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MANAGING FLOW

4) dominanza strategica: consiste nella possibilità di realizzare le mosse più

5.2 Apertura del colloquio: saluti e “small talk”

Ogni evento evento comunicativo sia esso di tipo istituzionale o di tipo ordinario è caratterizzato da un inizio. In particolare quando si fa riferimento ad interazioni di tipo istituzionale questo “inizio” o apertura nelle interazioni istituzionali risulta più chiaro e facile da identificare (Schegloff, 1979, 1986 ). Le aperture, come sottolinea 37

Schegloff (1986, p.112) “are compact and interactionally dense”, permettono di definire l’interazione che si sta avviando, di regolare le modalità di accesso ad una

Le prime sequenze di apertura che sono state studiate erano quelle delle chiamate d’emergenza al

determinata situazione e definiscono i “talkables” ovvero l’insieme degli argomenti che possono essere trattati nella scambio comunicativo che seguirà (Whalen, Zimmerman, 1987). Per avviare una forma di interazione, due individui attraversano necessariamente una fase introduttiva nella quale ci si saluta e si gestisce un reciproco orientamento verso il particolare scopo interattivo che caratterizza l’interazione. Nel caso dei colloqui tra genitori e insegnanti è interessante notare come vi sia anche una sorta di transizione spaziale degli interlocutori (Baker e Keogh, 1995; MacLure e Walker, 2000). All’interno del nostro corpus di dati sono i genitori a recarsi nelle classi degli insegnanti e l’ingresso all’interno dell’aula segna l’inizio dell’interazione. La fase dei saluti inizia solitamente quando ancora il genitore si sta muovendo nello spazio. Quando il genitore si siede, entrambi gli interlocutori si orientano reciprocamente ad iniziare il colloquio. Tuttavia, alla fase iniziale di saluti segue quasi sempre una fase che in letteratura è stata definita “small talk” (per un’analisi recente e completa di come sia stata trattata la fase di “small talk” vedere Coupland, 2000, 2003; Hudak e Maynard, 2011). Questa fase risulta intermedia tra i saluti iniziali e l’inizio vero e proprio del colloquio in cui gli insegnanti focalizzano l’attenzione verso lo scopo istituzionale dell’incontro ovvero la valutazione del bambino. All’interno di questa fase intermedia “small talk” possiamo trovare una serie di argomenti e di tematiche che non sempre hanno a che fare con lo scopo del colloquio, ma sembrano aiutare gli interlocutori a “rompere il ghiaccio” e ad orientarsi reciprocamente. All’interno dei nostri dati abbiamo notato che in questa fase sono solitamente gli insegnanti ad orientare gli argomenti ponendo alcune domande di carattere generale ai genitori ma può succedere che siano anche i genitori stessi a parlare spontaneamente dei bambini o di altri aspetti che caratterizzano la vita fuori dalla scuola. Gli argomenti che caratterizzano la fase di “small talk” possono riguardare sia i bambini sia i genitori stessi. Questa fase può essere considerata chiusa una volta che gli insegnanti danno avvio alla fase valutativa vera e propria entrando così all’interno dello scopo istituzionale del colloquio che è la valutazione vera e

propria del rendimento scolastico del bambino (Baker e Keogh, 1995, Pillet-Shore, 2001, 2015, 2016)).

Di seguito presentiamo due estratti che mettono in evidenza come solitamente genitori e insegnanti gestiscono interattivamente la fase di saluti iniziali e di “small talk”.

Nell’estratto che segue abbiamo un papà di una bambina di quarta che, dopo aver salutato le insegnanti, decide di mostrare i video della gara di pattinaggio della figlia orientando l’interazione verso un “tema” che riguarda una dimensione esterna al contesto scolastico.

Ex 1 Apertura colloquio: saluti e “small talk”

Ita: insegnante italiano

mat: insegnante matematica

dad: papà

4. dad °permesso°

5. ita buona sera

6. mat salve!

7. ita salve

8. dad buona sera

((20 linee omesse)) 28

. dad

^vi faccio vedere la Caterina, ve la faccio vedere ^prende fuori dalla giacca il cellulare e lo mostra alle insegnanti

29

. dad eh alla, alla gara di [patt-

30

. ita [Di pattinaggio

31

L’interazione si apre ufficialmente quando il padre chiede “permesso” ed entra fisicamente all’interno della classe nella quale le insegnanti attendono i genitori. Le insegnanti sono sedute attorno ad un tavolo al quale si siede anche il genitore. Dopo una serie di coppie adiacenti di saluti ( linee 4-5, 6-7-8) le insegnanti invitano il padre a firmare una serie di documenti (parte omessa e non trascritta). A partire dalla linea 28 il padre propone alle insegnanti di guardare sul cellulare un video la gara di pattinaggio della figlia (linee 28-29). È Interessante notare che alla linea 30 l’insegnante di italiano completa il turno precedente del padre mostrando di sapere quale sport pratica la bambina. Alla linea 31 il padre chiede alle insegnanti se hanno già visto qualcosa mostrando di essere orientato ai suoi interlocutori. Questo è un esempio di recipient design in quanto il padre prima di raccontare una storia o di mostrare qualcosa ci si assicura che il nostro interlocutore non ne sia in qualche modo già a conoscenza di ciò di cui vogliamo parlare. Nel nostro caso il padre prima di mostrare il video si assicura che le insegnanti non lo abbiano già visto in qualche altra occasione. Le insegnanti confermano di non aver visto la gara ma mostrano di avere

32

. ita non abbiamo visto niente

33

. ita ci hanno detto [solo che:

34

. dad [aspetta (.)

35

. ita non è andata bene come l'altra volta

36

. dad no, non è andata male aspetta un attimo

37

. ita A loro:: Parole loro eh__ io::(.)

38

comunque una conoscenza pregressa dicendo che sanno che “non è andata bene come l’altra volta” (linea 35). Alla linea 36, il padre reclama la sua conoscenza di prima mano che lo autorizza a valutare la gara della figlia e sottolinea che non è andata male. L’insegnante alla linea 37 produce un account “a loro parole eh io” attribuendo la responsabilità della sua valutazione probabilmente alla bambina stessa. L’insegnante di matematica si allinea e dicendo “sono perfezionisti” cerca a sua volta di fornire una giustificazione sia del perché la bambina può aver riferito che la gara non è andata bene sia della valutazione che è stata prodotta dall’insegnante di italiano. In questo estratto è interessante notare come la fase di “small talk” sia caratterizzata da una “tensione” tra i territori epistemici e i relativi diritti valutativi che ne derivano. Anche l’estratto che segue presenta una struttura molto simile. Dove abbiamo una mamma che si reca nell’aula dove sono sedute le insegnanti per parlare dell’andamento scolastico del figlio di nove anni. In questo caso sono le insegnanti ad aprire la fase di “small talk” chiedendo alla mamma dove sia il marito visto che sono sempre andati ai colloqui insieme.

Ex. 2 Apertura colloquio: saluti e “small talk”

Ita: insegnante di italiano

Mat: insegnante di matematica

Mum: mamma

1. Ita ecco Sara. buonasera

2. Mum buonasera

3. Mat ciao

4. Mum (ah c’è anche Marina)

5. Ita eh, ce la siamo (.) ci sono

7. terza

8. Mum eh infatti

9. Ita quindi: (.) /con Sara abbiamo

10

. già fatto tutto quindi possiamo

11 . procedere/ 12 . Mat sì, sì 13 . Mum () 14

. Ita si, Sara aveva già firma:to (.)

15

. e:

16

. Mum io avevo firmato un po’ di cose

17

. Ita si, aveva firmato anche: il

18

. marito. li avevamo fatti fare a

19

. tutti e due perché di solito

20

. vengono in coppia: ma oggi è A

21

. LAVORARE?

22

. Mum oggi è a Parigi, è A PARIGI

23

. Ita [aaah

24

. Mat [aaah

25

. Ita beato lui (mi vien da dire) poi

26

. non dico altro

27

Alla linea 1 l’insegnante di Italiano apre il colloquio salutando la madre. Il fatto che sia il genitore ad entrare all’interno della classe in cui si trovano le insegnanti è reso rilevante dall’ “ecco Sara” dell’insegnante di italiano (linea 1). A questo turno segue il turno della madre che completa la coppia adiacente relativa ai saluti (linee 1-2). Anche in questo caso si parla di materiali da far firmare ai genitori ( linee 9-21). Alla linea 20 l’insegnante di italiano dopo aver verificato che i documenti siano stati tutti firmati affermando che i genitori vengono sempre in coppia rende rilevante l’occorrere della sua domanda che seguirà alla linea 21 “ ma oggi è a lavorare.”. La madre anche in questo caso completa la coppia adiacente e rispose che il marito è a Parigi. Dalla linea 23 alla linea 31 è possibile notare una sequenza di “small talk” nella quale gli interlocutori sono orientati a parlare di un argomento che non è relativo alla valutazione del bambino. Sarà infatti dopo il turno 31 che l’insegnante di italiano entrerà all’interno dello scopo istituzionale del colloquio aprendo il suo turno con una valutazione relativa al rendimento scolastico del bambino.

La fase valutativa sarà approfondita nel prossimo paragrafo, in cui il focus verterà sulle modalità in cui le insegnanti danno avvio a questa fase e su come orientano la conversazione per raggiungere l’obiettivo istituzionale del colloquio: valutare il bambino (Pillet-Shore, 2015).

28

. Mum beh per lavoro, (mica per altro)

29

. Ita beh intanto: è a Parigi.

30

. Mum è a Parigi, sì

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