posizione di associati, attivisti e volontari in riferimento ad altre questioni sociali. Si propone, dunque, una prospettiva trasversale, slegata da classiche dinamiche di tipo “politico” e non di rado sfociante in posizioni fortemente identitariste.

Riguardo a questa seconda tipologia, è bene tuttavia precisare come si tratti di posizioni anche piuttosto distanti fra loro. Con riferimento ai soggetti esaminati, per esempio, vi sono differenze sostanziali fra i due gruppi antispecisti che più si avvicinano alla definizione di un approccio a-politico: Cani Sciolti e Essere Animali. Nel caso di Cani Sciolti157 siamo di fronte a un gruppo di attivisti spesso alla prima esperienza e che hanno trovato nell’animal advocacy la loro prima forma di coinvolgimento collettivo e politico. Al netto delle polemiche riguardanti l’afferenza “di destra” del gruppo (o di alcuni suoi membri), ciò che risulta evidente dai discorsi degli intervistati è la convinzione della natura a-politica dell’animalismo e l’afflato anti-politico del gruppo. Essere Animali è invece un’associazione composta da individui con forte radicamento politico, provenienti da istanze e background movimentisti e radicali, ma la cui sempre maggior influenza presso ampi pubblici e il ruolo (anche) di interlocutore presso alcune istituzioni, rende più caute le posizioni dei membri intervistati.

157 Anche in questo caso, come nel prosieguo della tesi, il riferimento a Cani Sciolti si può estendere alla sua attuale evoluzione in Iene Vegane. Abbiamo tuttavia valutato di mantenere la dicitura Cani Sciolti in quanto durante lo svolgimento delle interviste (e precedentemente in fase di disegno della ricerca) quella era la denominazione del gruppo.

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Trovo talmente disgustoso, guarda usala questa parola: disgustoso, il fatto che ci siano persone che possono mandare via altre persone nel movimento animalista soltanto perché queste persone sono di destra. Perché quando mi dicono “via la destra dall’animalismo”, io rispondo: “ok, però tutti quelli di sinistra son vegani?”…Bisogna accettare questo, che l’animalismo è fatto quasi tutto di persone di destra, perché io sono arrivato a questo pensiero: perché le persone di sinistra, di cui io mi ritengo diciamo un esponente, sono più impegnate a occuparsi degli animali umani; gli animali non-umani vengono considerati di serie b. (Cani Sciolti, Intervista 3, A.V.) Noi non siamo un gruppo politico, siamo un gruppo a-politico, antispecista, e adesso pacifico…non crediamo che appartenere a un certo tipo di politica serva, destra o sinistra o centro. Noi essendo usciti da un gruppo che è considerato un gruppo fascista, ci hanno etichettati da sempre come fascisti…noi vorremmo informare tutti che c’è da fare qualcosa per salvare sto pianeta. (Cani Sciolti, Intervista 1, T.G.)

C) Animalismo politicamente moderato

Infine, si può individuare una terza categoria di risposte, di carattere intermedio, che ribadisce l’autonomia che l’animal advocacy dovrebbe mantenere e la natura trasversale che dovrebbe caratterizzarla, senza tuttavia nascondere le proprie posizioni politiche, generalmente ascrivibili al centro-sinistra.

Diciamo che l’animalismo è collocato solitamente a sinistra, anche se poi se andiamo a vedere storicamente tutti i provvedimenti a favore degli animali li ha sempre presi la destra…Noi siamo comunque sempre stati equidistanti dalla politica…questa cosa non è piaciuta tantissimo a nessuna amministrazione di nessun colore perché comunque la politica ha ancora questo meccanismo sbagliato del do ut des….quindi le relazioni sono cortesi con tutti, sicuramente migliori con questa amministrazione (dato il momento in cui è stata svolta l’intervista, ci si riferisce all’amministrazione Pisapia, ndA) rispetto a quelli con l’amministrazione Moratti precedente. (ENPA, Intervista 2, E.G.).

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