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tributi locali. Primo argomento: Riforme delle Amministrazioni

locali.

Su questo oggetto vi è una relazione pregievolissima della Deputazione di Milano. Quando ho letto questa relazione ammirai l'ingegno di chi l'ha scritta; ma quando lessi le con-clusioni io mi sono domandato: se questo Congresso vuole discutere tutti i problemi che vi sono compresi, quante tornate, quante sedute saranno necessarie? È così complesso l'argo-mento, che nemmeno delibarlo si potrebbe. Siccome d'altra parte il tema delle proposte della Deputazione milanese com-prende tutti gli altri argomenti messi all'ordine del giorno, ne deriva che discutendo la relazione di Milano si discutono anche gli altri problemi. Infatti v'è la questione della distin-zione dei Comuni in classi; vi è la questione se le Provincie devono restare nei confini attuali; se convenga addivenire alla formazione delle regioni, o se, invece delle regioni, sia pre-feribile il consorzio. Bisogna poi risolvere le questioni delle attribuzioni della Provincia; e fra queste saltano fuori i ma-nicomii, gli esposti, la viabilità, ecc. Se noi discutiamo tutto ciò faremo un vero trattato di diritto amministrativo, quale è la relazione di Milano, ma non giungeremo a nessuna con-clusione. Io, quindi, propongo che si concretino i temi su cui deve versare la nostra discussione; restringendola a due o tre argomenti dei più palpitanti — per adoperare la frase di moda.

Così, soltanto, si potrà fare una discussione seria e venire ad una proficua deliberazione; invece temo che, continuando come si è cominciato, faremo dei voti platonici, delle discussioni accademiche, ma niente di pratico e concreto.

Prego adunque il relatore del Comitato di Milano di voler precisare i temi, in modo categorico, perchè il Congresso possa discuterli e deliberare.

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«"«•esiliente: lo avevo domandato, prima d'iniziare la discussione, se vi erano delle proposte. Nessuno chiese allora la parola. Ora la proposta Cerutti non esclude si entri nell'e-same della questione, ma si riassume nel pregare i relatori di Milano di sceverare dalle loro proposte tutta quella parte che si riproduce poi in altri argomenti, per modo che non si faccia due volte la discussione e di ridurle a quelle parti nelle quali il Congresso possa emettere un voto. I Relatori di Milano che cosa d i c o n o ?

C a s t i g l i o n e (Milano): Siamo spiacenti di non potere con-venire nella proposta Cerutti, perchè la relazione è un lavoro organico; non si può rompere nelle sue varie parti, a meno che il rompere non voglia dire prorogare il Congresso per continuare poi la discussione.

Sarà un merito o sarà difetto della relazione ; ma noi ab-biamo creduto di essere logici, ed è quindi naturale che le premesse siano giunte necessariamente, a poco a poco, a questo complesso che il collega Cerutti chiama un trattato di diritto amministrativo e che noi intendiamo sia soltanto una modesta rassegna dei principali problemi che interessano la riforma del Governo locale e che, per sè medesime, devono essere insieme vedute e discusse.

La Deputazione di Milano aveva sperato che la relazione pervenisse à tempo ai signori delegati ; ma necessità di cose, di cui in parte è anche colpa nostra, ha fatto sì che la re-lazione non ha potuto essere a tempo distribuita; onde, a ta-luni, questa pesante relazione non è pervenuta che all'ultima ora, e non hanno potuto leggerla con quell'attenzione che era necessaria, non per la relazione in sè stessa, ma per l'impor-tanza dell'argomento.

Quindi io non posso fare nessuna proposta. Lascio al senno dell'assemblea di vedere se è possibile rompere questo lavoro; noi, che vi siamo un po' affezionati, non lo crediamo possibile; ma se il Congresso lo crede, noi siamo disposti a discutere quei temi che si indicheranno.

P r e s i d e n t e : Intanto tutta la parte che riguarda i Comuni entra anche nella proposta del collega Cerutti?

C e r u t t i (Venezia): E c c o : io trovo che si potrebbe dividere l'argomento in quattro parti. 1° Configurazione delle Provincie considerate a sè, e configurazione delle Provincie riguardo ai Comuni ed agli eventuali enti regione e consorzio; 2°

Attri-57 buzioni delle Provincie ; 3° Tributi locali ; 4° Ordinamento delle autorità provinciali, Deputazioni, tutela, ecc.

Così mi pare si potrebbe suddividere la relazione di Milano. Se i relatori convengono in questo, cominciamo a discutere la prima parte; se, poi, il tempo mancherà, si uniranno le altre parti ai temi speciali del secondo Congresso.

Mazzo»! (Ascoli Piceno): Questa mattina, con alcuni

Colleghi ebbi a manifestare il concetto dell'onor. Cerutti, doipqr^8oig'ti; M a z z o n i

mossovi non solo dall'importanza del lavoro, ma dal vedere (Ascoli Piceno). che la trattazione intera della materia rientrava negli altri

temi.

Perchè non rimandiamo a più tardi tutto questo insieme di lavoro che ci presentano i delegati di Milano? Ci sarà, così, anche tempo di esaminare un pochino meglio la relazione e di riunire le proposte fondamentali sotto forma di quesiti. 11 lavoro fatto non è perduto: si rimandi a domani la discussione dei singoli punti.

Quindi propongo che i signori relatori di Milano si com-piacciano di stabilire, per domani, i quesiti sui quali l'assem-blea deve pronunciarsi, perchè essa nou si pronuncia già sulla relazione. Oggi si possono discutere altre materie, che entrano anche nella relazione di Milano, ma sotto altra forma.

P r e s i d e n t e : Si tratterebbe, adunque, di sospendere la discussione del primo tema fino a domani per dare agio di esaminare la relazione, invitando i relatori di Milano a for-mulare dei quesiti che riassumano le questioni.

Però mi sembra che i quesiti esistano già al fine della relazione.

M a z z o n i (Ascoli-Piceno) : Dovrebbero essere a forma di quesiti e non di conclusioni.

P r e s i d e n t e : Coordiniamo un po' questa proposta cogli altri temi del Congresso

C a s n a t i (Milano): Per quanto sembri che gli altri temi rientrino nel primo, in realtà ciò non è, fuorché nell'intito-lazione loro, perchè il lavoro preparato dalla Deputazione di Milano è un lavoro di affermazioni di principii generali e teorici; affermazioni di principii che non possono avere la loro esplica-zione se non in un lavoro legislativo. Ora, un lavoro come questo non può entrare in nessun dettaglio. 1 servizi si pren-dono per attribuirli alla Provincia, al Comune, allo Stato, non nelle condizioni in cui si trovano, ma in quelle in cui dovranno

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essere riformati in sèguito. In quella vece, i quesiti posti suc-cessivamente all'ordine del giorno, che si riferiscono alla con-dizione attuale di cose, potrebbero benissimo essere adottati o respinti, e formare argomento perchè il Governo presenti subito una legge che conceda quelle modificazioni, senza che tutto ciò intacchi l'ordinamento complessivo di riforme che si propone nella relazione di Milano.

Non credo quindi sia conveniente conglobare questa ma-teria. Di certo la maggior parte dei quesiti sta nei confini delle idee che hanno diretto il lavoro di riforma; tuttavia non c'è una connessione assoluta e necessaria. Quindi, sotto questo aspetto, ritengo sia possibile tenere divisi i temi. Però l'as-semblea decida quello che crede di fare e se stima opportuno ricongiungere gli argomenti lo faccia pure.

C a v a l i e r i (Ferrara}: Mi valgo delle parole di uno dei Relatori. Egli ha fatto dichiarazioni che, in qualche maniera, ammettono la mole del lavoro. Egli dice: badate bene, il la-voro è complesso ; ed è sceso ad alcuni particolari, onde il Congresso sarebbe tenuto a discutere le proposte di riforme contenute nelle ultime pagine della relazione Ora se il Con-gresso intende con ciò di affermare la utilità e necessità di riforme che tendano al decentramento amministrativo, credo che tutti siamo d'accordo, come furono d'accordo i signori del Comitato di Milano nel compilare la relazione; ma se scderemo a discutere le riforme enunciate a pag. 61, ecc., en-treremo in un campo di discussione intorno ai particolari, che hanno affinità cogli altri argomenti già messi all'ordine del giorno e che devonsi pur discutere.

Io sono, quindi, d'avviso che si possa procedere a trattare il tema di Milano, ma dobbiamo stare in un campo molto largo, molto generale, per non cadere appunto nell'inconve-niente accennato.

inversione dell'ordine P i s a p ì a (Salerno): Io faccio una proposta circa l'ordine dei lavori. Abbiamo quattro temi. Quando si è cominciato si è detto: il primo tema è troppo comprensivo ed abbraccia anche argomenti che trovansi alle lettere JB, C e D del pro-gramma. Ora, perchè non si potrebbe invertire l'ordine della discussione? La lettera A vada in coda; discuteremo prima gli argomenti speciali, ed in ultimo il tema più com-prensivo.

Vedremo a quali conclusioni ci portano questi argomenti

del giorno. Proposta Piaapia

59 particolari; e quindi verremo alla relazione di Milano, che è la più estesa.

P r e s i d e n t e : Abbiamo due proposte : una di Mazzoni per la sospensione temporanea tino a domani, con invito ai relatori di formulare quesiti ; poi la proposta di sospensiva più larga, di Pisapìa, cioè l'inversione dell'ordine del giorno.

C o n t i (Parma): Aderisco alla proposta del collega Maz-zoni ; ma essa deve completarsi, perchè riesca pratica. Io faccio appello alla buona volontà dei colleghi, acciocché si sobbarchino, stassera, ad un lavoro di coordinamento per pre-sentare proposte concrete domani. E alla proposta della for-mulazione dei quesiti aggiungo questo emendamento : « che, tenuto conto delle idee manifestate, si nomini una Commissione la quale domani riferisca per la discussione delle proposte latissime di Milano ».

Spero che adottando questa mìa instanza, si giungerà a qualche cosa di pratico.

P r e s i d e n t e : La Commissione potrebbe essere composta dei relatori

Voci : Di tutti quelli che hanno parlato

M a n e o (Torino) : Mi pare che, in fondo, siamo tutti d'ac-cordo. Ma se qualche cosa, di veramente completo e di valido, deve uscire da questo Congresso, è precisamente il voto che affronti la complessa questione del discentramento ; ogni altro voto, per quanto utile, per quanto pratico, convertirebbe il nostro Congresso in un trastullo. Volendo che in quest'occa-sione, in cui ci troviamo riuniti, si emetta un voto, è là che dobbiamo insistere, è là che dobbiamo volere, è là che dob-biamo concretare. Ma il collega Cerutti ha detto che la que-stione è troppo larga, ed è quindi difficile che si arrivi a serie conclusioni ; ma noi non dobbiamo inoltrarci nei viottoli della discussione e perderci in particolari che stancherebbero certamente il Congresso e non raggiungerebbero lo scopo.

Che cosa invece si vuole e che cosa si può fare?

Fermare dei punti fissi, dei principii generali, e lasciare che tutte le esplicazioni siano poi studiate e suggerite dalle sin-gole Deputazioni provinciali e dal legislatore.

Quando abbiamo davanti a noi una relazione, un lavoro come quello presentato dalla Deputazione provinciale di Mi-lano, possiamo, per la pratica discussione, scinderlo in quattro ordini del giorno generali. P r i m o : gli organismi comunali e

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provinciali. Basta un ordine del giorno di poche righe, poiché anche nella relazione questa parte non è molto lunga. Secondo: funzioni organiche; se cioè sole o consorziate; ed è in questa parte che, così com'è la relazione, comprende la questione di vedere se si debba togliere una parte di quanto ora allo Stato è attribuito. Riguardo all'istruzione, vi è chi può credere, come credo io, che anche le Università possano essere dismesse ad altri organismi, lasciando allo Stato solamente l'istruzione media, o soltanto, come vorrebbero alcuni, la sorveglianza del-l'istruzione elementare. E così, entrando a parlare dell'oppor-tunità di affidare alle Provincie altrettante funzioni, ora eser-citate dallo Stato, per l'istruzione, la viabilità, ecc., noi non faremo, appunto, che perderci nei viottoli, mentre tutti questi argomenti potranno essere compresi in studi ulteriori. Pari-menti accadrà se ci addentreremo nella questione delle finanze, ragionando intorno alle delegazioni di una parte di quelle im-poste che or sono devolute allo Stato, oppure dei tributi, ecc. Anche qui noi dobbiamo affermare un principio; e la questione se si debba destinare alle Provincie piuttosto una parte della ricchezza mobile e del dazio consumo, se tutti i rami o sol-tanto il cespite b e quello c — tutto questo lascieremo che trovi posto in studi ulteriori. Così dicasi della questione della tutela; se vi sia necessità che venga affidata agli elementi elettivi e che il Prefetto non sia se non come il Pubblico Ministero nelle Corti d'appello.

Abbandoniamo tutte queste discussioni : determiniamo quattro ordini del giorno, di base generale, che rappresentino il sunto, la parte fissa, che può votare una grande assemblea; salvo a ciascuno di esaurire lo studio secondo le proprie viste e se-condo quelle indagini più minute, più profonde che si potranno fare poi. Ma, intanto, sarà uscita di qui una parola che — sia concorde, sia discorde — resterà nel campo generale.

Si accetti dunque la proposta Cerutti di sospendere mo-mentaneamente la discussione fino a domani. I cardini generali sono nella relazione presentata dalla Deputazione provinciale di Milano; sia dato atto dei lavori che altre Provincie pre-sentarono; e facciamo un'affermazione su quest'importante questione, che rimanga la gloria di questo Congresso.

(Appro-vazioni).