pro-vinciale solamente per quelli pericolosi a sè od agli altri,
mentre per quei mentecatti che pur non essendo pericolosi non
potrebbero a giudizio del Direttore del Manicomio venir
cu-stoditi itegli Asili di Mendicità, la spesa debba gravare
al-meno per una quarta parte fra i rispettivi Comuni di
domi-cilio di soccorso; rimanendo sempre a carico dello Stato i
mentecatti criminosi.
SERAFINI - CAVALIERI - CERUTTI -
Ticci.
C a l u m i l i » (Napoli): Mi associo all'ordine del giorno Se-rafini, che concilia il sentimento di umanità con le esigenze delle finanze provinciali. Dei maniaci che non sono pericolosi, sarebbe eccessivo averne il carico; quindi, per questa parte, sta bene l'ordine del giorno Serafini. Presento poi un voto pratico.
Noi facciamo spese per il ricupero delle spese di spedalità, e non di rado avviene che tutte queste spese vanno perdute. Si fa un giudizio contro la famiglia e, in ultima analisi, la
101 Provincia finisce per averne niente, tranne che la perdita delle spese del giudizio. Propongo quindi, anche a nome del collega Giuranna, il seguente ordine del giorno:
Il Congresso fa voti che, con apposita disposizione leqisla- Beneficio gratuito.
pa--, ir -ri • • • i l e* • i ì j • • trocinio alle Provincie
tiva, sia accordato alle Provincie il beneficio del patrocinio por ricupero spese
spe-gratuito pei giudizi che le stesserono costrette a sopportare Ordine del giorno
pel ricupero delle spese di spedalità.
G i o r d a n o {Torino): La questione dei maniaci ha preso uno sviluppo tale, ed ha avuto per conseguenza tanti ordini del giorno, che il Congresso si trova impacciato nella scelta, tanto più che non sono molti mesi che si tenne una discus-sione sull'argomento da una parte notevole di Provincie ita-liane. Ricordo che nel novembre del 1897, a Milano, si discusse il progetto di legge che era stato presentato al Senato dal-l'oli. Rudinì. E necessario che questo Congresso sia quanto meno edotto di quanto si è deliberato in allora, perchè parte notevole di noi già espresse in quell'occasione quali erano ì voti delle Rappresentanze italiane.
Allora si è votato il concorso dei Comuni, ritenuto da tutti come un freno necessario alle ammessioni nei Manicomi. Per noi rappresentanti delle Provincie piemontesi, era facile fare questo voto, in quanto che fin dal principio del secolo, presso di noi, una parte delle spese, un quinto, credo, era a carico dei Comuni. A Milano si è fatto questo voto ed io ritengo che sia utile il rinnovarlo. Esso risponde ad un concetto giusto, perchè ingiusto è invece che il Comune, che manda il maniaco al Manicomio, si disinteressi tutt'affatto del suo mantenimento; e poiché il contribuente deve provvedere a questa spesa, è necessario sia interessato il Comune per eliminare quel pericolo, che è pericolo che constatiamo tutti i giorni, di ammissioni troppo leggermente concesse in nome della povertà. Dico troppo leggermente, perchè ho qui sentito che si è fatto anche altrove ricorso, per controllare le dichia-razioni dei Sindaci, al sistema da noi già invalso di ricorrere all'autorità del Pretore e dei RR. Carabinieri. Noi, rinnovando questo voto, otterremo che vi sia un'altra amministrazione giudicante della povertà delle famiglie dei ricoverati, quella cioè del Consiglio comunale; perchè questa spesa dovrebbe essere stanziata nel bilancio comunale, colla conseguenza che, se vi saranno ingiustizie o soprusi, più facile sarà conoscerli e quindi impedirli.
102 •
Si trattò pure a Milano della necessaria distinzione fra ma-niaci e mama-niaci, ed . allora si è votata la tesi che dovessero essere a carico della Provincia soltanto i maniaci pericolosi
per se e per gli altri. Viceversa poi, debbo proprio dichiarare che non ho nessuna fiducia che possa tradursi in legge una disposizione simile, perchè nell'ultimo progetto si proponeva che, non soltanto quelli pericolosi, ma anche quelli che avessero soltanto bisogno di ricovero o custodia, potessero venir rico-verati nel Manicomio. Non ho quindi molta speranza che noi, introducendo una tale limitazione, possiamo ottenere un risul-tato che pur vorrei conforme ai nostri voti. Non parlo dei giudicati del Consiglio di Stato che oramai è giunto al punto di dire che qualsiasi squilibrio mentale dà il diritto da una parte al ricovero e dall'altra all'obbligo alla Provincia di provve-dere alla spesa. Basterà accennare che, nonostante le nostre più vive opposizioni, fu nel nostro Manicomio ordinato il ri-covero di vecchi di ottant'anni per imbecillità senile e di un bambino di cinque anni, come pericolosi per sè e per gli altri! Data questa funesta applicazione della legge, le Rappresen-tanze provinciali opereranno saviamente se insisteranno nel voto che l'obbligo della Provincia sia ristretto al manteni-mento dei maniaci, che siàno veramente pericolosi a sè od agli altri: e la insistenza si rende tanto più necessaria in considerazione della tendenza dello Stato a liberarsi dagli oneri per provvedere agli inabili al lavoro.
Quanto ai varii sistemi escogitati per diminuire la spesa che ' grava sulla Provincia, dirò anzitutto che l'esempio addotto dal rappresentante di Milano è degno di essere seguito, e non credo che vi sia Manicomio ove non si faccia la distinzione a cui il relatore di quella Provincia ha accennato. A Torino abbiamo provato nel 1880 un altro sistema; quello a cui accennava il collega Elia, e siamo giunti fino al punto delle dismissioni forzate, ma allora la Deputazione aveva il vantaggio di essere presieduta dal Prefetto, il quale presso di noi ordina le am-missioni e le dismessioni dal Manicomio. Si è poi adottato anche il sistema della cura a domicilio, che ci diè mezzo dì licenziare senz'altro settanta maniaci, ottenendo un'economia del 48 per °/0 sulla spesa. Con una spesa variabile da L. 0 50 a L. 0 70 abbiamo ottenuto che il maniaco fosse tenuto dalla famiglia, rinforzando, anche, in tal modo, quei vincoli fami-gliari, il cui rallentamento è stato giustamente lamentato dal
• 103 collega Maggia, e che, come ebbi occasione di esprimere in
una mia relazione al Consiglio provinciale (vedi allegato 22, pag. 613) è una fra le cause dell'affollamento dei Manicomii. Attualmente la nostra Deputazione sta studiando un altro sistema, di recente inauguratosi nel dipartimento della Senna, in Francia, sull'esempio della Scozia e del Belgio: cioè il sistema di colonie di maniaci tranquilli, collocati da uno a sei presso famiglie di privati con sensibile beneficio della pubblica finanza.
Sui predetti varii mezzi, diretti ad attenuare la gravissima spesa, converrà che la Provincia sia e rimanga completamente libera, specialmente se dovessero continuare gli oneri attuali. Si è parlato dal collèga Calderini dei maniaci -criminali ; noi per primi abbiamo avuto una contestazione formale su questo argomento, e Tribunale, Corte d'appello e Cassazione hanno data vinta la Causa alla Provincia, dichiarando che questa spesa esorbitava dai suoi obblighi. Ora nel progetto Budini abbiamo veduto (ed è questo che ci fa cadere un po' le braccia) una disposizione che pone a carico delle Provincie anche le spese per i maniaci criminali. E, in attesa che il progetto venga approvato, due Ministri dell'interno hanno proposto il quesito al Consiglio di Stato, e questo, con parere del 11 febbraio 1898, ha detto che la competenza dei maniaci criminali, dopo l'ordinanza definitiva di ricovero dell'autorità giudiziaria, spetta alle Provincie. E noi che abbiamo vinta la causa, dobbiamo farne ora un'altra per trentatre maniaci ! !
Su questo punto è necessario che il Governo abbia un voto concorde dei rappresentanti delle Provincie, affermante che questa spesa dei folli criminali spetta.allo Stato. Non è pos-sibile disconoscere che cotesta funzione sia essenzialmente funzione governativa. Tant'è che, se vi fossero i Manicomi giudiziari, che pur esistono nella legge, ad essi evidentemente dovrebbe provvedere lo Stato.
Altrettanto è a dirsi per i coatti, i quali quando diventano pazzi, sono liberati condizionatamente, perchè, chiusi nel Ma-nicomio, vadano a carico della Provincia. Abbiamo qui una questione vinta a Torino in primo e secondo grado per coatti che sono laggiù in Sicilia, ed anche a questo riguardo è asso-lutamente necessario con formale proposta, diretta, se non altro, ad ostacolare la male tendenza che lo Stato si scarichi di spese, a cui deve provvedere, per addossarle alle Provincie,
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alle quali poi mette ogni freno possibile per gli inevitabili conseguenziali aggravii della sovrimposta.
Veniamo all'ultima proposta del collega Palumbo per l'esa-zione dei concorsi. La questione dei concorsi è una delle più gravi, perchè pur troppo non tutte le Provincie si trovano nelle condizioni di Novara; noi ad es. ci troviamo in condizioni spe-ciali, perchè il nostro Manicomio è amministrato da un'Opera pia, e quindi vi è già l'agevolezza suggerita del gratuito pa-trocinio. Ma, dubitando che sia opportuno chiedere per la Provincia l'ammissione al patrocinio dei poveri per la esa-zione dei concorsi, vorrei richiamare la proposta fatta nella riunione di Milano da Torino, che, cioè, le deliberazioni delle Deputazioni che stabiliscono l'entità di questi concorsi, in se-guito a studi ed a maturo esame di tutti i documenti, abbiano carattere esecutivo; dimodoché, quando viene deliberato dalla Deputazione che una famiglia deve concorrere per trenta, quaranta, cento lire all'anno, questa deliberazione abbia forza' di sentenza, salva opposizione entro i venti giorni davanti al Presidente del Tribunale. Con ciò si eliminerebbero tutte le difficoltà, perchè la resistenza a non pagare proviene dal fatto che la Provincia interviene quando il ricovero è compiuto. Se prima di esso fosse interpellata, non si vedrebbero certe scandalose resistenze, ed essa potrebbe ottenere in certi casi il concorso che ora è invece nella dura necessità di non poter utilmente imporre; senza contare che spesso le Deputazioni si trovano anche nella non troppo decorosa condizione di dover trattare le dieci o venti lire, colle famiglie.
Io desidererei quindi che qui fossero affermati quei voti fatti a Milano, e che ho accennato: voti che in sostanza sono stati richiamati da tutti gli oratori, all'infuori del collega Mazzoni, che vorrebbe che questo servizio fosse affidato allo Stato. Costa già troppo ai contribuenti. Se la proposta Mazzoni fosse appro-vata, non si farebbe altro che aggravarne il peso (Bravo!
Be-nìssimo !).
P r e s i d e n t e : Noi siamo lontani dalla proposta di Pisa. Do-mando se non sarebbe opportuno che tutti i proponenti ordini del giorno si unissero insieme e vedessero di formulare un voto solo che rispondesse a tutte le questioni che sono state trattate.