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DELLA SILICE

DESCRIZIONE CICLO LAVORATIVO

R. Ligugnana: Le Buone norme di campionamento (BNC), Note Applicative, 1999 International PBI, Milano

3. VALUTAZIONE DEL DATO

In Valle d’Aosta si è manifestato nel decennio 1994-2003 un decremento nelle denunce di casi di asbestosi ed un incremento nelle denunce dei casi di neoplasie, con particolare rilievo per i mesoteliomi, secondo un trend che, indipendentemente dalla dimensione del fenomeno, è

con-Figura 3: Comparti produttivi, e relative incidenze percentuali, da cui sono pervenute, a tutto il 2003 in Valle d’Aosta, le richie-ste di rilascio delle certificazioni per accedere ai benefici previdenziali.

frontabile con quello nazionale (Rapporto Annuale INAIL 2002, Rapporto Annuale Regionale Valle d’Aosta 2003).

Nonostante l’agente di rischio sia individuato nelle fibre di amianto aerodisperse, le latenze anche quarantennali con cui queste forme neoplasiche si manifestano rendono spesso diffici-le definire diffici-le esposizioni pregresse. Ciò dipende prevadiffici-lentemente dall’impossibilità, dati i tempi che possono intercorrere fra il momento lavorativo e il manifestarsi dell’evento lesivo, di rin-tracciare fonti attendibili che dimostrino l’utilizzo dell’amianto in cicli lavorativi ormai dismes-si o svolti da ditte cessate.

I pazienti che hanno maturato i mesoteliomi denunciati alla sede INAIL di Aosta hanno, infat-ti, al momento della denuncia della malattia, un’età media di circa 60 anni, età in cui insorge mediamente la neoplasia per i lavoratori che hanno fatto impiego di amianto fra la fine degli anni ‘60 e gli anni ‘80 del novecento. Il dato rilevato è in linea con quelle che sono considera-te le laconsidera-tenze classiche della malattia.

Relativamente ai casi di tecnopatie contratte per esposizione ad amianto trattati dalla sede di Aosta, lo studio delle anamnesi lavorative ha individuato nella produzione e prima lavorazione dell’acciaio il comparto produttivo dove è maturato la quasi totalità dei casi. Questo elemento va letto alla luce della tipologia del tessuto produttivo della regione dove storicamente la pro-duzione dell’acciaio ha costituito una delle principali fonti occupazionali. Questa circostanza ha trovato ampio riflesso anche nel numero di richieste pervenute per il rilascio delle certifi-cazioni utili all’accesso ai benefici amianto previsti dalla normativa, che al 95 per cento dei casi sono state presentate da lavoratori di questo comparto.

Il confronto con i dati provenienti dall’USL di Aosta induce a credere realisticamente probabi-le l’esistenza, anche in Valprobabi-le d’Aosta, del fenomeno delprobabi-le “malattie perdute”. Tuttavia, è aprobabi-lea- alea-torio immaginare che tutti i casi di malattie amianto-correlate manifestatesi nel terrialea-torio regionale debbano essere imputati in via esclusiva alla manipolazione diretta di amianto, o materiali contenenti amianto, in occasione lavorativa. Infatti, non va sottovalutata la presen-za dell’agente di rischio nella dimensione domestica e nelle strutture edilizie, sia abitative che

Figura 4 - Distribuzione delle malattie professionali amianto-correlate denunciate all’INAIL e delle malattie amianto-correla-te denunciaamianto-correla-te all’USL di Aosta nel decennio 1994-2003

lavorative. A tal proposito è significativo il dato sugli interventi di bonifica realizzati nel terri-torio valdostano nel decennio 1993-2004, periodo nel quale sono stati avviati 354 interventi con una distribuzione in crescita sino al 2002. L’8% di tali interventi è stato attuato/avviato da condominii.

Ai fini di una più completa valutazione del fenomeno che recuperi tutti i fattori di possibile incidenza, va anche tenuto conto dei caratteri geologico-petrografici della Valle d’Aosta. Il ter-ritorio valdostano, infatti, si sviluppa su parte dell’arco alpino occidentale dove è diffusa, in affioramento, la presenza di rocce serpentiniche (Dal Piaz et al., 1998) costituenti classica-mente le rocce incassanti le mineralizzazioni in amianto fibroso (crisotilo nel caso specifico).

Si cita, ad esempio, la località di Emarese dove dal 1872 al 1939 è stata coltivata una miniera di amianto. La chiusura dell’attività estrattiva, tuttavia, non ha posto fine all’inquinamento ambientale indotto dal sito per il quale solo recentemente sono state dettate le norme per la sua perimetrazione ai fini della bonifica (Decreto Ministero dell’Ambiente 26/11/2002).

Pertanto solo un approfondito studio mirato, da un lato all’individuazione della presenza in affioramento di mineralizzazioni in amianto e dall’altro alla presenza di amianto e del suo stato di conservazione nelle costruzioni, sia civili che industriali, consentirà di valutare quanto il rischio ambientale possa essere stato, e potrà essere, causa esclusiva o concausa dell’insor-genza di malattie correlate all’amianto.

4. CONCLUSIONI

È di tutta evidenza che la complessità del tema trattato necessita di ulteriori approfondimen-ti. Tuttavia, è possibile pervenire, in via preliminare, alle seguenti considerazioni che potreb-bero costituire la base per studi più mirati.

L’evoluzione in Valle d’Aosta del fenomeno tecnopatico amianto-correlato mostra un anda-mento in crescita dal 1994 al 2003; l’insorgenza di forme neoplasiche, sempre più prevalenti sulle asbestosi, induce a ritenere, dati i periodi di latenza, che non sia ancora stato raggiunto il picco.

Le risultanze dello studio comparato fra le anamnesi lavorative dei lavoratori che hanno pre-sentato denuncia di malattie professionali e i curricula professionali dei lavoratori che hanno presentato istanza di rilascio di certificazione ai fini previdenziali, fanno ipotizzare la crescita del fenomeno tecnopatico all’interno del comparto lavorativo della produzione e prima lavora-zione dell’acciaio. Risulta quindi evidente come la valutalavora-zione tecnica volta alla verifica della sussistenza del rischio amianto ai fini previdenziali consenta di delineare quadri espositivi che possono essere utilizzati come elemento base sia per la definizione di malattie professionali che per una più puntuale graduazione del dato atteso sul fenomeno tecnopatico.

È necessaria una dettagliata conoscenza del territorio regionale, sia relativamente all’aspetto geologico-petrografico che a quello legato alla presenza di amianto nelle costruzioni sia civili che industriali, al fine di discriminare con un grado di definizione maggiore le esposizioni esclusivamente lavorative, e tra queste quelle connesse alla manipolazione diretta di amianto da quelle connesse all’inquinamento degli ambienti di lavoro, da quelle extralavorative.

Sul piano metodologico è comunque evidente che l’approfondimento della conoscenza del fenomeno tecnopatico non può più prescindere dal coinvolgimento di tutti i soggetti che ope-rano nel settore della prevenzione nei luoghi di lavoro. In tal senso la sinergia fra INAIL, Regioni (e quindi USL) e fra tutto il mondo sanitario (medici di base in particolare), come già auspicata nel Rapporto Annuale INAIL 2002, potrà essere lo strumento utile al recupero delle malattie professionali “perdute”, con l’obiettivo ultimo di garantire la tutela a tutti i lavorato-ri che si trovino, consapevolmente o inconsapevolmente, nella situazione di averne dilavorato-ritto.

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RINGRAZIAMENTI

Si ringraziano il Dipartimento di Prevenzione-SPRESAL dell’USL di Aosta, per aver fornito i dati sul fenomeno tecnopatico e sugli interventi di bonifica di amianto avviati sul territorio regio-nale, e la Dott.ssa Monica Bombardi, INAIL centro medico legale sede regionale di Aosta, per la lettura critica del manoscritto

BIBLIOGRAFIA Di fonte pubblicistica

R. Carbone, R. Filiberti, M. Musi, R. Barmasse, L. Sblendorio, G. Bottino: Malignant meso-thelioma in Aosta Valley, 2004, Atti del Convegno: Dagli amianti alle nanoparticelle: dall’espe-rienza del passato la chiave per risolvere i problemi del futuro. Torino, giugno 2004.

G.V. Dal Piaz, R. Polino, F. Carraio, A. Perotto: La valle d’Aosta da Ivrea al Monte Bianco, Guide geologiche regionali- Alpi dal Monte Bianco al Lago Maggiore, 1998, BE-MA editrice Milano, pp 99-138.

INAIL: Rapporto Annuale 2002, sezione 2.7, pp. 43-45.

INAIL: Rapporto Annuale Regionale Valle d’Aosta 2003, La monografia, pp. 17-28.

Di fonte normativa

Legge 27 marzo 1992 n. 257: Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto, in G.U.

n. 87 del 13.04.92, S. O.

Decreto Ministeriale 26 novembre 2002: Perimetrazione del sito di interesse nazionale di Emarese, in G. U. n. 20 del 25 gennaio 2003.