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L’applicazione in Italia della PAC e del PSR 2014-2020

Nel documento Rapporto 2018 (.pdf) (pagine 41-45)

2. Le politiche comunitarie e nazionali

2.2. Lo scenario nazionale

2.2.1. L’applicazione in Italia della PAC e del PSR 2014-2020

L’entrata in vigore del Regolamento Omnibus (Reg. UE 2017/2393) e delle relative scelte nazionali (D.M. n.5465 del 7 giugno 2018) porta novità e modi-fica l’accesso alla riserva nazionale per il triennio 2018- 2020. Uno dei princi-pali cambiamenti riguarda gli agricoltori che operano in zone montane e svan-taggiate che avranno diritto di accedere alla riserva nazionale. In dettaglio i principali cambiamenti della riserva nazionale che sono importanti proprio per assegnare titoli a soggetti che ne sono sprovvisti o per aumentare il valore dei titoli ai soggetti che ne hanno di basso valore, nel caso in cui rispettino i requi-siti. Le normative nazionale e comunitaria hanno stabilito sei fattispecie per l’accesso dei titoli tramite la riserva nazionale: A. Giovane agricoltore, B.

Nuovo agricoltore, C. Abbandono di terre, D. Compensazione di vantaggi spe-cifici, E. Situazioni di difficoltà (valida solo per il 2015), F. Provvedimenti amministrativi e decisioni giudiziarie. La normativa precedente al Regolamen-to Omnibus prevedeva che solo le fattispecie A, B ed F della riserva nazionale dovevano essere accolte integralmente, invece, le domande della fattispecie C e D non venivano accolte se il plafond della riserva nazionale non era suffi-ciente. Con il Regolamento Omnibus, dal 2018, lo Stato membro ha potuto applicare una riduzione lineare dei titoli che consente di coprire tutte le fatti-specie della riserva nazionale, comprese le fattifatti-specie C e D. Il limite massimo del taglio al valore dei titoli, però, è del 1,5% per evitare di ridurre eccessiva-mente i titoli storici. Infatti, per accogliere tutte le potenziali domande che do-vrebbero provenire dalla fattispecie C e D sarebbe stato necessario un taglio lineare di tutti i titoli di circa il 14 - 18%.

Gli agricoltori delle zone montane e svantaggiate che hanno convenienza a presentare la domanda alla riserva sono di due tipi: quelli che non possiedono titoli sufficienti per coprire i terreni ammissibili e gli agricoltori che hanno un valore del titolo inferiore al valore nazionale dei titoli che è di circa 220 eu-ro/ha. Di conseguenza le domande di accesso alla riserva nazionale tra il 2018 e il 2020 saranno moltissime e saranno soddisfatte solo parzialmente (per il ta-glio massimo dei titoli pari all’1,5%). La domanda per la riserva potrà essere ripresentata in ciascuno dei tre anni, se non soddisfatta nel 2018. Inoltre, sem-pre per le fattispecie C e D, l’accesso alla riserva nazionale è consentito una sola volta per la medesima superficie. Di conseguenza una specifica superficie richiesta in aiuto e ritenuta ammissibile e che ha avuto l’attribuzione di titoli in una campagna non può più generare nuovi titoli o determinare l’aumento di quelli già detenuti dall’agricoltore (Art. 10, comma 9, D.M. 7 giugno 2018).

L’Agea ha il ruolo di controllare il vincolo posto sulle superfici delle fattispe-cie C e D la cui richiesta di accesso alla riserva sia ritenuta ammissibile (circo-lare n. 99245 del 20 dicembre 2018). Sono quattro i criteri utilizzati per appor-re il vincolo suddetto da Agea: 1. Conduzione, si considerano con pappor-recedenza le superfici detenute in proprietà rispetto a tutte le altre forme di detenzione; 2.

Condivisione si considerano con precedenza le superfici condotte solo da un agricoltore rispetto a quelle oggetto di condivisione; 3. Rapporto tra la super-ficie ammessa all’esito dell’istruttoria della domanda di accesso alla riserva e la superficie dichiarata, si segue un ordine decrescente vincolando, priorita-riamente, le particelle totalmente ammesse e via via subordinatamente le altre;

4. Superficie ammessa dall’istruttoria della domanda di accesso alla riserva, si segue l’ordine decrescente con l’obiettivo di vincolare prioritariamente le particelle con una maggior superficie ammessa e quindi il minor numero di particelle possibile. Le superfici vincolate tramite i quattro criteri precedenti sono inserite nel registro dei vincoli.

Il 5 giugno, Agea, ha comunicato i dati definitivi delle domande e degli importi dei pagamenti accoppiati (art. 52, Reg. 1307/2013) per l’annualità 2017 (Circolare Agea del 5 giugno 2018) che sono stati erogati entro il 30 giu-gno.

Le scelte nazionali sulla PAC hanno modificato le percentuali dei paga-menti diretti e in particolare: il pagamento accoppiato è aumentato dall’11% al 12%; il pagamento di base è diminuito dal 58% al 57% e il sostegno per i pa-gamenti accoppiati è passato da un importo annuo di 418 milioni a 456 milioni di euro destinati ai settori: del latte bovino, 14 milioni di euro; i premi alla ma-cellazione dei bovini, 8 milioni di euro; le vacche nutrici non iscritte ai Libri Genealogici, 8 milioni di euro e il grano duro, 8 milioni di euro. Il premio alla coltivazione di frumento duro è riservato ai coltivatori localizzati in Toscana,

Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Cala-bria, Sicilia e Sardegna. Il pagamento erogato è di 80,70 euro/ha per una su-perficie accertata di 821.472 ettari. I coltivatori di soia, localizzati in Lombar-dia, Veneto, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna possono usufruire di una dotazione pari al 2,11% del massimale per il sostegno accop-piato. Il pagamento erogato è di 56,96 euro/ha per una superficie a premio di 168.907 ettari. I produttori di proteaginose del Centro Italia usufruiscono di un aiuto accoppiato pari al 3,03% del plafond. Toscana, Umbria, Marche e Lazio sono le regioni dove l’aiuto è percepibile. Agea comunica una superficie a premio di 285.225 ettari e il pagamento erogato di 48,44 euro per ettaro. I pro-duttori di leguminose da granella e di erbai annuali, di sole leguminose del Sud Italia, usufruiscono di un aiuto accoppiato pari al 2,52% del plafond per il sostegno accoppiato. I dati di Agea indicano una superficie a premio di oltre 502.000 ettari per un pagamento di 22,88 euro/ha. Le superfici a barbabietola da zucchero accertate per il pagamento accoppiato sono state di 37.810 ettari in aumento di circa 6.000 ettari rispetto al 2016. Il pagamento erogato di 443,76 euro/ha, un aiuto abbastanza consistente dovrebbe aiutare il manteni-mento delle poche superfici a barbabietola che alimentano i tre zuccherifici ancora attivi. I produttori di riso usufruiscono di un aiuto accoppiato pari al 4,86% del plafond e pari a 22,45 milioni di euro. Le superfici accertate per il pagamento sono state di 229.125 ettari per un pagamento di 96,71 euro/ha. Per il pomodoro da industria è stata riservata una quota del 2,41% del plafond to-tale. Le superfici richieste e accertate per il pagamento sono state di 63.244 et-tari per 173,74 euro/ha. Gli oliveti localizzati in Puglia, Calabria e Liguria ri-cevono un premio di base accoppiato a cui è destinato il 9,44% del plafond di-sponibile. Le superfici accertate per il pagamento sono state di 383.841 ettari e il pagamento erogato di 112,13 euro/ha. Gli oliveti localizzati in Puglia e Ca-labria ricevono un premio aggiuntivo per le superfici caratterizzate da una pendenza media superiore al 7,5%. Inoltre, vi è un premio per l’olivicoltura di rilevanza economica, sociale, territoriale e ambientale per l’intero territorio nazionale e rivolta agli oliveti che aderiscono a sistemi di qualità DOP e IGP.

L’aiuto destinato alle vacche da latte appartenenti ad allevamenti di qualità as-sorbe il 18,78% del plafond totale, più il 2,44% per gli allevamenti situate in zone montane. I capi accertati a premio sono, rispettivamente 1.074.749, e 187.422 nelle zone montane, per un pagamento di 79,67 euro/capo e l’aggiunta di quasi 70 euro/capo per le zone montane. Un plafond di 37,3 mi-lioni di euro è concesso a favore delle vacche nutrici iscritte ai Libri genealo-gici o ai Registri anagrafici delle razze bovine da carne con alcune specificità per le razze Chianina, Marchigiana, Maremmana, Romagnola e Podolica. Gli allevatori di vacche nutrici ricevono un pagamento di: vacche nutrici iscritte ai

Libri genealogici o ai registri anagrafici ricevono 111,17 euro/capo; vacche nutrici inserite in piani selettivi e gestione di razza ricevono 22,17 euro/capo e le vacche nutrici non iscritte ricevono 89,39 euro/capo. Il sostegno è ricono-sciuto anche ai bovini la cui età è compresa tra 12 e 24 mesi al momento della macellazione. I capi accertati a premio sono 109.279 e il pagamento erogato è di 36,72 euro/capo. I capi che presentano alcuni requisiti aggiuntivi riceveran-no 67,52 euro/capo.

Gli Stati Membri sono stati autorizzati dalla Commissione Europea, il pri-mo ottobre, al versamento dell’anticipo dei pagamenti della PAC (Art. 1 della decisione di esecuzione della CE n. 6239, 1 ottobre 2018). L’anticipo può es-sere versato, dal 16 ottobre, fino al 70% dei pagamenti diretti per le domande presentate nel 2018. Quattro sono i pagamenti oggetto di anticipo: 1. Il paga-mento di base; 2. Il pagapaga-mento greening; 3. Il pagapaga-mento giovani agricoltori;

4. Il pagamento del regime dei piccoli agricoltori. Dal pagamento anticipato restano esclusi i pagamenti per il sostegno accoppiato, in quanto non sono an-cora disponibili dati nazionali per il conteggio dell’importo. Sono esclusi, inol-tre, dal pagamento anticipato tutti i beneficiari per i quali sono state rilevate anomalie che non consentono il pagamento del regime degli aiuti diretti. Il pa-gamento greening e il papa-gamento giovani agricoltori possono essere versati a condizione che gli Organismi pagatori abbiano effettuato tutti i controlli.

Il Decreto Ministeriale n.7339 del 9 agosto 2018 ha modificato le percen-tuali del plafond dei pagamenti diretti a partire dal primo gennaio 2019: il pa-gamento accoppiato aumenta dal 12% al 12,92% e il papa-gamento di base scen-de dal 57% al 56,08%. Il sostegno accoppiato per l’Italia passa da un importo annuo di 456 per il 2018 a 490 milioni di euro per il 2019 con un aumento di 34 milioni di euro. Gli effetti del Decreto Ministeriale non impatteranno solo sui pagamenti accoppiati, ma anche sul pagamento di base e sui titoli. Per fi-nanziare l’aumento dello 0,92% del pagamento accoppiato, il plafond del pa-gamento di base scende, come abbiamo visto, dal 57% al 56,08% con una ri-duzione di quasi 38 milioni di euro. La conseguenza è il ricalcolo di tutti i tito-li assegnati agtito-li agricoltori nel 2019, che diminuiranno dello 0,92 %, Agea do-vrà, inoltre, procedere alla comunicazione del nuovo valore per i titoli. Inoltre, il valore dell’importo individuale del greening, che diminuisce a sua volta del-lo 0,92%, è calcolato come percentuale del 50,79% del vadel-lore dei titoli attivati dall’agricoltore nel 2017. Mentre, il pagamento per i giovani agricoltori è cal-colato come il 50% del valore dei titoli attivati dagli agricoltori stessi. Il 4 feb-braio 2019 ha emanato le disposizioni normative per la presentazione della Domanda Unica 2019.

La Circolare del 4 febbraio 2019 introduce inoltre un’importante novità sulla gestione dei pascoli, ai fini dell’ammissibilità ai pagamenti diretti. I

pa-scoli sono superfici ammissibili ai pagamenti della PAC se viene svolta una delle seguenti attività agricole: pascolamento, sfalcio o altra operazione coltu-rale in grado di mantenere la superficie in uno stato idoneo al pascolo.

La spesa pubblica cumulata dai Programmi di Sviluppo Rurale tra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre del 2018 è stata di 6 miliardi di euro sullo stan-ziamento di 20,8 miliardi di euro, pari a solo il 28,73%. Il 2018 sarebbe stato il primo anno in cui poteva scattare il disimpegno automatico dei fondi (le risor-se impegnate nel 2015 si sarebbero dovute spendere entro il 31 dicembre 2018) che è stato evitato con un’accelerazione della spesa negli ultimi mesi dell’anno. Dal 16 ottobre al 31 dicembre sono stati erogati 1.400 milioni di eu-ro di spesa. Solo due Regioni hanno superato il 40% della spesa peu-rogrammata:

la provincia autonoma di Bolzano (52,9%) e il Veneto (43,5%). Mediamente le “Regioni più sviluppate” hanno speso il 30,52% (rispetto alla dotazione complessiva, spesa pubblica più quota FEASR) al 31 dicembre 2018.

L’Emilia-Romagna risulta tra le regioni con un valore più elevato della spesa e pari al 30,74%, mentre le Marche hanno speso solo il 17,59%, valore più bas-so tra le Regioni italiane. Alla stessa data le “Regioni in transizione” hanno speso mediamente il 31,84% con una punta in Sardegna del 36,11%. Mentre le

“Regioni meno sviluppate” hanno speso mediamente, al 31 dicembre 2018, il 25,36%, con il valore minimo in Puglia, 18,58%. Tutte le Regioni italiane hanno evitato il disimpegno automatico ma solo alcune di esse hanno raggiun-to l’obiettivo di performance. La programmazione 2014-2020 ha inseriraggiun-to la novità della “riserva di performance” con lo scopo di favorire l’orientamento ai risultati e l’uso efficace dei fondi. Per l’Italia, il 6% delle risorse destinate alla riserva di efficacia, corrispondono a 628,8 milioni di euro. Nel 2019 la Commissione europea, tramite la performance review, avrà il ruolo di valutare il raggiungimento dei risultati collegati agli obiettivi del programma, a cui sarà condizionata l’assegnazione della riserva.

Nel documento Rapporto 2018 (.pdf) (pagine 41-45)