sono popolati i Manicomi egli è perchè, attualmente, i Manicomi non sono più prigioni, luoghi di segregamento, dove l'indi-viduo è tenuto incatenato, deriso e vilipeso, ma sono ridotti a veri ospedali delle malattie mentali; e se queste cure non pro-ducono gli splendidi risultati che si desiderano, ciò dipende dalla qualità della malattia che intacca i centri del sistema nervoso. Anticamente le famiglie pensavano due volte prima di mandare il loro caro al Manicomio, ma oggi sanno che sono ben curati, assistiti e trattati Jjene, e con ciò noi crediamo che si faccia cosa utile per l'umanità. Perciò io ritengo che non vi sia altro modo di restringere le ammessioni, che ri-mettendoci ai Direttori, ed io ho la fiducia negli uomini che sono alla direzione di questi ospedali. Si mettano uomini pro-vati per onestà e per coltura, ed in questo senso si potranno restringere gli ammessi. Conviene poi che siano sottoposti a periodi di osservazione, e tutti coloro che hanno malattie tran-sitorie, certe forme di alienazione temporanea, staranno alcuni giorni nel Manicomio e poi saranno licenziati ; il tenerli oltre al bisogno sarà colpa del Direttore e non colpa della Pro-vincia, e se il medico non sarà un uomo onesto e colto, avrete sempre questi inconvenienti.
Ma v'è un'altra ragione, oltre alle troppe ammessioni, che produce questo enorme numero di ricoverati, e questa consiste nella difficoltà di farli uscire. Quando ha provveduto alla spesa, la Deputazione provinciale non ha più facoltà di sorta.
Nel Manicomio di Genova, che è uno dei primi d'Italia, fornito di tutto quanto la scienza moderna ha suggerito di meglio, abbiamo questa difficoltà, che. ci arreca un aumento annuo da 40 a 50 mila giornate. Il medico provinciale dichiara che il Decreto prefettizio di dismissione non viene, ed intanto ecco una spesa eccessiva. Quindi io credo che non si possa scindere questa questione dall'altra, e convenga domandare che le Provincie siano facoltizzate all'accettazione e dismissione degli alienati, nelle forme stabilite dalla legge.
Il dottor Mazzoni, amministratore e medico, domanda si tolgano i Manicomi dalle Provincie. Sì, essi costituiscono un grave peso, ma il provvedere a questo servizio è anche una
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nobile missione; e crede il collega Mazzoni che se il Governo avesse i Manicomi, verrebbe a miglior risultato? Crede che le spese sarebbero diminuite? Ma queste spese, se non le fa la Provincia, le farà il Governo, ed è sempre il popolo che paga. Perchè togliere un servizio che è così ben fatto e che si mi-gliora sempre? Alcuni ritengono che, se i Comuni contribuis-sero nella spesa, non manderebbero tanti maniaci ; ma l'uma-nità consiste nel ricevere quanti hanno bisogno di essere assi-stiti, la società ha questo dovere e si deve compiere. Del resto, si vede per VInfanzia abbandonata, quanta difficoltà si ha per riscuotere dai Comuni; si provocano stanziamenti d'ufficio, ma poi i Comuni pagano quando credono di pagare. In secondo luogo poi, sarà difficile tenere questa nuova contabilità e sta-bilire una quota fissa per i Comuni e per le Provincie, perchè le spese variano. Io non vorrei che a queste povere Provincie, a cui hanno tolto tutto, si togliesse anche l'incarico di fare il bene. 11 Manicomio dà il mezzo di esercitare la carità; vigi-lando sui Direttori e chiedendo al Governo che le Deputazioni provinciali — come già taluna ora fa contro la legge — ab-biano la facoltà di ricevere e dismettere ì pazzi; evitando gli in-convenienti che vi sono ora, sì diminuiranno certamente le spese.
N o b i l i (Firenze): Le spese per il mantenimento dei mente-catti poveri è un aggravio ingente per i bilanci delle Provincie. Basti dire che la Provincia di Firenze soddisfa, per tale ser-vizio, una spesa di ben 820,000 lire ed ancora non accenna a diminuire. Debbo dire che Firenze ha fatto tutto quello che il collega Mazzoni ha consigliato, quando tale servizio passasse allo Stato. Oltre ad avere costruito un nuovo Manicomio, vi ha unita la clinica ed una sezione di osservazione, tanto che non passa al Manicomio un mentecatto, senza che il Direttore della clinica lo abbia prima osservato per tutto quel tempo che crede in coscienza necessario. Da questo Direttore si sono adottate tutte le norme che il collega Mazzoni accenna, per impedire che i non mentecatti aggravino la Provincia. Ag-giungo che, per la legge in vigore in Toscana, il Direttore del Manicomio non dovrebbe dichiarare un mentecatto affetto da malattia mentale, inviato come tale dal Sindaco, senza aver os-servato se è veramente affetto da malattia, e riferirne al Tribu-nale locale che emette il Decreto; chi fosse ammesso altrimenti nel Manicomio si considererebbe come recluso arbitrariamente. Da questo lato la garanzia si ha, ma tuttavia cresce
costante-89 mente il numero dei ricoverati. Negli scorsi anni la media era di 700 ammalati; ora si è passato gli 800. Io non credo che basti il dichiarare che i Manicomi sono luogo di cura, bi-sogna altresì escludere che essi si convertano in ricoveri per gl'incurabili.
Io non credo nemmeno che si possa con tanta facilità portare l'aggravio sopra i Comuni, che hanno già anche troppe dif-ficoltà per far fronte ai loro servizi. Io opinerei piuttosto che i Comuni dovrebbero essere in qualche modo, anche in mi-nima parte, interessati al mantenimento dei mentecatti poveri, e ciò perchè la Provincia ha grandissima difficoltà per ot-tenere il rimborso, anche parziale, per parte dei parenti dei maniaci e non ha altro mezzo che quello di ricorrere ai Co-muni, i quali conoscono le condizioni delle famiglie dei rico-verati. Ma siccome i Comuni non sono affatto interessati nel mantenimento loro, non forniscono quasi mai una dichiarazione che una famiglia possa in qualche modo sostenere l'onere del
parente, permodochè si debbono ammettere tutti come mise-rabili, e la Provincia deve sostenerli. Se i Comuni fossero interessati al mantenimento dei mentecatti poveri, si dareb-bero forse più cura e risponderebdareb-bero con maggiore verità alle domande dell'Amministrazione provinciale circa la condi-zione delle famiglie dei mentecatti.
Gli alienati non pericolosi per sè e per gli altri si potreb-bero chiudere in qualche luogo dove potessero essere man-tenuti a condizioni meno gravose di quelle del Manicomio; ma forse sarebbe miglior partito (e questo è stato adottato a Firenze) di assegnarli a famiglie, dando loro un sussidio, sussidio che va fino a trenta lire al mese, ottenendo così la P r o -vincia un qualche sollievo.
La difficoltà massima, che noi abbiamo trovato, è quella di liberarci di alcuni ricoverati ; le famiglie difficilmente li accet-tano, e da questo lato sarebbe utile che la legge restringesse l'obbligo della Provincia e che quando il Direttore dichiara un maniaco non pericoloso a sè o agli altri, la famiglia fosse ob-bligata a riprenderlo, con sussidio della P r o v i n c i a l e , così, si eviterebbe la difficoltà di dover cercare persone mercenarie che non prestano mai le cure che presterebbe la famiglia.
Concludendo: Questa questione.è diventata gravissima per i Bilanci provinciali ed io credo che vi si possa riparare, in parte coll'obbligo alle famiglie di ricevere i malati innocui,
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con sussidio delle Provincie, in parte collo interessare i Co-muni a sostenere anche in piccola parte le spese del mante-nimento dei poveri.
C a s t i g l i o n e {Milano): Non entrerò nella discussione, tanto più che non ho nessuna competenza in questo argomento. Dirò soltanto quanto la Deputazione provinciale di Milano, in seguito al crescere del numero dei ricoverati, ha cominciato a voler fare al riguardo.
Milano ha creduto uscire da questa questione complessa con un rimedio pratico. Si è accertato che rimane nel Manicomio una quantità di alienati che sono stati e possono essere an-cora tali, ma che per la maggior parte si possono ritenere tranquilli. Costoro prima erano tenuti nel gran Manicomio, perchè non si faceva alcuna divisione; ora invece, sotto la responsabilità medica, una parte di essi si vorrebbe mettere in luogo speciale, con trattamento differente, che non sia così dispendioso come quello per i veri matti. Si faranno così due categorie: quella degli ammalati acuti e quella dei cronici.
1 cronici potrebbero essere man mano assorbiti dalle fa-miglie; ma anche a ciò vi sono difficoltà gravissime, perchè molti preferiscono rimanere in questi ricoveri ove hanno un trattamento che se non sarà così buono come nel Manicomio, sarà tuttavia sempre superiore a.1 trattamento famigliare delle classi povere. Questi ricoveri potrebbero essere sostenuti dai Comuni o da Consorzi : intanto è bene si comincino ad isti-tuire e poi si vedrà se vi è la convenienza che siano piuttosto comunali o lasciati alle Provincie.
Io non posso accettare il concetto che intervenga lo Stato. L'intervento dello Stato non sarebbe che una ruota inutile con un aumento di spesa. Non sarebbe che. un fare assorbire dallo Stato anche questo servizio, senza che il contribuente ne abbia a risentire alcun beneficio. Del resto abbiamo visto più volte che lo Stato prende le attività e si scarica dei servizi; ma caricarsi i servizi e non aggravare i contribuenti finora non si è ancora veduto.
T l e c i (Siena): Mi pare che la questione si possa compen-diare in due parole. Nella legge è espressamente detto che la Provincia deve provvedere ai mentecatti. Si tratta di ve-dere il significato della parola «mentecatto ». A proposito di quanto ha detto il collega di Milano, aggiungerò che noi an-diamo anche più in là. Abbiamo dei matti innocui che ri
man-91 gono nel Manicomio altri che affidiamo ad Istituti, o alla custodia di privati. Ma con tutto questo non ottenemmo diminuzione delle spese, perchè le 187,000 lire del nostro Bilancio servono per mantenere tanto i inatti che sono innocui, quanto quelli che non lo sono.
Tutto dunque sta nella interpretazione della parola
mente-catto. Diceva benissimo il collega Mazzoni circa la difficoltà di fare le categorie, ma ricordo che il Verga, che era un grande alienista, affermava in una sua statistica che di 40,003 matti, 16,000 erano innocui; gli altri no. Dunque, quando le Provincie potranno, come già nel progetto Lanza e nella re-lazione Bonomi, interpretare la parola mentecatto nel senso di quelli che sono nocivi, e seguire l'interpretazione che ha dato alla legge lo stesso potere dello Stato, che cioè dobbiamo solo mantenere i mentecatti, e non comprendere in questa parola gli idioti e quelli che sono innocui, avremo già fatto un gran passo.
Un'altra osservazione ancora. Una delle cause che aumen-tano questo contributo di matti, è la facilità con cui i Sindaci rilasciano certificati di povertà a quelli che non sono poveri, e noi che abbiamo fatto un controllo, abbiamo potuto raggiun-gere la prova che alcuni di quelli che comparivano poveri, erano agiati. Quindi il concetto mio di porre a carico una parte delle spese ai Comuni, avrà per conseguenza che i Co-muni, dovendo contribuire nella spesa, andranno natural-mente più a rilento nel rilasciare questi certificati a persone che non sono povere.
S a n D o m i i n i (Modena): Siamo tutti d'accordo che il mantenimento dei dementi costituisce una piaga dei bilanci provinciali, ma a me pare che la proposta di Pisa abbia un torto; essa non è abbastanza pratica e si ispira troppo esclu-sivamente a curare gli interessi economici della Provincia, di-menticando i Comuni che ci devono pur stare a cuore. I Manicomi sono luoghi, non solo di cura, ma anche di cu-stodia e di mantenimento di quei dementi che, non avendo con-seguito la guarigione costituirebbero, abbandonandoli, un peri-colo per sè e per gli altri. Quando pur fosse possibile, secondo quanto ha detto il collega Mazzoni, il demarcare una linea che dividesse i dementi curabili e non curabili, resterebbe sempre che i dementi a carico della Provincia costituirei»" bero un forte contingente, e gli incurabili dovrebbero andare
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a carico dei Comuni. Ora, io domando: potranno i Comuni, già tanto aggravati, sopportare questo onere nuovo, e specialmente 1 Comuni minori? Quando un piccolo Comune avrà parecchi dementi, che assorbiranno una larga parte del bilancio, come potrà provvedere agli altri servizi? e quale vantaggio ne avranno i contribuenti? Quello che pagavano le Provincie, lo pagheranno i Comuni, e la spesa sarà sempre eguale. D'altra parte stabilendo la distinzione dei curabili e non curabili e mettendo questi ultimi a carico dei Comuni, noi creeremo un semenzajo di liti per la difficoltà somma di stabilire e ri-conoscere tali condizioni dell'infermità.
Tuttavia io credo che all'inconveniente lamentato si possa rimediare col sancire l'obbligo nei Comuni di concorrere nella spesa. I progetti di legge presentati al Parlamento Italiano contengono questo criterio, e determinano la quota del con-corso. Quest'obbligo costituirà per i Comuni una rèmora nel facilitare le ammissioni (ciò forse non è tanto, come si suppone, perchè dipende assai più dalle autorità mediche), e certo impedirebbe che si nascondano le vere condizioni economiche delle famiglie. Praticamente questo succede ogni giorno, che i Comuni tendono a presentare le famiglie come assolutamente incapaci a concorrere nelle spese, mentre invece risultano possedere abbastanza per poterlo fare.
Per queste ragioni mi pare che possa benissimo essere modificato il quesito di Pisa, nel senso che il Congresso faccia voti perchè sia affermato e sancito, con legge, l'obbligo dei Comuni di concorrere nelle spese di mantenimento dei dementi, tenendo per altro la quota a proporzioni modeste per non aggravare troppo i Bilanci comunali, ed in questo senso faccio proposta formale presentando anche a nome dei colleghi Giuranna, Fàvero, Nobili e Brunati il seguente ordine del giorno :