Anche la Deputazione provinciale di Torino designò speciali delegati alle discussioni, restando inteso che un solo delegato voterà per la Provincia stessa. Poiché ogni Provincia disporrà di un solo voto, sarà opportuno indicare, preventivamente, quale, fra più delegati d'una stessa Provincia eserciterà il di-ritto di votare; — o basterà stabilire che qualunque dei rap-presentanti della Provincia possa votare nelle singole delibe-razioni, intendendosi che il delegato votante esprima l'opinione degli altri rappresentanti della sua Provincia. Crede il Con-gresso di adottare quest'ultima norma?
V o c i : Sì, sì!
B o s e l l i : Dopo questa determinazione, prego il Congresso di passare alla nomina della Presidenza.
T o r r i g i a n i (Parma) : Io propongo di acclamar Presidente del Congresso l'on. Boselli, Presidente del Consiglio provinciale
di Torino. (Unanimi approvazioni ed applausi).
L'on. B o s e l l i sale al banco della presidenza.
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Nomina sideriti.
P R E S I D E N Z A B O S E L L I
Parole del Presidente. P r e d i e n t e : So che devo quest'onore, non alla mia per-sona, ma al Consiglio provinciale che rappresento. Invoco dai Colleghi aiuto e indulgenza per il modo con cui eserciterò le mie funzioni.
e f / S p ^ T ^ ' o n : C r e d o d'mterpretare l'animo di tutti, porgendo, come primo atto nostro, un ringraziamento a S. M. il Re, ed un ringra-ziamento al Principe di Napoli per essere intervenuto al-l'inaugurazione del nostro congresso. (Benissimo, applausi,
Viva il Re!).
Si potrà mandare a S. M. ed a S. A. R. un telegramma che sia l'eco di questi applausi. (.Approvazioni).
dei Viee-Pre- Prego l'Assemblea di passare alla nomina dei Vice-presi-denti.
C a s t i g l i o n e {Milano): Propongo d'incaricare il Presi-dente di fare queste nomine, rimettendoci al senno ed all'al-tissima intelligenza di lui. (Bene!).
P r e s i d e n t e : È una scelta difficile e molto imbarazzante a farsi, perchè tutti i Colleghi sono distinte personalità e potrebbero assumere la Vice-presidenza. Dovremo procedere, piuttosto, considerando le diverse Provincie. Così, credo di chiamare a quest'incarico i rappresentanti delle Provincie di Roma, Napoli, Milano, Palermo, Venezia e Firenze. Oltre-passiamo già il numero stabilito dal regolamento; tuttavia possiamo prendere anche Genova. E farei ancora una pro-posta; non per fare complimenti in famiglia, ma, poiché siamo disposti a lasciar accrescere il numero dei Vice-presi-denti, parmi si potrebbe anche includervi il Presidente della Deputazione provinciale di Torino. Con ciò ritengo d'interpre-tare l'animo dei Colleghi del Congresso. (Approvazioni).
Così essendo inteso, io invito il primo rappresentante di ciascuna delle indicate Provincie a recarsi meco al banco delia Presidenza.
Nomina dei segretari. Resta a nominare i Segretari.
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P r e s i d e n t e : Coi Vice-presidenti si è stabilito di chiamar al posto di Segretari i rappresentanti delle Provincie di Sas-sari, Bologna, Parma, Chieti, Ancona, Bari, Salerno e
Catan-zaro. (Approvazioni).
Prego questi colleghi d'intendersi fra loro acciocché due, almeno, rimangano sempre al banco della Presidenza.
Ed ora cominciamo i lavori del Congresso.
Vi è un fascicolo di comunicazioni, che tutte meriterebbero Comunicazioni d o l i » Presidenza. di essere lette. Ma credo che il Congresso voglia procedere
solertemente ai propri lavori. Sono le adesioni dei Ministri e Adesioni dei Ministri
1 1 , , • • 1 e Sottosegretari di Stato.
Sotto-segretari di Stato, 1 quali, all'invito che ad essi noi ab-biamo rivolto, tutti hanno risposto con nobili parole per questo Congresso e con caldi augurii per l'opera sua.
S e r a f i n i (Ancona): Permettetemi, egregi Colleghi, che io prenda la parola, sicuro di interpretare l'animo di tutti, per tributare i sentimenti di gratitudine all'Amministrazione pro-vinciale di Torino che ebbe il pensiero di qui convocarci, riunendoci in quest'Aula memoranda per tanti gloriosi ri-cordi e procurando l'intervento di S. A. R. il Principe di Na-poli, a cui esprimemmo la nostra devozione.
Coll'intervento di S. A. è stata largamente colmata quella lacuna che, davvero, questa mane molti di noi hanno lamen-tato, nel non vedere qui un membro del Ministero. Apprendo adesso, con soddisfazione, che tutti i Ministri hanno aderito : ma mi sembra che la riunione di tutte le Provincie italiane meritasse pure l'intervento d'un membro del Governo.
Io sono caldo ammiratore, lo dico francamente, di S. E. Pelloux, ed ho piena fiducia in lui, come quegli che inaugurò un nuovo stato di cose; ma mi duole assai che egli pure si lasci circuire da quella burocrazia imperante che non vede di buon occhio iniziative che da essa non emanino. Quando la Provincia di Parma promosse una riunione fra rappresen-tanze provinciali, per l'attuazione di riforme che possono sor-gere dalla legge, questa burocrazia, come oggi, impedì l'inter-vento di un membro del Governo. Desidero che queste circo-stanze risultino dal verbale; e prego il nostro Presidente di comunicarle al Ministro dell'Interno, facendogli sentire che noi non vogliamo sconvolgere l'andamento delle istituzioni, ma solo contribuire alla ricerca di quello che è il benessere della Nazione e della nostra patria.
Ringraziamenti al M i -nistero della P. I. p e r l a concessione dell'aula.
T e l e g r a m m a .
P r e s i d e n t e : R i n g r a z i o , a nome dell'Amministrazione provinciale di Torino, il collega Serafini. So che la Deputa-zione provinciale, a cui si deve sostanzialmente tutta l'opera preparatoria di questo Congresso, si è occupata con g r a n -dissimo amore perchè si rendesse possibile, fin dai p r i m o r d i , il concetto di condurlo a quella manifestazione italiana ed i m -portante che si è verificata.
Il nostro Collega ringraziava l'Amministrazione provinciale perchè il Congresso ha luogo in quest'aula. 11 ringraziamento più ancora che a noi, va rivolto al Ministro della pubblica istruzione che, appena conosciuto il desiderio che il Congresso fosse qui tenuto, immediatamente mise l'aula a nostra dispo-sizione. Credo d'indovinare il pensiero del Congresso ringra-ziando il Ministro della P. I. (1).
Il collega Serafini, poi, vorrebbe darmi, per primo compito, un incarico amaro. La comunicazione che egli vorrebbe rivolgessi al Presidente del Consiglio è ispirata in lui da un sentimento legittimo, che io c o m e il collega c o m p r e n d o -ed ap-prezzo, ma che non potrei soddisfare, perchè non credo pos-sibile che S. E. Pelloux, col quale vi fu scambio di corrispon-denza relativamente a questo Congresso, l'abbia accolto con diffidenza. Egli fu favorevolissimo all'intervento del Principe di Napoli ; mi avvertì, anzi, che sarebbe intervenuto all'inau-gurazione. Infine mi scrisse, e fece anche telegrafare, che, per motivi del tutto relativi al c o m p i t o del suo ministero, non poteva oggi trovarsi fra noi. E poiché non poteva venire il Presidente del Consiglio dei ministri e Ministro dell'interno, che sarebbe stato il massimo rappresentante del Governo, forse egli considerò che la solennità del Congresso era c o m -pleta coll'intervento di S. A. R., a n c o r c h é mancasse la pre-senza di altri Ministri o Sottosegretari.
Convinto di questi sentimenti del Ministro dell'interno, (1) Testo del telegramma spedito:
A S. E. B A C C E L L I — Roma.
Congresso Provincie, cominciando suoi lavori, espresse compiacimento per designazione aula palazzo Carignano. Io accennai come ministro Baccelli, con nobili parole, fu cortesemente sollecito a consentirla. Congresso manifestò suoi ringraziamenti. — Presidente Congresso
4 7 pregherei il collega Serafini di non insistere nell'incarico che vorrebbe darmi.
S e r a f i n i (Ancona): Ringrazio il Presidente delle comuni-cazioni che ci ha dato, perchè, in parte, soddisfano il nostro amor proprio. Ad ogni modo, tengo bene a dichiarare che la lagnanza per il non intervento, è, più che altro, l'espres-sione del desiderio che, almeno alla chiusura, venga qualcuno del Governo per provare che il Presidente del Consiglio tiene le Amministrazioni provinciali in quel conto che crediamo debbano meritare.
P r e s i d e n t e : Se il Congresso crede di sentire la lettura di alcune delle lettere che ho accennate..
Voci: No, no...
P r e s i d e n t e : L'on. senatore Gadda ha scritto al Presi- Assenza dei senatore
. . . . . . G a d d a (Milano) e del
dente della Deputazione provinciale di portare a conoscenza oomm. Oapozzi (Avel-i e ] Congresso che solo per rag(Avel-ion(Avel-i d(Avel-i salute non può essere !"'">'
in mezzo a noi, mentre lo avrebbe vivamente desiderato. Ci è molto rincrescevole la sua assenza, perchè egli aveva preso sempre 'parte attiva all'esame delle questioni insieme ai col-leghi di Milano.
Altro collega che ci manca è il rappresentante di Avellino, il comm. Capozzi, il quale mi scrive una nobilissima lettera 'ispirata ad alti sensi patriottici, che leggerei se non fossi esortato a procedere sollecitamente da varii colleghi, che di-cono «. vogliamo lavorare ». Mi limito quindi a dire che il rappresentante di Avellino mandò un caldissimo augurio al Congresso ed alla Città che ridesta sì gloriose memorie.
Oltre alle relazioni allestite per il nostro Congresso, per- Omaggio di studi, me-. me-. me-. me-. me-. n , . A l i ' morie ed opuscoli diversi.
vennero alcuni elaborati studu ai nostri colleglli. Abbiamo Ringraziamento, una memoria del comm. Maggia (Novara) ecì un'altra del
prof. Ticci (Siena), sulle proposte di « riforma alla legge co-munale e provinciale » ; — una relazione del cav. Calderini (Novara) ed una del cav. Sandonnini (Modena), sugli « Ospizi degli Esposti » ; — una pubblicazione sulle « Condizioni odierne politico-sociali in Italia » del senatore Casana ; — un opuscolo sul « Riordinamento dei tributi locali » del predetto prof. Ticci. 11 prof. Alessandro Garelli ha fatto omaggio di un suo studio sopra lo stesso argomento dei tributi locali. Credo di inter-pretare il desiderio del Congresso ringraziando vivamente i singoli autori per il prezioso dono.
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Se nessuno chiede la parola su queste comunicazioni gene-rali, possiamo senz'altro iniziare i lavori.
Ordine dei lavori. Noi abbiamo formulato una specie di ordine del giorno; ma il Congresso è sempre padrone di procedere ai lavori come crederà meglio.
Biformideut'apiini- Secondo l'ordine del giorno, si dovrebbe cominciare dalla
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ormadeUe amministrazioni locali,
prendendo a base la ^Discussionegenerale r e l a z i o n e d e l l a Provincia di Milano sulle Riforme nel governolocale. (V. allegato n. 1, pag. 327).
Non essendovi alcuna opposizione sul modo di iniziare i lavori, e poiché la relazione dei rappresentanti la Provincia di Milano fu distribuita, apro la discussione generale su questo tema.
»•alimiIto (Napoli): Ho letto con molta attenzione questo splendido lavoro della rappresentanza della Provincia di Milano, e credo che gli onorevoli relatori di questa proposta dovreb-bero convenire con me che una parte di essa va ritoccata.
Intendo alludere alla prima parte del capo primo della relazione e, coerentemente, a tutte le proposte che vi si an-nodano. Questa parte riguarda i Comuni. Ora, se io non mi sbaglio, noi qui siamo riuniti come rappresentanti delle Depu-tazioni e dei Consigli provinciali, ma noi non abbiamo con-vocato anche ì legittimi rappresentanti dei Comuni. Quindi un voto espresso da noi, rappresentanti delle Provincie, per fatti e questioni che interessano il Comune, non mi sembre-rebbe una cosa che possa regolarmente essere emanata dal Congresso. Credo, perciò, che gli onorevoli relatori dovrebbero ammettere che sia opportuno rimandare questa parte delle proposte, inquantochè, altrimenti, noi e le Provincie ci mette-remmo a posto dei Comuni, di cui non siamo legittimi rap-presentanti. Se i relatori sono convinti di queste osservazioni, devono ritirare questa parte delle loro proposte, onde noi ci possiamo occupare della materia che riflette le Amministra-zioni provinciali senza interessarci dei Comuni.
Vi sarà un altro Congresso coi rappresentanti dei Comuni: ed allora il voto che ne uscirà avrà più efficacia, più forza che non ora.
M a n e » (Torino): A me pare che lo scrupolo dell'egregio delegato della Provincia di Napoli sia eccessivo. Siamo
rap-49 presentatiti delle Provincie, sta bene, ma noi non ci occu-piamo di un tema che interessi singolarmente l'amministra-' zione delle Provincie, bensì siamo qui per studiare tutto
un tema complesso che non si può scindere. È il tema del decentramento amministrativo a cui da tanto tempo tendono i voti delle rappresentanze provinciali e comunali.
È vero : non ci sono i rappresentanti dei Comuni ; ma quando mai sarebbe possibile raccogliere le rappresentanze di 8000 Comuni, e quando mai un grande sinedrio ha potuto racco-gliere, in questo modo, la maggioranza dei Comuni italiani?
Noi siamo gente pratica di amministrazione provinciale e necessariamente anche della comunale; siamo tutti eletti dallo stesso Corpo elettorale amministrativo, conosciamo le esigenze dei Comuni in relazione sia alla Provincia sia allo Stato; ab-biamo quindi pieno diritto, e come cittadini e come gente pra-tica d'amministrazione, di emettere un voto su tali questioni. Non si tratta di legiferare, non si tratta di pregiudicare i Comuni ; noi diamo alio Stato, in quanto è autorità legisla-tiva, un parere consultivo in una materia che sarebbe prati-camente impossibile dimezzare. Se dobbiamo considerare le attribuzioni della Provincia di fronte allo Stato e chiedere al-l'ente governo di spogliarsi di talune sue attribuzioni, a bene-ficio dei Corpi locali ed a vantaggio di un dato ente che ci pare più adatto, noi non pregiudichiamo affatto le condizioni dei Comuni. Nè è possibile domandare che questo si dia alla Provincia senza dire ciò che andrebbe, necessariamente, al Comune.
Ripeto, è inscindibile il t e m a ; non si può studiare il decen-tramento unilaterale dei solo Corpo provinciale. Esaminando uno schema dì decentramento, con l'autorità che ci viene dalla pratica e dagli studi, abbiamo il diritto ed il dovere di svisce-rarlo completamente; se no, riuscirebbe opera monca. E, in-dagando tutta l'azione vera del decentramento amministrativo, non possiamo separare i Comuni dalle Provincie.
Io credo che queste ragioni persuaderanno il rappresentante di Napoli. I Comuni in altre adunanze potranno esprimere il loro parere; ma, quando si propone che i Comuni vengano divisi in due classi, chi è che potrà dire se un Comune sia piuttosto di prima che di seconda classe, salvo una rappre-sentanza superiore, che conosce tutte le esigenze dei piccoli e dei grandi Comuni, e cioè le rappresentanze provinciali?
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Le Deputazioni provinciali, in cui è ancora recente il ricordo di quell'ufficio di tutela dei Comuni che ora esercitano le Giunte amministrative ; i Consigli provinciali, a cui conven-gono tutti gli eletti delle Provincie, e che per autorità di persona e di rappresentanza hanno speciale competenza, co-noscono necessariamente i bisogni di tutti i Comuni. È quindi necessario non solo, ma indispensabile che esaminiamo nel modo il più completo il presente tema.
C a s t i g l i o n e (Milano)'. Non posso nè voglio nulla aggiun-gere alle splendide parole dell'on. Daneo a difesa di questo nostro lavoro, anche per quanto riguarda i Comuni; in quanto che, a parere mio, le sue ragioni sono del tutto esaurienti. Voglio però scagionare la nostra Commissione dall'appunto di aver inopinatamente trattato questo argomento. Esso era stato dato in un convegno di Deputazioni provinciali tenutosi, a Milano sulle riforme del governo locale e delle amministrazioni locali. A noi è parso inscindibile il tema, e conveniente trattare cosi dei Comuni come delle Provincie, e perciò trattammo e l'uno e l'altro argomento. Al senno di questo consesso il dire se del primo di essi gli competa o no l'esame. A mio modo di vedere, come a quello dell'amico Casnati, e secondo quanto disse l'ono-revole Daneo, non ò possibile non discutere il primo argomento, poiché mi pare che in tale materia il nostro parere sia al-trettanto legittimo, quanto legittimo sarebbe se, da parte dei grandi Comuni, venisse proposto che determinate attribuzioni vadano piuttosto alla Provincia che al governo centrale.
C a g l i a t i (Milano): Mi permetto semplicemente aggiungere un precedente che è storico e che credo si possa invocare.
La questione del decentramento fu sollevata parecchi anni fa, e venne presa in esame dai rappresentanti dei Comuni che si radunarono nel Congresso dei Sindaci, di cui l'ultimo ed il più importante fu quello tenutosi a Pioma nel 1891. Là intervennero bensì delle rappresentanze provinciali, ma, in massima parte, erano comunali. Ebbene, si occuparono di tutto quanto il problema amministrativo, e si occuparono anche delle. Provincie e di cose che non avevano nulla a che fare coi Comuni.
Ma, a parte questo, il movimento essendo cominciato col concetto di comprendere in un solo argomento tutto il governo locale, vi si toglierebbe importanza se si volesse ridurlo al solo problema delle Provincie.
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P n l u n i b o (Napoli): Io non ho inteso di fare una critica alla relazione, di cui, anzi, sono ammiratore. Parevami sola-mente che, siccome in mezzo a noi non vi sono i rappresen-tanti dei Comuni, a taluno potesse questa discussione sembrare meno opportuna. Non intendo ad ogni modo fare alcuna pro-posta in argomento.
P r e s i d e n t e : Ciò stante, riapro la discussione generale.
C a l d e r l n ì (Novara): Come rappresentante della Provincia di Novara, credo di dovere ripetere qui alcune osservazioni, che furono fatte al convegno in Milano di parecchie deputa-zioni provinciali, e delle quali non mi pare che nella relazione si sia tenuto parola.
A dire il vero, questa relazione non corrisponde alle con-clusioni; e, mentre noi della Deputazione provinciale di No-vara, volentieri ci avviciniamo ad accogliere parte di queste ultime, non possiamo accettare le osservazioni, che furono premesse.
Anzi tutto, a noi sembrò che non si dovesse parlare di riforma di governo locale in Italia. Noi avevamo chiesto di manifestare il nostro avviso al Ministero, al Parlamento, perchè credevamo che, pratici e versati in amministrazione, avessimo il diritto di essere sentiti in quanto parlavamo di
ammini-strazione. La consorella di Milano ha creduto di cambiare il vocabolo amministrazione in quello di governo. Questo vo-cabolo ha, in pratica, un significato che comprende la parte amministrativa e la legislativa. Ora se vogliamo mantenere autorità ai nostri studi ed alle nostre deliberazioni, e desi-deriamo allontanare ogni dubbio, non dobbiamo parlare di