8. Gli scambi con l’estero
8.3. I principali paesi partner
L’analisi comparata degli scambi con l’estero distinti per i principali paesi partner dell’Emilia-Romagna e dell’Italia, permette di evidenziare alcune spe-cificità degli scambi regionali rispetto al dato nazionale. L’analisi, come è
or-mai consuetudine, viene effettuata sui dati degli ultimi due anni, il 2017 e il 2018 e prende in considerazione i 10 principali partner commerciali dell’Emilia-Romagna.
Nel corso del 2018 (tabella 8.3) le importazioni regionali di prodotti agrico-li hanno evidenziato significative variazioni dal punto di vista dei paesi forni-tori. Il primo paese fornitore era ed è rimasto la Francia, con una quota
dimi-Tabella 8.3 - Importazioni di prodotti agro-alimentari dell’Emilia-Romagna: quote percen-tuali dei maggiori paesi nel 2017 e 2018
2017 2018*
Fonte: Elaborazioni SMEA su dati Istat nella classificazione NC8.
nuita in misura solo molto modesta (da 15,1% a 14,2%); mentre nel 2017 il secondo paese era il Brasile, con una quota del 7,4%, nel 2018 la seconda po-sizione è stata presa dall’Ucraina, salita dalla sesta popo-sizione con una quota che dal 6,3% è passata al 11,0%. Un grande balzo è stato messo a segno anche dagli Stati Uniti, passati dall’ottava alla terza posizione, con una quota che è salita, in un solo anno, dal 5,4% al 8,5%. Nel complesso, i primi 4 paesi forni-tori hanno rappresentato il 36% delle importazioni agricole regionali nel 2017 e ben il 40,4% nel 2018. É cambiata, come anticipato, la composizione: nel 2017 i primi 4 fornitori erano Francia, Brasile, Belgio e Paesi Bassi, nel 2018 sono diventati Francia, Ucraina, USA e Paesi Bassi, paese certamente aiutato dalla presenza del porto più importante d’Europa per l’arrivo di merci d’oltre Atlantico. Nel corso dell’ultimo anno è leggermente diminuita, invece, la quo-ta rappresenquo-taquo-ta dai paesi UE28: da 62,7% del 2017 a 56,9% del 2018. Si può forse ricordare che il forte incremento delle importazioni dagli USA di prodot-ti agricoli, può essere stato influenzato dal venire meno di sbocchi verso la Ci-na, a seguito delle tensioni commerciali tra quei due paesi. La riduzione delle esportazioni USA verso la Cina, dovuta a misure adottate da quel paese in ri-sposta ai dazi USA, ha spinto il paese americano a cercare altri sbocchi com-merciali, spesso anche a prezzi decrescenti.
Passando ai prodotti dell’industria alimentare, la situazione appare decisa-mente più stabile. I primi 4 paesi fornitori restano gli stessi (Germania, Argen-tina, Spagna e Paesi Bassi) anche se cambia il loro ordine: l’Argentina passa dalla quarta posizione alla seconda tra il 2017 e il 2018, la Spagna scende dalla seconda alla terza, i Paesi Bassi dalla terza alla quarta. Nell’insieme questi 4 paesi fornitori mantengono una quota sulle importazioni di prodotti dell’industria alimentare stabile tra il 36,4 ed il 36,5%. Va anche segnalato che la Francia resta il quinto fornitore di prodotti alimentari a livello regionale, con una quota oscillante tra il 5 ed il 6%. Tra i paesi extra-UE vanno invece segna-lati, oltre all’Argentina già citata, anche Ucraina (4,1% nel 2018) e l’Indonesia, passata dalla nona alla sesta posizione tra i fornitori regionali con una quota che è arrivata al 4,7%.
Una valutazione d’insieme delle importazioni agroalimentari porta a con-fermare il ruolo dei primi 6 paesi, anche se con modesti cambiamenti nella po-sizione: Germania, Spagna (era terza nel 2017), Francia (era seconda), Paesi Bassi, Argentina (era sesta l’anno prima) e Ucraina (era quinta). In evidente aumento il ruolo di USA e Indonesia, come già evidenziato.
Con riferimento ai paesi di destinazione delle esportazioni regionali (tabel-la 8.4) (tabel-la situazione è decisamente più stabile. Per i prodotti agricoli (settore primario) i primi 6 paesi restano gli stessi anche se con piccolissimi cambia-menti nella posizione relativa: il primo mercato di destinazione resta la
Ger-mania, con una quota superiore al 28,2% delle esportazioni regionali, seguita dalla Francia con una quota pari al 10,2% nel 2018. Sempre lo scorso anno, in terza posizione troviamo da Spagna, seguita dai Paesi Bassi e dall’Austria, mentre nel 2017 l’Austria era in terza posizione, seguita sa Spagna e Paesi Bassi; al sesto posto troviamo il Regno Unito, con una quota superiore al 4%
(4,1% nel 2017, 4,5% nel 2018. Nell’insieme, i paesi dell’UE28 assorbono
Tabella 8.4 - Esportazioni di prodotti agro-alimentari dell’Emilia-Romagna: quote percen-tuali dei maggiori paesi nel 2017 e 2018
2017 2018*
Fonte: Elaborazioni SMEA su dati Istat nella classificazione NC8.
stabilmente oltre l’80% delle esportazioni regionali di prodotti agricoli:
l’80,5% nel 2017, 81,3% nel 2018, mentre i soli primi 4 paesi rappresentano poco meno della metà del mercato regionale di esportazione. È evidente, quin-di, la forte sensibilità evidenzia il sistema regionale, da questo punto di vista, rispetto alle condizioni competitive e commerciali che si realizzano all’interno dell’UE, a in particolare la potenziale sensibilità rispetto al fenomeno Brexit.
Con riferimento alle esportazioni regionali di prodotti dell’industria ali-mentare si evidenzia, similmente a quanto visto per i prodotti del settore pri-mario, una concentrazione sensibile dei flussi verso le destinazioni principali, e un peso sempre importante, anche se inferiore, del mercato intra UE28. Più in particolare, i primi 4 paesi di destinazione dei prodotti alimentari esportati dalla regione sono rimasti gli stessi, negli ultimi due anni: Germania, Francia, Stati Uniti d’America e Regno Unito, anche se nel 2017 Regno Unito e USA occupavano posizioni invertite rispetto a quella appena ricordata per il 2018.
Nel complesso, il CR4 (cioè la quota cumulata dei primi 4 paesi di destinazio-ne) si aggira stabilmente attorno al 46,6-46,7%. Con Spagna e Paesi Bassi la quota complessiva aumenta di circa altri 7% percentuali, superando ampia-mente il 53%. Nel complesso, i prodotti alimentari esportati verso paesi euro-pei dell’UE28 pesano per un 67-68% negli ultimi due anni. Anche per evidenti ragioni logistiche, la quota di esportazioni extra-UE è decisamente più impor-tante per i prodotti dell’industria rispetto a quanto visto per i prodotti dell’agricoltura, molti dei quali sono freschi e meno conservabili: se per i pro-dotti dell’industria le esportazioni extra-UE sono pari a circa un terzo del tota-le, nel caso dei prodotti del settore primario tale quota fatica a raggiungere un quinto (meno del 20%).
Dalla combinazione dei flussi dei prodotti agricoli e dei prodotti dell’industria alimentare, emerge una struttura dei flussi molto stabile: i primi 6 paesi sono gli stessi, sia nel 2017 che nel 2018, anche come ordine: La Ger-mania è il la principale destinazione, seguita da Francia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Spagna e Paesi Bassi.
Uno sguardo agli scambi in valore assoluto per paese partner, consente di evidenziare il ruolo importantissimo di 7 paesi nella formazione del saldo po-sitivo; in particolare, il saldo è positivo soprattutto per i paesi seguenti: Ger-mania (+654 milioni), Regno Unito (+405 milioni), Francia (+395 milioni), USA (+204 milioni), Svizzera (+144 milioni), Svezia (+99 milioni) e Canada, con esportazioni pari a 113 milioni di euro e un saldo positivo per 58 milioni.
Ben 109 milioni di euro su 113 di esportazione regionale verso il Canada sono costituiti da prodotti dell’industria alimentare, che comprendono formaggi e salumi, tra gli altri prodotti.