2.6 Antenne a paraboloide
2.6.3 Bloccaggio
Come detto, per illuminare l’antenna `e necessario avere un illuminatore; que-sto tuttavia, dopo aver illuminato l’antenna, sar`a colpito dai raggi riflessi da questa, ma dunque questi verranno “bloccati” dall’illuminatore, che non li lascer`a per l’appunto propagarsi nello spazio libero assieme agli altri.
Esistono due categorie di bloccaggio:
• bloccaggio centrale, ossia quello dovuto all’illuminatore; • bloccaggio dovuto ai supporti che sostengono l’illuminatore.
Sembra sciocco ma, a tutti gli effetti, l’illuminatore, essendo anch’esso un’antenna, richiede dei supporti; anche essi tuttavia avranno dimensioni fisiche non nulle, dunque anche essi agiranno come dei diffrangenti. Essi hanno per`o effetti diversi tra loro: il bloccaggio centrale `e dovuto a un blocco tutto sommato compatto; quello dei supporti invece `e dovuto a elementi lunghi e stretti, che dunque daranno luogo a un effetto diverso sia nelle modalit`a sia nella quantit`a.
Bloccaggio centrale
Analizziamo a questo punto il primo di questi due fenomeni. Un metodo per analizzarlo, `e basato semplicemente sul metodo delle aperture; dato un paraboloide, si ha un qualcosa di questo genere:
Si avrebbe una distribuzione dell’illuminazione di questo tipo, non unifor-me, dal momento che l’illuminatore potrebbe per esempio essere una tromba circolare di diametro d, mentre l’apertura un paraboloide di raggio D. Per un raggio maggiore di d/2, non si hanno problemi; se il raggio `e invece minore di d/2, i raggi riflessi vengono diffratti dall’illuminatore. Questo significa che si avr`a un campo nullo, un buco.
Il campo dell’apertura sar`a esprimibile in questa maniera:
Ea = Ea0− Eab
dove E0`e la distribuzione di campo che si avrebbe senza l’elemento bloc-cante, Eb il campo di bloccaggio. Proviamo a ragionare per ora qualitativa-mente, quindi solo in seguito effettuare calcoli pi`u quantitativi. Si dovr`a fare la trasformata di Fourier dei due termini, ottenendo (in funzione di ϑ):
E (ϑ) = E0(ϑ) − Eb
Senza bloccaggio, il diagramma di irradiazione ha la solita forma; suppo-nendo di non avere errore di fase, si ha irradiazione a segni alterni, ossia a intervalli alterni si cambia il segno. Il campo di bloccaggio, come si pu`o di-mostrare, `e un campo quasi uniforme, dal momento che `e limitato a un’area molto piccola; questo pu`o essere pensato come una sorta di “campo irradiato da una tromba molto piccola”: il campo sar`a caratterizzato da un lobo prin-cipale a guadagno basso e molto largo, che si va a sottrarre al campo E0. Il risultato qualitativamente sar`a il seguente:
E0 a segni alterni subisce una sottrazione e un’addizione, dal momento che Ebsostanzialmente, essendo molto largo, per un bel po’ di lobi ha sempre lo stesso segno, dunque, dal momento che `e un campo che si sottrae dall’altro, nel lobo principale e in tutti i lobi secondari pari si sottrae, in tutti i lobi secondari dispari si aggiunge, ottenendo qualcosa di questo genere:
Per angoli grandi, poi, dal momento che i lobi secondari tendono ad abbas-sarsi con una certa rapidit`a rispetto al variare di ϑ, tendenzialmente potrebbe rimanere anche solo pi`u il campo di bloccaggio, che diviene quello prevalente. Addirittura si potrebbe avere una riduzione tale da non poter pi`u far contare i lobi secondari, facendoli “perdere”.
Proviamo a questo punto a quantificare questo discorso: stiamo suppo-nendo di avere a che fare con una tromba circolare come illuminatore; dob-biamo calcolare la perdita di guadagno. Come noto, nelle trombe circolari, il campo va studiato effettuando la trasformata di Fourier-Bessel (FBT), dunque:
E = −j2π 2λRe .jkR Z a 0 EaJ0(ur)rdr dove a = D2. Integrando: = jkE0e jkR R e −2jkf D 2 2 J1(u) u
Per quanto riguarda il campo di bloccaggio, si deve fare un ragionamento simile: il campo che risente dell’effetto del bloccaggio sar`a semplicemen-te il campo di prima, in cui l’insemplicemen-tegrale si fa a partire dalla fine del blocco diffrangente: E = −j2π 2λRe .jkR Z D2 d 2 EaJ0(ur)rdr
si pu`o a questo punto effettuare un cambio di variabili; dato
β , d D si ottiene: E = −j2π 2λRe −jkR Z β 0 J0(ur)rdr dunque, posso definire r0 come:
r0 , r β in modo che:
r = βr0 dr = βdr0 In questo modo l’integrale diventa:
β2 Z 1
0
J0(βur0)r0dr0
questo `e esattamente uguale a quello di prima, con per`o il β: `e la trasfor-mata Fourier-Bessel della funzione; si ottiene:
β2J1(βu) βu
E = E0 − Eb= jkE0e −jkR R e −j2kf D 2 2" J1(u) u − d D 2 J1(βu) βu #
dove β `e detto “rapporto di bloccaggio”, e, normalmente, β 1; questo significa che il primo termine `e quello gi`a noto, e il secondo `e un termine molto simile in cui per`o si ha una funzione di ampiezza molto ridotta (di un fattore β), e allo stesso tempo riscalata sulle ascisse, nel senso di “allungata”, “espansa”.
Si pu`o vedere che:
E (0)
E0(0) = 1 − β
2
ossia, il campo totale diviso il campo non bloccato. A questo punto `e possibile valutare la variazione del guadagno, come:
∆G = 20 log10(1 − β2) usando l’espansione di Taylor al primo ordine:
∼ 10 log(e)β2 ∼ −8, 68β2
Questo vale nel caso si consideri come modello l’illuminazione uniforme. Cosa si pu`o dire per la “realt`a”, ossia nel caso l’illuminazione fosse non unifor-me? Nella realt`a l’andamento sar`a taperato, dunque si ha che il bloccaggio agisce comunque nella zona centrale, dove il campo `e tendenzialmente co-stante; le cose peggiorano, dal momento che il campo sull’asse `e pi`u largo e ridotto, dunque, se vado a sommare il −8, 68 a una cosa pi`u piccola, ho perdite ulteriori: ∆G = 10 log10 G(0) G0(0) dove G0 = G00ν
e G00 indica il guadagno che si ha nell’illuminazione uniforme. Quello che capita in questo caso `e che si ha un peggioramento circa di fattore 2 in dB, dunque:
Questo deriva dal fatto che nel caso non taperato il guadagno `e circa volte al doppio del guadagno che si ha nel caso taperato. Volendo fare dei conti, si pu`o vedere che 17 `e un numero grande, ma β `e comunque molto piccolo: se β = 0, 1, si ha comunque una riduzione di 100 volte rispetto a 17, dunque si arriva a circa 0, 17 dB, che son pochi. Si considera ancora tollerabile un fattore di bloccaggio β fino a 0,1 dB; questo non toglie che, se si pu`o fare di meglio, `e tutto guadagnato.
Sul primo lobo secondario, l’effetto del bloccaggio pu`o essere piuttosto importante: di per s`e il campo di bloccaggio, che siamo sull’asse o sul primo lobo secondario, `e la stessa cosa, tuttavia per il fatto che il lobo `e secondario, esso sar`a molto pi`u basso del lobo principale, dunque il campo di bloccag-gio avr`a un valore molto simile ad esso. Detto s il livello del primo lobo secondario, il livello del primo lobo secondario L1 sar`a una cosa del tipo:
L1 = sE0+ Eb
Sappiamo che E0 `e il primo termine della parentesi quadra, e che Eb `e E0β2; dunque: L1 = sE0+ β2E0 dunque, rispetto a E0, ∆L1 = L1,con bloccaggio L1,senza bloccaggio = E0(s + β2) E0s = s + β2 s = 1 + β2 s In decibel: = 8, 68β 2 s
dove ∆L1 `e il rapporto in decibel, s il rapporto in lineare dei lobi secon-dari. Si noti che questa formula ha al denominatore s; questo significa che tanto minore sar`a s, ossia tanto pi`u attenuati saranno i lobi secondari, tanto peggio sar`a alla fine ∆L. ∆L1 rappresenta infatti l’incremento che si ha, per i lobi secondari, a causa del bloccaggio centrale; tanto minori sono i lobi secondari, tanto maggiore sar`a la loro crescita. Se poi l’illuminazione non `e uniforme, il risultato finale, in dB, va ancora moltiplicato per 2.
Un’osservazione: finora noi abbiamo supposto dia vere a che fare con illuminatori realizzati mediante aperture circolari; cosa si fa, nel caso in cui l’apertura sia rettangolare? In questo caso, che calcoli si devono fare, per valutare la riduzione del guadagno? Sull’asse, contano semplicemente le aree: il termine (1 − β2) viene fuori semplicemente da calcoli fatti sulle aree; il fatto che le aree che irradiano sono in rapporto β2, porta a questa cosa. Dal
momento che da una tromba rettangolare a una tromba circolare gli errori di fase non cambiano molto, ci`o che si potr`a fare `e uno studio equivalente, per cui: d 2 = r ab π
Questo, per quanto concerne la direzione assiale. Una tromba rettango-lare di dimensione a × b dunque irradia, secondo questa formula, come una tromba circolare la cui d `e quella della formula appena scritta.
Bloccaggio dei supporti
In questo caso la situazione `e pi`u complessa: prima, per quanto riguarda il bloccaggio centrale, abbiamo semplicemente considerato il fatto che, dove c’`e l’illuminatore, si ha una zona d’ombra, come si pu`o vedere applicando l’ottica geometrica (questa `e l’ipotesi “di campo nullo”). Se l’illuminatore `
e di una λ, `e gi`a abbastanza grande, ma va ancora bene. Quasi nessuno utilizza la diffrazione esatta, per quanto comunque utilizzando dei simulatori sarebbe possibile, prendendo una tromba, illuminandola quindi con un’onda piana, ma `e una cosa non molto interessante, essendo comunque la tromba un ostacolo piuttosto piccolo.
Per quanto riguarda i supporti, invece, essi ragionevolmente non hanno un diametro molto grande, a meno che l’antenna non sia veramente enorme (come le antenne da 70 metri dei radiotelescopi), dunque normalmente lo spessore dovrebbe essere inferiore a λ.
Per quanto riguarda i supporti, si potrebbe per esempio avere due situa-zioni di questo genere:
Che cosa fanno queste quattro strisce? Sostanzialmente, quello che si trova `e una zona d’ombra molto pi`u estesa di quella del semplice illuminatore: anche i supporti comportano la presenza di una zona d’ombra. Al fine di fare i conti, si dovr`a di nuovo calcolare l’irradiazione di un’apertura, in questo caso rettangolare, con la forma data dalla proiezione su di un piano (il piano dell’onda piana) di questi supporti. Si avr`a dunque un’apertura di dimensioni w, dove w `e lo spessore dei supporti, e di altezza (D − d)/2. Come irradia una cosa del genere? `E noto che un’apertura di questo genere irradia come:
F (ϑ, ϕ) = sin πw λ sin ϑ cos ϕ πw λ sin ϑ cos ϕ sinπ D−d 2 λ sin ϑ sin ϕ πD−d 2 λ sin ϑ sin ϕ
Si possono fare semplici osservazioni qualitative: dal momento che w `e piccolo, il lobo ad esso associato sar`a sicuramente largo; posso dunque predire
che sul piano orizzontale di questa apertura si avr`a un fascio largo, mentre su quello verticale un fascio pi`u stretto. Come gi`a fatto precedentemente `e possibile identificare le curve di livello per questa apertura, vedendo che si ha qualcosa di questo genere:
Dunque, gli zeri della funzione del piano orizzontale sono larghi, gli altri stretti. L’altra funzione avr`a D/2 come lunghezza, dunque i lobi saranno sostanzialmente larghi il doppio di quelli di un’apertura di lunghezza D, ossia come quelli dell’antenna.
Quello che si pu`o dire `e che ciascun supporto genera un campo prevalen-temente concentrato nel piano ortogonale al supporto; volendo, quello che si pu`o fare `e dunque qualcosa di questo genere:
Se si fa in questo modo, si fa in modo da ridurre l’interferenza sui piani principali del paraboloide.
Si osservi un fatto: mentre il bloccaggio centrale d`a, come visto preceden-temente, un contributo abbastanza uniforme nel diagramma di irradiazione, questo `e solo sui piani in cui si hanno; per questo motivo conviene fare una cosa come quella mostrata, in modo da ridurne il contributo.
Per fare un conto “spannometrico”, si pu`o vedere che, data un’antenna con diametro pari a 1 metro, 0,5 centimetri per la larghezza del supporto, si ha:
2 × 0, 5cm × 100cm = 50cm2× 2 = 1m2
il centrale `e solo πR2, dunque 12 cm2: nonostante siano sottili, data la loro lunghezza, il loro contributo `e estremamente importante.