MANAGING FLOW
4) dominanza strategica: consiste nella possibilità di realizzare le mosse più
4.5 Scelta del contesto di ricerca
La ricerca è stata condotta in due scuole primarie, una collocata nel centro Italia e l’altra collocata nel nord Italia. I contesti di ricerca sono stati scelti sulla base della disponibilità dei dirigenti scolatici a consentire l’accesso all’interno delle scuole e alla disponibilità delle insegnanti di farsi videoregistrare durante i colloqui istituzionali con i genitori. In fase di progettazione della ricerca si è riflettuto sull’adeguatezza dell’evento comunicativo “colloquio istituzionale tra genitori e insegnanti” in base alla letteratura presente in campo nazionale e internazionale (Milani, 2012; Addimando, 2013; Baker e Keogh, 1995, Pillet-Shore , 2001, 2003, 2012, 2015,2016; MacLure e Walker, 2000; Davitti, 2013; Kotthoff, 2015). Prima di iniziare la ricerca e
le video registrazioni è stato fatto un incontro preliminare con il dirigente scolastico per spiegare gli obiettivi della ricerca e i metodi. Una volta ottenuto il consenso del dirigente scolastico, la ricerca è stata presentata alle insegnanti e alle famiglie. In fase di registrazione ogni genitore era libero di scegliere se firmare il modulo relativo al consenso informato e pertanto partecipare alla ricerca oppure no.
4.5.1 Negoziare l’accesso
In entrambi i contesti ho coinvolto gli insegnanti presentando la ricerca come uno studio su ciò che insegnanti e genitori “fanno” attraverso l’uso del linguaggio durante i colloqui istituzionali.
Un aspetto metodologico molto importante è legato al guadagnarsi l'accesso ai contesti dove si intende fare ricerca. Nella fase di accesso al campo, mi sono presentata ai genitori e agli insegnanti come ricercatrice esplicitando cosa avrei fatto nella mia attività di ricerca e garantendo in ogni momento l’anonimato di ogni soggetto partecipante. Quando ero presente sul campo ho cercato di agire in modo rispettoso e non intrusivo privilegiando l’osservazione. Durante la fase di accesso al campo ho anche suggerito alle insegnanti la possibilità di utilizzare i dati raccolti, tramite le videoregistrazioni, come occasione per poter riflettere su alcuni aspetti della competenza professionale e conversazionale di cui spesso gli insegnanti sono limitatamente consapevoli (Walker, 2000). Inizialmente, ho incontrato alcune resistenze da parte degli insegnanti rispetto alla pratica di videoregistrazione in quanto l’uso delle telecamere viene percepito, soprattutto in fase di negoziazione della ricerca, come invadente. In risposta a queste resistenze, ho cercato di illustrare anche i vantaggi connessi alla possibilità di raccogliere dati di ricerca attraverso l’uso di videoregistrazioni. Ho specificato più volte che i dati raccolti non avevano la finalità di giudicare l’operato delle insegnanti ma al contrario la volontà di comprendere cosa succede a livello comunicativo e relazionale quando i genitori e gli insegnanti si incontrano per parlare dell’andamento scolastico del figlio/a. Ho specificato che l’uso delle videoregistrazioni poteva rappresentare una risorsa per sostenere la riflessività
professionale in quanto avrebbe permesso di cogliere ciò che gli insegnanti fanno durante le interazioni con genitori Le insegnanti, in risposta, hanno accettato di farsi registrare esprimendomi le loro preoccupazioni circa il fatto che sono consapevoli di quanto nell’agire in situazione non sempre si riesca a cogliere pienamente gli aspetti legati alle proprie pratiche implicite e quanto alcuni comportamenti professionali rischino di diventare abitualizzati e difficili da cogliere in modo riflessivo e consapevole.
4.5.2 Considerazioni etiche: anonimato e accesso
Dopo essermi guadagnata l’accesso al campo, per poter avviare le registrazioni dei colloqui è stato chiesto a genitori e insegnanti di firmare il consenso informato per il trattamento dei dati. Nell’ambito degli studi dell’analisi della conversazione, la fase in cui viene proposto il consenso informato ai partecipanti è stata oggetto di studio e riflessione critica. In particolare il carattere anticipatorio (Murphy e Dingwall, 2007) è stato considerato tra gli aspetti più problematici soprattutto in relazione a quanto i partecipanti possano essere messi al corrente sulle finalità della ricerca. La partecipazione cosi come lo stesso disegno di ricerca diventano processi di “costruzione della conoscenza” che vanno negoziati di volta in volta. Da questo punto di vista, il consenso informato può essere considerato come un artefatto culturale fortemente situato e legato alla cultura della realtà indagata (Marzano, 2007)
Sul modulo del consenso informato presentato ad ogni insegnante e ad ogni genitore sono state riportate tutte le informazioni relative al disegno di ricerca: gli scopi della ricerca, gli strumenti di raccolta e analisi dei dati adottati, le modalità di divulgazione nel pieno rispetto dell’anonimato e della privacy di ogni persona coinvolta.
Il consenso dei partecipanti è stato ottenuto in riferimento alla legge italiana n. 196/2003 sul trattamento dei dati personali. In ogni fase della ricerca è sempre stato garantito l’anonimato di tutti i dati ed è stato specificato che i dati sarebbero rimasti all’interno del gruppo di ricerca universitario. In fase di raccolta dati ho cercato di
prestare molta attenzione a garantire l’anonimato dei partecipanti in quanto il tipo di evento che ho scelto di video-registrare è un evento che tocca sfere molto personali della vita dei partecipanti. Durante i colloqui tra genitori e insegnanti oltre a trattare dell’andamento scolastico dei bambini e delle eventuali strategie da mettere in atto a casa e a scuola , possono emergere anche altri aspetti legati, ad esempio, all’essere un “buon genitore” o un “buon insegnante”. Si tratta di aspetti che intrecciano una dimensione professionale e una dimensione morale. Il timore espresso da genitori e insegnanti è stato inizialmente legato proprio alla “paura” di venire giudicati da coloro che si sarebbero approcciati ai dati di ricerca. Pertanto in questa fase di accesso al campo è stato più volte sottolineato il fatto che sarebbe sempre stato garantito l’anonimato e che lo scopo della ricerca non era quello di giudicare e valutare ciò che sarebbe emerso dai dati raccolti.
4. 6 Corpus e Partecipanti
Alla ricerca hanno partecipato 4 insegnanti di scuola primaria e 47 genitori. Tra i genitori (n 40) sono di origine italiana e (n 7) di origine straniera. Sono stati raccolti in totale 47 colloqui istituzionali tra genitori e insegnanti per un totale di 13h. Un colloquio è stato escluso dall’analisi perché era presente anche il bambino che svolgeva la funzione di mediatore con la madre di origine straniera. La scelta di escludere questo colloquio è stata dettata dal fatto che in tutti gli altri colloqui i bambini non erano presenti. La durata dei colloqui varia da un minimo di cinque minuti ad un massimo di cinquanta minuti. Tra il gruppo dei genitori vi erano anche n. 5 genitori di bambini con bisogni educativi speciali. I colloqui istituzionali che sono stati videoregistrati, solitamente, sono calendarizzati due volte all’anno e hanno lo scopo di discutere dell’andamento scolastico degliallievi. Sono state fatte complessivamente tre raccolte dati: la prima in Aprile 2017 (Centro Italia) in cui sono stati videoregistrati 19 colloqui; la seconda in Dicembre 2017 (Centro Italia) in cui sono stati videoregistrati 17 colloqui (in 6 colloqui erano presenti gli stessi genitori
dei colloqui videoregistrati in Aprile 2017); la terza in Aprile 2018 (Nord Italia) in cui sono stati videoregistrati 11 colloqui. Tutti i colloqui sono stati trascritti utilizzando le convenzioni di trascrizione di Jefferson (2004) tenendo conto anche della dimensione multimodale (postura, gesti, sguardi, tono della voce), dei movimenti del corpo e dei possibili artefatti semiotici che in qualche modo potevano mediare l’interazione.