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Contatto con le unità di rilevazione e numero di rispondenti

Nel documento ANIMALI  POLITICI. (pagine 97-100)

4   METODI, DATI E PERCORSO DELLA RICERCA

4.4   Fonti dei dati

4.4.1   La  survey

4.4.1.3   Contatto con le unità di rilevazione e numero di rispondenti

Una volta ricostruito il tessuto delle organizzazioni, per giungere alle nostre vere e proprie unità di rilevazione (i membri individuali), sono stati reperiti i contatti di riferimento di gruppi e associazioni (mail, telefono). Il database dell’Agenzia delle Entrate, che ha rappresentato la nostra principale fonte di riferimento, è predisposto per fini istituzionali e non di ricerca, e pertanto i dati forniti erano i seguenti: denominazione dell’associazione, indirizzo, città, provincia, CAP, codice fiscale, tipo di associazione. L’unico riferimento di contatto era dunque rappresentato dall’indirizzo della sede, mentre mancavano contatti telefonici ed e-mail: a questo aspetto si è ovviato risalendo a tali dati tramite mirate ricerche su Internet ed elenchi telefonici. A maggior ragione, questo tipo di ricerca è stato necessario per le aree di movimento maggiormente “sommerse”.

Fatto ciò, si è provveduto a contattare, per mezzo di una mail inviata dall’ex Garante degli animali del Comune di Milano, Valerio Pocar, tutti gli indirizzi mail ufficiali di organizzazioni, gruppi e associazioni di cui si era entrati in possesso, al fine di chiedere a tali organizzazioni, gruppi e associazioni gli indirizzi mail di singoli membri cui inviare il questionario online. Tale operazione si è rivelata particolarmente gravosa, sia per il numero delle SMOs raggiunte, sia per la diffidenza di un certo numero fra esse a divulgare indirizzi di singoli membri (o addirittura a collaborare in alcun modo alla ricerca), sia per motivi più contingenti e legati ai differenti modi di funzionamento delle singole organizzazioni di movimento. Si è dunque reso necessario un sollecito telefonico effettuato dal ricercatore tramite il CATI di Dipartimento95, al fine di giungere a un congruo numero di contatti.

Ottenuti gli indirizzi mail degli individui, questi sono stati in seguito contattati direttamente, tramite invito personale via mail dal software Limesurvey, per completare un questionario strutturato. Come accennato, molti fra i gruppi non hanno voluto, per differenti motivi, fornire gli indirizzi dei singoli membri. La maggior parte fra questi, tuttavia, ha dato

95 Precisiamo come il CATI di Dipartimento (http://www.sociologia.unimib.it/default.asp?idPagine=7278) sia stato utilizzato per semplici solleciti e non invece nella sua più specifica funzione di Computer-Assisted

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la disponibilità a far circolare tramite i propri canali interni il questionario. Per questo motivo è stato creato un “duplicato” del questionario originale, non gestito direttamente dal ricercatore, il quale dunque non può sapere quale sia la percentuale dei rispondenti rispetto a coloro che hanno ricevuto l’invito: tale scelta è stata adottata per ottenere un più congruo numero di risposte. Certamente, ciò ha reso ancor più difficile giungere a risultati rappresentativi, ma tuttavia ciò sarebbe stato ugualmente impossibile anche utilizzando esclusivamente i database ufficiali delle organizzazioni.

Non è dunque possibile sapere quanti individui siano stati raggiunti dall’invito; tuttavia, il questionario risulta compilato da 704 individui. Come risposte sono state considerate soltanto quelle di coloro che hanno completato i ¾ del questionario: essendo il questionario online (consultabile in appendice) composto da quattro sezioni, si è dunque considerato soltanto chi abbia risposto almeno a tre schermate.

Ci limitiamo a riportare nella tabella 4.1. il numero relativo agli individui afferenti a ciascuna area, omettendo invece il riferimento ai gruppi, in quanto particolarmente numerosi e dispersi.

Tab 4.1. - Numero dei rispondenti alla survey, suddiviso per area di appartenenza96

NUMERO RISPONDENTI

ANTISPECISMO 180

CURA 232

PROTEZIONISMO 292

TOTALE 704

Fonte: nostro questionario animal advocates italiani, 2015.

Si ritengono opportune due ulteriori precisazioni:

a) nell’abbinare l’individuo all’area si è fatto riferimento al primo gruppo di appartenenza indicato dall’individuo stesso: la prima domanda del questionario, infatti, richiedeva di

96 Come in parte già sottolineato, i censimenti nazionali sono riferiti soltanto alle aree protezionista e della cura, eventualmente comprendendo alcuni gruppi antispecisti costituiti in qualche forma associativa riconosciuta. Ribadendo dunque come il campione non sia rappresentativo nè della popolazione di riferimento generale nè delle tre aree stratificate, riteniamo comunque che i tre tipi di appartenenza individuati siano corretti e coprano in modo efficace lo spettro dell’animal advocacy italiana.

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indicare il gruppo (o i gruppi) di appartenenza.97 In molti casi si tratta di individui con multi-appartenenze, spesso fra tipologie di gruppi differenti. Alcuni rispondenti, inoltre, non hanno indicato alcun gruppo di appartenenza. A tal riguardo, si è ritenuto opportuno cercare di utilizzare anche questi casi, riclassificando i missing sul gruppo di appartenenza tramite un modello di regressione logistica multi-nomiale, al fine di predire l’appartenenza stessa. Nel modello sono state inserite la variabile sul tipo di gruppo di appartenenza come dipendente, e come indipendenti e controlli una serie di variabili ritenute, in base a teoria e letteratura, rilevanti sulla scelta di partecipazione degli individui.98 In particolare con la regressione si sono stimate le predicted probabilities e, in base ad esse, il predicted group membership, assegnando ciascun caso al gruppo per cui la predicted probability era maggiore e mantenendo solamente i casi in cui la probabilità di stimare l’outcome fosse > 0,5; gli altri casi, invece, sono stati definitivamente scartati;99

b) il fatto che siano in elevata maggioranza individui afferenti a cura e protezionismo non deve stupire: ciò è dovuto sia a una maggior diffidenza dell’area antispecista nei confronti delle survey, sia più semplicemente a una loro maggior presenza numerica.

97 Tale abbinamento è evidentemente passibilie di critiche e avrebbe potuto condurre a risultati differenti. Se infatti in certi casi la natura antispecista, protezionista o di cura dei singoli gruppi indicati dai rispondenti era sufficientemente nota (in base alle strategie storicamente adottate da quel gruppo), in altri casi il confine è più sottile. Al fine di una maggior sicurezza, si è dunque testato l’abbinamento effettuato dal ricercatore, sottoponendolo a verifica presso alcuni “informatori privilegiati”, esponenti di vario tipo dell’animal advocacy italiana. Se nella stragrande maggioranza dei casi l’abbinamento effettuato dal ricercatore è coinciso con quello degli informatori, in alcuni casi sono stati apportati cambiamenti sulla base delle indicazioni ottenute. Ribadendo dunque la natura arbitraria dell’abbinamento (come anche quella dell’individuazione delle aree) si ritiene meticoloso ed efficace il lavoro condotto, soprattutto in assenza di una specifica tipologia da testare in riferimento al caso nazionale.

98 Le variabili inserite nel modello di regressione sono state le seguenti domande: “Tra i motivi indicati di seguito, quali sono i due che più La spingono ad occuparsi di cura, benessere, diritti, liberazione degli animali non-umani? Indichi i due motivi per Lei più importanti”; “Quanto tempo dedica mediamente all'attività di

animal advocacy?”; “Quali iniziative e modalità di azione ritiene più importanti ed efficaci nell'attività di animal advocacy? Indichi le prime due iniziative e modalità d'azione per importanza ed eficacia”; “Come definirebbe il

Suo regime alimentare?”; “Quali ritiene, fra le seguenti affermazioni, quelle che maggiormente rispecchiano il Suo modo di vivere l'attività di "animal advocacy"? Indichi le prime due risposte per importanza.”; “Quali, fra i seguenti, ritiene che siano i campi in cui è prioritario intervenire come membri dell’area di movimento per l’ “animal advocacy”? Indichi le prime due risposte per importanza.”; e le seguenti batterie di domande: “Come singolo individuo (attivista, associato/a, o altro), Lei ha utilizzato una di queste forme di azione, negli ultimi due anni?”; “Esprima il Suo giudizio per i seguenti comportamenti. Dia un voto compreso tra 1 (per niente ammissibile) e 5 (completamente ammissibile).”. Di quest’ultima, in particolare, si sono considerati solamente gli items riferiti a comportamenti rivolti agli animali non-umani. Tutte le domande e i rispettivi items elencati sono consultabili nel questionario riportato in appendice a fine elaborato.

99 Lo stesso modello di regressione logistica multi-nomiale è stato stimato anche sui rispondenti che hanno fornito la collocazione d’area. Questo ha permesso di verificare se le categorie di appartenenza predette in base alle risposte fornite sulle variabili considerate corrispondessero all’auto-collocazione dei rispondenti: a conferma dell’efficacia sia delle tre categorie individuate sia di questo modello di regressione, tutte e tre le aree paiono aver fornito risposte “coerenti”, con percentuali che si attestano fra il 75% e l’80%.

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Riassumendo, dunque, il lavoro di definizione del campo, si è ritenuto opportuno seguire, in linea con Diani (2002), dapprima un criterio “nominalistico”, utilizzando specifici database istituzionali, e successivamente un’integrazione in termini “realisti”, al fine di cogliere aree di movimento e specifiche forme di advocacy che non fossero definibili a livello nominalista.100

 

Nel documento ANIMALI  POLITICI. (pagine 97-100)